Regia di Nuri Bilge Ceylan. Un film con Muzaffer Ozdemir, Mehmet Emin Toprak, Nazan Kirilmis, Fatma Ceylan, Zuhal Gencer Erkaya. Genere Drammatico – Turchia, 2003, durata 110 minuti. – MYmonetro 3,00 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Giovane e rozzo campagnolo, operaio licenziato, Yusuf lascia il paese per Istanbul dove, in attesa di trovare un imbarco come marittimo, si fa ospitare nella grande casa del cugino Mahmut, fotografo pubblicitario con velleità artistiche. È – un po’ sullo schema della nota favola di La Fontaine Il topo di città e il topo di campagna – l’incontro e lo scontro di due solitudini e di due distanze, indicate già nel titolo (“uzak” significa lontano). 3° lungometraggio di Ceylan, uno dei più talentosi registi turchi, è un film dell’inazione impregnato di una tristezza esistenziale cui fa da contrappunto una vena di sapido grottesco. Stilisticamente ricorda Antonioni e la sua tematica dell’incomunicabilità: tempi morti, ritmo lento, raffinatezza cromatica delle immagini in bilico tra il nitido e lo sfumato, organizzazione dello spazio. Difficile da dimenticare la sua Istanbul innevata e nel sottofinale la metafora del sorcio, incollato nella carta topicida, che squittisce nella notte. Gran Premio della giuria e doppio premio per l’interpretazione maschile a Cannes 2003; europremio Felix per la regia; Hugo d’argento a Chicago; Gran Premio Fipresci. Girato nell’appartamento del regista che fa il fotografo per autoprodursi i film. Il campagnolo Toprak è suo cugino, morto in un incidente d’auto dopo le riprese.
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