Regia di Alberto Fasulo. Un film con Branko Zavrsan, Lucka Pockja, Marijan Šestak. Genere Drammatico – Italia, Croazia, 2013, durata 85 minuti. Uscita cinema giovedì 27 febbraio 2014 distribuito da Tucker Film. – MYmonetro 2,75 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Da qualche mese, Branko, di nazionalità croata, fa il camionista per una ditta di trasporti italiana. Prima era un insegnante, ma il suo nuovo lavoro riesce ad assicurargli uno stipendio tre volte superiore. Guida per le strade di mezza Europa da solo oppure insieme al copilota Maki, un trentenne con un bambino piccolo ad aspettarlo a casa, sempre più indeciso se continuare o meno a fare quella vita. Le telefonate con la moglie o con il figlio sono l’unico contatto che Branko ha con la famiglia.
Frutto di cinque anni di ricerche sul campo, Tir ha una base di partenza fortemente documentaristica. Con una macchina da presa leggera, settata dal posto del passeggero, sempre vicino ai corpi, Alberto Fasulo mostra la vita “on the road” del suo protagonista, l’attore professionista Branko Zavrsan, che ha davvero conseguito la patente di guida prevista dal codice della strada. All’iniziale ricerca della verità si specchia dunque l’anima di finzione del progetto, quella di una costruzione narrativa certamente aperta, ma precisamente indirizzata a raccontare un’occupazione alienante attraverso una vicenda in certo modo esemplare.
Tra strade, autostrade, svincoli, magazzini dove caricare la merce, si delinea un tracciato fatto di non luoghi, tutti uguali, ma separati da una distanza geografica che nasconde il peso della fatica, in cui Branko pare voler sfidare la sua stessa resistenza. Lasciando le sequenze andare oltre il tempo necessario, il respiro dato dal montaggio ambisce a far sentire il palpito della condizione di un uomo che mangia e si lava nei modi in cui meglio può e soprattutto vive la sua famiglia soltanto attraverso conversazioni telefoniche: una lunga sequenza in cui la moglie racconta di una serata trascorsa con alcuni amici accende una fiamma di gelosia, così come alla richiesta del figlio di denaro per acquistare un appartamento corrisponde una decisione forse troppo affrettata. Il contesto che si vuole ritrarre è forse quello dell’esilio, di una lontananza sì dolorosa, ma vissuta con caparbia tenacia da chi porta avanti un’esistenza di fatiche e rinunce per dare stabilità a quelle stesse persone che, più o meno velatamente, lamentano la sua mancanza. Il film di Fasulo non è soltanto una riflessione sulle limitazioni e le difficoltà vissute dai trasportatori, tuttavia messe in evidenza (la richiesta dell’azienda di guidare oltre le ore consentire, le proteste di alcuni colleghi), ma anche un esercizio su alcuni modelli di racconto e sulle possibilità che la commistione dei vari linguaggi può offrire. Molto credibile il rapporto tra l’attore professionista Zavrsan e Marijan Sestak, di professione camionista, che interpreta Maki.
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