Regia di Otto Preminger. Un film Da vedere 1950 con Dana Andrews, Gene Tierney, Gary Merrill, Bert Freed, Tom Tully, Karl Malden. Cast completoTitolo originale: Where the Sidewalks Ends. Genere Poliziesco – USA, 1950, durata 95 minuti. Uscita cinema giovedì 1 dicembre 2016 distribuito da Lab 80 Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni.
Mark Dixon è un poliziotto che viene degradato a causa dei metodi violenti che mette in atto nella cattura dei criminali. L’indagine che gli viene subito dopo affidata riguarda l’omicidio di un ricco texano che è stato pugnalato in una bisca clandestina dopo aver vinto un’ingente somma. Quando Dixon raggiunge il principale indiziato dell’omicidio, Ken Payne, costui lo aggredisce e, per difendersi, il detective lo colpisce con un pugno che ne provoca il decesso. Sicuro di essere accusato e condannato Dixon decide di occultare il cadavere evitando così una dura punizione. Purtroppo però dell’omicidio viene accusato un taxista, padre della ex moglie di Payne della quale nel frattempo Dixon si è innamorato.
Aderendo a un’inveterata tradizione il titolo italiano tradisce il senso di un film che ha alle spalle un romanziere di qualità (William Stuart) e uno dei più importanti sceneggiatori dell’epoca: Ben Hetch. Il titolo originale si riferisce ai marciapiedi ma va oltre. Ci dice infatti che “dove i marciapiedi finiscono” ci sono i tombini di scolo dell’acqua sporca come ci mostra la significativa sequenza che apre i titoli di testa. Sta lì il senso di un film e di un personaggio come Dixon che conosce per esperienza diretta sia l’una che l’altra condizione sul piano esistenziale.
Per godere appieno di un film come questo vanno messe in stand by tutte le visioni delle serie tv come C.S.I., Criminal Minds perché con i metodi d’indagine messi in atto nelle suddette il colpevole sarebbe stato individuato in breve tempo. Qui siamo negli anni Cinquanta e ciò che a Preminger e ad Hetch interessa è mettere in luce il conflitto interiore che dilania il detective Dixon e che, come si scoprirà, affonda le proprie radici nel passato. Grazie a una splendida coppia di attori come Dana Andrews e Gene Tierney, già avuti a disposizione in Vertigine, il regista può dedicarsi a rileggere le regole del noir pur conservandone lo spirito. Di Preminger la critica del passato ha posto in rilievo lo sguardo solo apparentemente gelido che rivolge ai suoi personaggi finalizzato a far ‘sentire’ il fuoco che arde sotto la coltre di cenere. Questo gli consente di bypassare alcuni ‘luoghi’ tipici (come i vicoli bui o i forti contrasti luminosi) in favore di una luce diffusa che mette ancor più in evidenza luci ed ombre che attraversano l’animo del suo protagonista maschile. Di fronte a lui c’è una donna provata dalla vita che però non ha smesso di sperare e che non riveste il ruolo della femme fatale ma semmai quello dell’angelo redentore, senza però cadere nel melenso. Morgan Taylor è tanto bella quanto discreta. È modella in una casa di moda ma accetta un invito in una modesta trattoria così come, successivamente, in una pensione decisamente poco lussuosa. Su entrambi i personaggi si proiettano poi in un caso le luci e nell’altro le ombre di due figure paterne che con la loro presenza o assenza ne segnano i comportamenti.
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