Locandina italiana Se scappi, ti sposo

Un film di Garry Marshall. Con Julia Roberts, Richard Gere, Joan Cusack, Hector Elizondo, Rita Wilson. Titolo originale Runaway Bride. Commedia, Ratings: Kids, durata 116 min. – USA 1999.MYMONETRO Se scappi, ti sposo * * 1/2 - - valutazione media: 2,52 su 18 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il reporter newyorkese Ike Graham è in cerca di un’idea interessante cui dedicare il nuovo articolo della sua rubrica sul USA Today. Al pub dove solitamente trova ispirazione, fa la conoscenza di un uomo sconsolato che gli racconta di una donna che ha sistematicamente abbandonato all’altare ogni suo sposo nel giorno delle nozze. Il pezzo sulla “sposa in fuga” riceve un grosso richiamo e provoca le ire del suo stesso soggetto, Maggie Carpenter, che per pronta risposta scrive una lettera di protesta in cui denuncia le bugie e lo sciovinismo di Ike. Licenziato dalla sua editrice nonché ex moglie, Ike decide così di vendicarsi a suo modo, indagando sulle precedenti relazioni di Maggie e trasferendosi nella piccola cittadina del Maryland dove lei vive in attesa di sposarsi per la quarta volta.
Alla favola di Pretty Woman mancavano solo scene da un matrimonio e marchio conclusivo “e vissero per sempre felici e contenti” per essere a tutti gli effetti una “Cenerentola a Los Angeles”. Dieci anni dopo, questo complesso da fede nuziale porta a riunire la squadra per dare sfogo alla carenza di confetti, fiori d’arancio e successi commerciali. Nozze di stagno, quindi, per la triade Garry Marshall, Julia Roberts e Richard Gere (con partecipazione collaterale di Hector Helizondo), e nuova commedia romantica che stavolta mette da parte Cenerentole e Pigmalioni, prostitute e My Fair Lady, per orientarsi nella tradizione screwball.
La distanza sociale fra il mondo sotterraneo della prostituzione dell’Hollywood Boulevard e quello superattico dei finanzieri diviene distanza culturale fra cittadini newyorkesi e abitanti della campagna, mentre in primo piano assistiamo all’instaurarsi di una guerra dei sessi fra un cinico giornalista newyorkese e una country girl goffa e piena di insicurezze, ma capace di far breccia nel cuore di ogni uomo. Quel che Marshall purtroppo dimentica nel passaggio da un sottogenere rom-com all’altro, sono i principi della comicità: né il conflitto culturale, né quello amoroso hanno abbastanza verve e freschezza per uscire dai luoghi comuni della farsa, ed entrambi calano visibilmente man mano che le schermaglie lasciano il posto ai sentimenti. Ciò che funzionava in Pretty Womanè dunque esattamente quello che non funziona in Se scappi, ti sposo: la sofisticata leggerezza del primo, capace di rendere ironica e sognante anche la situazione più scabrosa, diviene sciatta faciloneria nel secondo.
I due protagonisti vengono chiamati a sopperire performativamente alle debolezze dello script e ad esibire un’inedita fisicità (Gere si fa colorare i capelli e si cimenta in smorfie piacione, mentre Roberts si reinventa in comiche slapstick). L’aspetto deteriorato delle dinamiche di coppia si riflette anche negli altri invitati alla cerimonia (comprimari più validi con poco spazio come Joan Cusack e Helizondo e meno validi senza il senso del ridicolo come la nonna erotomane) e soprattutto in una serie di mediocri scelte formali che culminano nel rimontaggio finale di alcune inquadrature, brutto video di nozze di un matrimonio già in crisi.

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