Un film di Alfred Hitchcock. Con Janet Leigh, Anthony Perkins, Vera Miles, John Gavin, Martin Balsam. Titolo originale Psycho. Giallo, Ratings: Kids+16, b/n durata 109 min. – USA 1960. MYMONETRO Psyco * * * * 1/2 valutazione media: 4,66 su 62 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una bella impiegata ruba quarantamila dollari e fugge. Cambia la macchina, si trova nel mezzo di un temporale e decide di passare la notte in un motel. Il proprietario è Norman, all’apparenza un ottimo ragazzo che manifesta soltanto qualche piccola stranezza, come quella di impagliare uccelli. Il motel non ospita nessun altro cliente. La donna decide di fare una doccia prima di dormire. Sotto l’acqua viene aggredita e uccisa da un’altra donna, che si intravvede appena. La mattina Norman scopre il corpo. Sconvolto fa pulizia, mette il cadavere nel bagagliaio e fa sparire la macchina nelle sabbie mobili. Sconvolto perché sa che l’assassina è sua madre, che è patologicamente gelosa del figlio e non sopporta neppure che parli con altre donne. Un investigatore privato, con l’aiuto del fidanzato della donna uccisa, riesce a risolvere la matassa, anche se ci rimette la vita. Norman e sua madre sono la stessa persona: il ragazzo è pazzo, dopo aver ucciso la madre per gelosia ne custodiva il corpo in soffitta e si identificava in lei non sopportando il rimorso del proprio delitto. Psycho non era certo il migliore dei film di Hitchcock ma a volte le vie del culto percorrono strade misteriose. Negli anni Sessanta la pratica dell’inconscio non era certamente una novità, lo scalpore c’era già stato nel 1944 con Io ti salverò (Gregory Peck, con l’aiuto della Bergman e di un “freudiano” risolve le proprie angosce risalendo analiticamente a un incidente infantile), ma Anthony Perkins aveva dato un’interpretazione di tale efficacia da divenire da quel momento il più famoso “pazzo” della storia del cinema, senza più una possibilità autentica di emanciparsi da quel ruolo. La critica non ha mai perdonato a Hitchcock l’eccesso di crudezza (e di effetto) di certe scene. Ricordiamo le più famose: il teschio della madre seduta sulla sedia girevole, la morte del detective privato (Martin Balsam), la sinistra casa Bates sempre inquadrata contro un cielo minaccioso. Soprattutto la sequenza dell’uccisione di Janet Leigh sotto la doccia ha creato una vera psicosi collettiva.

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