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Regia di Alice Winocour. Un film Da vedere 2015 con Matthias SchoenaertsDiane KrugerJean-Louis Coulloc’hPaul HamyVictor PontecorvoCast completo Genere ThrillerDrammatico – FranciaBelgio2015durata 100 minuti. distribuito da Movies Inspired. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 4 recensioni.


Tornato da un turno nell’esercito all’estero, Vincent lavora insieme a un gruppo di suoi commilitoni nel servizio di security di un lussuoso party in una enorme villa, chiamata Maryland (che è anche il titolo francese del film), e di proprietà di un uomo d’affari libanese. Vincent è affascinato dalla moglie dell’uomo e la osserva nelle telecamere di sicurezza, inoltre è vittima un disturbo allucinatorio, per cui è occasionalmente assalito da un forte rumore e da un senso di disorientamento. Nonostante la sua confusione sente che un ospite, per altro senza invito ufficiale alla festa, presenta una minaccia e lo sorveglia. Quando il giorno dopo il padrone di casa si deve assentare, a Vincent viene affidato di fare da guardia del corpo alla bellissima moglie Jessie e al figlio.

Disorder (2015) on IMDb

Regia di Anton Corbijn. Un film Da vedere 2014 con Philip Seymour HoffmanRobin WrightRachel McAdamsWillem DafoeDaniel BrühlCast completo Titolo originale: A Most Wanted Man. Genere Thriller – GermaniaGran BretagnaUSA2014durata 122 minuti. Uscita cinema giovedì 30 ottobre 2014 distribuito da Notorious Pictures. – MYmoro 3,59 su 38 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dopo l’11 settembre, un giovane islamico, figlio di una cecena stuprata da un colonnello russo, arriva clandestinamente ad Amburgo e, con l’aiuto dell’avvocatessa di un’associazione umanitaria, contatta il padrone di una banca privata per ritirare i miliardi sporchi lasciatigli dal padre. Perseguitato o terrorista? La gestione del caso è contesa tra i servizi di sicurezza tedeschi, la CIA e una squadra speciale di intelligence , sempre tedesca ma ufficialmente inesistente, guidata da Bachmann, veterano dello spionaggio che affoga i sensi di colpa nel whisky. È lui che elabora il piano più efficace, ma anche più morale, per assestare un colpo mortale ad Al Qaeda, infiltrandosi nel suo vertice. È uno spy-thriller in cui l’azione è rallentata per essere posta al servizio di una riflessione che scava strati sempre più profondi: logico-strategico, psicologico, etico, per arrivare a quello filosofico-religioso, che, facendo di Bachmann un novello Giobbe, giunge fino alla teodicea: perché, nella dimensione terrena, Dio punisce i giusti e premia gli ingiusti? Basandosi sul romanzo omonimo di Le Carré, efficacemente sceneggiato da Andrew Bovell, Corbijn ha confezionato un film che affascina per la sua originale e problematica trama, ma anche per la cornice ambientale di Amburgo e le notevoli interpretazioni degli attori, tra le quali spicca quella di Hoffman, l’ultima prima della morte (2/2/14) per overdose di eroina a 46 anni. D’altronde Bachmann è un alter-ego di Hoffman e forse la tutt’altro che lieta fine del film è anche una possibile spiegazione della sua fine. Premiato al Sundance Festival.

A Most Wanted Man (2014) on IMDb

Regia di Todd Robinson. Un film con Sebastian StanChristopher PlummerWilliam HurtSamuel L. JacksonEd HarrisCast completo Titolo originale: The Last Full Measure. Genere DrammaticoGuerra, – USA2020durata 110 minuti. distribuito da Notorious Pictures. – MYmonetro 2,75 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

William Pitsenbarger, medico dell’aviazione e protagonista di un eroico sacrificio durante un episodio tragico della guerra in Vietnam, non ha mai ricevuto la Medaglia d’onore, massimo riconoscimento al valore dell’esercito degli Stati Uniti d’America. A trent’anni di distanza, nel 1999, i veterani di quella battaglia e gli anziani genitori dell’eroe non si rassegnano e si rivolgono a Scott Huffman per perorare la causa di Pitsenbarger. Huffman inizialmente crede che sia una perdita di tempo e lavora alla pratica senza passione, ma dopo aver conosciuto genitori e reduci e ascoltato le loro testimonianze, vuole andare fino in fondo e scoprire cosa sia successo in questi trent’anni.

The Last Full Measure (2019) on IMDb
E continuavano a fregarsi il milione di dollari - Film (1971)

Un film di Eugenio Martín. Con James Mason, Gina Lollobrigida, Lee Van Cleef, Sergio Fantoni, Gianni Garko.Western, durata 90 min. – Italia 1970. MYMONETRO … E continuavano a fregarsi il milione di dollari * - - - - valutazione media: 1,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Un ladro ritrova in circostanze fortuite la donna che lo ha derubato di un cospicuo bottino. Sua complice in un nuovo colossale furto, lo inganna ancora una volta ma viene fatta prigioniera insieme a lui e ad altri complici dai ribelli messicani. Quando escono di prigione c’è una ricompensa governativa da dividere; la furba donna, però, per l’ennesima volta, si impadronisce di tutto scappando con un nuovo compagno. 

 ...E continuavano a fregarsi il milione di dollari
(1971) on IMDb

Un film di Joseph Warren. Con Klaus Kinski, Victoria Zinny, Paul Sullivan, Antony Rock.Western, Ratings: Kids+13, durata 96 min. – Italia 1971. MYMONETRO Prega il morto e ammazza il vivo *- - - - valutazione media: 1,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un gruppo di banditi deve attraversare il deserto per rifugiarsi in Messico e assolda un giovane come guida, ma costui, in realtà, li porta alla rovina perché deve vendicare i familiari uccisi.

Shoot the Living and Pray for the Dead (1971) on IMDb
Locandina No Direction Home: Bob Dylan

Un film di Martin ScorseseDocumentariodurata 208 min. – Gran Bretagna, USA, Giappone 2005.

Il documentario di Scorsese rappresenta un appassionato viaggio per immagini, musica e testimonianze nella genesi del mito di Bob Dylan, capace di disegnare un affascinante quadro del contesto politico, sociale e artistico americano della prima metà degli anni Sessanta. Una cronaca fedele del divenire dylaniano a cavallo di quello snodo epocale che verrà ricordato come la “svolta elettrica”.

No Direction Home (2012) on IMDb
Risultati immagini per George e Mildred

George e Mildred è una serie televisiva di produzione britannica del 1976, fortunato spin-off di un’altra popolare sit-com: Un uomo in casa. Ne furono prodotti 38 episodi in 5 stagioni. Nel 1977 andò in scena un adattamento teatrale della serie; da questo nacque anche una versione americana, I Roper (a sua volta spin-off di Tre cuori in affitto, versione statunitense di Un uomo in casa). Nel 1980 venne prodotto il film per la TV George e Mildred, trasmesso in Italia il 1º gennaio 1983. Pochi mesi dopo l’uscita del film, nell’agosto 1980, la protagonista Yootha Joyce morì a causa di una grave forma di epatite, contratta in seguito all’abuso di alcol. La serie si interruppe mentre erano in corso i preparativi per una sesta stagione.
La Rai acquistò i diritti e trasmise gli episodi alla fine degli anni settanta, per riproporli anche negli anni ottanta. Dopo alcune repliche mandate in onda in orario notturno da Canale 5, sono soltanto il canale satellitare Jimmy e la rete TSI a mandare in onda le avventure della coppia britannica.
Da segnalare il doppiaggio italiano di George e Mildred, con le voci di Gianfranco Bellini e Anna Miserocchi, quest’ultima abile nel rappresentare il frequente intercalare “Oh, George!” con il quale Mildred era solita riprendere suo marito alla prima occasione di disappunto.

George & Mildred (1976) on IMDb
Locandina When You're Strange

Un film di Tom DiCillo. Con John DensmoreJohnny DeppRobby KriegerRay ManzarekJim Morrison.  Documentariodurata 90 min. – USA 2009uscita martedì 21giugno 2011. MYMONETRO When You’re Strange * * * - - valutazione media: 3,17 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Gli anni Sessanta cominciarono con i colpi di arma da fuoco che uccisero Kennedy e proseguirono con le esplosioni della Guerra in Vietnam e i sommovimenti delle rivoluzioni giovanili. In questo clima fervente di controcultura, si incontrano nell’estate del 1965 a Venice Beach, in California, due ex-compagni di corso della scuola di cinema di Los Angeles, il giovane tastierista Ray Manzarek e il ventiduenne aspirante poeta Jim Morrison. Ray resta talmente colpito da alcune liriche scritte da Jim, che, seppure il ragazzo sia completamente sprovvisto di una pratica musicale, decide di coinvolgerlo nel progetto di formazione di una nuova band assieme al batterista jazz John Desmore e al chitarrista esperto di flamenco Robby Krieger. I quattro si chiameranno The Doors, in omaggio a un verso di William Blake (“Se le porte della percezione venissero spalancate, ogni cosa apparirebbe all’uomo per come è: infinita”), e il timido poeta lisergico diverrà una delle più celebri e famigerate rock star della storia. 
Pensare a Jim Morrison e alle sue canzoni evoca quasi sempre come prime suggestioni l’idea del fuoco, i paesaggi desertici e le forme e i movimenti flessuosi di una lucertola. Il giovane cantante-poeta maledetto vive di questi tre elementi nella coscienza collettiva, tanto che sia il biopic di Oliver Stone che questo documentario di Tom DiCillo iniziano con immagini che mostrano il deserto californiano e la sua fauna e che pongono enfasi su tutti i fiammiferi accesi e lentamente consumati. Anche il materiale narrativo e l’arco temporale coinvolto sono esattamente gli stessi per The Doors e per When You’re Strange: entrambi, più che sulla storia della band californiana che ha fuso il blues e il rock in suoni incendiari e psichedelici, si focalizzano sulla breve vita del cantante che ha riscritto ogni regola del divismo musicale, più di Elvis, più di John Lennon o di Mick Jagger. Ciò su cui invece i due lavori divergono, oltre alla generica differenza fra opera di finzione e ricostruzione documentaristica attraverso filmati d’archivio, è senza dubbio nel modo di leggere la figura tragica di Jim Morrison: un’icona del nichilismo e della volontà di potenza nietzschiana per Stone; un ragazzo romantico e scapigliato per DiCillo, che ha pagato il suo essere strano e straniero, continuamente in cerca di un’identità. Per veicolare quest’idea, il regista di Johnny Suede e Si gira a Manhattan pone in apertura una curiosa manipolazione fra filmati di repertorio, sovrapponendo le immagini di un film sperimentale girato e interpretato da Morrison stesso alla guida di una macchina con la notizia della sua morte diffusa via radio. L’effetto perturbante della sequenza contribuisce a dare un senso (se possibile) ancor più spettrale a quelle immagini, come se il fantasma di Jim Morrison vagasse per il deserto alla ricerca di una nuova identità dove aver perduto quella dell’infelice cantante di successo.
A parte questo filmato che guarda più da vicino l’espressione della personalità artistica del cantante formatosi alla UCLA, l’utilizzo degli altri filmati opera con un certo rigore documentario e accorda più importanza alla dimensione storico-sociale che circonda la parabola dell’aura maledetta di Morrison, attraverso la voce di un altro simbolo di una gioventù ribelle come Johnny Depp (il cantautore Morgan nella versione italiana). Il suo timbro profondo da pirata ex-amante di droghe e poeti maledetti tiene assieme glorie e fallimenti della band con quelli della cultura hippie, dai dischi di platino ai movimenti pacifisti, dagli arresti e dalle accuse di oscenità al massacro della setta di Charles Manson. Con quella tragedia si chiude il sogno delle droghe leggere e dell’amore libero, ma si avvia anche il tramonto di Morrison, il suo abbandono delle scene musicali e il ritiro poetico e spirituale a Parigi. Dove lo attende una morte (avvenuta a 27 anni, come vuole il tragico destino delle rock star più celebri come Jimi Hendrix, Janis Joplin e Brian Jones dei Rolling Stones), che lo avvicina tanto a una figura umana e meschina quanto a un mito misterioso e senza tempo.

When You're Strange (2009) on IMDb

Regia di Elaine Constantine. Un film con Steve CooganElliot James LangridgeJosh WhitehouseLisa StansfieldJames LanceCast completo Titolo originale: Northern Soul. Genere Drammatico – Gran Bretagna2014durata 102 minuti.

Il film è ambientato in un night club degli anni Settanta, in cui nacque la musica underground che investì come una tempesta la scena musicale dell’Inghilterra del North-West. Matt e John, adolescenti della classe operaia innamorati della Black Music americana,inseguono il sogno di viaggiare negli Stati Uniti e diventare DJ della musica che più amano, il Norhern Soul. Tra musica e droghe, la loro amicizia sarà messa a dura prova.

Northern Soul (2014) on IMDb

Regia di Niels Arden Oplev. Un film con Michael NyqvistNoomi RapaceLena EndreSven-Bertil TaubePeter HaberCast completo Titolo originale: Män Som Hatar Kvinnor. Genere Thriller, – SveziaDanimarca2009durata 152 minuti. Uscita cinema venerdì 29 maggio 2009 distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 2,57 su 15 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Mikael Blomkvist è un giornalista ostinato e idealista, sconfitto in tribunale dal potente uomo d’affari incriminato dalla sua inchiesta. Lisbeth Salander è una giovane hacker asociale e introversa, abusata in famiglia e segnata dalla detenzione in una clinica psichiatrica. Henrik Vanger è un ricco industriale ossessionato dalla scomparsa della nipote, avvenuta quarant’anni prima. In un’isola bagnata dal Baltico e abitata dal potente clan dei Vanger, Mikael, Lisbeth ed Henrik si incontreranno, collaborando a risolvere i loro destini, minacciati da un passato oscuro e rimosso.
Rinchiusa nei canoni del cinema (thriller e abuse movies) di genere, il regista danese Niels Arden Oplev conserva la critica sociale prodotta dalle pagine di Stieg Larsson, autore della trilogia “Millennium” e creatore di un’eroina “interrotta”. Le vittime principali delle persecuzioni e delle violenze del primo romanzo dello scrittore svedese sono evidentemente le donne, i carnefici sono dei mostri che vanno eliminati senza sconti, indulgenze o garantismi. Il terrore nel libro e nel film omonimo non corre sul filo ma nel luogo sacro dell’immaginario europeo, la famiglia.
Al centro di Uomini che odiano le donne si muove allora il potente clan dei Vanger, dominato da patriarchi antisemiti che hanno praticato il nazionalsocialismo in un passato nemmeno troppo lontano. Mikael Blomkvist, “assoldato” dal vecchio Henrik per far luce sulla sparizione dell’adorata nipote, incarna l’irruzione di una turbativa del presunto ordine familiare. Affiancato dall’inquieta ma efficiente e dinamica Lisbeth, il giornalista comunista di Millennium indaga e poi smaschera il misfatto che racchiude la storia occulta della famiglia, il nucleo rimosso della realtà dei Vanger (e di una nazione). Sul film e sul romanzo aleggia di fatto il retaggio dei traumi non pacificati della “socialdemocratica” Svezia, le cui politiche eugenetiche, atte a preservare il ceppo popolare svedese dall’incrocio con elementi razziali stranieri, furono fonte di ispirazione per la Germania hitleriana.
Se la Svezia non espresse pienamente la ferocia nazista e non rappresentò un pericolo analogo, rivelò comunque un regime subdolo e totalitario, democratico ma totalitario. L’immoralità e il male, scrive Larsson e traduce in immagini Oplev, si nascondono allora dietro nomi insospettabili, dietro la “normalità” familiare, sede privilegiata di incubi spaventosi. I fantasmi (come Harriet) generati dall’universo borghese ossessionano lo zio Henrik, volto morale e perbene dei Vanger, che denuncerà le piaghe dolorose di quell'”infanzia”, infrangendo per la prima volta l’omertà che ha sempre protetto i “padri”. Non è mai facile adattare un romanzo e risolvere in maniera brillante i problemi che derivano dalla costruzione letteraria ma ugualmente il regista danese, chiamato a viaggiare tra le pagine di Larsson, ha proposto un repertorio di soluzioni sazie di vita e di tutto il suo carico di orrori e desideri, di amore e follia, di gioia e crudeltà.
Costruito secondo uno schema classico, Uomini che odiano le donne trova l’elemento più interessante negli attori (Michael Nyqvist, Noomi Rapace), che “riparano” una regia retorica e zoppicante, incline suo malgrado a semplificare e banalizzare il modello letterario.
Quello di Niels Arden Oplev è un film riuscito a metà, che chiarisce tutto, ma proprio tutto, attraverso l’uso enfatico del flashback: l’evocazione di un evento anteriore conferma ciò che già sapevamo e ogni pezzo narrativo finisce al suo posto. Nessun rischio, nessun superamento del senso comune del linguaggio cinematografico, nessun margine di inespresso. A-dogmatico.

The Girl with the Dragon Tattoo (2009) on IMDb

Un film di Marcel Carné. Con Arletty, Pierre Brasseur, Jean-Louis Barrault, Marcel Herrand. Titolo originale Les enfants du paradis. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 95 min. – Francia 1945. MYMONETRO Amanti perduti * * * * 1/2 valutazione media: 4,92 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il film apparve in Francia in due episodi: Il boulevard del delitto e L’uomo in bianco. Carné elaborò una sintesi di 100 minuti che è quella vista in Italia col titolo appunto, Gli amanti perduti. Siamo nella Parigi del 1840, il mimo Baptiste Debureau (Barrault), romantico e malinconico, incanta le folle del teatro dei Funambules, commuovendo i ragazzi del loggione (Les enfants du paradis).

Si innamora perdutamente di Garance, donna dal fascino inarrivabile (Arletty: “Je m’apelle Garance”, nella scia di questa frase è creato un clima struggente), che per lui lascia Lacenaire (Herrand), bandito dandy. Garance è però volubile e abbandona anche il timido, innamoratissimo Baptiste per il grande attore Lemaître (Brasseur), poi per il conte di Montray (Salou), di cui diventa la mantenuta. Dopo qualche anno Baptiste, divenuto famoso e sposatosi con Nathalie (Casares), rivede Garance che non ha resistito a non andare al suo spettacolo. Fra loro si apre un duetto d’amore che è il canto più alto del romanticismo nel cinema. Lemaître, che per ironia della sorte interpreta Otello, è pazzo di gelosia. Lacenaire, insultato dal conte di Montray, lo uccide. La notte d’amore con Garance porta all’estasi Baptiste, che per lei trascura la dolce Nathalie. Ma a carnevale gli amanti si perdono. Garance fugge per le strade tumultuose di Parigi. Baptiste, disperato, la insegue senza speranza. Film romantico e poetico. Il racconto di Carné ha la fluidità stessa della vita e della storia, ricrea l’epoca di Victor Hugo con i colori della passione e la spietatezza del fato. Carné ha trasportato nella storia il suo mondo di realismo poetico fatto di bistrot, alberghi a ore, teatrini, apaches, mimi. Ha messo in scena la grande letteratura francese di Hugo, Sue, Balzac. Prévert la interpreta con la sensibilità di quello che sarà tra poco l’esistenzialismo di Sartre, Juliette Greco e delle caves. Irripetibile, è un film più grande della vita, un capolavoro senza tempo, che conserva intatto il fascino della poesia eterna.

Children of Paradise (1945) on IMDb
L'anima di un uomo: Amazon.it: Chris Thomas King, Keith B. Brown, Wim  Wenders, Chris Thomas King, Keith B. Brown: Film e TV

Un film di Wim Wenders. Titolo originale The Blues – The Soul of A Man. Documentario musicale, durata 100 min. – Germania 2003. MYMONETRO The Blues – L’anima di un uomo * * * - - valutazione media: 3,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Wim Wenders apre la serie dei sette film, che saranno poi realizzati da Charles Burnett, Clint Eastwood, Mike Figgis, Marc Levin, Richard Pearce e Martin Scorsese, ideata per celebrare la musica blues, secondo il progetto «The Blues» prodotto da Martin Scorsese. L’anima di un uomo presenta la vita di tre grandi bluesmen all’interno di una cornice narrativa dove si mostra il Voyager, inviato dalla Nasa nello spazio nel ’77, che porta con sé, tra le testimonianze del genere umano del XX secolo, la canzone blues “The soul of man” di Blind Willie Johnson. Le tre vite narrate, tra fiction e documentario, sono quelle di Skip James, Blind Willie Johnson e J.B. Lenoir. La prima parte del film racconta, con sequenze ricostruite, le vicende che, tra la fine degli anni ’20 e gli inizi degli anni ’30, hanno coinvolto Blind Willie Johnson insieme agli esordi di Skip James. La seconda parte, ambientata invece negli anni ’60, ritrae, il ritorno sulla scena di Skip James e la vita di J.B. Lenoir, con sequenze originali del tempo tratte da filmati di due autori svedesi. Alle performance musicali dei protagonisti si alternano, con abilità registica, le esibizioni delle canzoni corrispondenti suonate da alcuni grandi del rock e del blues dei tempi più recenti, come Lou Reed, Nick Cave, Eagle Eye Cherry e John Mayall. L’ altalenarsi di interpretazioni diventa a tal punto suggestivo da rendere, oltre all’omaggio agli artisti, protagonista la musica e, allo stesso tempo, il cinema, per la sua capacità di raccontare ed emozionare. E’ infatti la sensibilità musicale e visiva di Wenders che genera la poesia di questo semi-documentario, nato dalla fedeltà del regista a ciò che più lo ha commosso di quelle canzoni, nel corso della sua vita. Il blues, si sa, narra sia la tristezza per le condizioni di vita degli schiavi d’America sia la speranza in un futuro migliore; il canto diventa dunque un mezzo per alleviare in chi canta e in chi ascolta un dolore tremendo e ingiusto; la potenza evocativa di quella musica rimane comunque sempre attuale e il ritratto compiuto da Wenders ne è certamente all’altezza.

The Soul of a Man (2003) on IMDb
BONELLI EDITORE - GEA , SERIE COMPLETE BONELLI 40, GEA serie completa da 1  a 18

Gea è una serie a fumetti creata da Luca Enoch, pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore dal 1999 al 2007.

È la prima serie Bonelli completamente realizzata nei disegni e nella sceneggiatura da un unico autore (la seconda è Lilith, realizzata dallo stesso autore), che ha previsto anche di dare una conclusione definita alla propria storia (secondo la filosofia narrativa dei manga), avvenuta con il numero 18. Ciascuna storia è comprensibile a sé stante, ma la trama è una struttura narrativa unitaria che si sviluppa di albo in albo.

Gea è una ragazza adolescente che rimasta orfana vive in un loft da sola (se si esclude la compagnia sfuggente di tre folletti), frequenta la scuola pubblica, suona il basso in una banda di coetanei, pratica il kendō e la scherma e soprattutto difende l’equilibrio del pianeta Terra (del suo universo e di tutti quelli che lo compenetrano) respingendo le creature di altre dimensioni che pericolosamente passano la soglia tra il loro mondo e quello “umano”.

Locandina Obiettivo Burma

Un film di Raoul Walsh. Con Errol Flynn, George Tobias, James Brown [II], Henry Hull Titolo originale Objective, Burma!. Guerra, Ratings: Kids+13, b/n durata 142′ min. – USA 1945. MYMONETRO Obiettivo Burma * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Plotone di paracadutisti americani in Birmania attraversa la giungla in territorio nemico per distruggere una stazione radar giapponese. Molte scarpe al sole. Grazie a Walsh e al suo ritmo forsennato, è uno dei più scattanti e realistici film di guerra usciti dall’officina di Hollywood. Un vero manuale di combattimento. Così antigiapponese da diventare razzista. Flynn a briglia corta. La trama sarebbe poi stata rielaborata in Tamburi lontani. Esistono copie in edizione più breve (127 minuti) e colorizzata.

Objective, Burma! (1945) on IMDb

Un film di Marcel Carné. Con Jean Gabin, Michel Simon, Michèle Morgan, Pierre Brasseur, Robert Le Vigan.Titolo originale Le quai des brumes. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 91 min. – Francia 1938. MYMONETRO Il porto delle nebbie * * * * 1/2 valutazione media: 4,58 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Jean (Gabin) ha disertato e cerca abiti civili. Trova qualcuno disposto ad aiutarlo in una vecchia osteria. Siamo a Brest, nel nord della Francia. Lo aiutano due disperati come lui, un barbone e un pittore da quattro soldi. Jean incontra Nelly, triste e rassegnata a sua volta, in cerca di una qualche protezione, che trova nella casa di un vecchio che si rivela ben presto uno sporcaccione, addirittura un assassino. L’amore fra Jean e Nelly non è nemmemo un’oasi, è un momento casuale e già disperato. Si aggiunge un altro personaggio, malavitoso, che ce l’ha con Nelly. Per difenderla Jean umilia il malvivente che gliela giura. Alla fine niente va bene. Nelly torna dal vecchio, vittima di una strana, sordida attrazione, e Jean viene ucciso in strada dal malavitoso. Film di pura costruzione intellettuale studiato per simboli e con la più grande attenzione a evitare ogni minima tentazione realista. La nebbia che sovrasta tutto il film è il pericolo, è il destino, è l’avvertimento che tutto è travisato ed è ancora più difficile muoversi e decidere. Le case brutte, il caffè brutto, la gente brutta, è tutto un segnale di come sia impossibile persino la speranza. Gli uomini non determinano niente. È il destino a decidere tutto. Tutto questo nella poesia generale di un grande regista e un grande poeta che si integravano magnificamente. Carné e Prévert erano fra i padroni del cinema francese di quel momento. Perfettamente inseriti nella “moda” del Fronte Popolare, sofferenti come tutti gli intellettuali che erano stati sedotti dalle idee che venivano dall’Est e delusi dal non poterle effettivamente applicare. Dunque la miglior realizzazione di quel programma poteva stare nella solidarietà individuale e nell’amore. Ma tutto, in un momento così difficile, disperato, risultava impossibile: impossibile per Jean salvarsi fuggendo, impossibile l’amore con Nelly. In quegli anni film come Il porto rappresentavano quanto di meglio il cinema potesse offrire in Europa. Arte vera, contrapposta alla pratica americana del successo al botteghino. Un cinema di grande contenuto poetico legato, come già detto, alla cultura, ai simboli, ai significati di “quel” momento. Sono splendidi graffiti senza mercato, troppo incastrati nella cornice del loro tempo.

Port of Shadows (1938) on IMDb
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Edit 10/7: sostituita versione dvdrip fra subita con 1080p

 

Tom Horn, un uomo dal burrascoso passato, si trasforma in eroe scomodo quando viene incaricato da un ricco allevatore del Wyoming di mettere fine alle razzie di ladri di bestiame.

 

Tom Horn (1980) on IMDb

Regia di Valentino Orsini. Un film con Giuliano GemmaFrank WolffTina AumontAntonio PiovanelliVittorio DuseSpiros FocasCast completo Genere Guerra – Italia1970durata 107 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Breve e avventurosa vita del partigiano Silvio Corbari, Medaglia d’oro della Resistenza, che insieme a giovanissimi compagni tra l’8-9-43 e i primi mesi del 1944 diede molto filo da torcere alle SS, agli Alpenjäger e ai loro complici fascisti con incursioni in Romagna e in Toscana e anche, maestro di travestimenti, con imprese beffarde. Tradito da un delatore, fu arrestato già gravemente ferito e impiccato due volte a Castrocaro e a Imola. Lasciati i fratelli Taviani, Orsini – sceneggiatore con Renato Nicolai – balza nel cinema nazional-popolare con un film d’azione di matrice eretica che nella Resistenza privilegia l’individualismo contro il controllo dei commissari politici del PCI, la spontaneità contro l’organizzazione, offrendo a Gemma un personaggio insolito, diverso da quel Ringo che l’aveva reso un divo degli “spaghetti-western”. Al passivo una voce narrante intrusiva e la troppa musica di Benedetto Ghiglia.

 Corbari
(1970) on IMDb
Vamos a matar compañeros, Sergio Corbucci,

Un film di Sergio Corbucci. Con Jack Palance, Fernando Rey, Franco Nero, Tomas Milian, Eduardo Fajardo.Western, durata 135 min. – Italia 1970. MYMONETRO Vamos a matar, compañeros * * * - - valutazione media: 3,23 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Durante la rivoluzione messicana, un ambiguo generale dei ribelli libera un professore idealista, guida spirituale delle lotte rivoluzionarie, solo per carpirgli il segreto di una cassaforte piena di denaro. Si accende una violenta lotta trai seguaci del professore ed il torbido generale finché quest’ultimo non avrà la peggio.

 Vamos a matar compañeros
(1970) on IMDb

Cybersix è un fumetto di fantascienza creato nel 1991 dagli autori argentini Carlos Meglia (disegno) e Carlos Trillo (sceneggiatura).

Cybersix nasce dagli esperimenti genetici del terribile dottor Von Reichter, ex scienziato nazista, ed è l’unica superstite dei bambini della serie cyber, distrutta dal suo creatore perché capace di un pensiero autonomo e di disobbedire.

Regia di George A. Romero. Un film con Jan WhiteRay Laine. Titolo originale: Jack’s Wife. Genere Horror – USA1973durata 90 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Jean è una donna affascinante, che ha successo nel lavoro e nella vita privata. Una conoscente, che l’ama alla pari del marito e della figlia, è uno strano personaggio di nome Marion. Nessuno sa cosa faccia di preciso e qualcuno sussurra addirittura che sia una strega. Il film meno conosciuto in assoluto di George A. Romero regista di La notte dei morti viventi

Season of the Witch (1972) on IMDb