I mondi di Aldebaran è una serie a fumetti che include quattro cicli: Aldebaran, Betelgeuse, Antares e Sopravvissuti (anomalie quantistiche). In origine, ogni ciclo doveva consistere di cinque album. Ma dopo tre album del ciclo Antares, questo non sembrava più fattibile.
La storia ruota principalmente attorno a Kim Keller e alle sue avventure sui pianeti di Aldebaran, Betelgeuse e Antares e intorno a Manon nella sua ricerca per sopravvivere dopo l’incidente del Tycho Brahe. In ciascuno dei cicli viene descritto un momento nella colonizzazione di un pianeta
Liberamente ispirata al ciclo dei Nibelunghi, densa di citazioni alle opere di J. R. R. Tolkien, questa saga si apre con un epico “numero zero” che ci racconta di come Alberico ha creato l’unico anello, il cui nero potere è capace di piegare la realtà. Scoprite con noi le vicende degli dei e di Siegmund, Siegliend, i portatori dell’anello che porteranno la maledizione… sulla terra degli uomini! Una colossale saga fantasy ideata dall’autore di Durandal!
Un antico mistero circonda le montagne dell’Himalaya. Ci sono leggende che affascinano, altre che provocano timori e brividi, e altre ancora che stuzzicano la fantasia. Non c’è niente di scritto, tutte sono state tramandate di bocca in bocca. Lo Yeti, la Valle dell’Eterna Giovinezza o il Monastero della Conoscenza Universale sono solo alcune delle leggende giunte sino a noi. Esiste anche un mito, probabilmente il meno noto, che rievoca un mondo che sparì senza lasciare traccia, una vallata nascosta e coperta da nubi in cui visse la sua avventura un Don Chisciotte senza nome, un guerriero conosciuto semplicemente come “Il Mercenario”.
Invincible è un fumetto statunitense scritto da Robert Kirkman, e disegnato da Cory Walker e Ryan Ottley, e pubblicato dall Image Comics. Ambientato nell’universo image,[1] la serie segue le vicende del supereroe Mark Grayson, primogenito di Omni-Man, il più forte eroe del pianeta. La serie ha iniziato la pubblicazione il 22 gennaio 2003, e si è conclusa il 14 febbraio 2018 con 144 numeri .
Mark Grayson è un normale adolescente, tranne per il fatto che suo padre Nolan è il supereroe più potente del pianeta. Poco dopo il suo diciassettesimo compleanno, Mark inizia a sviluppare dei poteri propri.
Ambientato in Marocco all’indomani della guerra 1914-18, contrappone Arabi e soldati della Legione Straniera, gli uni in difesa dei propri diritti, gli altri impegnati a osservare il loro codice d’onore. Un incidente di percorso nell’itinerario di Richards che ha voluto rivisitare il sottogenere della Legione Straniera. Poiché del film è anche produttore e soggettista, lo sbaglio è senza attenuanti.
Il commissario Vergeat, durante le elezioni a Rouen, assiste all’omicidio di uno dei due candidati ed al ferimento di un agente. Deciso ad approfondire l’indagine si fa incriminare per corruzione per poter rimanere sul luogo e continuare le indagini. Finale a sorpresa.
Avventure e disavventure, private e pubbliche, di un gruppo di teatranti impegnati nella messinscena di uno spettacolo off in una delle tante cantine romane. Esordio nel lungometraggio in Super8, con interpreti presi tra amici e parenti non attori (il padre Luigi, il fratello Franco), di Giovanni Moretti. E fu subito un caso. Nel servirsi della satira (che implica indignazione) corretta da una lucida ironia e da una nascosta tenerezza su una struttura narrativa di taglio cabarettistico, si tira al bersaglio sul contemporaneo cinema italiano (commedia all’italiana ma anche i film politicamente impegnati), sulle velleità del sedicente teatro d’avanguardia, sulle smanie, frustrazioni, orecchiamenti, inautenticità della controcultura giovanile emersa negli anni ’60 e coltivata negli anni ’70. Woody Allen non è lontano. Proiettato per 10 giorni nel dicembre 1976 al Filmstudio di Roma, fu trasferito in copie di 16 mm e distribuito nella 2ª metà del 1977.
Pietro Paladini ha fatto una promessa. Ha promesso alla sua bambina di aspettarla davanti alla scuola fino alla fine delle lezioni. Lara, sua moglie, è morta improvvisamentel’estate scorsa e Pietro non sa decidersi a soffrire, non sa decidersi a ripartire. Seduto su una panchina, giorno dopo giorno riceve le visite e le rivelazioni dolorose dei colleghi, turbati da una fusione aziendale, e dei familiari, preoccupati per il suo stato di “arresto”. Trasgredite le regole dell’efficienza e della produttività e abitato da una sorprendente calma, Pietro resta in attesa del dolore e della vita dopo il dolore.
Michele, giovane regista alle prese con il film La mamma di Freud , detesta i dibattiti, la madre, i coetanei, la psicanalisi, i giochi televisivi e gli aspiranti registi. Il 3° film di Moretti ha un’aureola di successo dimezzato: mezzo Leone d’oro a Venezia, critica divisa, flebile successo di pubblico. Un po’ delirio, un po’ teorema, riuscito a metà, ma ricco di invenzioni e di intelligenza sarcastica.
Lui e lei fanno i giornalisti. Lei si occupa di cronaca mondana e di satira di costume, lui è corsivista sportivo. Nonostante le divergenze di carattere e d’interessi, finiscono per sposarsi. Ma il loro ménage matrimoniale è sulle prime disastroso. Disperando di poter trasformare la moglie in casalinga perfetta, l’uomo, dopo molte arrabbiature e titubanze, le consentirà di proseguire la carriera. Una commedia deliziosa. Segna lo storico incontro fra Spencer Tracy e Katharine Hepburn (avrebbero girato, in venticinque anni, nove film insieme): nessuna coppia fece sullo schermo più faville.
Bibiane Champagne è una giovane donna di venticinque anni, bella e di successo. Proveniente da una ricca famiglia influente, frequenta diversi negozi di abbigliamento di lusso, ha un bellissimo appartamento e passa le notti in locali alla moda. Una piovosa sera d’estate, Bibiane investe accidentalmente un passante con la sua auto. Il ferito, un pescivendolo cinquantatreenne, tornato a casa, lentamente muore. La vita Bibiane scivola in un caos inimmaginabile: dopo aver cercato di cancellare ogni traccia del suo gesto gettando l’auto in un bacino portuale, cerca di saperne di più sull’uomo che ha ucciso…
Il capo di una piantagione del Sudest asiatico s’innamora a poco a poco di una ragazza di piccola virtù condotta nell’azienda da un suo sottoposto. A un certo punto, però, l’uomo s’infatua della distinta moglie d’un tecnico e trascura la ragazza, finché una scenata culminata col ferimento del piantatore non gli farà capire che la piccola prostituta è la donna per lui.
Un’ereditiera fa causa a un giornale. Il direttore allora decide di contrattaccare facendola circuire da un amico perché la comprometta. Ma costui se ne innamora, e a complicare le cose interviene la fidanzata del direttore che, delusa del comportamento dello stesso, si sta innamorando dell’amico. Girandola di bisticci e di equivoci, finché le coppie non trovano la sistemazione giusta (il direttore con la fidanzata, l’amico con l’ereditiera).
La giovane Simone rimane coinvolta in un incidente d’auto che le è quasi fatale, e mentre s’interroga sulla mortalità, decide che forse è arrivato il momento di avere un bambino. Il miglior candidato per diventare padre è il suo migliore amico Phillipe che si dice subito d’accordo, a patto che concepiscano il bambino a Salt Lake City, nel deserto. Il viaggio sarà una lezione profonda e avvincente sull’amore, la solitudine, e la scoperta di sé.
Nel Texas del 1979, lo scalcinato produttore Wayne intende girare un porno film con cui riassestare le sue problematiche finanze. Con lui, nel furgoncino diretto al luogo prescelto per le riprese, c’è un altrettanto scalcinato gruppetto: le attrici Maxine (fidanzata di Wayne) e Bobby-Lynne, l’attore ex marine Jackson, il regista RJ (che non nasconde le sue velleità autoriali) e la sua timida fidanzatina Lorraine, che gli fa da assistente. Il viaggio termina nell’isolata fattoria dell’anziano e scorbutico Howard, da cui Wayne ha affittato una dependance piuttosto malmessa che, all’insaputa dell’anziano, sarà il set del porno, intitolato The Farmer’s Daughters. Tutto sembra perfetto e l’entusiasmo nella troupe non manca, mentre iniziano le riprese. Ma l’anziana moglie di Howard vigila e ha delle strane idee.
Un film di Hideo Gosha. Con Tetsuro Tamba, Tatsuya Nakadai, Yoko Tsukasa Titolo originale Goyokin. Drammatico, durata 90 min. – Giappone 1974. MYMONETRO Là dove volano i corvi valutazione media: 3,00 su 1 recensione.
Recitato come un classico del teatro Kabuki, questo film racconta la storia di un cavaliere coraggioso e leale che combatte le violenze e i soprusi dei potenti.
La qualità della versione in italiano è veramente bassa, consiglio versione in lingua originale.
In un isolotto nei mari del Giappone, un’intera famiglia vive lottando quotidianamente con la natura ingrata. Quando uno dei figli muore per mancanza di cure adeguate, la madre ha un moto di ribellione.
Non ho messo la lingua nel titolo perchè non ho trovato parti con dialoghi in questo film
Tony Takitani ha avuto un’infanzia solitaria, principalmente per via del suo nome, poco in uso tra i bambini giapponesi. Un nome scelto da suo padre, jazzman affascinato dagli Stati Uniti. Ragazzo, Tony frequenta l’accademia di belle arti, ma dal suo tratto, benché preciso e terribilmente incisivo, non traspare alcuna sensibilità. Abituato alla propria indipendenza, Tony infatti trova che le emozioni siano illogiche, segno d’immaturità. Tuttavia, dopo aver individuato la sua vera vocazione nel disegno tecnico, il giovane incontra Eiko, una cliente affascinata dalla moda. Sposatosi con lei, compie un cambiamento radicale e, pieno di vita, trasportato dall’amore, inizia a riconoscere e a temere la solitudine. L’ossessione compulsiva di sua moglie per i vestiti firmati comincia a inquietarlo. Quando le chiede di portare indietro i suoi ultimi acquisti, lei lungo il tragitto perde tragicamente la vita in un incidente. Di nuovo solo, Tony, disperato, si tuffa negli armadi pieni di vestiti di lei per sentirne la presenza; quindi mette un annuncio per trovare una donna che abbia le misure necessarie a far rivivere il ricordo della scomparsa…
Un film di Todd Haynes. Con Christian Bale, Cate Blanchett, Marcus Carl Franklin, Richard Gere, Heath Ledger. Titolo originale I’m Not There. Musicale, durata 135 min. – USA 2007. – Bim uscita venerdì 7settembre 2007. MYMONETRO Io non sono qui valutazione media: 3,50 su 144 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Profeta, cantastorie, contestatore. Anticonformista, folle, genio assoluto del novecento. Io non sono qui è un viaggio nel tempo di Bob Dylan, attraverso il ritratto di sei personaggi – colti ognuno in un aspetto diverso della vita artistica e privata del menestrello americano – che intrecciano le loro storie di protesta, disagio, erranza e solitudine in una performance evocativa diretta da Todd Haynes. Anche stavolta, in un’ambientazione che riecheggia gli anni sessanta – avvicinandosi con forza alle tematiche dei suoi film più noti come Lontano dal paradiso e Velvet Goldmine – il regista americano sperimenta una narrazione frammentata e psichedelica, utilizzando sei diversi stili di regia all’interno di ogni microcosmo narrativo. C’è Arthur, poeta simbolista che porta lo stesso nome di Rimbaud, interrogato e poi condannato da una commissione d’inchiesta per i suoi presunti legami con gruppi sovversivi e di estrema sinistra. C’è Woody (Guthrie) un bambino di undici anni scappato da un riformatorio e pronto a raggiungere il capezzale del morente omonimo, il cantante folk che ha influenzato per lungo tempo la musica di Dylan. Poi c’è Jack cantore della protesta al tempo della guerra in Vietnam, Robbie attore e motociclista, Jude l’androgino e cinico cantante folk, e per finire l’illuminato pastore John e il vecchio Billy (The Kid), ispirato al celeberrimo criminale. Quello di Todd Haynes è più di un mockumentary o di un omaggio al Dylan che più amiamo (non a caso è l’unico ritratto che lo stesso Dylan sembra aver davvero apprezzato), ma una miscela perfetta di musica, arte visiva, cinema. Fotografia rigorosa, sei registri narrativi che si intrecciano sul calare degli anni ’70, quando le illusioni e le utopie di un mondo migliore si infrangevano definitivamente sul campo di battaglia di una guerra infinita e inutile. C’è la musica, allora, a risollevare le sorti di un’umanità stanca, a dar voce ai poveri e ai diseredati, ma c’è anche il cinema – di Todd Haynes – che ogni volta restituisce la magia delle atmosfere magiche perse nei ricordi.
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