Mafalda è un personaggio immaginario protagonista dell’omonima striscia a fumetti realizzata dall’argentino Joaquín Lavado, in arte Quino, pubblicata dal 1964 al 1973, molto popolare in America Latina e in Europa.[1][2] La serie è stata pubblicata su quotidiani, riviste e libri diventando famosa in tutto il mondo oltre a divenire oggetto di un vasto merchandising e protagonista di due serie di cortometraggi d’animazione
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Fumetto avventuroso-ecologico ambientato in Africa. Testi di Giuseppe Pederiali (Rubino Ventura). Disegni di Stelio Fenzo, eccetto i nn. 4 e 6 (Angelo Raimondi) e interventi di collaboratori vari dal n. 3 in poi.
Larry Yuma è un personaggio immaginario protagonista dell’omonima serie pubblicata su Il Giornalino dal 1970 al 1992.
Il personaggio è protagonista di storie ambientate nella classica iconografia western, con praterie, piccole cittadine con saloon malfamati e banditi che assaltano banche e diligenze. Larry Yuma risulta ispirato ai personaggi interpretati da Clint Eastwood nei film di Sergio Leone, dei quali poi riprende le movenze, l’imperturbabilità, il sangue freddo, l’essere un pistolero solitario dalla mira infallibile e dal sigaro sempre tra le labbra. Con il tempo si consolideranno alcune sue caratteristiche peculiari quali la mantellina, tipica coperta messicana, sulle spalle e lo sguardo occultato dalla tesa del cappello. Le sue origini sono sconosciute, solitamente compare in una cittadina o in un villaggio, si prodiga velocemente a riparare torti e ingiustizie per poi sparire dopo aver eseguito il suo compito. Anche a causa dell’orientamento cattolico de Il Giornalino, l’abilità di Larry Yuma con le colt non è quasi mai usata per uccidere perciò, solitamente, i rivali vengono prontamente incarcerati dagli sceriffi della città visitata.
XVIII secolo, nella Francia centrale. Preso da una tempesta, il tutore del principe di Condé trova rifugio in un castello isolato appartenente al barone Pierre de Brazenac. Presto, si confida con il tutor e gli racconta di strani fenomeni che si sono verificati nel suo dominio. Il barone avrebbe scoperto un “passaggio” invisibile, una porta che avrebbe varcato, conducendo in un altro mondo. E se questa porta fosse quella dell’Inferno?
Un film di Kenji Mizoguchi. Con Yoshizaburo Arashi, Chôjûrô Kawarasaki, Utaemon Ichikawa, Daisuke Katô, Kunitaro Kawarazaki. continua» Titolo originale Genroku Chûshingura. Epico, durata 241 min. – Giappone 1941.
Durante un ricevimento ufficiale presso lo shogun di Tokyo, il cerimoniere viene minacciato con la spada all’interno del palazzo. L’autore dell’avventato gesto verrà costretto a fare hara-kiri lasciando i quarantasette samurai al suo servizio senza padrone. I samurai, divenuti quindi ‘ronin’, giurano di vendicare il loro padrone.
Un film di Jim Jarmusch. Con Winona Ryder, Gena Rowlands, Paolo Bonacelli, Roberto Benigni, Béatrice Dalle. continua» Titolo originale Night on Earth. Commedia, durata 129 min. – USA, Giappone 1992. MYMONETRO Taxisti di notte – Los Angeles New York Parigi Roma Helsinki valutazione media: 3,42 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Il regista Jarmusch, pur non apparendo del tutto in forma, si dimostra comunque sempre pungente. Cinque storie in taxi in cinque città molto diverse tra loro. A New York c’è l’attore Mueller-Stahl, che finito a Brooklyn per accompagnare un cliente, non trova più la strada del ritorno. A Roma c’è Benigni, qui troppo vicino a Il piccolo diavolo, che tra parolacce e fantasia sessuali fa quasi venire un infarto a un monsignore. A Los Angeles c’è Gena Rowlands, che lavora nel cinema e vuole far fare un provino a una tassista mascolina. A Parigi c’è Beatrice Dalle, cieca ma non troppo e infine a Helsinki un autista ha a bordo tre ubriachi.
Regia di Kim Ki-Duk. Un film Da vedere 2006 con Ha Jung-woo, Sung Hyun-ah, Ji-Yeon Park. Genere Drammatico – Corea del sud, Giappone, 2006, durata 97 minuti. Uscita cinema venerdì 25 agosto 2006 – MYmonetro 3,03 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Ossessionata dall’idea di non essere più amata come prima dal suo compagno Ji-woo, la fragile Seh-hee si sottopone a un intervento chirurgico al volto per trasformarsi in un’altra donna di cui l’altro possa innamorarsi. Dopo qualche mese di assenza gli compare davanti. Nasce tra i due una relazione, ma l’ignaro Ji-woo è turbato dal ricordo dell'”altra” Seh-hee. Scoperta la verità, sconvolto, decide a sua volta di farsi operare e sparisce. Lei cerca di individuarlo tra i volti degli sconosciuti. Il nucleo del film è l’analisi del sentimento amoroso nella vita di coppia, legato ai temi dell’identità e delle sue apparenze, al rapporto tra permanenza e trasformazione, e del tempo che passa, ma basato su una grave inverosimiglianza narrativa, quella della voce che rimane la stessa: possibile che nessuno dei due se ne accorga? Sul piano figurativo, comunque, ha molti meriti. Oltre ai due ambienti fissi che fanno da contenitore (il bar e la camera da letto), c’è quello, suggestivo nel suo erotismo, del Parco delle Sculture in riva al mare, già usato da Kim nei film precedenti.
Un film di Kim Ki-Duk. Con Jang Dong-Gun, Ban Min-jung, Young-min Kim (II), Bang Eun-jin, Gye-nam Myeong. continua» Titolo originale Suchwiin bulmyeong. Drammatico, durata 117 min. – Corea del sud 2001.
Pyongtaek, cittadina coreana contaminata dalla presenza di una base militare USA, vive di un dolore intrinseco a se stessa. Tre personaggi, a cavallo tra l’adolescenza e la maturità, diventano gli eroi di questa storia, fondendosi in sentimenti forti, per la vita e tessendo le loro avventure con o contro molti altri personaggi, specchio di se stessi e della misera realtà che li incatena. Chang-gook è un “mezzo sangue”, frutto dell’amore illegittimo tra una donna coreana e un soldato afroamericano; vive con la madre in un autobus tra i campi di periferia. Ji-hum è figlio di un reduce della guerra di Corea e vive timidamente aiutando il padre nel suo lavoro di ritrattista. Eun-ok è una studentessa in lotta con se stessa, orfana del padre e del suo occhio destro, perso da piccola per colpa di un gioco di guerra del fratello.
Degno dei suoi film di maggior successo, questo gioiello cinematografico di Kim Ki-duk è praticamente inattaccabile, a cominciare dalla recitazione, caratterizzata da forte espressività e molto “occidentale”, al ritmo cadenzato, alla struttura narrativa, capace di mettere a nudo così tante piaghe culturali, con brutalità e al tempo stesso con dolcezza, in questo aiutata dalla ricerca visiva, marchio inconfondibile e sublime dell’autore.
Violenza. Silenzi e parole che non si riescono a condividere. Mutilazioni.
Straziante il percorso che Chang-gook è costretto a viversi e che lo porta alla distruzione, narrato per inquadrature che sembrano quadri, dove la morte si mescola armonicamente al senso estetico dell’immagine per diventare poesia. Kim Ki-duk, un gioiello. Una lettera spedita. Dispersa nei campi. Racconta tristezze. A nessuno. Un omaggio alle miserie della vita. Un inno alla morte. Poesia violenta e violentata.
Regia di Kim Ki-Duk. Un film Da vedere 2004 con Uhl Lee, Ji-min Kwak, Min-jung Seo, Kwon Hyun-Min, Oh Young, Gyun-Ho Im. Cast completo Titolo originale: Samaria. Genere Drammatico – Corea del sud, 2004, durata 95 minuti. Uscita cinema venerdì 17 giugno 2005 – MYmonetro 3,43 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
10° film del regista coreano, è diviso in 3 parti: 1) “Vasumitra”. A Seul, figlia di un poliziotto e orfana di madre, la ragazzina Yeo-jin aiuta l’amica del cuore Jae-young a prostituirsi. Mettono da parte i guadagni per fare insieme un viaggio in Europa. Sorpresa dalla polizia con un cliente in un motel, Jae-young si butta dalla finestra. 2) “Samaria”. Yeo-jin comincia a prostituirsi, incontrando uno a uno i clienti dell’amica ai quali, invece di farsi pagare, restituisce i soldi dati a Jae-young. Il padre poliziotto la scopre e uccide uno dei clienti. 3) “Sonata”. Il poliziotto invita la figlia a far visita alla tomba della madre in campagna. Le insegna a guidare l’auto e poi si costituisce. Orso d’argento a Berlino 2004, è un film dissonante che spiazza gli spettatori e ha spaccato in due le accoglienze critiche. Disorienta, turba, sorprende. Comincia, partendo da un’antica storia indiana, con una visione idillica del sesso e della prostituzione dal punto di vista innocente di una ragazzina immatura, ma poi, attraverso la torva figura del padre poliziotto, la smentisce descrivendo la miseria meschina dei clienti, adulti della sua generazione. Pessimista, ma non nichilista alla moda, impregna il racconto di un furente moralismo che è anche un atto d’accusa contro la società del benessere. Rimane intatta la maestria stilistica del regista che l’ha anche prodotto per essere più libero.
Regia di Todd Haynes. Un film Da vedere 2017 con Julianne Moore, Oakes Fegley, Millicent Simmonds, Jaden Michael, Cory Michael Smith, Tom Noonan. Cast completo Titolo originale: Wonderstruck. Genere Avventura, – USA, 2017, durata 120 minuti. Uscita cinema giovedì 14 giugno 2018 distribuito da 01 Distribution. – MYmonetro 3,17 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
1977, Minnesota. Il dodicenne Ben è preda di un incubo ricorrente in cui viene inseguito da un branco di lupi. Una notte, cercando tra gli oggetti della madre, trova il vecchio catalogo di una mostra newyorkese sulle origini dei musei: i cosiddetti gabinetti delle meraviglie. C’è anche un biglietto, dentro, con l’indicazione di una libreria. E poi c’è un fulmine, che entra dal cavo del telefono e cambia la vita di Ben. 1927, New Jersey. Rose è una ragazzina che vive sola con il padre, isolata per via della sua sordità. La anima una grande passione per un’attrice, una diva del muto, di cui colleziona ogni notizia. Ben e Rose, a distanza di tempo, compieranno lo stesso avventuroso viaggio attraverso New York, guidati dal comune bisogno di conoscere il loro posto nel mondo.
Ali Baba et les quarante voleurs è un cortometraggio del 1902 diretto da Ferdinand Zecca.
Ali Baba, mentre raccoglie la legna nella foresta accompagnato dal suo asino, sorprende una banda di ladri che trasportano il loro bottino. Si nasconde dietro un albero e impara la formula magica che dà accesso alla grotta dove nascondono i loro tesori. Una volta che i ladri se ne sono andati, entra nella grotta, prende dei sacchi di monete d’oro e corre a riferire la notizia a sua moglie.
Regia di Giuseppe Tornatore. Un film Da vedere 1994 con Gérard Depardieu, Roman Polanski, Nicola Di Pinto, Sergio Rubini, Paolo Lombardi. Cast completo Genere Drammatico, – Italia, 1994, durata 110 minuti. Uscita cinema lunedì 8 agosto 1994 distribuito da Penta Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,64 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Storia di un incubo in forma di interrogatorio al quale lo scrittore Onoff (Depardieu), apparentemente in preda all’amnesia, è sottoposto da parte di un commissario di polizia (Polanski). Fin dal titolo il 4° film di Tornatore è sotto il segno dell’ambiguità: oltre al suo significato di gergo burocratico-poliziesco, potrebbe essere letto come un esercizio di pura forma, ossia di stile, che mette in discussione lo statuto di credibilità delle immagini: qual è il confine tra fantasia e realtà? tra falso e vero? Allucinato dramma notturno di nordico onirismo, giocato sulla corda pazza dell’assurdo, è un film da prendere o lasciare, senza vie di mezzo. Chi prende ne gusterà la sagacia della costruzione, l’alta tenuta figurativa e sonora (fotografia di Blasco Giurato, musiche di Ennio Morricone), l’ammirevole concertazione degli attori: oltre a Depardieu e Polanski (doppiati da Corrado Pani e Leo Gullotta), c’è un incisivo S. Rubini come poliziotto che verbalizza.
Regia di Emiliano Corapi. Un film con Daniele Liotti, Vinicio Marchioni, Donatella Finocchiaro, Claudia Pandolfi, Fabrizio Rongione. Cast completo Titolo originale: Sulla strada di casa. Genere Thriller, – Italia, 2012, durata 83 minuti. Uscita cinema venerdì 3 febbraio 2012 distribuito da Iris Film Distribution. – MYmonetro 2,79 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Alberto ha una moglie, due bambini e una piccola impresa che versa in cattive acque. Stimato oltremodo dalla consorte, che giudica troppo sincera e ingenua, Alberto le nasconde di ‘arrotondare’ la vita facendo il corriere per gente poco raccomandabile. Alla vigilia del secondo viaggio qualcosa però va storto e la sua famiglia è presa in ostaggio da tre malviventi interessati al prossimo carico. Partito dalla provincia ligure alla volta di Reggio Calabria, Alberto dovrà ritirare il pacco illecito e consegnarlo ai sequestratori. Ma niente andrà come previsto. Sulla strada di casa l’impresario dovrà risolvere e risolversi, salvaguardando la vita e il futuro della sua famiglia.
Opera prima e pluripremiata di Emiliano Corapi, Sulla strada avvia una biografia ordinaria e minacciata nel sogno di una vita borghese e procede nella follia e nell’angosciosa tensione di un inseguimento. Combinando fino a confondere realismo e genere, Corapi scrive e gira un racconto visivamente rigoroso, dove il budget modesto e gli schematismi dell’intreccio rendono ancora più essenziale la corsa del protagonista verso un destino ineluttabile.
L’Alberto di Vinicio Marchioni incarna l’uomo ordinario, assediato dalla vita e chiuso in primi piani claustrofobici e senza dialoghi che rimandano a un’inquietudine interiore e generano la sensazione di non essere più padroni di se stessi. La funzione opprimente della macchina da presa sul personaggio, lanciato in una corsa inquieta attraverso strade secondarie sotto il sole netto del giorno e davanti alle luci artificiali di un albergo ‘come quelli dei film americani’, rispecchia la condizione di vita all’interno di una società capitalista e indebitata, che strozza e istiga rimedi estremi. Al centro del film c’è un impresario esemplare, che ha deciso di sporcarsi le mani e rendersi complice di un meccanismo economico criminale identificato con l’Italia stessa, percorsa in tutta la sua lunghezza e la sua miseria. La strada del titolo, promessa di un altrove, diventa presto un percorso tragicamente limitato e controllato, lungo il quale (in)segue e precede il Sergio di Daniele Liotti, doppio di Alberto con cui condivide un destino disgraziato, una scelta azzardata e un viaggio che resta in fondo solitario per ciascuno di loro. Il volto di Vinicio Marchioni perde la ‘freddezza’ e la nobilitazione tragica del bandito della Magliana (la serie) e trova la pesantezza, l’anonimato e l’opacità di un personaggio di terz’ordine, avviato al riscatto esistenziale ma poi condotto all’unica sublimazione possibile.
Un debutto apprezzabile e pregiato, quello di Emiliano Corapi, che indaga la parte peggiore di noi, quella disposta a compromettersi pur di confermare agli altri la propria immagine perfetta. Un film sui falliti e i perdenti che fa il paio con L’industriale di Giuliano Montaldo e un cinema italiano aspro, sincero e non riconciliato, frequentato da attori autentici come Fabrizio Rongione e Donatella Finocchiaro. Un film, ancora, che fa i conti con un Paese che se si riconoscesse per quello che sa di essere sarebbe finalmente diverso.
Un film di Edoardo Mulargia. Con Eduardo Fajardo, Anthony Steffen, Maurice Poli, Franco Pesce.Western, durata 93 min. – Italia 1970. MYMONETRO Shango la pistola infallibile valutazione media: 2,00 su 1 recensione.
Shango è un ranger del Texas in lotta contro un possidente messicano e un bandito che gli fa da sicario. Catturato e liberato a più riprese da amici e nemici, Shango rischia tante volte di rimetterci la pelle.
Un film di Roberto Rossellini. Guerra, b/n durata 77 min. – Italia 1941. MYMONETRO La nave bianca valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una nave di guerra viene colpita da un cannone nemico. La nave bianca, ospedale galleggiante, la soccorre. Film che unisce momenti del conflitto ad altri di finzione.
Regia Maya Deren, Alexander Hammid
Uno dei film d’avanguardia più influenti di sempre, realizzato da Alexander Hammid e Maya Deren, vede la stessa Deren intrappolata in un incubo labirintico in cui compaiono il suo doppio e una misteriosa figura incappucciata.
Regia di William Lustig. Un film con Caroline Munro, Tom Savini, Joe Spinell. Genere Horror – USA, 1980, durata 87 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 – MYmonetro 2,49 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Un killer psicopatico uccide le donne e poi le scalpa. Poi agghinda un gruppo di manichini nascosti in casa sua con parrucche ricavate dalle chiome delle sue vittime. Sta per fare la stessa cosa con una fotografa di moda, quando va completamente in tilt, credendo di vedere, nelle sue allucinazioni, i manichini che si animano e lo aggrediscono.
Regia di Henry Hathaway. Un film con Marilyn Monroe, Joseph Cotten, Jean Peters, Max Showalter. Genere Drammatico – USA, 1953, durata 89 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,10 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
In visita col marito alle cascate del Niagara una moglie infedele progetta di ucciderlo con la complicità dell’amante, ma il marito le cambia le carte in tavola. Duplice omicidio. Scritto da C. Brackett, W. Reisch e R. Breen, è un melodramma criminale a suspense con diverse sequenze emozionanti grazie all’efficace uso del colore (fotografia di Joe McDonald) e alle angolazioni della cinepresa che sfruttano al meglio gli esterni delle cascate. Il film trasformò la Monroe in una star della Fox, e uno dei pochi in cui interpreta un personaggio totalmente negativo: divennero famosi l’abito scarlatto che indossa in una scena passionale; il sorriso che rivolge alla cinepresa quando, sbagliando, presume che il marito sia morto; la sua camminata pelvica, sull’orlo dell’autocaricatura. È un brutto film, ma affascinante per il suo cattivo gusto.
Un film di Ken Loach. Con David Bradley, Lynne Perrie, Colin Welland, Freddie Fletcher, Brian Glover. Titolo originale . Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 113′ min. – Gran Bretagna 1969. MYMONETRO Kes valutazione media: 4,00 su 3 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Dal romanzo A Kestrel for a Knave di Barry Hines. In una città industriale del Nord un ragazzino vive con la madre e un fratellastro in un quartiere periferico. Catturato un falchetto, lo addestra dedicandogli intelligenza e amore, tutto ciò che non riesce a dare alla famiglia e alla scuola. “Ha un respiro narrativo molto più disteso delle opere precedenti; coglie nel vivo senza bisogno di una programmatica provocazione stilistica, con un’intensità malinconica e una purezza visiva di gran lunga superiori a quelle del successivo Family Life” (E. Martini). 1° premio a Karlovy Vary.
Non ho trovato versioni in italiano
Pioniere fu una rivista per ragazzi pubblicata in Italia negli anni cinquanta e sessanta.
Negli anni quaranta venne edita dalla Edizioni Astrea per due anni la testata Il Moschettiere, una rivista per ragazzi di fumetti di produzione italiana e francese che poi cambiò nome, nel giugno 1947, in Il Pioniere dei Ragazzi che chiuse nell’agosto dello stesso anno dopo 7 numeri. La pubblicazione continuò nel 1948 come Noi Ragazzi, edita da UDI (Unione Donne Italiane) fino al 1950 con contenuti simili.[3][4]
Nello stesso anno, venne quindi fondata una nuova testata, Pioniere, ideata negli ambienti della sinistra italiana come alternativa al Corriere dei Piccoli e a Il Vittorioso, e, oltre a fumetti e a rubriche varie, conteneva anche interventi di natura sociale e politica.
Purtroppo non sono ordinati perfettamente ma non avevo tempo di metterli a posto.