Parigi, anni ’20. Prendendoci per mano con la sua macchina da presa, André Sauvage ci fa conoscere la poesia di Parigi attraverso monumenti, insegne, pubblicità, vetrine di negozi, persone, dettagli di volti, corpi ed emozioni. Un poeta che, attraverso il suo sguardo visionario, ci fa dono del ritratto della sua città e della possibilità di saggiarne ed immaginarne il fermento negli anni folli che ne hanno suggellato la bellezza.
Una fantomatica organizzazione paramilitare fa prigioniero un eminente scienziato esperto in missilistica e per costringerlo a rivelare i suoi segreti rapisce anche la sua famiglia. Padroni delle rivoluzionarie scoperte, i criminali potrebbero ricattare il mondo intero, ma Spaceman, il difensore dell’umanità e della giustizia, è sempre all’erta e scoperto il satellite artificiale dal quale i nemici architettano il diabolico disegno, interviene appena in tempo prima che si scateni un attentato dimostrativo.
Tra Ariyoshi e Kazuki, imprigionati lo stesso giorno per crimini diversi, nasce un legame che va al di là delle sbarre. Regista prolifico (oltre 90 titoli in poco più di 20 anni), Takashi non è nuovo a certi sperimentalismi e qui, tra elementi metaforici stranianti e scenografie caligaresche, non si smentisce. I personaggi si trovano ingabbiati in una volta di vetro in cui passato, presente e futuro coesistono, e condividono lo stesso spazio dell’anima. Un forte simbolismo pervade l’intera opera e culmina nelle visioni di piramidi che ascendono al cielo (paradiso sognato e precluso per i crimini commessi dai protagonisti), di un carcere minimalista in stile Dogville e infernale (in cui si ripetono sempre le stesse azioni) e, infine, di un razzo pronto a partire (il cosmo, l’infinito come meta ultima di un’impossibile evasione dell’anima). Il titolo originale acquista più senso in quest’ottica: la tensione dei protagonisti verso la vita e verso quei 46 miliardi di anni d’amore, irraggiungibili persino col pensiero.
Paris vu par… vede dietro la macchina da presa Chabrol, Rohmer, Douchet, Pallet, Godard e Rouch. Chabrol dirige l’episodio La Muette. Quattro ragazze che lavorano in un negozio di elettrodomestici conducono un’esistenza senza ideali. Quella tra loro che ha una visione ottimistica del mondo e che quindi dà fiducia alla gente cade vittima di un maniaco che aveva creduto l’uomo da amare. Rohmer dirige l’episodio Place de l’Étoile . Tutte le mattine, alle nove e venticinque, Jean-Marc si reca al lavoro in Place de l’Étoile, la frenetica piazza parigina. Lungo il percorso sulla piazza un ubriaco lo infastidisce. Per liberarsene lo allontana con l’ombrello. L’uomo cade a terra inanimato. Spaventato, Jean-Marc raggiunge velocemente il negozio e sostituisce l’ombrello rimasto nelle mani della vittima. Nei giorni seguenti cerca notizia dell’accaduto sui giornali senza trovare riscontri. Per prudenza cambia però il proprio percorso. Scende quindi alla fermata Victor Hugo. Qualche mese pùi tardi Jean-Marc, mentre si trova sul metrò, incontra la sua “vittima”. L’episodio di Godard si svolge a Montparnasse e Levallois.
Charles, agiato assicuratore, scopre che la moglie Hélène (nell’originale), madre del piccolo Michel, lo tradisce con un giornalista. Va a trovarlo, lo uccide, cancella le tracce del suo passaggio e si sbarazza del suo cadavere. Tace con la moglie che, però, scopre da sola la verità e interpreta come un grande atto d’amore il delitto del marito che viene arrestato. È uno dei migliori film di Chabrol che prosegue sulla via narrativa e stilistica di Les Biches (1967) all’insegna della lezione di Hitchcock: “La complessità del suo cinema non sta in ciò che racconta, ma nel modo con cui viene messa in scena anche la situazione più quotidiana e banale” (A. Viganò). Un borghese viola con un omicidio la legge per riaffermare i diritti sui propri beni patrimoniali che comprendono anche gli affetti, l’armonia di una normalità coniugale. E la moglie, nonostante l’infedeltà, gli è solidale, come mostra la sequenza finale con il suo contraddittorio movimento di carrello indietro e zoom in avanti. Rifatto nel 2002 con Unfaithful .
Due amanti poverissimi trovano un portafoglio piuttosto fornito. Coi soldi vivono da gran signori per un paio di settimane, poi tutto ritorna come prima.
La miniserie è frutto della ricostruzione dei racconti e delle testimonianze di un reporter e di diversi marines statunitensi che hanno vissuto in prima linea la guerra d’Iraq. La trama infatti racconta le prime fasi della guerra, e in particolare le vicende della compagnia Bravo del primo battaglione da ricognizione dei marinesstatunitensi.
Megan Turner, appena arruolata nella polizia di New York, si trova di fronte a un evento che le cambierà la vita. Al suo primo turno di pattuglia notturna vede un rapinatore armato di pistola in azione alla cassa di un supermarket. Megan gli intima di gettare l’arma e poi, dinanzi alla reazione violenta dell’uomo, lo uccide. La pistola del rapinatore è però intanto finita a terra e un cliente del supermarket, non visto, se ne impadronisce. Megan viene temporaneamente sospesa dal servizio per eccesso di difesa e incontra Eugene Hunt, un operatore di Borsa, che è proprio colui che aveva rubato la pistola. Eugene, mentre cerca di sedurla, ha avviato un’attività di serial killer utilizzando proiettili su cui ha inciso il nome “Megan Turner”. Il ‘gioco’ di Hunt proseguirà fino al punto di rivelare alla donna il suo comportamento e,al contempo, impedendole qualsiasi azione perché mancano prove a suo carico. Su Megan e su chi le sta vicino incombe ormai il rischio di morire. Dopo la realtà liminare dei ‘non morti’ erranti di Il buio si avvicina Kathryn Bigelow passa ad esplorare quella di un molto più realistico ‘vampiro’ metropolitano. Una persona ‘normale’ come l’agente di Borsa Eugene Hunt che, dinanzi alla possibilità inattesa data dal possesso di un’arma, sente scatenare in sé le pulsioni omicide covate probabilmente da sempre. Ma questo alla Bigelow non è sufficiente. Ha bisogno di metterlo a confronto con qualcuno (una donna) che ha fortemente ‘voluto’ essere dalla parte della Legge per superare traumi che la sua famiglia ancora vive dolorosamente (suo padre percuote la madre che non si ribella). L’attrazione tra Megan e Eugene è forte. L’uno la desidera sadicamente, l’altra non ha superato quell”ingenuità’ che nella splendida sequenza iniziale le ha fatto mettere a repentaglio la vita. È un mondo in cui nulla è come appare quello che interessa alla regista. Un mondo che finisce con il coincidere con l’ambiguità del reale che, proprio in quanto tale, merita di essere esplorata e narrata.
Da un racconto di Stanley L. Hough. Finita la guerra civile, due colonnelli, un tempo nemici, si ritrovano per affari in Messico e diventano amici e alleati contro banditi locali e rivoluzionari. Un po’ letargico nel ritmo e prolisso nella narrazione, è ravvivato da qualche sequenza d’azione e dalla coppia Hudson-Wayne.
Fox, un agente di borsa desideroso di far carriera, ottiene il denaro di Gekko, potente finanziere, per speculazioni borsistiche. Resosi conto che Gekko si sta servendo di lui per loschi traffici, lo smaschera. Non è una critica del capitalismo in quanto tale, ma del capitalismo cattivo e dei suoi eccessi speculativi. A livello descrittivo ha, specialmente nella 1ª parte, grinta, forza, ritmo. Si sente che Stone parla di quel che conosce bene: il film è dedicato alla memoria del padre, agente di borsa. Oscar per Douglas nell’anno dell’ Ultimo imperatore.
Transmetropolitan è una serie a fumetti di fantascienza ideata da Warren Ellis e disegnata da Darick Robertson.[1] Nella classifica stilata nel 2011 da IGN, Spider Jerusalem si è posizionato al 45º posto come più grande eroe della storia dei fumetti, dopo Occhio di Falco e prima della Torcia Umana. La serie è ambientata in un futuro distopico che ha visto il crollo di diversi tabù culturali: il cannibalismo, per esempio, se applicato su individui clonati privi di cervello, è accettato e ha consentito la nascita di apposite catene di ristoranti.
Spider Jerusalem, il protagonista, è un giornalista tossicodipendente cinico e violento che ha come missione personale la ricerca della verità fine a se stessa, cosa questa che lo ha messo più volte in situazioni scomode, come ad esempio quando ha denunciato le violenze della polizia durante la rivolta di un quartiere popolare, o quando si prefigge di ostacolare in ogni maniera il presidente “Smiler”, un uomo il cui unico scopo nella vita è il potere. Spider Jerusalem ha avuto due assistenti: Channon Yarrow e Yelena Rossini.
Channon Yarrow è una spogliarellista che frequenta la scuola di giornalismo: viene affiancata a Jerusalem sia per imparare da uno dei migliori giornalisti sulla piazza sia per poterlo tenere sotto controllo. Si licenzia in seguito ad una crisi esistenziale dopo aver visto il proprio ragazzo trasformarsi in una “nebula” (un sorta di nuvola composta da nano-macchine) e si fa suora. Viene sostituita da Yelena Rossini, nipote dell’editore di Spider e anche lei diplomanda alla scuola di giornalismo.
Sicilia, 1947. Giuseppe è un proiezionista itinerante, che percorre le strade della Sicilia nel suo vecchio esercito Dodge. La sua vita cambia radicalmente il giorno in cui gli viene data la bobina di un intrigante film amatoriale: vediamo un centauro e un fauno molto realistico, che superano di gran lunga gli effetti speciali dell’epoca! Iniziò quindi a trasmettere regolarmente questo piccolo film, che attirò fortemente l’attenzione di un giovane spettatore, Vito. È quindi ben lungi dal sospettare la vera identità di questo giovane che aprirà le porte di un altro mondo, tanto pericoloso quanto affascinante…
William Erwin “Will” Eisner (New York, 6 marzo1917 – Lauderdale Lakes, 3 gennaio2005) è stato un fumettistastatunitense. Considerato uno dei più importanti autori di fumetti di tutti i tempi, è un punto di riferimento per gran parte degli autori contemporanei. Eisner, come altri grandi maestri del fumetto mondiale, mentre era ancora vivo si è visto intitolare un premio, l’Eisner Award, che è uno dei più importanti e prestigiosi per quanto riguarda il fumetto americano.
Quando un’infezione planetaria sconosciuta uccide ogni mammifero con il cromosoma Y, Yorick Brown resta l’unico uomo al mondo… e vuole scoprire perché! Humour, critica sociale e grandi colpi di scena, nella serie vincitrice di tre Premi Eisner! Dalla mente di Brian K. Vaughan, uno degli sceneggiatori della serie TV culto Lost! Un must targato Vertigo in una nuova edizione da non perdere!
Da un soggetto di Françoise Sagan. Il film racconta la storia del seduttore e assassino Landru che, all’inizio del nostro secolo, attirava le sue vittime e le cremava nel forno di casa.
Due versioni: quella in italiano piuttosto scarsa presa da youtube mentre ottima la versione in francese ma senza sub.
Il poliziotto Azuma (Kitano) della Squadra Omicidi è un duro: indisciplinato verso i superiori, rude con le reclute che scozzona senza seguire il regolamento, poco rispettoso delle forme nel praticare il mestiere.Quando scopre che un superiore ha le mani in pasta nel traffico di droga, dà fuori di testa. Dalla sceneggiatura di un poliziesco come tanti, Kitano, al suo esordio di regista, cava un film anomalo, stilisticamente eccitante sino alla provocazione, imperniato su una figura di “perdente”, che viola una delle regole principali del codice hollywoodiano del cinema d’azione. Non aveva tutti i torti Variety a definirlo: “Il tempo lento e l’aspetto arty lo rendono adatto agli appuntamenti con i festival”.
Un film di Kazui Nihonmatsu. Con Eiji Okada, Peggy Neal, Toshiya Wazaki, Itoko Karada, Shinichi Yanagisawa, Itoko Harada, Franz Gruber, Keisuke Sonoi, Mike Daning, Torahiko Hamada Titolo originaleUchukiju Girara. Fantascienza, Ratings: Kids+13, durata 93 min. – Giappone 1969. MYMONETRO Odissea sulla Terra valutazione media: 2,00 su 1 recensione.
In volo per marte in una missione di salvataggio, l’astronave AAB Gamma è investita dalla sostanza radioattiva di un disco volante. Al ritorno sulla Terra, la sostanza assume la forma di un uovo che schiudendosi fa apparire Guilala, mostruoso animale dalle sembianze di un gigantesco gallinaceo. L’essere per nutrirsi ha bisogno di energia atomica e si avvicina alla città di Tokyo e alla sua base spaziale minacciandone la distruzione. Mentre l’esercito si dimostra incapace di fronteggiare il pericolo, una biologa analizzando i frammenti dell’uovo isola una particolarissima sostanza che imprigionando il calore e l’energia cosmica potrebbe, forse, mettere fuori combattimento la creatura. Seguendo le istruzioni degli scienziati, i militari armano, allora, potenti missili con quella sostanza, li lanciano contro il mostro e lo riducono finalmente ad una poltiglia inoffensiva. Quel poco che resta del gigantesco Guilala verrà, più tardi, spedito nello spazio, lontano dalla Terra, oltre i confini del sistema solare. Povero e artigianale se confrontato alle produzioni della Toho, il film intervalla l’avventura con momenti umoristici avvalendosi dell’attore Shinichi Yanagisawa, noto in Giappone per le sue commedie comiche. Da segnalare la stazione spaziale Fuji Astro Flying Center dove l’equipaggio della AAB Gamma si rinfranca dai viaggi nello spazio prendendo bagni tonificanti e rimpinzandosi di cibo sintetico. Titolo americano: The X from Outer Space.
Il gruppo Tensei, la più estesa organizzazione malavitosa della città, si sta preparando per la successione al comando. La famiglia Kaito e la gang Shirane ordiscono un piano per unire le proprie forze, inglobando anche una terza famiglia rivale, gli Yokomizo, e, una volta costituito il raggruppamento, imporsi alla direzione del Tensei. Mizushima e Muroi, i due luogotenenti dei Shirane, con un pretesto provocano la famiglia Yokomizo allo scopo di innescare una rappresaglia, far saltare vicendevolmente gli anziani leader di entrambi i gruppi e, in ultimo, proporre un’alleanza alla nuova generazione di presidenti.
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