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Regia di Tobe Hooper. Un film Da vedere 1974 con Allen DanzingerMarilyn BurnsWilliam VailJim Siedow. Titolo originale: The Texas Chainsaw Massacre. Genere Horror – USA1974durata 87 minuti. – MYmonetro 3,35 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Pii turisti in una zona rurale del Texas incontrano una bizzarra famiglia di maniaci che hanno idee assai particolari sui pezzi di carne che servono per fare una grigliata all’aperto. Film d’esordio a basso costo del texano Hooper, ispirato alle gesta criminali di un personaggio della cronaca (Ed Gein), già fonte d’ispirazione per Psycho (1960) di Hitchcock, è uno shocker di importanza storica che aprì la strada alla profonda metamorfosi del cinema orrorifico tra gli anni ’70 e ’80, imperniato sull’ossessione fantastica dello smembramento del corpo rappresentato in tutta la sua fisicità. Forsennato e visionario, è leggibile a vari livelli. Ebbe 2 seguiti, di cui il 2° è uscito in Italia soltanto in cassetta, e un remake nel 2003.

 Non aprite quella porta
(1974) on IMDb

Regia di Mani Kaul. Un film con Ravi MenonRaisa Padamsee. Genere Drammatico – India1973durata 82 minuti.

Il film è basato su un racconto di Vijayadan Detha che riguarda una fiaba popolare sul figlio di commerciante del Rajasthan il cui rapporto con la sua giovane sposa è ostacolato dal suo lavoro e da un fantasma che si innamora di lei.

Duvidha (1973) on IMDb

Ho aggiunto dei subita trovati in rete che mi sembrano giusti. I subeng invece sono i suoi originali.

Regia di Samira Makhmalbaf. Un film con Massoumeh NaderiZahra NaderiGhorbanali Naderi. Titolo originale: Sib/La pomme. Genere Commedia – Iran1998durata 85 minuti. – MYmonetro 2,00 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Due ragazzine iraniane dodicenni scoprono la curiosità attraverso una mela appesa e un filo. La regista Samira è giovanissima ed è figlia di Moshen, regista a sua volta. Il film è stato presentato a Cannes. 

The Apple (1980) on IMDb

Più di 2000 anni fa nelle Highlands scozzesi, Rockson combatté per la sopravvivenza del suo clan e morì in battaglia. Al giorno d’oggi, Donan è ossessionato da questo dramma dimenticato. Potrebbe essere l’uomo di Malhaig, ucciso in combattimento più di 20 secoli fa? Poi inizia un vertiginoso viaggio nel tempo.

Nausicaavolume1.jpg

Nausicaä della Valle del vento (風の谷のナウシカ Kaze no tani no Naushika?) è un manga scritto e illustrato da Hayao Miyazaki. Racconta la storia di Nausicaä, la principessa di un piccolo regno in un mondo post apocalittico, che viene coinvolta in una guerra tra nazioni rivali mentre un disastro ambientale minaccia la sopravvivenza del genere umano. Durante il suo viaggio, Nausicaä si fa promotrice di una convivenza pacifica tra gli abitanti della Terra, così come tra l’umanità e la natura.

Il manga è stato pubblicato in Giappone in modo intermittente, dal 1982 al 1994, sul mensile Animage della Tokuma Shoten. I singoli capitoli sono poi stati raccolti in sette volumi tankōbon. Un’edizione italiana, in 23 albi sottili, è stata pubblicata dalla Granata Press tra il 1993 e il 1995, concludendosi appena prima del fallimento dell’azienda e ricevendo perciò una scarsa diffusione. Dal 2000 al 2001, la Panini Comics ha ristampato la storia in sette volumi corrispondenti agli originali giapponesi.

Sin dalla sua prima pubblicazione, Nausicaä è stato un successo commerciale, specialmente in Giappone, dove la serie ha raggiunto oltre 17 milioni di copie stampate. Il manga e l’adattamento anime del 1984, scritto e diretto da Miyazaki in seguito alla serializzazione dei primi 16 capitoli del manga, sono stati acclamati da critici e studiosi per i personaggi, le tematiche trattate e lo stile. Le versioni manga e anime di Nausicaä sono anche considerate importanti per la fondazione dello Studio Ghibli, lo studio di animazione per il quale Miyazaki ha creato molti dei suoi lavori più celebri.

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Maison Ikkoku – Cara dolce Kyoko (めぞん一刻 Mezon Ikkoku?) è un manga seinen scritto e disegnato da Rumiko Takahashi, pubblicato in Giappone sulla rivista Big Comic Spirits di Shogakukan dal novembre 1980 all’aprile 1987. È stato raccolto in 15 volumi tankōbon, trasposto nel 1986 in un anime di 96 episodi, poi in un film (Maison Ikkoku Last Movie), tre OAV e un live action. Nel maggio del 2007 è stato trasmesso in Giappone un live drama dell’opera, che ripercorre i primi episodi dell’anime. All’epoca della sua prima pubblicazione i 15 tankōbon del manga hanno venduto in Giappone oltre 10 milioni di copie.

La storia si svolge nella città di Tokyo nel pieno degli anni ’80, precisamente tra l’inverno del 1980 e la primavera del 1988. I protagonisti sono Yusaku Godai, rōnin squattrinato, e la giovane e affascinante Kyoko Chigusa, vedova Otonashi.Il marito di Kyoko, Soichiro Otonashi, è morto per un male sconosciuto. A Kyoko è stato affidato l’incarico di amministratrice della “Maison Ikkoku” (una pensione edificata prima della Seconda guerra mondiale) dal padre di Soichiro, proprietario dello stabile, per tentare di farla uscire dallo stato di depressione nel quale era finita dopo la morte del marito (quando inizia la storia Kyoko è vedova da circa sei mesi).Molta gente ha insistito affinché lei non accettasse quel lavoro, in quanto nella pensione abitano persone “poco raccomandabili”, ma Kyoko non si lascia convincere dalle pressanti raccomandazioni e avendo ormai preso la sua decisione si lancia in questa nuova esperienza. 

L'insonne - Leonardo Gori

L’Insonne è un fumetto italiano pubblicato nel formato bonellide a partire dal 1994, creato da Giuseppe Di Bernardo e Andrea J. Polidori.

L’Insonne è un thriller esoterico che ha come protagonista Desdemona “Desdy” Metus, una giovane DJ di Radio Strega, una piccola radio privata di Firenze. Desdemona è affetta da una inspiegabile forma di insonnia, probabilmente di origine traumatica, che sembra permetterle di percepire aspetti della realtà normalmente nascosti alle persone comuni. La trasmissione radiofonica notturna che conduce si intitola “L’Insonne” e, grazie ad essa, Desdemona entra in contatto con gli ascoltatori che spesso si dimostrano personaggi incredibili e misteriosi.

Il padre di Desdemona, Isaia Metus, sembra affiliato ad una strana setta esoterica di stampo massonico, La Fratellanza, in perenne lotta con una fazione avversa, la Loggia Nera. La protagonista del fumetto scoprirà con orrore che la lotta tra queste due società segrete sembra orbitare proprio intorno a lei, determinando moltissime vicende della sua vita.

Il fumetto tratta anche di misteri reali, come il Manoscritto Voynich, la Porta Alchemica di Roma, ma anche di altri fatti storici come l’armadio della vergogna o i crimini compiuti durante la guerra in Afganistan. La trama de L’Insonne è una commistione di giallo, noir, intrighi politici, occultismo e teoria della cospirazione, ma non tralascia temi più intimi e poetici della vita umana.

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Cesare – Il creatore che ha distrutto (チェーザレ 破壊の創造者 Chēzare hakai no souzousha?) è un manga seinen creato da Fuyumi Sōryō[1] assieme a Motoaki Hara ed edito in Giappone con una serializzazione irregolare su Weekly Morning della Kōdansha[2].Cesare è un manga storico dedicato alla figura di Cesare Borgia, alla quale la mangaka ha dichiarato di dedicarsi per gran parte della sua carriera[3]. Nel manga appaiono molti personaggi storici realmente esistiti, e vi è ricostruita in modo accurato la vita scolastica dell’Università di Pisa nel Rinascimento[4]. In Italia è edito dalla casa editrice Star Comics dal 18 ottobre 2007.

Questo manga è ambientato nella Pisa del 1491, durante il dominio dei Medici. Pisa in quel periodo è sede della più grande università italiana dopo quella di Bologna, e in questa sede di cultura sono presenti grandissimi personaggi storici rinascimentali. Tra di essi anche Cesare Borgia.La storia segue la vita dell’ingenuo Angelo da Canossa, un giovane fiorentino di umili origini, che con la protezione di Lorenzo de’ Medici può accedere all’Università di Pisa. Qui, grazie alla sua intelligenza, conoscerà personaggi come Leonardo da VinciGiovanni de’ MediciMichelotto da Corella e lo stesso Cesare Borgia.Attraverso gli occhi di Angelo ci viene narrata la vita di questo grande condottiero e della sua entrata in scena nella politica del Rinascimento italiano.

Appleseed 1.jpg

Appleseed (アップルシード Appurushīdo?) è un manga di genere cyberpunk realizzato da Masamune Shirow. In Italia venne pubblicato inizialmente dalla Granata Press, all’interno della rivista-contenitore Zero, mai completato. In seguito Star Comics pubblicò Appleseed in quattro volumi di piccolo formato. Ripubblicato da d/visual, con un riadattamento corretto rispetto alle precedenti versioni italiane.

Appleseed si svolge nel XXII secolo, dopo la terza guerra mondiale non-nucleare, che ha decimato la razza umana. Mentre gli stati come Gran Bretagna, Francia e Cina hanno difficoltà a mantenere l’ordine pubblico e il potere, le organizzazioni internazionali come la Sacra Repubblica di Mumma e la Poseidon hanno stabilito utopie proprie. Si sono così formate delle città modello all’interno delle quali i pochi umani rimasti convivono con i cosiddetti Bioroid, persone create artificialmente nel tentativo di creare una società priva di violenza e quindi del tutto pacifica.

I personaggi principali della storia sono Knute Deunan (デュナン・ナッツ Dyunan Nattsu?) e Briareos Ecatonchiri (ブリアレオス・ヘカトンケイレス Buriareosu Hekatonkeiresu?), i membri dell’ex polizia SWAT di Los Angeles. Questi si troveranno nelle rovine della città quando verranno contattati e invitati a prendere parte alla prestigiosa ESWAT (Extra Special Weapons And Tactics), corpo di polizia speciale della città di Olympus, lo stato più potente del nuovo mondo. La serie segue le avventure di Deunan e Briareos mentre proteggono la loro nuova casa dai nemici, sia esterni che interni alla suddetta nazione.

Regia di Stellan Rye. Un film Da vedere 1913 con Paul WegenerLyda SalmonovaJohn GottowtLothar Korner. Titolo originale: Der Student von Prag. Genere Drammatico – Germania1913durata 42 minuti. – MYmonetro 3,07 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Praga, 1820. Balduin (Wegener), studente povero, vende a Scalpinelli (Gottowt) la propria “immagine” (l’immagine riflessa che si stacca dallo specchio) per 100 000 fiorini. Con l’oro maledetto spera di avere più facile accesso alla casa della ricca aristocratica (Berger) della quale è invaghito. Il suo “doppio” comincia a perseguitarlo, finché, incontratolo in casa, Balduin gli spara. E ferisce a morte sé stesso. Ispirato a La meravigliosa storia di Peter Schlemihl (1814) di Adalbert von Chamisso, sceneggiato da Hanns Heinz Ewers e ambientato sullo sfondo di una Praga di cui la fotografia di Guido Seeber sottolinea, con sovrimpressioni e trucchi ottici, gli aspetti più angosciosi e inquietanti, è considerato il precursore dell’espressionismo al cinema. Ne riprende temi (sdoppiamento della personalità, violenza del destino), segni, sortilegi, pathos luttuoso. Attraverso la presenza di Wegener, pure collaboratore alla sceneggiatura e futuro regista (e qui, come attore, fisicamente fuori parte), c’è chi vi vede l’influenza del grande ed eclettico Max Reinhardt. Fu considerato la 1ª opera d’arte del cinema germanico. La sua componente espressionista fu accentuata nel rifacimento del 1926, diretto da Henrik Galeen con Conrad Veidt e Werner Krauss. 2° remake nel 1935 con la regia di Arthur Robison.

 Lo studente di Praga
(1913) on IMDb

Titolo originale: 不良姐御伝 猪の鹿お蝶 Furyō anego den: Inoshika Ochō
Nazionalità: Giappone
Anno: 1973
Genere: erotico
Regia: Norifumi Suzuki

Nel 1886 una bambina vede morire sotto i suoi occhi il proprio padre. Questi, prima di morire, mostra
alla bambina tre carte raffiguranti un cervo, un cinghiale e una farfalla.

Nel 1905 la bambina, ormai divenuta una donna, è una ladra e esperta giocatrice d’azzardo.
Il suo nome è Ochō, ed è molto abile con la spada. Un uomo sul punto di morte consegna alla donna
i soldi da portare alla sorella, finita in un bordello. Una volta trovata la donna, Ocho scopre che è tenuta
soggiogata da un diplomatico. Per riscattare la ragazza, Ochō inizia una partita a poker con Caterina,
l’amante dell’ambasciatore inglese. La partita viene però interrotta dall’arrivo di un rivoluzionario
giapponese, amante segreto di Caterina e già incontrato e salvato da Ochō in precedenza.

Sex & Fury (1973) on IMDb

Kaze to ki no uta (風と木の詩?) è uno shojo manga con temi Yaoi realizzato da Keiko Takemiya e pubblicato dalla Shogakukandal 1976 al 1984 sulla rivista Shōjo Comic. Nel 1979, l’opera fu insignita del prestigioso Premio Shogakukan per i manga nella categoria manga shōnen/shōjo.[1] La serie è riconosciuta come un classico del genere shōnen’ai, essendo stato uno dei primi nel genere a combinare il romanticismo con la sessualità, oltre ad esser una delle primissime storie d’amore tra ragazzi pubblicate: di certo innovativo per le sue raffigurazioni di “rapporti apertamente sessuali”, favorì ampiamente lo sviluppo del genere amorosoyaoi nei Shoio Manga, a cui contribuì a dare una decisiva svolta. Ebbe una sua influenza nella creazione della sottocultura dei doujinshi yaoi.

Ci vollero nove anni prima che l’editore accettasse di mettere in commercio il manga, dato che l’autrice si rifiutava categoricamente di tagliare e censurare gli elementi più apertamente sensuali della storia (una scena in cui i due protagonisti si presentano nudi a letto fece sensazione nell’ambiente dei mangaka).[2]

Il manga fu adattato in un OAV prodotto dalla Herald Enterprise e dalla Shogakukan nel 1987. È stato pubblicato in Italia su VHS nel 1997 e su DVD nel 2006 con il titolo Il poema del vento e degli alberi. L’OAV si basa e riassume la prima parte della storia: nella sua colonna sonora vi son, tra gli altri, brani di Fryderyk Chopin e Johann Sebastian Bach

In collaborazione con l’amica Norie Masuyama l’autrice pubblicò in seguito anche un romanzo che ha fornito una seconda parte della storia, intitolato Kami no kohitsuji (traducibile come “Agnus Dei”).

The Poem of Wind and Trees (1987) on IMDb

Regia di Kim Ki-Duk. Un film Da vedere 2011 Genere Drammatico – Corea del sud2011durata 100 minuti. – MYmonetro 3,17 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Kim Ki-duk vive da solo in una disordinata casa di campagna al cui interno ha installato una tenda in cui dorme. Ha lasciato il cinema dopo che, nel corso delle riprese di Dream la protagonista ha rischiato di morire impiccata. Ora Kim vive una vita di afflizione lontano dal set in cui per lui urge il bisogno di riflettere sul senso del fare cinema. Decide allora di riprendere se stesso realizzando così una lunga dichiarazione in cui si mette totalmente a nudo.
Kim Ki-duk, il prolifico regista sudcoreano che ha realizzato 15 film in 13 anni ottenendo prestigiosi riconoscimenti a Venezia, a Cannes e a Berlino, era scomparso da 3 anni. Le voci lo davano come malato e comunque ormai fuori dalla produzione di film. Stava invece realizzando questa disperata confessione che è al contempo una richiesta di aiuto. Con il solo supporto di una camera digitale Kim mette in scena tutto il suo travaglio interiore.

Arirang (2011) on IMDb

Regia di Roman Polanski. Un film con Charlotte LewisCris CampionWalter MatthauDavid KellyAnthony DawsonDamien ThomasCast completo Titolo originale: Pirates. Genere Avventura – FranciaUSA1986durata 124 minuti. – MYmonetro 3,29 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Raccolto da un galeone spagnolo dopo un naufragio, il temibile pirata Capitan Red scopre che sulla nave c’è un prezioso trono azteco. Con l’aiuto del suo mozzo, Ranocchio, decide di impossessarsene. Tornato alla regia dopo un’assenza di 8 anni, Polanski ha cucito un film divertente, simpatico e sardonicamente irrispettoso, senza abusi di effetti speciali né tendenze al gigantismo hollywoodiano, ma con un nucleo centrale irrisolto, una opacità di fondo che probabilmente dipende dall’incapacità di Polanski di adeguarsi allo spirito e ai ritmi della commedia, se non volgendoli al grottesco.

 Pirati
(1986) on IMDb
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Mary Pickford “La giovane donna”, del film, è abbastanza preso da Edwin August; In realtà, egli è il suo “ideale”. Ma il rifiuto del signor agosto a restare coinvolto in una rissa di strada lo fa sembrare un codardo alla signora Pickford. Nel frattempo, il detenuto Alfred Paget è fuggito dal carcere; e, lui è “una bestia a bada”. Mentre la Pickford e August vanno a fare un giro in automobile, Paget riesce, in un’imboscata, a prendere i vestiti e la pistola dell’uomo. Pickford cade ancora sostenendo che August è un vigliacco, e se ne va. Infine August può salvare la sua ragazza, e dimostrare che non è un vigliacco

A Beast at Bay (1912) on IMDb
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Regia di Fede Alvarez. Un film Da vedere 2016 con Jane LevyDylan MinnetteStephen LangDaniel ZovattoJane May GravesCast completo Titolo originale: Don’t Breathe. Genere ThrillerHorror, – USA2016durata 88 minuti. Uscita cinema giovedì 8 settembre 2016 distribuito da Warner Bros Italia. – MYmonetro 3,00 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Rocky vive una situazione familiare insopportabile ed è pronta a tutto pur di abbandonare Detroit per il sole della California. Per amore, il fidanzato sbruffone, Money, e il timido Alex la aiutano a svaligiare appartamenti. Money crede di aver individuato il colpo grosso nel villino di un veterano della guerra del Golfo, rimasto cieco in seguito a una ferita, che ha incassato un risarcimento a molti zeri dopo il tragico incidente in cui ha perso l’unica figlia. I dubbi etici su un furto ai danni di una persona così vulnerabile svaniscono di fronte alla somma agognata, ma i tre scopriranno che il solitario abitante della casa è tutt’altro che indifeso di fronte a un’intrusione.
Dopo aver girato il remake de La casa, inutile come la gran parte dei remake horror odierni, le quotazioni di Fede Alvarez erano minime, per usare un eufemismo. Ma le basse aspettative sono da sempre un buon viatico nel mondo della paura, che meglio agisce quando la guardia è bassa. Man in the Dark – titolo originale Don’t Breathe, letteralmente “Non respirare” – ha le caratteristiche tipiche del debutto: budget contenuto, soggetto forte sorretto da una sceneggiatura attentamente studiata, effetto sorpresa sfruttato fino allo spasimo. È lo stesso Alvarez a dichiarare di sentirsi come se fosse al suo debutto, e forse è meglio scegliere l’empatia e dimenticare i suoi primi passi (falsi).
Man in the Dark non appartiene al sottogenere home invasion né tantomeno è uno slasher movie, ma trae ispirazione da questi come da altri tipi di horror e dosa bene gli ingredienti in un claustrofobico gioco tra il gatto e i topolini. Dove il primo è cieco ma tutt’altro che innocuo, e i secondi squassati da dubbi morali e sensi di colpa che mal si conciliano con lo spirito di sopravvivenza che dovranno mettere in atto.
Un thriller di serie B con una rara dose di coraggio, che non ha paura di mettere in scena sferzate di violenza cruda e credibile, come le scene in cui il veterano cieco calpesta con violenza le gambe di Rocky o la picchia sul volto, violando tabù che neanche Jason Voorhees o Freddy Krueger avrebbero osato intaccare (uccidere barbaramente può essere meno disturbante delle percosse inflitte a un membro del gentil sesso). Ma non esistono eroi e non esistono villain nella lotta senza quartiere che ha luogo nel villino del veterano senza nome, dove gli uomini reagiscono da animali feriti con le spalle al muro, senza lasciare nulla di intentato. Alvarez tiene alta la tensione concedendosi il giusto in termini di virtuosismi di regia e sfruttando al massimo le opportunità generae dalla sceneggiatura.
A partire dalle scene girate con camera a infrarossi, quando il padrone di casa stacca la luce e recupera una posizione di vantaggio sui fuggiaschi, dando vita a un sensazionale nascondino basato sui sensi più sottovalutati, udito e olfatto. Inutile l’appendice che chiude il film, che in genere comincia a calare man mano che aumentano i dialoghi. Tuttavia, finché conta solo trattenere il respiro per sopravvivere, l’atmosfera è di sincero terrore. Ancora una volta straordinario Stephen Lang nei panni del veterano, uno degli attori più sottovalutati di Hollywood, capace di una prova mirabile per fisicità a 64 anni compiuti.

Don't Breathe (2016) on IMDb
Locandina Arcipelago in fiamme

Un film di Howard Hawks. Con Harry CareyGig YoungCharles DrakeJohn GarfieldJohn Ridgely. continua» Titolo originale Air ForceGuerrab/n durata 124 min. – USA 1943.

Storia di una superfortezza volante e delle gesta del suo equipaggio, a Manila, a Pearl Harbor e nel Mar dei Coralli. L’eroe principale è un aviere che salva l’apparecchio quando ormai i commilitoni si sono buttati con il paracadute e il comandante è stato ucciso. Riuscirà ad atterrare, a raccogliere i superstiti e a avvertire la flotta americana dell’attacco giapponese. Howard Hawks dimostra che si può fare uno spettacolo appassionante con poco. Le parti belliche sono riprese dai cinegiornali, che il regista riesce a montare efficacemente con le gesta (girate a casa) di Garfield e compagni.

Air Force (1943) on IMDb
Locandina Maverick

Un film di Richard Donner. Con Jodie Foster, Mel Gibson, James Garner, Graham Greene, Alfred Molina.Western, durata 129 min. – USA 1994. MYMONETRO Maverick * * 1/2 - - valutazione media: 2,56 su 13 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Si tratta della trasposizione cinematografica di un famoso telefilm americano che originariamente era interpretato da James Garner, che qui fa la parte dello sceriffo. Maverick è un baro che ispira simpatia e fiducia. Girovaga tra un saloon e l’altro con Annabelle, anche lei ladra. I due incontrano a St. Louis uno sceriffo di pochi scrupoli. Nella ridente cittadina si tiene un torneo di poker. Mel Gibson fa troppe smorfie e la regia di Richard Donner non riesce a esaltare la vicenda.

 Maverick
(1994) on IMDb

Un film di Sam Peckinpah. Con Warren Oates, Gig Young, Robert Webber, Isela Vega. Titolo originale Bring me the Head of Alfredo Garcia. Drammatico, durata 112′ min. – USA 1974. MYMONETRO Voglio la testa di Garcia * * * 1/2 - valutazione media: 3,69 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un ricco messicano offre un milione di pesos a chi gli porterà la testa dell’uomo che gli ha messo incinta la figlia. È il film più misconosciuto di Peckinpah, cineasta ossessionato dalla violenza che, però, anche qui è soltanto la reazione obbligata dell’eroe che appartiene a un mondo in via di sparizione. Diseguale e geniale discesa negli abissi di un mondo dove regnano la corruzione e la violenza.

 Voglio la testa di Garcia
(1974) on IMDb

Un film di Bernardo Bertolucci. Con Debra Winger, John Malkovich, Campbell Scott, Veronica Lazar, Nicoletta Braschi. Titolo originale The Sheltering Sky. Drammatico, durata 138 min. – Italia, Gran Bretagna 1990. MYMONETRO Il tè nel deserto * * * 1/2 - valutazione media: 3,77 su 15 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Due giovani coniugi americani e un loro amico si recano nel Nord Africa. Partendo da Tangeri percorrono un lungo itinerario che li porta nei luoghi dove l’Africa è più ostile. Il viaggio rappresenta una vera e propria traversata della loro esistenza. Mette a nudo l’inconsistenza di una vita senza scopi. Il film è tratto da un romanzo di Paul Bowles, che compare nel ruolo di testimone della vicenda. Ed è proprio a lui che nel finale si rivolge alla donna. Il vecchio conclude con queste parole: “…Quante altre volte guarderete levarsi la luna?… Forse venti. Eppure, tutto sembra senza limite…”.

Sembra soprattutto che i protagonisti, partendo da presupposti basati sulla decadenza della cultura occidentale, si trovino schiacciati dalla incomprensibilità di una regione che al contrario vive la propria cultura nella fisicità che la radiosa asprezza del clima impone. Un abisso. Un’utopia che l’arroganza culturale non riesce a raggiungere. La sconfitta giunge prima nel corpo per poi diffondersi nel mistero della morte. Bernardo Bertolucci ancora una volta si finge autore impegnato. Sceglie un testo di difficile decifrazione. Ricorre alla strepitosa capacità di rappresentare ciò che non è rappresentabile. Personaggi odiosi, da guardare con sospetto dopo le prime battute. Una ricerca maniacale di uno stile letterario più che cinematografico. Parole vane. Personaggi dimenticabili. Ogni sequenza sembra il trailer della successiva. Resta la fotografia di Storaro, anch’essa prevedibile con alcune incursioni nell’immaginario pubblicitario più vicino ai baci Perugina che non alle morenti pagine di Bowles. Bertolucci non ama i suoi personaggi e li priva così della segreta poesia che è presente in ogni confessione. Una fama, quella di Bertolucci, giustificata dalla sua capacità di manipolare grandi budget, al servizio di padroni un po’ snob, come sanno essere gli americani quando affrontano la cultura. Per ora è ancora e solo il regista de Il conformista.

The Sheltering Sky (1990) on IMDb