Un film di Danny Boyle. Con James Nesbitt, Daisy Donovan, Lewis McGibbon, Alex Etel, Christopher FulfordCommedia, Ratings: Kids+13, durata 98 min. – Gran Bretagna, USA 2004. uscita venerdì 8 aprile 2005. MYMONETRO Millions valutazione media: 3,58 su 26 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Durante un tentativo di rapina ad un treno, un’enorme borsa piena di denaro cade dal cielo e finisce nella mani di due giovanissimi fratelli orfani di madre che si trovano nella curiosa situazione di miliardari “a tempo”, visto che le sterline di lì a poco andranno fuori corso, con l’arrivo dell’euro…
All’apparenza classica commedia leggera, nemmeno troppo originale, visto che la storia del cinema è piena di storie nelle quali il protagonista si trova improvvisamente ricchissimo e deve spendere tutto in breve tempo, Millions, fin dalle primissime battute, si dimostra invece una favola di incredibile attualità, capace, sotto la maschera della comicità e della leggerezza di proporre la pubblico una infinita serie di riflessioni sul denaro, il senso della vita e della famiglia, la morte, il rapporto tra società e consumi.
Un vero e proprio pamphlet che Boyle gira con mano felicissima, riuscendo ad alternare momenti di pura e dirompente ilarità ad altri, amari, sinistramente gotici e sardonicamente ironici.
Già l’incipit del film, caratterizzato da un mix felicissimo tra musica, montaggio ed effetti speciali, tre elementi che andranno a braccetto per tutta la pellicola, dà un primo segnale positivo, confermato poi dalla bellezza dei personaggi proposti, ognuno dei quali rappresenta un microcosmo da esplorare e comprendere. Sublimi, e non avrebbe potuto essere diversamente, gli interpreti: le performance dei due ragazzini (Axel Etel e Lewis McGibbon), sono semplicemente definitive, ma anche i satelliti che gli orbitano attorno, offrono una prova d’alto livello. Boyle con Millions ritrova la freschezza e l’immediatezza dei primi lavori, proponendo un linguaggio cinematografico semplice ma ricercato, fatto di inquadrature atipiche, inserti visionari (non lisergici però…), la sua abituale ossessione per i soldi e i treni, elementi presenti in tutta la sua cinematografia, riuscendo a mantenere per tutto il film un difficile equilibrio, anche quando la, peraltro eccellente, sceneggiatura di Frank Cottrel-Boyce (Benvenuti a Sarajevo, Codice 46, Butterfly Kiss), arranca leggermente nel prefinale, riuscendo persino a rendere credibile il particolarissimo happy end che chiude il sipario sulla pellicola.
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