Regia di Luis Buñuel. Un film Da vedere 1930 con Gaston Modot, Lya Lys, Max Ernst. Genere Fantastico – Francia, 1930, durata 65 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,07 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
2° film surrealista di Buñuel, ideato con Salvador Dalí come Un chien andalou (1929), non ha una continuità narrativa anche se vi si possono individuare un prologo, un epilogo e un filo conduttore, l’amore folle che butta l’uno nelle braccia dell’altra un uomo (G. Modot) e una donna (L. Lys) che non potranno unirsi mai. Disponibile scena per scena alle più varie interpretazioni e in linea con l’ideologia surrealista, è un pamphlet visionario contro i pilastri della borghesia capitalista (la Chiesa, lo Stato, l’esercito) e sostiene che soltanto la forza sovversiva del desiderio e dell’amore è accettabile. Lo fa con invenzioni visive fondate sull’esasperazione, l’indegnità, l’assurdo, pur rifiutando, in nome di un realismo “oggettivo”, i procedimenti formali dell’avanguardia del tempo. “… è un’opera fortemente tesa alla creazione di un nuovo linguaggio, un linguaggio articolato secondo i dettami del Secondo Manifesto del Surrealismo di cui Buñuel e Dalí furono tra i firmatari e che è contemporaneo al film.” (Auro Bernardi). Finanziato dal visconte Charles de Noailles che rischiò la scomunica, fu proiettato per 6 giorni allo Studio 28 di Parigi, bersaglio di un’incursione di squadristi di destra che lo devastarono. Pochi giorni dopo il prefetto Chiappe lo vietò. Uscì in pubblico soltanto nel 1950 a New York e nel 1951 a Parigi.
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