Un film di Nagisa Oshima. Con Kenzo Kawarazakhi, Atsuo Nakamura Titolo originale Gishiki. Drammatico, durata 122′ min. – Giappone 1971. MYMONETRO La cerimonia valutazione media: 3,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
In viaggio con l’amata cugina Ritsuko verso un’isola sperduta, rifugio e tomba di loro cugino suicida, il giovane Masuo Sakurada rievoca, sull’arco di un quarto di secolo e attraverso una serie di cerimonie che sono altrettanti “momenti della verità”, le vicende della famiglia. Due ore dense di fatti, conflitti, tensioni e di bellezza figurativa, Gishiki è la summa del cinema di N. Oshima, il film che, anche per la limpida simmetria dei suoi ritorni all’indietro, più ha contribuito a farlo conoscere nel mondo. Opera dominata dalla presenza della morte, è una riflessione sulla difficoltà di essere giapponesi, oggi, e un bilancio storico-esistenziale del dopoguerra in Giappone. Film corale che propone almeno due personaggi memorabili: il vecchio despota Kazuono e la dolcissima zia Setsuko, interpretata da Akiko Koyoma, moglie del regista.
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Difficile dire, fra “La cerimonia”, “Furyo” e “L’impiccagione”, quale sia il film maggiore di Oshima. Io propenderei per il primo, ma solo per una questione formale più che di contenuti. Sono invece certo di una cosa: Iper è davvero un Signore, nel vero senso della parola. Lui, infatti, non si preoccupa di dare qualcosa di troppo o di troppo raro ed esclusivo, né di farlo almeno pesare.
Come Oshima ha girato L’impero dei sensi non ha mai girato nient’altro