Regia di Edward Berger. Un film con Ivo Pietzcker, Georg Arms, Luise Heyer, Nele Mueller-Stöfen, Vincent Redetzki. Cast completo Titolo originale: Jack. Genere Drammatico – Germania, 2014, durata 103 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.
Jack ha 11 anni e un fratello più piccolo. I due avrebbero anche una mamma, Sanna, se non fosse che, troppo impegnata com’è a vivere la propria vita di ragazza libera, tutto il peso delle vicende quotidiane (a partire molto spesso dalla prima colazione) non ricadesse su Jack. Fino a quando un incidente domestico, che avrebbe potuto avere più gravi conseguenze di quelle causate, non impone l’affidamento del figlio più grande ad un centro di assistenza ai minori. Jack soffre per questa separazione ma attende con ansia le vacanze per ricongiungersi a madre e fratello. Il bullismo di un compagno cambierà i suoi progetti.
Non è facile impostare l’80% della riuscita di un film sulle spalle di un giovanissimo protagonista che non è mai stato davanti a una macchina da presa. È la scommessa (vinta) da Edward Berger e Nele Mueller-Stofen che hanno affidato allo sguardo (in perenne ricerca di un senso nella vita) di Ivo Pietzcker il compito di guidare lo spettatore in un percorso di dolorosa crescita. La camera a mano di Jens Harant lo accompagna sin dal primo risveglio in cui è impegnato ad occuparsi di sé e del fratellastro (che brutta parola in italiano per ricordare che si è figli di un altro genitore) a cui vuole un bene profondo. Le vicende di Jack ci ricordano quanto abbia ragione il filosofo e sociologo Zygmunt Bauman quando in “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi” ci ricorda che “Avere figli significa assumersi la responsabilità del benessere di un’altra creatura più debole e indifesa. L’autonomia delle proprie preferenze è destinata a essere compromessa reiteratamente, anno dopo anno, quotidianamente. Si corre il rischio di diventare, orrore degli orrori, ‘dipendente’. (…) Cosa più dolorosa di tutte, avere figli significa accettare tale dipendenza separatrice di fedeltà per un tempo indefinito, assumere un impegno irrevocabile e a tempo indeterminato, senza alcuna clausola ‘fino a ulteriore notifica’ annessa; il tipo di obbligo che mal si confà alla politica della vita liquido-moderna e che quasi tutti evitano accuratamente nelle loro altre manifestazioni di vita.” È quanto accade a Senna che non perde per questo l’amore del figlio anche se, a lungo andare, non può evitare di essere sottoposta a un giudizio. Jack le viene tolto per essere immesso in un mondo in cui nessuno di coloro i quali si trova a condividere le giornate ha l’animo sereno. Tutti hanno una ferita nel profondo e se qualcuno trova lenimento in un binocolo altri lo cercano nel trasferire la violenza, probabilmente subìta in precedenza, su chi ritengono più debole. Jack può anche sembrare la vittima sacrificale ma ha dentro di sé la forza di chi ha dovuto scoprire e interiorizzare anzitempo il senso della parola ‘responsabilità’. Fino a giungere alle decisioni più estreme.
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