Regia di Werner Herzog. Un film con Werner Herzog. Titolo originale: Into the Abyss. Genere Documentario – GermaniaCanada2011durata 106 minuti. – MYmonetro 3,05 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Conroe, Texas. Michael Perry è nel braccio della morte. Verrà ucciso tra otto giorni, per il triplice omicidio compiuto dieci anni prima. Il ragazzo che era con lui quella notte, Jason Burkett, sconta invece l’ergastolo. E così suo padre, per altri reati. Werner Herzog esce dalla grotta che ha visto gli esseri umani dei primordi esprimere se stessi attraverso l’arte e fermare la propria esistenza nel racconto (Cave of forgotten dreams) ed entra nell’abisso di esistenze altrettanto senza tempo, congelate nella reclusione, dove la comune esperienza del passare dei giorni è alterata, per darcene il racconto altrimenti muto.
A tale of death. A tale of life, questo il titolo. Ancora una volta, Herzog è mosso da una curiosità personalissima. Dedicherà poi il documentario ai parenti delle vittime, ma inizialmente non pare dover rispondere a nessuno se non alla sua volontà di indagare agli estremi della vita, come sempre. Intervista, dunque, Perry e Burkett, la figlia e i fratelli delle vittime, la guardia che, dopo essersi occupata di 120 esecuzioni, è crollata in occasione di una di esse e non ha mai più messo piede al lavoro, la giovane avvocatessa che si è innamorata di Jason Burkett e, pur non potendolo toccare, l’ha sposato e ha trovato il modo di avere un figlio da lui. La posizione del regista è chiara da subito, l’annuncia pacatamente ma fermamente, e nonostante le inquadrature trattenute a lungo, le copiose lacrime degli intervistati in scena, non si avverte quasi mai la complicità di Herzog con l’una o l’altra dichiarazione e meno che mai la sua simpatia per l’una o l’altra delle persone coinvolte, se non quell’apertura umana che gli appartiene e che fa di lui il grande artista che è. Ciò che emerge dal documentario è piuttosto l’impossibilità di una sovrapposizione totale e univoca tra crimini e criminali: atroci i primi, umani i secondi. Soprattutto sotto questa luce va probabilmente intesa la dedica ai parenti delle vittime, che troppo spesso individuano la risposta ai loro abissali “perché?” in un capro espiatorio.
Pur preferendo senza dubbio i film e i documentari nei quali il regista tedesco ha accostato questi stessi temi in maniera meno diretta e frontale, è difficile pensare ad un modo più rispettoso e approfondito di condurre quest’indagine. L’ironia di cui egli è principe, pur emergendo in qualche modo dalla realtà famigliare degli intervistati e dall’incredibile accanirsi del destino su alcuni di essi, è di fatto opportunamente assente. Presenziano il riguardo e la compassione.

Into the Abyss (2011) on IMDb


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