Un film di Steve Sekely. Con Howard Keel, Nicole Maurey, Janette Scott, Jeannette Scott, Kieron Moore, Mervyn Johns. Titolo originale The Day of the Triffids. Fantascienza, durata 93 min. – USA, Gran Bretagna 1962. MYMONETRO L’invasione dei mostri verdi valutazione media: 2,25 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una pioggia di comete affascina il mondo e tutti si mettono a guardare l’incredibile spettacolo: la conseguenze è che tutti diventano ciechi. Bill Masen (Howard Keel) è ricoverato in ospedale per un’operazione agli occhi e si rammarica di non aver potuto seguire lo spettacolo a causa delle bende che gli coprono gli occhi. Si rammarica meno quando al risveglio si rende conto di quanto è accaduto e, toltesi le bende, si ritrova in una Londra desolata dove i ciechi brancolano disperatamente causando disastri. Altra conseguenza è che delle strane piante, i Trifidi, nate da semi provenienti dallo spazio, crescono impetuosamente diventando, dato che possono “camminare” e uccidere, una terribile minaccia per l’umanità. Tratto con parecchie libertà da uno dei classici della fantascienza inglese, dell’ottimo John Wyndham, è un film diseguale che però ben rappresenta, anche esteticamente, l’approccio britannico al fantahorror in rapporto a quello americano, più sbrigativo, dell’epoca. Più cura è data allo sviluppo dei personaggi e alle relazioni interpersonali, con il risultato che maggiore è la partecipazione dello spettatore alle loro vicende e migliore è conseguentemente l’impatto drammatico della storia. L’inizio è di grandissima efficacia, con il risveglio del protagonista nell’ospedale abbandonato e la sua scoperta di una Londra devastata e semideserta: non a caso verrà praticamente rifatto da Danny Boyle in #Vedi#28 giorni dopo. Il resto è meno efficace, ma non mancano buoni momenti di suspense. Gli effetti speciali sono poco memorabili, ma suscitano simpatia per la loro spiccata artigianalità. Le sequenze del faro sono girate da Freddie Francis (al suo esordio, non accreditato, alla regia) per aggiungere “polpa” a un film che al termine della lavorazione era risultato troppo corto.