Un film di Giovanni La Parola. Con Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Sabrina Impacciatore, Claudio Gioé, Ernesto Mahieux. continua» Commedia, durata 90 min. – Italia 2005. uscita giovedì 13 aprile 2006. MYMONETRO … e se domani valutazione media: 2,92 su 38 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Mimì ha 34 anni e da quando ne ha 12 è innamorato di Caterina. È siciliano ma proprio per scappare dal pensiero di lei si è trasferito a Milano. Il destino li fa incontrare di nuovo, ma lei è sposata e incinta. Quando il marito di lei improvvisamente muore Mimì inizia a dedicare la sua vita, con devozione e dedizione assoluta, alla donna e alla bambina. Gli affari vanno male e Mimì si ritrova sul lastrico, Caterina gli volta le spalle e lui, entrato in banca per suicidarsi, compie una rapina con tanto di ostaggi.
Ispirato ad una storia realmente accaduta in Italia nel 1998 il film, diretto dall’esordiente Giovanni La Parola è sapientemente interpretato da Luca Bizzarri e Paolo Kassisoglu (i due volti noti de “Le Iene” ma anche ottimi attori di E allora mambo e Tandem) e da Sabrina Impacciatore, altro famoso personaggio televisivo. Con la tormentata voce di Mina che intona “E se domani” a fare da sottofondo, si dipana questa commedia dal sapore agrodolce, che alterna momenti di sincera comicità quasi grottesca a fasi di intensa e partecipata drammaticità; uno spunto per riflettere sulla vita nella società contemporanea, divisa fra chi ne ha assorbito tutta la razionalità e l’attaccamento al denaro e chi non si rassegna a sognare, a sperare ciecamente e forse ottusamente nella vittoria dei sentimenti, pur rischiando di soffrire, di essere “perdente”, in una società che certo non premia idealisti e sognatori.
Se il cinema italiano si è già molte volte occupato della generazione dei trenta-quarantenni (da La verità, vi prego sull’amore al più patinato L’ultimo bacio) e delle loro problematiche sentimentali-esistenziali, questa pellicola sembra proprio prendere le distanze dal panorama di un certo cinema italiano di oggi, spesso statico e convenzionale, facendo come suoi punti di forza un ritmo incalzante, un montaggio serrato, una regia che non ha paura di mostrarsi ma che anzi avvicina la macchina da presa ai suoi personaggi seguendone i più piccoli moti d’animo.
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