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Regia di Pietro Germi. Un film Da vedere 1965 con Franco FabriziOlga VilliVirna LisiBeba LoncarGastone MoschinGigi BallistaCast completo Genere Commedia – ItaliaFrancia1965durata 120 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,03 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sulla piazza del mercato, ai tavolini del caffè, siedono gli uomini che guardano le donne. Sono un coro variegato di borghesi veneti, professionisti del perbenismo di facciata, cattodemocristiani protetti in qualche modo dall’alto, che cadono sempre in piedi. C’è Toni Gasparini, che confessa al dottor Castellan il suo problema di impotenza, suscitando nel medico la fregola irresistibile del pettegolezzo. Così, mentre gli amici ridono alle sue spalle, il Gasparini ride di più, nel letto della moglie del dottore, al quale aveva dato a credere una bugia bella e buona. Poi c’è Bisigato, impiegato di banca, afflitto da una moglie insopportabile, che crede di poter cominciare una nuova vita con Milena, una giovane cassiera, ma non fa i conti con i presunti amici e con il tabù della separazione coniugale. E poi c’è Benedetti, il venditore di scarpe, che adocchia una bella ragazza di campagna e le fa fare generosamente il giro di tutti i suoi compari. Peccato che la ragazza sia minorenne e che il padre di lei li porti tutti in tribunale. Toccherà all’irreprensibile moglie di Gasparini occuparsi di risolvere l’inconveniente a suon di bigliettoni e non solo.
Da un soggetto di Luciano Vincenzoni, che ha raccolto il materiale narrativo nella sua Treviso (la città del film, mai nominata ma riconoscibilissima), Germi trae la sua commedia di costume più nera e più alta. È una satira bruciante, tanto che in molti, tra i critici italiani, si scottarono e non ne riconobbero da subito il valore, preferendo gli altri due film della trilogia, Divorzio all’italiana Sedotta e abbandonata, ambientati nella più remota Sicilia. Ci penserà il Festival di Cannes a tributare per primo al film il plauso internazionale che meritava, con la Palma d’oro del ’66 (ex aequo con Un uomo, una donna di Lelouch).
Sceneggiato da Age e Scarpelli, il film deve in verità la sua straordinaria struttura narrativa ad un’idea di Ennio Flaiano (non accreditato), che s’ingegnò per cercare una cornice che lo emancipasse dal genere boccaccesco della pellicola ad episodi, di gran voga in quel periodo. L’ideazione del coro di personaggi, che si assomma nella piazza cittadina, assurgendo a emblema di una logica ideologica di gruppo o ancor meglio di branco, per poi lasciar spazio ai singoli assoli, supera lo strumento decorativo, al punto che la cornice diventa il film stesso, il suo stile e il suo senso.
Il coro, unitamente all’aria e al recitativo, porta con sé anche un’idea di melodramma, che riaffiora specialmente nel secondo dei tre atti, nella figura tragica del personaggio interpretato da Gastone Moschin, così come nell’aria d’opera accennata da Castellan e Scarabello (“La bella figlia dell’amor”, dal Rigoletto, che Germi non riuscì ad inserire qui, andrà a far parte del primo capitolo di Amici miei).
A distanza di cinquant’anni esatti, favorito da un ottimo restauro, Signore & signori si conferma un’opera di amara attualità e d’inalterata modernità.

The Birds, the Bees and the Italians (1966) on IMDb

Regia di John Ford. Un film Da vedere 1956 con John WayneNatalie WoodWard BondJeffrey HunterVera MilesJohn QualenCast completo Titolo originale: The Searchers. Genere Western – USA1956durata 119 minuti. – MYmonetro 4,06 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

1868: la guerra civile è finita da tre anni ed Ethan (Wayne) torna a casa. Viene accolto dalla famiglia del fratello. Qualche giorno dopo, con un gruppo di coloni partecipa a una battuta contro una banda di indiani. Nel frattempo la famiglia di suo fratello viene trucidata, tranne una nipotina di pochi anni che viene rapita dagli indiani. Insieme al giovane Martin (J. H.) Ethan comincia la ricerca, che durerà dieci anni. Alla fine trova la ragazza che è diventata un’indiana. Ethan è sul punto di ucciderla, ma all’ultimo momento si ravvede e la porta a casa. Il film è considerato un capolavoro persino dalla grande critica ufficiale, che ha sempre ritenuto il western un genere minore e troppo popolare. Nella più recente classifica stilata da critici di tutto il mondo Sentieri selvaggi è addirittura al quarto posto. In realtà Ford aveva realizzato altri capolavori, più puliti e rigorosi, come Ombre rosse e Sfida infernale, ma Sentieri selvaggi presenta un versante “intellettuale” e spurgato del mito che lo fa preferire (da “quella” critica appunto) ai precedenti titoli, più ingenui e allineati a una morale più rassicurante e “bonariamente” manichea. Si tratta comunque di un grande film che dibatte i grandi temi fordiani e ne aggiunge altri. Wayne non era mai stato così negativo e isterico: l’attore si piacque tanto che diede a suo figlio, nato in quei giorni, il nome di Ethan. Wayne e il giovane compagno percorrono territori e stagioni, nel deserto, nella neve, fra gli indiani, i banditi, i piccoli e grandi paesi, guidati da una notizia, da un sentito dire. Ciclicamente tornano a casa, sempre più stanchi e delusi, ma ripartono e continuano a cercare la ragazza. Faticano a oltranza per la propria identità e coerenza.

The Searchers (1956) on IMDb
Locandina italiana L'ora più buia

Regia di Joe Wright. Un film Da vedere 2017 con Gary OldmanKristin Scott ThomasLily JamesStephen DillaneRonald PickupCast completoTitolo originale: Darkest Hour. Genere Drammatico – Gran Bretagna2017durata 114 minuti. Uscita cinema giovedì 18 gennaio 2018 distribuito da Universal Pictures. Oggi tra i film al cinema in 1 sala cinematografica Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,49 su 62 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Gran Bretagna, 1940. È una stagione cupa quella che si annuncia sull’Europa, piegata dall’avanzata nazista e dalle mire espansionistiche e folli di Adolf Hitler. Il Belgio è caduto, la Francia è stremata e l’esercito inglese è intrappolato sulla spiaggia di Dunkirk. Dopo l’invasione della Norvegia e l’evidente spregio della Germania per i patti sottoscritti con le nazioni europee, la camera chiede le dimissioni a gran voce di Neville Chamberlain, Primo Ministro incapace di gestire l’emergenza e di guidare un governo di larghe intese. A succedergli è Winston Churchill, con buona pace di re Giorgio VI e del Partito Conservatore che lo designa per soddisfare i Laburisti.

Avevamo bisogno di un altro film su Winston Churchill? Probabilmente no ma davanti alla performance di Gary Oldman L’ora più buia è la benvenuta. L’Homburg di feltro, il grosso sigaro, il panciotto, la voce grassa, il corpo goffo, il whisky (sempre) alla mano, il mumblingpermanente, lo rendono una sfida irresistibile per qualsiasi attore. Se sei un artista di eminenza e hai raggiunto l’età e la rotondità necessarie allora non puoi sottrarti dall’interpretarlo. Incarnare Winston Churchill per un attore è un rito di passaggio, un privilegio non privo di responsabilità. Richard BurtonAlbert FinneyMichael GambonTimothy SpallViktor Stanitsyn (ben quattro volte), John LithgowBrian Cox, per citare soltanto gli esempi più celebri, si sono alzati uno dopo l’altro nella Camera dei Comuni a pronunciare uno dei suoi celebri discorsi, a dettare altrettante celebri lettere, a masticare il tabacco, a ringhiare il proprio disappunto al nemico ai microfoni di Radio Londra.

Darkest Hour (2017) on IMDb
Locandina Il sospetto

Un film di Alfred Hitchcock. Con Joan FontaineCary GrantNigel BruceCedric HardwickeMay Whitty. continua» Titolo originale SuspicionDrammaticob/n durata 99 min. – USA 1941

Una ragazza fugge di casa per sposare l’amato. Quasi subito si accorge che lui, per procurarsi i soldi necessari alla loro sopravvivenza, non va troppo per il sottile. Sospetta addirittura che abbia ucciso un loro facoltoso amico e stia per eliminare anche lei. Sconvolta, decide di partire. Finale, naturalmente, a sorpresa

 Il sospetto
(1941) on IMDb

Regia di Akira Kurosawa. Un film Da vedere 1990 con Martin ScorseseAkira TeraoMitsuko BaishoHisashi IgawaToshie NegishiCast completo Titolo originale: Konna yume wo mita. Genere Fantastico – GiapponeUSA1990durata 120 minuti. – MYmonetro 3,95 su 18 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

8 racconti (“Questi sogni che ho visto” dice il titolo giapponese), legati dalla presenza di un personaggio che parla in prima persona. I primi 2 rimandano all’infanzia dell’autore; i 3 successivi agli anni ’30 e ’40; didattici il 6° e il 7° sull’apocalisse nucleare. Le nostre preferenze personali vanno al 2° (“Il pescheto”) e all’8° (“Il villaggio dei mulini”), ma ammiriamo anche il 1° (“Sole attraverso la pioggia”), il 3° (“La tempesta”), il 5° (“Corvi” su Van Gogh con M. Scorsese); non ci dispiace il 4° (“Il tunnel”). Realizzato con la consulenza di I. Honda ( Godzilla ), l’apporto finanziario di Steven Spielberg e George Lucas, gli effetti speciali dell’Industrial Light & Magic. Ora visionario, ora tenerissimo, sempre di alto livello figurativo.

Dreams (1990) on IMDb

Un film di Fritz Lang. Con Lil DagoverAlfred AbelRudolf Klein-RoggeAnita BerberAud Egede Nissen. continua» Titolo originale Dr. Mabuse, der SpielerHorrorb/n durata 185 min. – Germania 1922MYMONETRO Il dottor Mabuse ****- valutazione media: 4,34 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Diviso in due parti, Ein Bild der Zeit (Il grande giocatore-Un quadro dell’epoca) e Inferno-Menschen der Zeit (Inferno-Uomini dell’epoca), è il primo dei tre film che Fritz Lang ha dedicato alla figura del genio malefico del dottor Mabuse (gli altri due sono Il testamento del dottor Mabuse-1933 e Il diabolico dottor Mabuse-1960). I diversi capitoli della saga sono il prodotto di tre periodi oscuri della storia tedesca del secolo scorso: gli anni sonnambuleschi della Repubblica di Weimar, l’incubo folle del nazismo, e il terrore della guerra fredda. Mabuse, incarnazione del male assoluto e a capo di un’organizzazione criminale internazionale, è capace di provocare un crollo in borsa e di appropriarsi di enormi ricchezze grazie al suo potere ipnotico.

Dr. Mabuse, the Gambler (1922) on IMDb

Ci sono due versioni, a voi la scelta se satrip con vign ita o dvdrip con vign eng.

Regia di László Nemes. Un film Da vedere 2015 con Géza RöhrigLevente MolnárUrs RechnTodd CharmontSándor ZsótérMarcin CzarnikCast completo Titolo originale: Saul Fia. Genere Drammatico, – Ungheria2015durata 107 minuti. Uscita cinema giovedì 21 gennaio 2016 distribuito da Teodora Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,04 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Auschwitz 1944: la giornata di ordinario orrore di Saul, membro di un Sonderkommando – ebrei con il compito di condurre i connazionali nelle camere a gas e poi di cremare i “pezzi” (così le SS chiamavano i cadaveri) – che rischia la vita per trovare un rabbino che reciti il Kaddish (la preghiera funebre) sul cadavere di un bambino in cui ha creduto di riconoscere un figlio. Esordio lancinante, come regista e cosceneggiatore (con Clara Royer), dell’ungherese Nemes, allievo di Béla Tarr, campione di cinema estremo. Formato ristretto (4:3), camera a spalla, ininterrotti primi piani e soggettive del protagonista, colori desaturati, sfondi sfocati, assenza totale di musica (sostituita dal robotico ossessivo sottofondo sonoro degli ordini e delle imprecazioni delle SS); Nemes è riuscito nell’impossibile impresa di girare un film originale sulla Shoah, capace di immergere lo spettatore in un campo di sterminio nazista e di fargliene toccare con mano l’orrore, ma con un tocco di grazia, senza mai scadere nel trucido. Merito della poesia che scaturisce dall’antitesi tra la violenza e l’odio, che accomunano SS e Sonderkommando, e l’amore e la pietà di Saul, simbolo della vita che risorge proprio nel regno della morte. Gran Premio della Giuria a Cannes 2015, Golden Globe 2015 come miglior film, Oscar 2016 per il film straniero.

Son of Saul (2015) on IMDb

Regia di Giorgio Diritti. Un film Da vedere 2009 con Alba RohrwacherMaya Sansa, Claudio Casadio, Greta Zuccheri MontanariStefano BicocchiEleonora MazzoniCast completo Genere Drammatico, – Italia2009durata 117 minuti. Uscita cinema venerdì 22 gennaio 2010 distribuito da Mikado Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,96 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Quella di Monte Sole (BO) è la più grave delle stragi fatte dalle truppe tedesche dopo l’8-9-1943: 771 civili (216 bambini) massacrati dalle SS tra il 22-9 e il 5-10-1944 per aver aiutato i partigiani della Brigata Stella Rossa. Al centro del 2° film – prodotto e diretto dal bolognese Diritti dopo Il vento fa il suo giro – c’è la bambina Martina che fa da filtro alla vicenda storica. Da quando le è morto in braccio un fratellino, ha smesso di parlare. Tiene un diario. Nel dicembre 1943, la sua mamma rimane ancora incinta: quando il fratellino nasce in settembre, Martina s’impegna a salvarlo: è lui l’uomo che verrà. È un’altra storia di una comunità montana, ma in tempi tragici. L’assillo del realismo spinge Diritti a far parlare le 2 attrici professioniste e gli altri interpreti nel dialetto bolognese di allora. Un film sulla Resistenza così non si era mai visto: senza eroi né eroismi, senza una divisione netta tra “buoni” e “cattivi”, con un impianto antropologico che diventa epico: la guerra raccontata dal basso, dalle sue vittime. Non mancano gli spunti fantastici, un’ombra di fiabesco in una favola tragica. Il puntiglio di verità retrospettiva permea la mobilissima fotografia di Roberto Cimatti e i costumi “invisibili” di Lia Francesca Morandini. Come in Olmi, il senso del sacro è profondamente legato alla cultura contadina e al rapporto con la Natura, ma con una netta dimensione femminile. Scritto con Giovanni Galavotti, Tania Pedroni. Prodotto da Aranciafilm/Rai Cinema. 3 David di Donatello: miglior film, produttore e fonico in presa diretta. Distribuito da Mikado. 200 giorni in cartellone al Mexico di Milano.

The Man Who Will Come (2009) on IMDb

Regia di Cristi Puiu. Un film Da vedere 2020 con Agathe BoschUgo BroussotMarina PaliiDiana SakalauskaitéIstván Teglas. Genere Drammatico – RomaniaSerbiaSvizzeraSveziaBosnia-HerzegovinaMacedonia2020durata 200 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,06 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

In una grande casa padronale di campagna Nikolai, proprietario terriero, si intrattiene con alcuni ospiti su temi filosofici e morali. Si passa dall’Anticristo alla presenza della morte nel mondo, dal senso della guerra al progresso civile e morale.

Cristi Puiu affronta i “Tre dialoghi” di Vladimir Sergeevic Solovyev, un testo che attrasse l’attenzione e l’ammirazione di Dostoevskij e di Tolstoj e che ha continuato ad influenzare la cultura cristiana tanto che Giovanni Paolo II nell’enciclica “Fide et Ratio” lo cita come uno dei pensatori che hanno condotto una coraggiosa ricerca sul rapporto tra filosofia e parola di Dio.

Puiu ne rilegge l’opera compiendo una scelta radicale sul piano cinematografico ben consapevole del rischio che corre proponendo un film di così lunga durata affidato fondamentalmente alla parola e al contendere filosofico raffinato. Ha, a precederlo, il cinema di un Maestro del cinema: Eric Rohmer il quale, oltre ad aver calato nella quotidianità dei nostri tempi riflessioni altrettanto complesse nei cicli dei “Racconti morali”, delle “Commedie e Proverbi ” e delle “Quattro stagioni” si era confrontato con la classicità in Las marchesa von…Perceval le gallois e La nobildonna e il duca.

Puiu divide la narrazione in capitoli ognuno dei quali ha il nome di un personaggio e in cui si permette di variare le modalità di ripresa. Si passa dai piani sequenza ad inquadrature fisse in campo medio o lungo per poi conversare a tavola con campi e controcampi. Al centro ci sono personalità che finiscono con l’incarnare differenti posizioni in rapporto sia alla fede che alla politica. C’è chi detesta il fatto che i militari vengano considerati non più quelle figure gloriose che erano nel passato e chi inneggia a una pace universale o ritiene inevitabile un’unione tra i popoli d’Europa che ponga fine alle rivalità e a cui la Russia non potrà far mancare la sua presenza. Su tutto però domina il rapporto con la Parola evangelica e con le sue diverse (quando non opposte) letture.

Manor House (2020) on IMDb

Non esiste versione in italiano

Regia di Kenji Mizoguchi. Un film Da vedere 1954 con Kyôko KagawaKinuyo Tanaka, Kisho Hayanagi. Titolo originale: Sanshô Dayû. Genere Drammatico – Giappone1954durata 124 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 4 recensioni.

Nel Giappone feudale dell’XI secolo la dolorosa odissea della famiglia del governatore di una provincia, spodestato perché troppo umano. Rapiti da briganti sono ridotti in schiavitù: la moglie costretta a prostituirsi, i due figli adolescenti sottoposti a fatiche massacranti. Prodotto dalla Daiei di Kyoto, tratto da un romanzo di Mori Ogai (eminente scrittore antinaturalista), adattato da Yoda Yoshikata e Fuji Yahiro. È un racconto corale che tende all’affresco storico più che al dramma individuale in bilico tra leggenda e tragedia, biblica più che greca, sull’ingiustizia, la violenza, lo sfruttamento. La castità espressiva anche nelle scene più crude e il lirismo di alcuni momenti memorabili (il suicidio della figlia Anju, il riconoscimento finale tra Zushio e la vecchia madre cieca) ne fanno un film di alto rigore stilistico dove, una volta di più, si mette l’accento sulla forza amorosa delle donne rispetto alla debolezza degli uomini. 3° Leone d’argento consecutivo dopo La vita di O-Haru (1952) e I racconti della luna pallida d’agosto (1953).

Sansho the Bailiff (1954) on IMDb
Anni difficili - Film (1947)

Regia di Luigi Zampa. Un film Da vedere 1948 con Milly VitaleDelia ScalaMassimo GirottiAve NinchiUmberto SpadaroErnesto AlmiranteCast completo Genere Drammatico – Italia1948durata 113 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Nel 1935 onesto impiegato municipale siciliano è costretto a iscriversi al PNF. Quando nel 1944 arrivano gli Alleati, il sindaco che, come podestà, gli aveva imposto di prendere la tessera fascista, lo epura. Con Anni facili e L’arte di arrangiarsi è la 1ª parte di una trilogia che Vitaliano Brancati scrisse per Zampa, traendola qui dal racconto Il vecchio con gli stivali (1944). Efficace mistura tra satira e pathos. Oltre alle violente ripulse sulla stampa di destra, dove si arrivò a chiederne il sequestro per diffamazione della patria, suscitò un acceso dibattito.

Anni difficili (1948) on IMDb

L'uomo di Laramie – Movie ConnectionUn film di Anthony Mann. Con James Stewart, Arthur Kennedy, Donald Crisp, Cathy O’Donnell.  Titolo originale The Man from Laramie. Western, durata 104′ min. – USA 1955. MYMONETRO L’uomo di Laramie * * * * - valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Capitano americano si finge mercante e va in Messico per scoprire chi vende fucili agli Apaches. Il suo compito è duramente ostacolato dal figlio di un ricco proprietario. 5° e ultimo film di Mann con Stewart, scritto da Philip Yordan e Frank Burt che gli hanno dato una struttura da tragedia classica sulla fine di una potente e corrotta famiglia. Una dose di violenza maggiore del solito, dialoghi piccanti, un ottimo uso dei paesaggi del New Mexico. Il sapiente gioco dei conflitti psicologici in un mondo primitivo ha un’insolita attendibilità storica. 1° film in Cinemascope di Mann. Restaurato.

The Man from Laramie (1955) on IMDb
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Regia di Mia Hansen-Løve. Un film Da vedere 2014 con Félix de Givry, Pauline EtienneHugo ConzelmannRoman KolinkaVincent MacaigneGreta GerwigCast completo Titolo originale: Eden. Genere DrammaticoThriller, – Francia2014durata 131 minuti. Uscita cinema giovedì 13 agosto 2015 distribuito da Movies Inspired. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Nella Parigi anni ’90 il 20enne Paul rinuncia a laurearsi per fare il DJ. Lancia il genere garage e per alcuni anni ha successo e se la spassa tra donne, alcol e droghe. Poi la musica cambia. Scritto dalla regista insieme al fratello Sven, ex DJ, ritrae in stile realistico, fino a sconfinare nel documentario, l’utopia giovanile dei baby boomers dei ’70, ma si può leggere anche come una versione attuale – con la madre al posto del padre che non c’è – della parabola del figliol prodigo. Benché prolisso, auto compiaciuto e a tratti noioso, seduce con la sua originale forza visiva, potenziata dalla camaleontica fotografia di Denis Lenoir, e con il glamour nostalgico della onnipresente colonna sonora.

Eden (2014) on IMDb
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Un film di Kira Muratova. Con Zinaida Sharko, Oleg Vladimirsky, Tatyana Mychko, Yuri Kayurov, Svetlana Kabanova, Lidiva Dranovskaya, Lidiya Brazilskaya Titolo originale Dolgie provody. Drammatico, durata 97 min. – URSS 1971. MYMONETRO Lunghi addii * * * * - valutazione media: 4,00 su 1 recensione.

È davvero un lungo addio quello fra una madre tormentosa e opprimente, divorziata dal marito archeologo, e suo figlio Ustinov, silenzioso e solitario come uno spettro, in sua presenza. Lei vorrebbe penetrare nel complicato mondo del figlio, lui dal canto suo, vorrebbe che non invadesse anche quello, tanto da costruire un muro di parole ripetute mille volte e di mutismi assordanti che si frappone nel loro rapporto, già parecchio alienante e tortuoso. Fino a quando non riemergerà la figura del padre, portando nella mente di Ustinov il pensiero di una nuova vita, lontano da gelosie, rimproveri e consigli materni inopportuni.
Censurata fino alla Glasnost del 1987 (quell’ampia riforma politica atta a rimuovere corruzioni e privilegi dell’apparato governativo sovietico), la Muratova – una delle più celebri registe russe del XX secolo, parecchio influenzata dalla Nouvelle Vague -, dimostra tutto il suo anticonvenzionale talento nel dirigere (in una Russia che deve fare ancora i conti con le revisioni dello stalinismo) una pellicola moderna e d’avanguardia come questa, ben attenta a non compiere giri di boa, attorno a randagismi sentimentali banali, che potrebbero far cadere la trama (peraltro perfetta) nei più ovvi cliché. Ottima la sceneggiatura che scava alla ricerca dello straordinario nell’ordinario di tutti i giorni; tanto appassionante che è impossibile non riuscire a comprendere le inadeguatezze, i masochismi, le depressioni e le monotonie dei personaggi, veri motivi dei comuni lunghi addii.
Un particolare plauso va all’attrice teatrale e cinematografica Zinaida Sharko (una sorta di Claudia Cardinale russa), perfettamente calata nel ruolo di una madre che alterna la civetteria con gli altri uomini alla debole gelosia per le ragazze che il figlio bacia, ma che fondamentalmente cerca, con una notevole punta di disperazione, di non farsi abbandonare per la seconda volta. Bravo anche Oleg Vladimirsky nel ruolo dello sfuggevole Ustinov, che oggi è un affermato fotografo artistico.

The Long Farewell (1971) on IMDb

Que viva México! (unfinished film) - WikipediaQue viva Mexico! (¡Que viva México!) è un film incompiuto del 1931, diretto dal regista sovietico Sergej Michajlovič Ėjzenštejn

Le riprese furono svolte in Messico nel periodo 1931-1932, col finanziamento di un gruppo nordamericano capeggiato da Mary e Upton Sinclair. I soldi terminarono anticipatamente alle esigenze ed il regista fu richiamato in Unione Sovietica dove, tra l’altro, era caduto in disgrazia presso Stalin. I sovietici non vollero neppure saperne di acquistare il vasto materiale già disponibile che, secondo accordi, avrebbe dovuto raggiungere il regista rimpatriato. I produttori, per realizzare qualcosa, ne permisero la successiva distribuzione sotto la regia di altri autori. Il materiale fu così suddiviso e utilizzato per la realizzazione di: Lampi sul Messico (1933), Eisenstein in Mexico (1933), Death Day (1934) e Time in the Sun (1940).

In questa si assiste a una premessa dello stesso Alexandrov che spiega le vicissitudini della pellicola e le modalità con le quali è stata completata e viene presentata.

Il film ha un prologo, un epilogo e si divide in cinque episodi: “Conquest”, “Sandunga”, “Fiesta”, “Maguey” e “Soldadera”, dei quali solo l’ultimo non fu completato. Elementi narrativi, di viaggio e storici occupano le sezioni in vario modo. La recente rivoluzione di quel paese è prevalentemente sullo sfondo di una ricerca artistica ad ampio respiro. La suggestiva scenografia offre una visione complessa della vita in Messico.

Nella versione del 1979 il commento è affidato alla lettura della sceneggiatura originale scritta dallo stesso Ejzenštejn. Al termine del quarto episodio appare nuovamente Alexandrov a riassumere e spiegare il contenuto di quello che doveva essere il capitolo chiave e che è rimasto incompiuto e del quale non viene mostrata altro che qualche foto di scena: “Soldadera”, con la rappresentazione del riscatto del popolo messicano per mezzo della rivoluzione. Premessa all’epilogo pieno di speranza che segue e conclude il film.

Thunder Over Mexico (1933) on IMDb
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Locandina italiana L'attimo fuggenteUn film di Peter Weir. Con Robin Williams, Ethan Hawke, Norman Lloyd, Robert Sean Leonard, Josh Charles. Titolo originale Dead Poets Society. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 130′ min. – USA 1989. MYMONETRO L’attimo fuggente * * * * - valutazione media: 4,07 su 130 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

John Keating, insegnante di letteratura inglese, arriva nel 1959 alla Welton Academy dove regnano Onore, Disciplina, Tradizione e ne sconvolge l’ordine insegnando ai ragazzi, attraverso la poesia, la forza creativa della libertà e dell’anticonformismo. Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell’individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l’applauso. Di suo P. Weir ci mette l’abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca R.S. Leonard sebbene solo E. Hawke abbia fatto carriera. Eccellente R. Williams. Oscar per la sceneggiatura di Tom Schulman. Inatteso campione d’incassi 1989-90.

Dead Poets Society (1989) on IMDb
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Locandina La figlia del ventoUn film di William Wyler. Con Henry Fonda, George Brent, Fay Bainter, Bette Davis Titolo originale Jezebel. Drammatico, b/n durata 103′ min. – USA 1938. MYMONETRO La figlia del vento * * * * - valutazione media: 4,00 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal dramma (1933) di Owen Davis: New Orleans, 1850. Giovane proprietaria di piantagioni esaspera con i suoi capricci l’uomo amato che la lascia e sposa un’altra. Quando anni dopo lui s’ammala di febbre gialla lo raggiunge in quarantena, disposta a morire. Due momenti forti in questo melodramma che fu la risposta (anticipata) della Warner a Via col vento: la scena del ballo e le sequenze dell’epidemia. La Davis vinse il suo 2° Oscar dopo Paura d’amare e la Bainter quello dell’attrice non protagonista. Nomination per regia, fotografia di E. Haller e musiche di M. Steiner, ammirevoli.

Jezebel (1938) on IMDb
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http://pad.mymovies.it/filmclub/2006/05/368/imm.jpgUn film di Rob Reiner. Con River Phoenix, Wil Wheaton, Corey Feldman, Kiefer Sutherland, Richard Dreyfuss. Titolo originale Stand by Me. Avventura, Ratings: Kids+13, durata 87′ min. – USA 1986. MYMONETRO Stand By Me – Ricordo di un’estate * * * * - valutazione media: 4,09 su 96 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Estate del 1959, nell’Oregon. Quattro ragazzini partono per un’escursione di cinquanta chilometri lungo la ferrovia, affrontando varie avventure e scoprendo il cadavere di un ragazzo scomparso giorni prima. Da un racconto (The Body, 1982) di Stephen King, sceneggiato da Raynold Gideon e Bruce A. Evans, nominati all’Oscar, uno dei film più belli sull’adolescenza degli anni ’80, nel miracoloso equilibrio della memoria tra sentimento e avventura. Sarebbe piaciuto a Truffaut. Bravissimi i quattro ragazzini. Fotografia stupenda di Thomas Del Ruth. Musica: Jack Nitzsche con la canzone “Lollipop”. Il titolo è lo stesso di una canzone di Ben E. King.

Stand by Me (1986) on IMDb
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Don Camillo - Film (1952) - MYmovies.itDon Camillo Tarocci è un personaggio letterario creato dallo scrittore e giornalista italiano Giovannino Guareschi, come protagonista (opposto all’antagonista amico-nemico Peppone) in una serie di racconti nei quali è il parroco di un piccolo paese in riva al Po (nelle riduzioni cinematografiche identificato poi con Brescello -e il vicino comune di Boretto– nel quale son girate diverse scene, sebbene don Camillo sia presentato dall’autore nella prima storia come “l’arciprete di Ponteratto“), un ambiente che Guareschi definisce Mondo Piccolo, idealmente paradigmatico della realtà rurale italiana del dopoguerra.

Gli episodi prodotti dalla Cineriz sono cinque:

The Little World of Don Camillo (1952) on IMDb
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Risultati immagini per Un Volto nella FollaUn film di Elia Kazan. Con Andy Griffith, Patricia Neal, Anthony Franciosa, Walter Matthau, Lee Remick. Titolo originale A Face in the Crowd. Drammatico, Ratings: Kids+13, b/n durata 125′ min. – USA 1957. MYMONETRO Un volto nella folla * * * * - valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Con l’aiuto di una giornalista spregiudicata Lonesome Rhodes, cantante girovago dell’Arkansas, diventa un folk-singer di successo, un idolo delle folle televisive, un demagogo megalomane. Sarà la giornalista a determinare la sua fine. Scritto, come Fronte del porto, da Budd Schulberg (dal suo racconto Your Arkansas Traveller), è uno dei più critici film americani sull’industria culturale e i mass media, sostenuto da un ritmo sincopato e da un’energia forsennata. “Il più americano dei miei film”, lo definì Kazan: troppo in anticipo sui tempi per avere successo. La difficile commistione di satira e tragedia è quasi perfetta. Come sempre in Kazan, la recitazione è ammirevole. 1° film per Griffith e Remick.

A Face in the Crowd (1957) on IMDb
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