Category: 4.00/4.09


Regia di Rok Bicek. Un film Da vedere 2013 con Igor SamoborNatasa Barbara GracnerTjasa ZeleznikMasa DergancRobert PrebilCast completo Titolo originale: Razredni sovraznik. Genere Drammatico, – Slovenia2013durata 112 minuti. Uscita cinema giovedì 9 ottobre 2014 distribuito da Tucker Film. – MYmonetro 3,76 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nell’omonima pièce di Nigel Williams, inscenata a Milano nel 1983 dal Teatro dell’Elfo, 6 studenti se ne fanno di tutti i colori attendendo un nuovo professore che non arriva mai. L’opera 1ª dello sloveno Bi&9 ek comincia con l’arrivo di un professore di tedesco chiamato a supplire, causa maternità, la titolare, la tipica prof. la cui priorità didattica è accattivarsi, vezzeggiandoli, gli studenti, che sono, chi più chi meno, ilarmente vuoti e creativamente svaccati – salvo il primo della classe, vuoto saccentemente e svaccato conformisticamente. Il supplente è un uomo serio, di essenziali parole, conoscitore appassionato della lingua e della letteratura tedesca e fervente cultore di Thomas Mann, intenzionato a far comprendere ai suoi studenti cosa davvero significhi essere uomini e a ottenere che pretendano da sé stessi il massimo. Il conflitto, dapprima strisciante, esplode in seguito al suicidio di una studentessa: gli studenti incolpano il supplente della morte della loro compagna. Scritto magistralmente dal regista, insieme a Nejc Gazvoda e Janez Lapajne, attinge alle sue esperienze scolastiche, ma in filigrana vi traspare Un nemico del popolo di Ibsen. È un’acuminata, chirurgica, implacabile radiografia dello sfacelo della scuola ma anche dell’intera società, che ne è causa ed effetto. La cinepresa del regista-stalker bracca i personaggi e ne stana le miserie con i continui mezzi busti, primi e primissimi piani, senza risparmiare nessuno, neanche il protagonista, che è l’unico consapevole dell’estremo pericolo, ma non riesce a far arrivare il suo grido d’allarme agli studenti. Premio Fedeora per la migliore opera 1ª della Settimana internazionale della critica a Venezia 2013. Andrebbe visto in tutte le scuole.

 Class Enemy
(2013) on IMDb
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Regia di Marcel L’Herbier. Un film con Brigitte HelmPierre AlcoverAlfred Abel. Genere Drammatico – Francia1928durata 100 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

Sull’orlo della bancarotta per le manovre del suo concorrente Gundermann (Abel), il banchiere Saccard (Alcover) punta tutto su Hamelin (Victor), aviatore che, messo a punto un nuovo carburante, vuole organizzare una trasvolata oceanica di 7000 km fino alla Guyana dove esistono ricchi terreni petroliferi da sfruttare. La falsa notizia della morte di Hamelin in volo provoca il panico in Borsa e una serie di manovre, speculazioni, intrighi e drammatici avvenimenti. Saccard e, al suo rientro, Hamelin vanno sotto processo, mentre Gundermann risolve la situazione, facendo, nello stesso tempo, un’ottima figura e i propri interessi. Ultimo film muto di M. L’Herbier che lo produsse e liberamente adattò, aggiornandolo, il romanzo (1891) di Émile Zola, uscì alla vigilia del crollo di Wall Street, mentre già erano in distribuzione i primi film sonori: il che spiega in parte il suo insuccesso commerciale, causato anche dall’incomprensione della critica, incapace di apprezzarne le qualità stilistiche, frutto di una geniale rielaborazione dell’avanguardia filmica degli anni ’20. Soltanto negli anni ’60 se ne compresero l’importanza, la novità, l’attualità: l’audace commistione di un montaggio corto (1952 inquadrature per 130′, ossia in media 6 secondi e mezzo per inquadratura) con i frenetici movimenti della cinepresa, commistione che esprime l’onnipotenza del denaro sui luoghi, la società, gli individui. Il punto più alto o almeno più spettacolare di questa frenesia è raggiunto nella famosa sequenza della Borsa (2000 comparse, 15 cineprese, un marchingegno meccanico che permette a una delle 15 di piombare da un’altezza di 22 metri). A questo virtuosismo tecnico si aggiunge la sobrietà nella direzione degli attori, dominati dal dinamismo delle cineprese mobili che li braccano. La denuncia polemica dello strapotere del denaro e della speculazione finanziaria “ha tolto al racconto ogni sentimentalismo, ogni magniloquenza per lasciare il posto a un’allegoria ardente e gelida, a un grande affresco astratto e intemporale…” (J. Lourcelles). Sulla lavorazione del film Jean Dreville girò il documentario Autour de “L’argent” che fece epoca. Il romanzo di Zola fu riportato sullo schermo nel 1936 da Pierre Billon.

 L'argent
(1928) on IMDb

Regia di Roman Polanski. Un film Da vedere 1968 con Mia FarrowJohn CassavetesRuth GordonSidney BlackmerMaurice EvansRalph BellamyCast completo Titolo originale: Rosemary’s Baby. Genere Fantastico – USA1968durata 136 minuti. – MYmonetro 3,92 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Rosemary Woodhouse (Farrow) sospetta una congiura demoniaca contro la creatura che porta in grembo, organizzata con la complicità del marito attore (Cassavetes) dagli arzilli Castevet (Gordon e Blackmer), coinquilini-stregoni mimetizzati negli abiti della borghesia di New York. Realtà o psicosi? Il polacco R. Polanski – al suo 1° film made in USA dopo 3 britannici – affascinato dal senso di mistero che serpeggia nel romanzo di Ira Levin, ne cava un memorabile esempio di cinema della minaccia e ripropone il tema dell’ambiguità fino a farne la struttura portante della narrazione. È “un incubo cinematografico dove la possibilità di orientarsi tra fantastico e reale è persa sempre, mentre resta a dominare la scena la sensazione di angoscia ridotta al grado zero e perciò ancor più inquietante” (S. Rulli). Oscar per R. Gordon. Prodotto da William Castle per la Paramount, nel 1976 ebbe un seguito TV di nessun interesse.

 Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York
(1968) on IMDb
Risultati immagini per The Post

Regia di Steven Spielberg. Un film Da vedere 2017 con Meryl StreepTom HanksSarah PaulsonBob OdenkirkTracy LettsBradley Whitford.Cast completo Titolo originale: The Post. Genere Biografico – USA2017durata 118 minuti. Uscita cinema giovedì 1 febbraio 2018 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,77 su 74 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Convinto che la guerra condotta in Vietnam dal suo Paese costituisca una sciagura per la democrazia, Daniel Ellsberg, economista e uomo del Pentagono, divulga nel 1971 una parte dei documenti di un rapporto segreto. 7000 pagine che dettagliano l’implicazione militare e politica degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam. Un’implicazione ostinata e contraria alla retorica ufficiale di quattro presidenti. È il New York Times il primo a rivelare l’affaire, poi impedito a proseguire la pubblicazione da un’ingiunzione della corte suprema. Il Washington Post (ri)mette mano ai documenti e rilancia grazie al coraggio del suo editore, Katharine Graham, e del suo direttore, Ben Bradlee. Prima donna al timone di un prestigioso giornale, Katharine decide di pubblicare il monumentale scandalo di stato con buona pace degli investitori (il giornale era allora in fase di ristrutturazione finanziaria) e a rischio della sua azienda, della prigione e della carriera dei suoi redattori. Fedeli al primo emendamento e all’intelligenza dei propri lettori, i giornalisti del Washington Post svelano le manovre e le menzogne della classe politica, assestando il primo duro colpo all’amministrazione Nixon.

 The Post
(2017) on IMDb
Locandina L'ultimo dei mohicani

Un film di Michael Mann. Con Daniel Day-Lewis, Madeleine Stowe, Russell Means, Eric Schweig, Jodhi May. Titolo originale The Last of the Mohicans. Western, durata 130 min. – USA 1992. MYMONETRO L’ultimo dei mohicani * * * * - valutazione media: 4,02 su 51 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La Guerra dei sette anni è sbarcata oltre oceano. È il 1757. Le colonie americane sono terreno fertile per sangue e morti. Inglesi e francesi si contendono le terre, mentre le tribù autoctone decidono da quale parte schierarsi e a chi giurare una presunta fedeltà. Tra loro anche Nathan, nato inglese e adottato dai Mohicani, corre tra foreste e fiumi in cerca di una pacifica convivenza tra coloni e invasori. Gli equilibri verranno presto spezzati dalla crescente tensione tra le forze europee e dai labili patti che legano gli indigeni ai due schieramenti.
Tratto dal romanzo omonimo di J.F. Cooper e remake de I re dei pellerossa (1936), L’ultimo dei Mohicani è un kolossal in grande stile, epico racconto in cui l’interesse per la narrazione cede il passo all’azione. Micheal Mann procede di corsa, parte in medias res e avanza senza soste in un continuo susseguirsi di fughe e assedi. Tanto affanno e poche parentesi per il pensiero in un film dove lo spazio per l’animo dei personaggi è minimo e le azioni parlano per loro.
Questo registro espressivo pragmatico e poco dedito all’approfondimento psicologico dei caratteri è però funzionale a quel mondo selvaggio, dominato dalle armi, in cui la diplomazia si scopre arte faticosa e sterile, mentre la violenza divide facilmente il mondo in morti e vivi, vincitori e vinti. Con l’amore a fungere da unico antidoto. L’interesse principale ricade sullo scontro tra culture in cui solo l’habitat si distingue per purezza. I colonizzatori sono ingordi e non c’è più ingenuità nel popolo ospitante perché la contaminazione è già parte del Nuovo Mondo. Eppure la divisione è ancora netta, con gli invasori dediti al rispetto dei propri doveri e gli indigeni impegnati nella salvaguardia dei propri diritti.
L’opera di Mann si apprezza e si distingue soprattutto per l’affresco estetico di una Natura che funge da silenziosa testimone, sulle note di una travolgente colonna sonora capace di far respirare a pieni polmoni lo spettatore e di evocare in lui il recupero di una pace per lo spirito. Il carisma spigoloso di Daniel Day Lewis fornisce corpo e vigore ad uno dei tanti cuori impavidi del cinema epico-storico. Un eroe più coraggioso di un film che parla di sensi di appartenenza (alla terra, ai certi valori innati e alla persona amata) senza andare oltre gli argini del genere a cui appartiene.

The Last of the Mohicans (1992) on IMDb

Regia di Robert Guédiguian. Un film Da vedere 2005 con Michel BouquetJalil LespertAnne CantineauSarah GrappinPhilippe FretunCast completo Titolo originale: Le promeneur du champ de Mars. Genere Drammatico, – Francia2005durata 116 minuti. Uscita cinema venerdì 11 marzo 2005 distribuito da Bim Distribuzione. – MYmonetro 3,25 su 14 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Bello, profondo, di intenso spessore morale e culturale è il film che il regista marsigliese R. Guédiguian ha dedicato agli ultimi mesi di vita del socialista François Mitterrand (26-10-1916/8-1-1996), eletto presidente nel 1981 e nel 1988, soprannominato “ultimo re di Francia”. Scritto con Gilles Tourand e con il giornalista Georges-Marc Benamou e basato sul libro Le dernier Mitterrand in cui Benamou raccolse i colloqui avuti col presidente tra il ’92 e il ’95. Amareggiato dalle accuse di essersi compromesso nel ’42 col regime collaborazionista di Pétain prima di entrare nella resistenza antinazista, Mitterrand si confida col giovane giornalista Antoine Moreau, gauchiste moderato, in conversazioni nell’appartamento presidenziale e in giro per la Francia. Ne esce il ritratto poliedrico, pubblico e privato, di un vecchio di grande statura politica e di segreta fragilità umana, piegato dalla malattia (cancro alla prostata), ambiguo nel respingere le accuse più infamanti per il suo passato. È desideroso di immortalità come politico di potere, ma coraggioso, come uomo, nel confessare la mancanza di illusioni davanti alla morte. Grazie anche a M. Bouquet (1925, cioè nell’età del personaggio), attore completo per virtù di sobrietà e concentrazione, è un ritratto indimenticabile che la voce italiana dell’ottimo Omero Antonutti non tradisce (Franco Mannella doppia il suo interlocutore J. Lespert). La regia invisibile di Guédiguian concorre a fare un film rispettoso, ma non agiografico, impregnato di un’inquieta e dolorosa simpatia che conserva un dialettico distacco.

 Le passeggiate al Campo di Marte
(2005) on IMDb

Anatomia di un omicidio - WikipediaUn film di Otto Preminger. Con Eve Arden, Ben Gazzara, James Stewart, George C. Scott. Titolo originale Anatomy of a Murder. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 160′ min. – USA 1959. MYMONETRO Anatomia di un omicidio * * * * - valutazione media: 4,07 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un modesto avvocato di provincia difende con successo un ufficiale dell’esercito accusato di aver ucciso il proprietario di un bar che gli ha violentato la moglie. Sorpresa finale. Nonostante la lunghezza, è uno dei più avvincenti drammi giudiziari mai usciti da Hollywood. Il suo nocciolo è nell’ambiguità dei personaggi e dei fatti. Grande compagnia di attori. 7 nomine agli Oscar.

 Anatomia di un omicidio
(1959) on IMDb

Locandina Aleksandr NevskijUn film di Sergej M. Ejzenstejn. Con Nicolaj Cerkasov, Nicolaj Ochlopkov, Andrej Abrikosov Titolo originale . Storico, Ratings: Kids+16, b/n durata 110 min. – URSS 1938.MYMONETRO Aleksandr Nevskij * * * * - valutazione media: 4,08 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

È la ricostruzione storica dell’invasione della Russia da parte dei cavalieri teutonici che, dopo la presa di Pskov, furono travolti dall’esercito russo guidato dal principe Nevskij e spinti nel lago gelato Peipus. È una grande “cine-opera” (così fu definita all’epoca) realizzata da uno dei più grandi registi del mondo. La musica di Prokof’ev non si dissocia mai dalle sequenze del film che vuole essere un inno al patriottismo.

 Alessandro Nevsky
(1938) on IMDb

Regia di Satyajit Ray. Un film con Chhabi BiswasKali SarkarTulsi LahiriSardar AkhtarGangapada BasuCast completo Titolo originale: Jalsaghar. Genere Drammatico – India1958durata 100 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Bengala, anni ’20. Biswambhar Roy, aristocratico proprietario terriero, si è finanziariamente rovinato per la passione di organizzare nel suo palazzo, per un publico di amici, raffinate feste musicali con cantanti e balletti. Dopo la morte in un naufragio della moglie e della figlia, pone fine ai concerti. Quattro anni dopo, per umiliare il suo vicino Ganguli, nuovo ricco che lo ha imitato, riapre casa per un ultimo concerto. Il 4° film di S. Ray, da lui prodotto e sceneggiato (da un racconto di Tarashankar Bannerjee), si stacca nettamente, per contenuto e forma, dal lirismo dei primi due segmenti della trilogia di Apu e dalla vena satirica di La pietra filosofale . C’è qualcosa di O. Welles ( Quarto potere , Storia immortale ) nel personaggio ambiguo e complesso di Roy, nell’orgoglioso e nostalgico narcisismo (di casta e di classe) e nella passione distruttiva per la musica con cui si oppone al mondo che cambia e s’involgarisce al di fuori del suo Xanadu. Nonostante tutto, però, “il personaggio ispira all’autore e allo spettatore una compassione e una sorta di rispetto quasi fraterni che danno all’opera una vibrazione unica” (J. Lourcelles). Sfarzoso e, insieme, austero, quasi ieratico, il linguaggio registico e lo splendore raffinato del bianconero (Subrata Mitra) ne fanno un vertice nel cinema dell’eclettico cineasta bengalese.

 La sala da musica
(1958) on IMDb

Trono di sangue - Trentino CulturaUn film di Akira Kurosawa. Con Toshiro Mifune, Isuzo Yamada Titolo originale Kumonosu-Jo. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 110′ min. – Giappone 1957. MYMONETRO Il trono di sangue * * * * - valutazione media: 4,00 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari

Nel Giappone del XVI secolo, dilaniato dalle guerre civili, l’ascesa sanguinosa al potere del feudatario Washizu (Mifune), incalzato dalla moglie Asaji (Yamada). Più che una trasposizione, è un libero adattamento di Macbeth (1605-06) in cui, sostituendo la poesia delle parole di Shakespeare con quella dell’azione, Kurosawa fa paradossalmente il più originale e inventivo _ e comunque il meno parlato _ film scespiriano della storia del cinema.L’azione è condensata in tre luoghi: il Forte Nord, il Castello e la Foresta; le tre streghe sostituite con una Parca; eliminati alcuni personaggi di contorno; invenzioni visive al posto di dialoghi e monologhi. La tragedia del “beccaio morto e della sua demoniaca regina” diventa un tumultuoso affresco in movimento, corrusco di tempeste, convulso di galoppate, ricco di figure ieratiche che si muovono a ritmo lento di balletto ipnotico e di attori che recitano secondo i moduli stilizzati del teatro Nô. “Ho dimenticato Shakespeare e ho girato il film come se fosse una storia del mio paese” (A. Kurosawa). Due straordinari protagonisti, e alcuni momenti di grande cinema. Il titolo originale significa “Il castello della ragnatela”.

 Il trono di sangue
(1957) on IMDb

Il cielo sopra Berlino - Film (1987) - MYmovies.itUn film di Wim Wenders. Con Bruno Ganz, Peter Falk, Solveig Dommartin, Otto Sander, Didier Flamand.Titolo originale Der Himmel uber Berlin. Fantastico, Ratings: Kids+16, durata 130 min. – Germania 1987. – Nexo Digital uscita mercoledì 18 febbraio 2015. MYMONETRO Il cielo sopra Berlino * * * * - valutazione media: 4,00 su 43recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dalla fine della seconda guerra mondiale, due angeli – Damiel e Cassiel – svolgono la missione loro assegnata, aggirandosi nella Berlino odierna, ascoltando i pensieri lieti o tristi delle persone incontrate, che essi vedono solo in bianco e nero. Ma Damiel, più partecipe dell’altro alle ansie degli umani, come alle loro infinite piccole gioie, sente fortemente l’attrazione esercitata dalla città e dalla sua stessa gente
 Il cielo sopra Berlino
(1987) on IMDb

Regia di Scott Hicks. Un film Da vedere 1996 con Geoffrey RushNoah TaylorArmin Mueller-StahlLynn RedgraveJohn GielgudCast completo Genere Drammatico, – Australia1996durata 100 minuti. Uscita cinema mercoledì 11 dicembre 1996 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,02 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Anomala biografia del pianista David Helfgott – australiano di nascita, ebreo e polacco di origine, oggi cinquantenne, sposato e ancora in giro a dar concerti – che, stritolato da un padre-padrone oppressivo, sprofonda per un decennio in un tracollo nervoso che lo fa entrare e uscire da cliniche psichiatriche fino all’incontro e all’amore di una gentile signora di quindici anni più vecchia di lui. Da una sapiente e intelligente sceneggiatura di John Sardi, diretta con brio da S. Hicks, il racconto procede con una struttura a mosaico, non cronologica, e percorre il tormentato itinerario di David fino alla sua “resurrezione”. N. Taylor (David adolescente) e G. Rush (David adulto), che ha preso l’Oscar, sono in gara di bravura. Memorabile la scena in cui David crolla suonando il concerto n. 3 di Rachmaninov.

 Shine
(1996) on IMDb

Regia di Quentin Tarantino. Un film Da vedere 2019 con Leonardo DiCaprioBrad PittMargot RobbieEmile HirschMargaret QualleyCast completo Titolo originale: Once Upon a Time in Hollywood. Genere DrammaticoThriller, – USA2019durata 161 minuti. Uscita cinema mercoledì 18 settembre 2019 distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,71 su 43 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Los Angeles, 1969. Sharon Tate, promettente attrice americana e sposa di Roman Polanski, è la nuova vicina di Rick Dalton, star della televisione in declino. Dalton condivide la scena con Cliff Booth, stuntman che si è fatto (e rotto) le ossa nei western girati a Spahn Ranch. Controfigura e chauffeur di Dalton, Cliff vive in una roulotte con una cane disciplinato e fedele proprio come lui che da anni ammortizza le cadute e i rovesci dell’amico. E l’ultimo scacco costringe Rick e il suo doppio a traslocare dall’altra parte dell’oceano per girare un pugno di spaghetti-western. Sei mesi e una moglie (italiana) dopo, Rick e Cliff tornano a Los Angeles dove li attende la notte più calda del 1969.

 C'era una volta... a Hollywood
(2019) on IMDb

Regia di Sergio Citti. Un film Da vedere 1977 con Paolo StoppaJodie FosterUgo TognazziMichele PlacidoMariangela MelatoGigi ProiettiCast completo Genere Commedia – Italia1977durata 100 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 2,82 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Da un racconto di Vincenzo Cerami che l’ha sceneggiato con Citti. Una ventina di persone si spogliano nella stessa cabina – la n. 19 – di una spiaggia libera di Ostia in una calda domenica d’agosto. Con un colpo di genio pratico e poetico Citti risolve in una mossa sola 3 problemi: il basso costo, le esigenze commerciali, un’originale struttura drammatica. Allegria crudele, pessimismo ilare, ironia blasfema.

 Casotto
(1977) on IMDb

Regia di Sergio Citti. Un film con Franco CittiNinetto DavoliAnita SandersLaurent TerzieffLamberto MaggioraniCast completo Genere Drammatico – Italia1970durata 102 minuti. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Figli di padre anarchico, morto ubriaco per mano loro, e di madre cattolica credente, finita in manicomio (conseguenza di un incesto col proprio padre che le tolse l’innocenza lasciandole l’incoscienza), Rabbino e Bandiera, omosessuali inconsapevoli, accolgono nella loro catapecchia di Ostia una pupa di periferia. Sarà lei l’involontaria causa di un fratricidio. Scritto con Pasolini, che ne ha curato anche la supervisione, è il 1° film di Sergio Citti, fratello di Franco e già stretto collaboratore del poeta e regista friulano, che ha messo in immagini la vicenda pateticamente torva e candidamente turpe con cadenze di favola quasi gioiosa che la trasfigura per virtù di stile.

 Ostia
(1970) on IMDb

Regia di Shôhei Imamura. Un film Da vedere 1997 con Kôji YakushoMisa ShiminiFujio TsunetaMitsuko Baisho. Titolo originale: Unagi. Genere Drammatico 1997durata 117 minuti.

Dopo otto anni di carcere da detenuto modello, l’uxoricida Takuro, introverso e diffidente barbiere in un villaggio di pescatori popolato da eccentrici emarginati che lo trattano benevolmente, comunica soltanto con un’anguilla in una vasca. Pur filtrato da uno sguardo da entomologo che è anche un antropologo pessimista, è un film che non manca né di una vena satiricamente grottesca né di “compassione verso la dignità dei puri di cuore” (Fabrizio Grosoli). Girato 8 anni dopo Pioggia nera . Palma d’oro a Cannes 1997 ex aequo con Il sapore della ciliegia di Kiarostami.

 L'anguilla
(1997) on IMDb

Regia di Shôhei Imamura. Un film Da vedere 1962 con Sachiki HodariKazuo KitamuraJitsuko YoshimuraSeizaburo KawazuHiroyuki Nagato. Titolo originale: Nippon Konchuki. Genere Drammatico 1962durata 123 minuti.

Cresciuta in una famiglia di miserabili contadini del Nord, dov’è sfruttata sul lavoro e sul piano sessuale (anche in un rapporto incestuoso dal padre), Tome trova la sua autonomia in città, passando da operaia a cameriera, poi prostituta e tenutaria di un giro di “squillo”, irriducibile nella sua lotta per sottrarsi alla sottomissione. Un’altra impietosa eppur appassionata incursione di S. Imamura nella storia del Giappone “basso”, povero, emarginato del Novecento con uno svolgimento cronologico frammentato in una dozzina di capitoli dal 1918 al 1962. Scritto con Keiji Hasebe e fotografato magnificamente in Scope (imposto dalla Nikkatsu) da Shinsaku Imeda, anche con uso di obiettivi anomali (210 mm e persino 700 mm), è un’importante tappa di un cinema corporale ed eterodosso che non fa concessioni al populismo. Il titolo originale significa “Giappone l’insetto”. Proclamato migliore film giapponese del 1963.

 Cronache entomologiche del Giappone
(1963) on IMDb
Il grande caldo - Film (1953) - MYmovies.it

Un film di Fritz Lang. Con Gloria Grahame, Lee Marvin, Glenn Ford, Jocelyn Brando, Alexander Scourby.Titolo originale The Big Heat. Drammatico, b/n durata 90 min. – USA 1953.MYMONETRO Il grande caldo * * * * - valutazione media: 4,05

Un funzionario della polizia si suicida. L’indagine viene affidata a un tenente che risale fino al capo della banda di gangster che gode di altissime protezioni (anche nella polizia). Il tenente viene minacciato, fatto oggetto di attentati (uno causa la morte di sua moglie), ma alla fine ha partita vinta.

The Big Heat (1953) on IMDb

IL TESTAMENTO DEL MOSTRO - Spietati - Recensioni e Novità sui FilmUn film di Jean Renoir. Con Jean-Louis Barrault, Jean Topart, Michel Vitold, Teddy Billis, Teddy Bilis, Sylviane Margollé, Jacques Dannoville, André Certes, Jean-Pierre Granval, Céline Sales, Ghislaine Dumont, Madeleine Marion. Titolo originale Le testament du Docteur Cordelier. Horror, b/n durata 100′ min. – Francia 1959. MYMONETRO Il testamento del mostro * * * * - valutazione media: 4,08 su 13 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Noto psichiatra parigino cerca di ottenere la materializzazione della psiche e trasforma sé stesso, a comando, in Opale, libero dai condizionamenti della morale borghese. Gravi conseguenze. Contrariamente a Stevenson (Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, 1886) e alle precedenti trasposizioni filmiche, la simpatia di Renoir va a Opale (come si dice esplicitamente nella bella scena finale della confessione) più che al rispettabile Cordelier di cui, anzi, si sottolinea l’immonda ipocrisia.L’aver risolto in cadenze di pantomima il malefico “doppio” di Cordelier non è soltanto un divertimento in chiave figurativa, ma ha una precisa corrispondenza etica e metaforica: il modo con cui il grande Barrault/Opale esprime la propria emancipazione dalle regole con inquietanti passi di danza e in frenesia ballettistica non manca di ironia e sconfina nel grottesco, evidente anche nel personaggio dello psichiatra ostile (Vitold). Realizzato per la prima volta in Francia in coproduzione con la TV (ORTF) e girato in parte con l’impiego contemporaneo di diverse macchine da presa.

 Il testamento del mostro
(1959) on IMDb

Morte a Venezia - Film (1971) - MYmovies.itUn film di Luchino Visconti. Con Dirk Bogarde, Romolo Valli, Mark Burns, Nora Ricci, Marisa Berenson.Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 133′ min. – Italia 1971. MYMONETRO Morte a Venezia * * * * - valutazione media: 4,05 su 18 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel 1910 Gustav von Aschenbach, anziano musicista fisicamente fragile e spiritualmente inquieto, giunge al Lido di Venezia per una vacanza. Incontra il giovane, bellissimo Tadzio e muore. È, forse, il film più proustiano di Visconti che carica di reminiscenze personali e familiari la trasposizione del racconto (1912) di Thomas Mann. Elegia sulla fine di un mondo con momenti memorabili _ quelli dove emerge con una struggente forza visionaria l’identificazione con il personaggio _ in un contesto di alto accademismo decorativo. La Terza e la Quinta Sinfonia di Mahler _ al quale allude l’Aschenbach di Visconti che in Mann è uno scrittore _ contribuiscono al risultato, con le scenografie di Ferdinando Scarfiotti, i costumi di Piero Tosi e la fotografia di Pasquale De Santis.

 Morte a Venezia
(1971) on IMDb