Category: 3.90/3.99


Locandina italiana Il gladiatoreUn film di Ridley Scott. Con Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Connie Nielsen, Richard Harris, Oliver Reed. Titolo originale Gladiator. Storico, durata 155′ min. – USA 2000. MYMONETRO Il gladiatore * * * 1/2 - valutazione media: 3,90 su 245 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Eroiche peripezie di Maximus, generale romano di origine ispanica. Quando Commodo (161-192), succeduto al padre Marco Aurelio (121-180), lo arresta e gli fa massacrare la moglie e il figlio, diventa schiavo e poi gladiatore, idolo della folla, finché nel Colosseo combatte contro l’imperatore. Al di là dei costi (107 milioni di dollari, riprese a Malta, in Marocco, la foresta di Bourne Woods in Inghilterra), del dispiego di effetti speciali computerizzati e del can-can plurimediatico, il megafilm della Dreamworks (Spielberg & Co.) è una parabola fantastorica sulla società dello spettacolo e sull’uso dello spettacolo che il potere _ tutti i poteri, anche religiosi _ ha fatto per suggestionare e dominare le masse. La sua inattendibilità storica è esplicita ed esibita nei personaggi, nelle scene, nei costumi: nell’itinerario di Scott si collega, nel bene e nel male, a Blade Runner e Alien. Altrettanto espliciti sono i suoi meriti (l’interpretazione del poliedrico neozelandese Crowe; la furente battaglia iniziale, cioè l’ordine del dominio contro il caos della ribellione; i combattimenti nel circo dove eccelle il talento di Pietro Scalìa al montaggio) e i suoi demeriti (anacronismi, scritte latine sbagliate, banalità nella sceneggiatura di David H. Franzoni e soci). Critica divisa: trionfo spettacolare del postmoderno o finto cinema che punta al solleticamento del nervo ottico? 5 Oscar: miglior film, Crowe, costumi, effetti speciali e suono.

Gladiator (2000) on IMDb

Risultati immagini per Playtime 1967Un film di Jacques Tati. Con Jacques Tati, Barbara Dennek, Rita Maiden Titolo originale Playtime. Comico, durata 108′ min. – Francia 1967. MYMONETRO Play Time – Tempo di divertimento * * * 1/2 - valutazione media: 3,90 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Monsieur Hulot alle prese con un gruppo di turisti americani in visita a Parigi. Una serie di incidenti trasforma la serata dell’inaugurazione di un locale nella demolizione di un cantiere. È, anche per l’alto costo, il film più ambizioso di J. Tati (1908-82), quello in cui spinge alle estreme conseguenze la sua comicità di osservazione e la capacità di chiudere in una sola inquadratura una grande molteplicità di informazioni. È il film _ girato in 70 mm _ in cui Tati ha più sopravvalutato l’intelligenza del pubblico e la capacità di attenzione dello spettatore. Una sconfitta che gli fa onore, ma che gli tribolò gli ultimi 15 anni. Inadatto al piccolo schermo. Restaurato nella sua versione integrale (152′) nel 2002 e ridistribuito in Francia. Rivisto con il senno di poi, acquista un valore profetico come satira della globalizzazione a tutti i livelli: Tati ha messo in immagini la crisi spirituale del suo secolo.

Playtime (1967) on IMDb

Locandina italiana Dirty DancingUn film di Emile Ardolino. Con Patrick Swayze, Jennifer Grey, Cynthia Rhodes, Jerry Orbach, Jack Weston. Titolo originale . Musicale, durata 97′ min. – USA 1987. MYMONETRO Dirty Dancing * * * 1/2 - valutazione media: 3,98 su 85 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel 1983 l’adolescente Baby è in vacanza con i genitori benpensanti wasp e una sorella scioccherella e bellina. Durante un party conosce una coppia di ballerini scatenati in effervescenti danze latinoamericane e ne è estasiata. S’innamora di lui, Johnny, e diventa amica di lei. Quando, costretta ad abortire senza l’aiuto del mascalzone che l’ha messa incinta e lasciata, la ballerina è messa fuori gioco, Baby la sostituisce con successo sul palcoscenico. Impara molto da entrambi, scopre amore e sesso, matura e dà una lezione ai suoi familiari. Con l’aiuto del coreografo Kenny Ortega, l’italoamericano Ardolino filma bene le sequenze dei balli, permeate di un gradevole erotismo soft e allegro. Il risultato è un film che mescola risate e lacrime, un’improbabile lieta fine e una sana mancanza di rispetto verso alcuni canoni della decenza made in USA.

Dirty Dancing (1987) on IMDb

SOGNO DI PRIGIONIERO - Spietati - Recensioni e Novità sui FilmUn film di Henry Hathaway. Con Ann Harding, Gary Cooper, Donald Meek, Ida Lupino, Douglas Dumbrille Titolo originale Peter Ibbetson. Fantastico, b/n durata 88 min. – USA 1935. MYMONETRO Sogno di prigioniero * * * 1/2 - valutazione media: 3,92 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nell’Inghilterra dell’Ottocento, due bambini si giurano eterno amore, ma vengono separati. Lui cresce e diventa architetto, ma sogna sempre lei. L’uomo riceve da un nobile l’incarico di rimodernargli le stalle e scopre che la moglie di questi è la piccina che aveva amato. I due decidono di fuggire insieme ma…

 Sogno di prigioniero
(1935) on IMDb

Locandina italiana BrazilUn film di Terry Gilliam. Con Robert De Niro, Jonathan Pryce, Katherine Helmond, Bob Hoskins, Jim Broadbent Fantastico, Ratings: Kids+16, durata 142′ min. – USA 1985. MYMONETRO Brazil * * * 1/2 - valutazione media: 3,96 su 43 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Lo scarafaggio che, passando sul computer di un ministero, fa sbagliare la lettera di un cognome, è all’origine di tutti i guai che capitano al povero, stralunato funzionario Sam Lowry. Col contributo di Tom Stoppard, Gilliam, uno dei sei Monty Python, ha sfiorato il capolavoro con questa farsa assordante e ridondante che mescola Orwell, Walter Mitty e Kafka con rimandi a Potëmkin, Blade Runner, Casablanca e Stranamore. Ricchezza di invenzioni comiche, fantasioso sfarzo scenografico, spunti parodistici e satirici sulla burocrazia.

Brazil (1985) on IMDb
Locandina italiana Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?

Un film di Billy Wilder. Con Jack Lemmon, Juliet Mills, Pippo Franco, Gianfranco Barra. Titolo originale Avanti!. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 144′ min. – USA 1972. MYMONETRO Che cosa è successo tra mio padre e tua madre? * * * 1/2 - valutazione media: 3,90 su 13 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Industriale americano e impiegata inglese s’incontrano a Ischia dove sono arrivati per recuperare le salme rispettivamente del padre e della madre morti insieme in un incidente. Commedia sottovalutata in Italia anche per motivi nazionalistici, e negli USA per miopia critica, questo 22° film del grande B. Wilder è degno della sua fama di regista graffiante e irriverente, che va a mescolare tenerezza e cinismo. Un po’ prolisso, ripetitivo e folcloristico. Una coppia perfetta di protagonisti e una breve apparizione di Pippo Franco. Tratta da una pièce di Samuel Taylor e sceneggiata da Wilder con I.A.L. Diamond. Contributi italiani di L. Kuveiller (fotogr.), F. Scarfiotti (scene), C. Rustichelli (musica).

Avanti! (1972) on IMDb
Risultati immagini per A 30 Secondi dalla Fine

Un film di Andrei Konchalovsky. Con Jon Voight, Rebecca De Mornay, Eric Roberts, Kenneth McMillan, Stacey Pickren. Titolo originale Runaway Train. Drammatico, durata 111′ min. – USA 1985. MYMONETRO A 30 secondi dalla fine * * * 1/2 - valutazione media: 3,91 su 37 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Due criminali evasi da un carcere dell’Alaska salgono su un convoglio ferroviario in manovra. Il macchinista, colpito da sincope, muore. Il treno continua la sua corsa verso il disastro. 2° film hollywoodiano del russo Končalovskji, fratello di Nikita Michalkov, scritto da Djordie Miličević, Paul Zindel ed Edward Bunker, che rimaneggiano una sceneggiatura di Kurosawa. Se si passa sopra alle clamorose inverosimiglianze, alle troppe coincidenze e al personaggio amorfo del giovane Roberts, il risultato è ammirevole e il finale indimenticabile. Ottima fotografia di Alan Hume. In antitesi con gli abituali personaggi positivi, Voight è una convincente bestia umana con le cicatrici.

Runaway Train (1985) on IMDb

Un film di Ron Howard. Con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Ed Harris, Paul Bettany, Christopher Plummer. Biografico, durata 140 min. – Gran Bretagna 2001. MYMONETRO A Beautiful Mind * * * 1/2 - valutazione media: 3,90 su 69 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

È proprio capace di tutto l’australiano Russell Crowe. E dicono che si è ormai collocato saldamente nella parte alta della top list delle star hollywoodiane per merito distinto. Perché l’ombroso attore con aspirazioni di musicista rock (sempre a Berlino è stato presentato il documentario Texas in cui si esibisce con la sua band come già fece a Sanremo) è in grado di interpretare i personaggi più diversi con grande abilità trasformistica infondendo loro quelle doti di umanità che sembrerebbero un po’ difettare al Russell divo. Che è passato dallo scardinatore di multinazionali del tabacco di The Insider al “generale che divenne schiavo” de Il gladiatore mostrando anche come fosse possibile sostenere un film medio come Rapimento e riscatto grazie a un’interpretazione volutamente sottotono che non poteva non ricordare il grande Bogart.
Ora è di nuovo in corsa con A Beautiful Mind, il film che lo vede di nuovo sugli schermi di tutto il mondo nei panni del matematico John Forbes Nash. L’azione ha inizio all’Università di Princeton nel 1947 in cui Nash si distingue come studente introverso ma intellettualmente brillante. Una serata in un locale e una sfida in relazione a una ragazza bionda (che lo vede soccombere) gli danno l’idea per un saggio sui principi matematici di competizione che annullerà tutti gli studi precedenti. Accolto con tutti gli onori al prestigioso MIT John si vede anche offrire il delicato incarico di decodificatore di codici segreti in un periodo delicato come quello più teso della Guerra Fredda tra Usa e Urss. Sposato con una bella e intelligente studentessa, Alicia, lo scienziato cade progressivamente in uno stato ossessivo che verrà diagnosticato come schizofrenia paranoide.
Il regista Ron Howard (Apollo 13, Il Grinch) lavora con grande abilità sulle allucinazioni del protagonista e quindi è meglio non rivelare troppo sugli sviluppi della vicenda. Ciò che invece non va taciuto è che John Forbes Nash ricevette nel 1994 il Premio Nobel e che tutti i pettegolezzi su una sua presunta omosessualità, che il film non menzionerebbe, nulla tolgono alla straordinarietà di un’interpretazione che vede Crowe compiere un’operazione di mimesi progressiva che lo vede passare da una normalità un po’ chiusa in se stessa ai gesti che rivelano il disturbo psichico ma non cancellano l’intelligenza e l’acume di battute talvolta fulminanti. È vero che lo scienziato pazzo gode di numerose presenza nei film horror o di fantascienza ma i matematici (a meno che siano giovani come Will Hunting) hanno l’handicap di occuparsi di una materia poco ‘emotiva’. Il camaleontico Russell riesce però, con la sua voce profonda che speriamo rispettata dal doppiaggio, a farci commuovere anche sui logaritmi. Scusate se è poco. 

A Beautiful Mind (2001) on IMDb

Regia di Park Chan-wook. Un film Da vedere 2022 con Hae-il ParkWei TangGo Kyung-pyoYong-woo ParkLee Jung-hyunCast completo Titolo originale: Haeojil Gyeolsim. Genere Drammatico, – Corea del sud2022durata 138 minuti. Uscita cinema giovedì 2 febbraio 2023 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,90 su 34 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Hae-joon è un detective infallibile e un marito insoddisfatto: quando si trova alle prese con un caso di suicidio, ritiene che si tratti in realtà di omicidio. Per questo indaga sulla moglie cinese della vittima, Seo-rae, ma se ne innamora all’istante. Attraverso una sottile rete di seduzione, Seo-rae sembra soggiogare Hae-joon, che però ha un’intuizione che potrebbe ribaltare il corso dell’indagine.

Decision to Leave (2022) on IMDb
Locandina italiana The Wolf of Wall Street

Un film di Martin Scorsese. Con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler. Biografico, Ratings: Kids+16, durata 180 min. – USA 2013. – 01 Distribution uscita giovedì 23 gennaio 2014. – VM 14 – MYMONETRO The Wolf of Wall Street * * * 1/2 - valutazione media: 3,94 su 255 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Film di 3 ore con 8 personaggi principali (DiCaprio, strepitoso protagonista assoluto), che nasce dal libro omonimo e autobiografico di Jordan Belfort, sceneggiato da Terence Winter: è la storia vera di un Robin Hood che ruba ai ricchi per dare a sé stesso, un uomo che vola su un elicottero personale, possiede 8 auto di lusso, veleggia su uno yacht di 50 m, colleziona conti da 700 000 dollari per alberghi e prostitute, inghiotte ogni giorno una quantità di pastiglie fra sedativi e farmaci vari, mescolati con morfina e cocaina. Poi arriva la débacle ma, alla fine, non paga nemmeno un prezzo troppo alto: restituisce una parte di soldi, scrive un libro e diventa protagonista di un film. La Giustizia non esiste. Scorsese racconta il tutto con alto livello di follia, intensità e umorismo: “… ha il dono di prendere qualcosa di scritto in una pagina e di renderlo un capolavoro di narrazione visiva. Ha creato uno tsunami di follia” (T. Winter). È un film, insieme, onesto e divertente.

 The Wolf of Wall Street
(2013) on IMDb
A History of Violence (2005) - IMDb

Un film di David Cronenberg. Con Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt, Heidi Hayes. Drammatico, durata 96 min. – USA 2005. uscita venerdì 16 dicembre 2005. MYMONETRO A History of Violence * * * 1/2 - valutazione media: 3,99 su 95 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal pressbook del film: “All’attenzione dei giornalisti: al fine di preservare il piacere del pubblico vi saremmo riconoscenti se non rivelaste nulla della trama e dello sviluppo dei personaggi.” Cerchiamo di rispettare questa richiesta non rinunciando a parlare del film. Tom Stall è il proprietario di un piccolo ristorante in una cittadina di provincia. Conduce una vita normale con la moglie e i figli fin quando un giorno si difende dall’aggressione di due feroci criminali uccidendo entrambi. La sua immagine finisce su tutti i media e spinge Carl Fogarty, un boss della mafia irlandese di Philadelpia ad andarlo a cercare. L’uomo è sicuro di aver riconosciuto in lui un delinquente che lo ha privato di un occhio e che era molto temuto nell’ambiente per la sua crudeltà. Tom deve difendere la sua famiglia.
Tratto da un fumetto di John Wagner il nuovo film di Cronenberg torna sui territori cari al regista: l’identità, la possibile schizofrenia, il rapporto tra realtà e apparenza. Anche lo stile narrativo gioca su questi elementi, tanto che il film potrebbe essere oggetto di una doppia recensione. Se lo si prende per come appare si tratta di un thriller molto stereotipato con buone dosi di esagerazione narrativa e di umorismo spesso involontario. Se invece lo si legge a partire dalla prima inquadratura che sembra un quadro di Hopper allora le cose cambiano. Si pensa al Cronenberg raffinato intellettuale che opera una rilettura sui generi per svelarne la fragilità e l’ambiguità. Questa volta propendiamo per la prima scelta quasi che il regista canadese, dopo la complessa prova di Spider avesse deciso di avvalersi di una fonte di ispirazione “bassa” per vedere come i meccanismi narrativi funzionano in quel contesto senza però volersene distanziare criticamente.
Grande, come sempre, Ed Harris.

A History of Violence (2005) on IMDb
Locandina italiana Hong Kong Express

Un film di Wong Kar-wai. Con Tony Leung, Takeshi Kaneshiro, Brigitte Lin, Faye Wong, Valerie Chow. Titolo originale Chonqin senlin. Drammatico, durata 98 min. – Hong Kong 1994. MYMONETRO Hong Kong Express * * * 1/2 - valutazione media: 3,94 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Chungking Mansions, Hong Kong, 1994. L’agente 223 (Takeshi Kaneshiro) non riesce a dimenticare Ah Mei, la ragazza che l’ha lasciato, e arriva ad abbrutirsi mangiando ananas scaduto. Incontra una donna misteriosa con una parrucca bionda (Brigitte Lin) e se ne innamora. L’agente 663 (Tony Leung) frequenta assiduamente un chiosco dove lavora Ah Fei (Faye Wong), la quale si innamora di 663 senza che questi se ne renda conto.
Storie apparentemente parallele che parallele non sono, che in modo quasi impercettibile si toccano, o meglio si sfiorano, talora ingannando lo spettatore meno smaliziato. Per esempio quando Ah Fei compra il pupazzo di Garfield mentre la killer è fuori dal negozio, in un cortocircuito impossibile (dal momento che Ah Fei non può ancora aver conosciuto l’agente 663). Questo perché Wong Kar-wai – che col Tempo sin da Days of Being Wild ingaggia un duello che non troverà mai fine – distorce la continuity dell’intreccio nella stessa maniera in cui altera il senso di un’istantanea del presente, adottando a profusione lo step-framing, ovvero quella tecnica che permette, con un astuto trompe l’oeil, di congelare un singolo personaggio del frame mentre il resto della scena sembra muoversi a velocità doppia.

Strumenti che permettono a Wong di (sovra-)comunicare la sensazione di solitudine e di smarrimento di uomini (e donne, anche se il pdv è principalmente maschile) in una metropoli così spersonalizzante da ridurre le identità a meri numeri. Ma per quanto annullate nella massa queste identità anelano alla ricerca dell’altro da sé, del proprio completamento, comprendendo che la difficoltà, se non l’impossibilità, di un successo è parte del gioco, crudele e spesso inspiegabile, su cui si regge il sentimento d’amore. Se il quadro generale tocca temi cari a Wong Kar-wai e li eleva a un apice di compiutezza, sono i dettagli ad aver reso Hong Kong Express un oggetto di culto – per quanto esoterico: Tony Leung che dialoga con i suoi pupazzi e indumenti, California Dreamin’ dei Mamas & Papas suonata a massimo volume, la dissertazione di Kaneshiro sulle ore e i centimetri che separano da un incontro (e da un innamoramento). Tutto costruito con la perizia di uno stratega dei sentimenti, che sa di poter donare a ogni dettaglio vita propria, ma infonde una passione così sincera nella sua creazione che non si corre mai il rischio di intravedere la mano che muove i fili da lassù. Apprendendo che il film è stato girato nelle pause di lavorazione dell’interminabile Ashes of Time non ci si crede, ma è anche così, nella fretta o quasi per gioco, che nascono opere fondamentali. Con la stessa apparente (e un po’ fatalista) casualità con cui, in Hong Kong Express, uomini e donne si amano o si lasciano e segnano così indelebilmente le loro vite.

Chungking Express (1994) on IMDb
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Regia di William Friedkin. Un film Da vedere 1997 con Jack LemmonGeorge C. ScottHume CronynOssie DavisMary McDonnellCourtney B. VanceCast completo Titolo originale: Twelve Angry Men. Genere Drammatico – USA1997durata 95 minuti.

Le prove sembrano incastrare un uomo e vengono chiamati dodici giurati a deliberare. Alla prima votazione il voto è quasi unanime, tranne per un giurato che analizza tutte le prove e si convince dell’innocenza dell’imputato. Piano piano altri giurati passano dalla sua parte ma rimangono vive due fazioni. I giurati arriveranno anche allo scontro fisico pur di dimostrare l’innocenza o la colpevolezza dell’accusato.

12 Angry Men (1997) on IMDb

Regia di Paul Thomas Anderson. Un film Da vedere 2014 con Joaquin PhoenixKatherine WaterstonEric RobertsJosh BrolinBenicio Del ToroCast completo Titolo originale: Inherent Vice. Genere CommediaDrammatico, – USA2014durata 148 minuti. Uscita cinema giovedì 26 febbraio 2015 distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,55 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Doc Sportello, hippie suonato che ciondola sulla spiaggia di Gordita Beach e investigatore privato a tempo perso, è avvicinato dalla sua ex Shasta Fey, che gli affida un caso complicato. Insospettita dagli intrighi attorno al suo nuovo amante, il palazzinaro Wolfmann, vuole prevenire un suo ricovero coatto. Doc non fa in tempo a cominciare le indagini che finisce per essere accusato di omicidio dall’amico-nemico Bigfoot, ispettore della Omicidi.
Sul titolo, a volte, è bene soffermarsi (oltre che sulla locandina, quando inarrivabile come quella di Vizio di forma). Al di là della libera traduzione e semplificazione italiana, che poco o nulla significa – e che, curiosamente, sia nel libro di Thomas Pynchon che nel film tratto da esso, non trova spazio all’interno dell’opera – è il letterale “vizio intrinseco” la chiave del mistero. Che, come tale, include tanto il MacGuffin del termine tecnico del ramo assicurativo che la reale sostanza dell’opera di Pynchon e Anderson, dove “vizio intrinseco” sta per incapacità per un sistema di reggere l’instabilità centrifuga delle sue componenti interne.
Due piani di lettura per una molteplicità psichedelica di interpretazioni degli stessi: l’Uno e il Tutto, in ordine sparso, come vuole il cinema di Paul Thomas Anderson da Ubriaco d’amore in poi. Il noir e la sua lunga discendenza di riferimenti riflessivi (Chandler via Altman, Kem Nunn via Pynchon, con aggiunta di Hunter Thompson e Dude Lebowski) diviene così avvincente esca per catturare l’interesse e aiutare a immedesimarsi tanto in Doc Sportello che nella sua nemesi Bigfoot Bjornsen, nascondendo così, attraverso un sottile e caliginoso fumo di cannabis, la parabola della seconda caduta dall’Eden, quando l’ebbrezza utopistica dei ’60 si è schiantata di fronte alla cruda realtà della natura umana ad Altamont e Bel Air.
Gli Hell’s Angels omicidi e la setta satanista di Manson diventano in Vizio di forma un’unica entità e si contrappongono, con logica speculare, all’amore, che muove (più che il cielo e l’altre stelle) le onde dell’oceano e il girovagare erratico, ma lucido e con uno scopo preciso, del protagonista. Un insieme di caratteri paradigmatici fa di Doc Sportello creatura andersoniana più che pynchoniana, pecorella smarrita che si oppone con radicale indolenza al traumatico passaggio di consegne tra un’epoca e un’altra, tra l’erba e la polvere d’angelo, tra Neil Young (il brano scelto per la più romantica delle sequenze si intitola “Journey through the Past”) e il decennio dell’edonismo reaganiano che verrà, tra la pellicola che esibisce orgogliosamente la sua grana e il digitale che ci seppellirà. Mai come in Vizio di forma lo sconclusionato nonsense di una trama inafferrabile e involuta è mistificatore, come la retorica di un guru, rispetto alla geometrica precisione di un’opera che intensifica la separazione di Doc dal suo, o dai suoi, doppi.
Dalla musa-spirito guida Sortilège, voice-over che si fa carne, all’illusorio oggetto d’amore Shasta, fino al Bigfoot di un eccellente Josh Brolin. La bromance tra questi e Doc, giocata costantemente sul filo della comicità, oltre a rivelare una matrice ben più tangibile del Lebowski coeniano nell’oscuro Cisco Pike (Per 100 chili di droga) di una ruggente New Hollywood, è la dinamica pseudo-amorosa di due opposti che si attraggono, due metà che si cercano e si sostituiscono: il primo detective sempre meno improbabile e il secondo cullato e confuso dai suoi sogni di attore. Scherzi del subconscio, forse, come una clinica criminale odontoiatrica o una nave all’orizzonte che non attracca mai, che disegnano la più difficile delle trasposizioni, libera dove appare didascalica, metaforica dove appare comica, prima di chiuderla sotto il sole elusivo di una California in chiaroscuro.

Inherent Vice (2014) on IMDb

Un film di Blake Edwards. Con Jack LemmonCharles BickfordLee Remick Titolo originale Days of Wine and RosesDrammaticob/n durata 117 min. – USA 1962MYMONETRO I giorni del vino e delle rose * * * 1/2 - valutazione media: 3,93 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Film contro l’alcolismo. Una coppia di coniugi ubriaconi lotta per guarire.

Days of Wine and Roses (1962) on IMDb
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Un film di John Schlesinger. Con Marthe Keller, Dustin Hoffman, Laurence Olivier, Roy Scheider. Titolo originale Marathon Man. Drammatico, durata 125′ min. – USA 1976. MYMONETRO Il maratoneta * * * 1/2 - valutazione media: 3,94 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Studente universitario di storia ebreo, appassionato della corsa, s’imbatte in criminale di guerra nazista che torna dall’Uruguay a New York per entrare in possesso di diamanti, custoditi per lui dal fratello ora defunto. Duello mortale. Diretto con sapienza un po’ accademica e qualche effettismo, basato su una sceneggiatura di William Goldman (da un proprio romanzo) che è una fantasia ebraica di vendetta, sembra che voglia dire la sua sul nazismo, la libertà e il maccartismo, ma presto si rivela un thriller efficace con un finale discutibile. Passata in antologia la scena del dentista.

Marathon Man (1976) on IMDb

Regia di Clint Eastwood. Un film Da vedere 1993 con Kevin CostnerClint EastwoodLaura DernT.J. LowtherKeith SzarabajkaLeo BurmesterCast completo Titolo originale: A Perfect World. Genere Drammatico – USA1993durata 135 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: – MYmoro 3,98 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Texas 1963. Un evaso (Costner) dal carcere comincia una lunga fuga verso l’Alaska con un bambino in ostaggio. Gli dà la caccia un Texas Ranger anticonformista (Eastwood) affiancato da una psicologa (Dern). Film d’inseguimento senza suspense in cui i meccanismi dell’azione violenta lasciano il posto alla tenerezza. Contano i personaggi e la sconsolata analisi morale della società USA. Su una bella sceneggiatura di John Lee Hancock Eastwood conferma, dopo Gli spietati , di essere arrivato al culmine della sua maturità. Troppo classico nel suo rigore etico per poter aspirare alla futile gloria dei premi Oscar e ai primi posti nella classifica degli incassi.

A Perfect World (1993) on IMDb
Lassu' Qualcuno Mi Ama (Restaurato In Hd): Amazon.it: Newman, Sloane,  Mcqueen, Pierangeli, Newman, Sloane, Mcqueen, Pierangeli: Film e TV

Un film di Robert Wise. Con Everett Sloane, Paul Newman, Steve McQueen, Pier Angeli, Eileen Heckart.Titolo originale Somebody up There Likes me. Biografico, Ratings: Kids+16, b/n durata 113 min. – USA 1956. MYMONETRO Lassù qualcuno mi ama * * * 1/2 - valutazione media: 3,98 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
La storia romanzata del famoso boxeur italo-americano Rocky Graziano, che visse una giovinezza aspra tra un riformatorio e l’altro prima di divenire campione di fama mondiale. Il matrimonio con Norma e la nascita di una bambina non bastano a renderlo felice, quando in un mondo corrotto e mafioso come quello del pugilato arrivano a sbandierare il suo triste passato. Ma il pubblico fedele non lo abbandona.

 Lassù qualcuno mi ama
(1956) on IMDb

Regia di Paul Thomas Anderson. Un film Da vedere 2017 con Daniel Day-LewisVicky KriepsLesley ManvilleSue ClarkJoan BrownCamilla RutherfordCast completo Titolo originale: Phantom Thread. Genere Drammatico, – USA2017durata 130 minuti. Uscita cinema giovedì 22 febbraio 2018 distribuito da Universal Pictures. Oggi tra i film al cinema in 1 sala cinematografica Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,95 su 11 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Londra, anni Cinquanta. Reynolds Woodcock, celebre stilista, fa palpitare il cuore della moda inglese abbigliando la famiglia reale, le star del cinema, le ricche ereditiere, le celebrità mondane, le debuttanti e le signore dell’alta società. Scapolo impenitente, le donne vanno e vengono nella sua vita, offrendo compagnia e ispirazione. Lavoratore bulimico e uomo impossibile, Reynolds dispone delle sue conquiste secondo l’umore e dirige la sua maison con aria solenne, affiancato da Cyril, sorella e socia altrettanto ieratica. Mr. Woodcock ha un debole per la bellezza che riconosce in Alma, cameriera in un hotel della costa dove si è fermato per un break(fast).

 Il filo nascosto
(2017) on IMDb

Regia di Akira Kurosawa. Un film Da vedere 1991 con Richard GereSachiko MuraseHisashi IgawaNarumi KayashimaToshie NegishiCast completo Titolo originale: A chigatsu no kyohshikyokw. Genere Drammatico – Giappone1991durata 135 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,90 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Giappone, dalle parti di Hiroshima. Tre cugini adolescenti vivono con la nonna Kane. I ragazzi vestono in jeans, scarpe da ginnastica e sembrano davvero dei giovani americani. La vecchia naturalmente è del tutto diversa e anche se un suo fratello è emigrato negli Stati Uniti non può dimenticare la bomba atomica e suo marito morto proprio a Hiroshima nell’agosto del ’45. Kane ha un suo modo di intendere la vita e la memoria; è tradizionale, mistica e fantasiosa, e non intende altro che la sua terra e le sue tradizioni. Quando arriva dall’America a trovarla il nipote (Richard Gere, che nella versione originale ha recitato in giapponese) i ragazzi, entusiasti, lo accolgono e lo ascoltano. Quando giunge la notizia della morte del fratello di Kane, la vecchia, nel grande dolore, si pente di non essere andata in America a trovarlo per l’ultima volta. Lo shock è decisivo. Ricordi e sentimenti si intrecciano e Kane non trova più riscontri nella realtà. Tutto è inutile. Nella scena finale la vecchia fugge correndo sotto un temporale, reggendo l’ombrello che si rivolta nel vento, proprio come uno dei fiori citati in una canzone tradizionale giapponese. Indimenticabili certe scene fra parole e natura, e il grande occhio nel cielo, che nella fantasia di Kane rappresenta il destino, passato e proiettato, al quale non si sfugge, come non era sfuggito suo marito alla morte nucleare. Il film è stato presentato al Festival di Cannes. La lentezza iniziale è una licenza che si può concedere a un regista che non ha bisogno di ricorrere alle leggi delle sceneggiature attuali (polveroni iniziali) per farsi vedere.

Rhapsody in August (1991) on IMDb