Il commissario Sironi ha scoperto chi sta a capo della mafia portuale a Genova, ma non può agire come vorrebbe perché la legge gli impone regole da rispettare dalle quali invece la malavita riesce a trar profitto. Sironi decide allora di trasformarsi in giustiziere.
Wang Bing torna al documentario e lascia il suo Shanxi per immortalare uno spaccato di miseria anche più allarmante. Obiettivo questa volta la provincia dello Yunnan, in particolare la zona montuosa, in cui a 3000 metri di altitudine vivono famiglie indigenti, che mangiano patate – il grano non cresce così in quota – e bevono l’acqua di un ruscello. L’illuminazione è affidata a bracieri improvvisate, mentre la macchina da presa rimane per lo più statica e si muove seguendo la quotidianità delle tre sorelle, in particolare dell’operosa Ying, costretta ad assumere il ruolo di madre (e spesso di padre) per la famiglia. Denutrite e abituate a vivere nell’oscurità, le tre sorelle Ying, Zhen e Fen, di 10, 8 e 6 anni, sembrano ancora più giovani della loro età, coperte dal fango e sottratte prematuramente alla pienezza di una vita che possa definirsi tale; le loro espressioni imbronciate, determinate, afflitte sono colte in ogni possibile sfumatura. Si mangia (poco e male), si (soprav)vive, si parla di soldi, anche se non ci sono mai; e il ciclo continua, in una dimensione avulsa dal presente storico.
Johnny, un rapinatore dal volto e dal corpo deformi, rimane ferito nel corso di una rapina alla banca che ha visto anche morire il suo miglior amico, tradito da due complici mascalzoni. Rinchiuso in galera, Johnny non ha altro scopo che la vendetta. E continua ad averlo anche quando il chirurgo del carcere (convinto che a un bell’aspetto corrisponde anche un animo buono), lo rifà completamente con un’operazione di plastica, trasformandolo in un fusto fascinoso.
Alla Federal Broadcasting Corporation c’è un ufficio “quesiti”, diretto da Bunny Watson dalla memoria imbattibile. Incaricato dal presidente della rete tv arriva Sumner, col compito di insegnare come si usa un computer. Si sparge il panico: licenziamenti in vista? Scritto da Phoebe e Henry Ephron, da una commedia (1955) di William Marchant, è il 1° film di Hollywood che ha al centro un computer; il 1° film in Technicolor e Cinemascope (Leon Shamroy) della coppia Tracy-Hepburn e l’8° dei 9 che hanno interpretato insieme; il 1° prodotto dalla Fox invece che dalla M-G-M. Con G. Young di supporto, Tracy e la Hepburn fanno scintille. Distribuito in Inghilterra come The Other Woman.
Dora è un’insegnante in pensione di Rio, che per arrotondare scrive lettere per gli analfabeti. È una donna senza fascino e delusa, certamente cinica. Quando un bambino rimane solo per la morte della mamma, Dora lo raccoglie soltanto per venderlo a chi fa commercio di organi. Si pente, recupera il bambino ma deve fuggire. Così, attraversa il Brasile per accompagnare il piccolo da un fantomatico padre.
Da un romanzo di Joe Gores: l’ingarbugliata avventura in cui a San Francisco nel 1928, su invito dell’amico detective Jimmy Ryan, Dashiell Hammett (1894-1961) si trova è così simile a quelle che scrive che l’autore rischia di vedere la realtà, e di viverla, come se fosse il prodotto della sua immaginazione. In fondo, è la storia di uno scrittore in crisi di idee e di un suo amico in cerca di autore. Prodotto da Francis Ford Coppola, tra preparazione, riprese (interrotte per un anno e ricominciate con una troupe cambiata: nell’intervallo Wenders girò in Portogallo Lo stato delle cose), il film richiese 4 anni e mezzo di lavoro. Americano nei contenuti, europeo nella forma, è un disincantato e un po’ pretenzioso giallo dove conta più l’atmosfera che la storia e i personaggi. Un Forrest d’impeccabile eleganza.
A Varsavia, ai primi del Novecento, Ewa Pobratynska (Grazyna Dlugolecka) si innamora del giovane scrittore Lukasz Niepolomski (Jerzy Zelnik). Sedotta, abbandonata e travolta da una lunga e sfortunata serie di eventi, in balìa di una schiera di uomini variamente interessati a lei, Ewa terminerà la sua parabola in giro per l’Europa (Roma, Berlino, Montecarlo, Vienna) prigioniera di due loschi individui senza scrupoli che la spingeranno al delitto e alla rapina.
La figlia di un allevatore texano, di passaggio a Parigi, stringe amicizia con una famosa attrice. Ignora che la donna è sua madre che lasciò il Texas quando lei aveva due anni. A raccontarle tutto è il padre che teme che la ex voglia riprendersi la figlia. Inoltre lo preoccupa il flirt che la fanciulla ha intrecciato con il figlio di un diplomatico francese. Le cose però si concluderanno bene.
Dopo 10 anni arriva finalmente in Italia questo notevole film di Walerlan Borowczyk che narra una fortunatissima favola polacca del XIII secolo secondo la quale un paggio del re fu costretto a compiere una folle galoppata legato al dorso di un cavallo nella immensa e gelida pianura polacca. La contesa amorosa intono alla bella cortigiana Blanche che prende tutti i protagonisti della storia è avvolta in quella aura di sensualismo e carnalità che è tipica del maestro polacco
Un film di John Cromwell. Con Lloyd Bridges, Kim Stanley Titolo originale The Goddess. Drammatico, b/n durata 105 min. – USA 1958. MYMONETRO La divina valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una ragazza cresciuta nei bassifondi e abbandonata a se stessa dalla madre vuole diventare attrice cinematografica per sottrarsi alla miseria del proprio ambiente. Per riuscire nel suo intento non esita davanti a nulla e alla fine riesce a diventare una stella famosa e acclamata. Ma il successo le è costato molto: l’unico uomo che l’abbia veramente amata si è allontanato da lei e le ha portato via la figlia. Molti anni dopo, preso da un senso di pietà, l’uomo ritorna, ma è troppo tardi: la donna è ormai un’alcolizzata malata di nervi che rifiuta ogni affetto. Non è difficile riconoscere nel personaggio tormentato e inquieto della protagonista Marilyn Monroe.
È la notte fra il 24 e il 25 agosto 1944. Gli Alleati stanno per liberare Parigi, ma il Fuhrer ha deciso che distruggerà la città per punire “l’arroganza dei francesi che credono che sia già finita”. Le mine sono piazzate sotto Notre Dame, la torre Eiffel, il Louvre, l’Opera, l’Arco di Trionfo. Manca solo l’ordine definitivo affinché ponti, monumenti, stazioni saltino per aria, portando con sé circa 3 milioni di civili residenti nella Ville Lumière. Quell’ordine verrà dato all’alba dal generale Dietrich von Choltitz, capo del quartier generale tedesco a Parigi. Ma entra in scena Raoul Nordling, console svedese “nato e cresciuto a Parigi”, che si intrufola nello studio di von Choltitz per cercare di dissuaderlo dal confermare quell’ordine fatale.
Un giovane garibaldino, che è stato ferito, si rifugia in un collegio dove viene assistito da due allieve. Una di esse, figlia di nobili, è la sua fidanzata che non vedeva da tempo.
Agostino, un poveraccio sbandato, ha una fissazione: ritrovare la madre. Sarebbe facilmente preso in giro da persone senza scrupoli se su di lui non vegliasse Armando, anche lui spiantato ma meno sprovveduto. La conclusione è comunque triste per entrambi: Agostino finisce in un ospedale psichiatrico, Armando in prigione. Quando entrambi tornano in libertà, Armando riprende la sua vita errabonda, mentre Agostino tenta di integrarsi nella società che lo aveva sempre respinto.
Filumena Marturano è una giovanissima prostituta e Don Domenico Soriano è un signorotto benestante. I due si incontrano durante un bombardamento in una casa di tolleranza e l’uomo, intenerito e affascinato, fa di lei la sua amante per anni. Ma Filumena non si accontenta e, un giorno, finge la morte per farsi sposare in extremis. Scoperta la beffa, stupisce nuovamente il consorte informandolo di essere la madre di tre ragazzi, uno dei quali è figlio suo, ma si guarda bene dal rivelargli quale. Mentre cerca di scoprirlo, Domenico si accorge di essere, in verità, padre felice di tutti e tre i figli.
Un uomo rinchiuso in una clinica per malattie nervose ripensa alla sua vita: l’autoritarismo della madre e l’egoismo del fratello l’hanno portato a una nevrosi che gli rende difficile ogni rapporto con le donne.
Un lavoro senza grande spreco di talento né per De Sica né per i suoi attori; solo professionismo. Si racconta l’incontro di July, un’americana condannata da una malattia incurabile, e Valerio. I due trascorrono una breve vacanza in montagna. L’uomo viene a conoscenza del male che minaccia la sua compagna e decide di restarle vicino.
Il titolo originale è Le couperet, che è semplicemente la mannaia. La mannaia che cade spietatamente su chi lavora in un’azienda quando qualcuno decide la ristrutturazione, che significa mandar via più gente possibile. Bruno Davert, chimico cartaceo, molto qualificato, apprezzato, apparentemente al sicuro, si trova dunque senza lavoro. Quarantenne, tenore di vita alto, villetta, cambio biennale di macchina, famiglia felice.Bruno ritiene che si tratti di un intervallo quasi propizio, si guarderà intorno, riposerà, sarà riassunto da un’altra parte. Ma dopo tre anni è ancora disoccupato. E disperato.
Un ex ballerino omosessuale ha solo due consolazioni: la figlia adottiva e i momenti in cui egli si traveste con sontuosi abiti femminili e si fa chiamare Madame Royale, durante festicciole con gli amici. Un giorno la figlia finisce nei guai e un losco commissario promette al ballerino di proscioglierla se egli accetterà di diventare spia della polizia. Il poveretto acconsente e viene eliminato dalla malavita.
Ostinatamente devoto alla violenza, Michael Peterson – in arte Charles Bronson – non riesce a tenere sotto controllo il suo egocentrismo. E così, dopo un’infanzia trascorsa tra le mura di una casa piena d’amore, il ragazzo cresce collezionando bravate di poco conto. Una volta diventato grande, muscoloso e forzuto, dopo l’ennesima prepotenza, viene rinchiuso per sette anni in carcere. Nella cella, tra una scazzottata al secondino e un morso ai colleghi più miserevoli, diventa il prigioniero più famoso d’Inghilterra.
Il giovane Padre Fabijan approda in un’isoletta della Dalmazia dove, come ovunque in Croazia, il tasso di natalità è crollato nel corso degli anni. Frustrato dalla popolarità dell’anziano parroco locale e desideroso di lasciare il segno nella storia dell’isola, nonché di incoraggiare il “decorso della volontà divina”, Padre Fabijan ha un’idea geniale: bucare i preservativi che consentono la lussuria più sfrenata senza risultare in un boom delle nascite. Naturalmente l’ingegnoso prete ha bisogno della complicità di alcuni isolani: l’edicolante che vende ai compaesani i profilattici, ma anche il medico che dovrà sostituire con le vitamine le pillole anticoncezionali acquistate dalle donne del luogo. I risultati non tardano ad arrivare: gravidanze improvvise, matrimoni riparatori, altarini scoperchiati. Ma non tutte le conseguenze andranno nella direzione prevista da Padre Fabijan, che scoprirà che sostituirsi a Dio non è una buona idea nemmeno se si è convinti di rendergli un prezioso servigio.
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