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Locandina Prima di mezzanotteUn film di Martin Brest. Con Robert De Niro, Charles Grodin, Yaphet Kotto, John Ashton, Dennis Farina. Titolo originale Midnight Run. Poliziesco, durata 126 min. – USA 1988. MYMONETRO Prima di mezzanotte * * * - - valutazione media: 3,21 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Da quando è stato radiato dalla polizia di Chicago, Jack Walsh si guadagna da vivere come cacciatore di taglie per un garante di cauzioni di Los Angeles. Quando questi gli propone una grossa cifra per recuperare Jonathan Mardukas detto “Il Duca”, ex contabile del gangster Jimmy Serrano al quale ha sottratto quindici milioni di dollari, Jack si mette subito sulle sue tracce e in poco tempo riesce a trovarlo in un appartamento a New York. Solo che il viaggio per riportarlo a Los Angeles si rivela più arduo del previsto: Mardukas ha paura di volare e costringe Jack a utilizzare altri mezzi di trasporto. Inoltre, sulle loro tracce vi è più di una persona: dagli agenti federali che vogliono la collaborazione di Mardukas per arrestare Serrano, ai sicari dello stesso gangster che lo vogliono morto, fino ad un cacciatore di taglie rivale che vuole riscuotere la taglia al posto di Jack.
Nello slang americano, la midnight run che da titolo al film è il modo per chiamare la fuga notturna all’emporio più vicino per saziare gli appetiti fuori orario. Questa idea di un richiamo inconsulto della golosità è anche la chiave per interpretare l’aspetto sostanzialmente godereccio di questa fuga rocambolesca coast to coast. Di tale genere, Martin Brest si è già dimostrato abile chef con il primo Beverly Hills Cop, commedia d’azione che modulava il genere poliziesco in funzione della risata di Eddie Murphy. Ma in Prima di mezzanotte, non è un talento comico a scoprire la fisicità dell’eroe, piuttosto un attore solido e metodico ad adattarsi ai tempi serrati e ai toni leggeri dell’action comedy.
Robert De Niro, che fino ad ora è stato più che altro scultore di personaggi folli e lucidi, spostati e mefistofelici, comunque sempre capaci di accentrare su di loro il baricentro del film, scopre la tradizione del buddy movie e la recitazione di coppia, meno istrionica e più interattiva. Come la formula del genere prevede, il prodotto dell’incompatibilità dei caratteri è direttamente proporzionale al ritmo e alla comicità del film, così che all’immedesimazione dell’ex poliziotto cinico e rabbioso De Niro, Brest sceglie di affiancare la presenza sobria e rasserenante del contabile truffatore ma dal cuore d’oro Charles Grodin. Le loro schermaglie su etica e salutismo (condite del turpiloquio caratteristico di De Niro) si alternano a sequenze d’inseguimento ogni volta più frenetiche e rumorose, anche se non abbastanza da coprire l’evoluzione del rapporto di amicizia fra i protagonisti. Difatti, nell’intera economia del film, è l’idea dell’amicizia e della complicità ad essere continuamente messa in rilievo.
I vari giochetti che De Niro instaura con ognuno dei suoi inseguitori (gli occhiali da sole con l’agente Mosely, il falso allarme con il cacciatore di taglie rivale, gli scambi di battute con i due sicari di Serrano) da una parte eleggono la priorità dell’aspetto bonario e cameratesco sulla spettacolarità delle sequenze d’azione, dall’altra servono a dimostrare come il rigore del metodo non si applichi solo a primattori tragici e solitari, ma possa dotare di senso comico un buon lavoro di squadra.

Midnight Run (1988) on IMDb

Regia di Gene Wilder. Un film con Gene WilderKelly LebrockGilda RadnerCharles GrodinMichael HuddlestonCast completo Titolo originale: The Woman in Red. Genere Comico – USA1984durata 87 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un tranquillo impiegato di famiglia (Wilder) vede la sua vita sconvolta dall’incontro con una misteriosa e bellissima “signora in rosso” (Kelly LeBrock). Ha quindi l’occasione per la sua prima infedeltà coniugale, ma goffo e inesperto com’è riesce solo a ficcarsi in un sacco di guai. Si tratta di un remake del film francese Certi piccolissimi peccati, riletto in chiave americana. Wilder, nella doppia veste di regista e protagonista, confeziona novanta minuti di deciso divertimento; la presenza della fotomodella mozzafiato Kelly LeBrock e le musiche di Stevie Wonder completano un prodotto di buon intrattenimento.

The Woman in Red (1984) on IMDb

Risultati immagini per La Valle dei MohicaniUn film di Budd Boetticher. Con Randolph Scott, Nancy Gates, Claude Akins Titolo originale Comanche Station. Western, durata 74′ min. – USA 1960. MYMONETRO La valle dei mohicani * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Sulle tracce della moglie prigioniera dei Comanci, Jeff (Scott) ha l’occasione di riscattare un’altra prigioniera (Gates) ma, per intascare il grosso premio promesso dal marito cieco della donna, tre avventurieri tentano di sopraffarlo. 7° e ultimo film di Boetticher con Scott protagonista e coproduttore con la sua società Ranown. Scritto da Burt Kennedy, non vale I sette assassini e nemmeno L’albero della vendetta, ma è contrassegnato dal medesimo disteso classicismo, dal rifiuto del folclore, delle tematiche sociali e i loro concreti comportamenti più che l’intrigo o la cornice.

Comanche Station (1960) on IMDb

Regia di Mauro Bolognini. Un film Da vedere 1959 con Antonella LualdiRosanna SchiaffinoFranco InterlenghiJean-Claude BrialyElsa MartinelliCast completo Genere Drammatico – Italia1959durata 95 minuti. – MYmonetro 3,17 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un gruppo di balordi passa una “notte brava” con il ricavato di un furto. Alla fine, dopo che il denaro è stato perso e rubato di nuovo, uno dei giovani resta solo e, in compagnia di una ragazza, vaga da un locale all’altro. All’alba, gli sono rimaste in tasca soltanto mille lire.

The Big Night (1959) on IMDb

Il magnifico cornuto - CineuropaUn film di Antonio Pietrangeli. Con Gian Maria VolontéClaudia CardinaleUgo TognazziBernard BlierSalvo Randone.  Commediab/n durata 124 min. – Italia 1964.MYMONETRO Il magnifico cornuto * * * - - valutazione media: 3,13 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Andrea Artusi (Tognazzi), dopo aver sperimentato con un’amante la facilità con cui una moglie può tradire il marito, comincia ad essere assillato dal fatto che anche sua moglie Maria Grazia (Cardinale) possa essergli infedele. La sua ossessione esaspera la donna a tal punto che, pur essendo fedele, rivela al marito il nome del presunto amante. Andrea, furioso, si precipita alla ricerca dell’adultero e rimane ferito in un incidente d’auto. Ricondotto a casa, l’uomo avrà superato la sua ossessione, ma proprio allora la moglie inizierà a tradirlo, intrecciando una relazione con il medico.

The Magnificent Cuckold (1964) on IMDb

Porcile - Film (1969)Un film di Pier Paolo Pasolini. Con Ugo Tognazzi, Franco Citti, Jean-Pierre Léaud, Ninetto Davoli, Pierre Clémenti. Drammatico, durata 98′ min. – Italia 1969. MYMONETRO Porcile * * * - - valutazione media: 3,10 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

S’alternano, in montaggio parallelo con convergenza finale, 2 storie, l’una a far da specchio all’altra: l'”apocalittica” o arcaica e la “tedesca” o moderna. In una un giovane (P. Clementi), disperato divoratore di farfalle, serpenti e carne umana che vaga per i campi desolati di un vulcano (l’Etna) è gettato dalla società in pasto alle belve; nell’altra il malinconico erede (J.-P. Léaud) di una dinastia industriale che non vuole obbedire, ma non sa disobbedire, è divorato dai porci per i quali prova un’attrazione fisica. La 1ª ha il cupo e chiuso orrore di una saga di tensione epico-lirica; la 2ª è in chiave ironico-satirica con cadenze di operetta morale. L’una è consegnata a un violento silenzio, rotto da grida, lamenti, rumori; l’altra s’affida alla parola in un fitto e caustico dialogo, persino in couplets dalle rime baciate. Morale della favola: la società organizzata è un porcile in cui si ripete storicamente la tendenza (necessità) a distruggere i propri figli ribelli o indifferenti che si rifiutano di accettare l’ordine costituito.

Porcile (1969) on IMDb

http://www.easybytez.com/l9erl9ehvvn5/Prova_d_Orchestra.aviProva d'orchestra - Film (1979) - MYmovies.itUn film di Federico Fellini. Con Clara Colosimo, Umberto Zuanelli, Balduin Baas, Giovanni Javarone. Commedia, durata 70′ min. – Italia 1979. MYMONETRO Prova d’orchestra * * * - - valutazione media: 3,19 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In una chiesa sconsacrata si tiene una prova d’orchestra che non va bene. Il direttore strapazza gli orchestrali. Pausa. Quando il maestro torna in sala, è scoppiato il Sessantotto: urla, berci, slogan contro il potere e le istituzioni, scritte eversive finché un’enorme palla d’acciaio sfonda un muro tra polvere e detriti. Laceri e impauriti, gli orchestrali ricominciano la prova, guidati dal direttore che ora parla in tedesco. Apologo estetico? Parabola etica e civile? Allegoria politica sulla società italiana? Il filmetto (Fellini dixit) si prestò a queste e ad altre interpretazioni. Forse sarebbe meglio abbandonarsi al piacere del testo. Nastro d’argento alla musica (Nino Rota, alla memoria). Ispirò l’opera omonima di Giorgio Battistelli (prima mondiale a Strasburgo il 25.11.1995, prima italiana al Teatro dell’Opera di Roma nel marzo 2001).

Orchestra Rehearsal (1978) on IMDb

Locandina La vendetta di GwangiUn film di James O’Connolly. Con James FranciscusRichard CarlsonGila Golan, Dennis Kilbane, Laurence NaismithGustavo Rojo.  Titolo originale The Valley of GwangiFantascienzadurata 95 min. – Gran Bretagna, USA 1968MYMONETRO La vendetta di Gwangi * * * - - valutazione media: 3,00 su 1 recensione.

Una notte, uno zingaro fa irruzione nell’accampamento di un circo itinerante. L’uomo è agonizzante. Mormora qualche frase sconnessa a proposito di una vendetta di Gwangi e muore lasciando cadere un sacco in cui si agita qualcosa di vivo. Il sacco contiene un heoippus, un minuscolo cavallo preistorico incredibilmente vivo e vegeto, e gli uomini del circo pensano subito di farne l’attrazione principale per i loro spettacoli. Alcuni zingari, spaventati da una maledizione che incomberebbe sulla valle dalla quale l’animale è stato sottratto, lo rapiscono con l’intenzione di liberarlo. Kirby ed i suoi cowboys si mettono sulle sue tracce, si addentrano nella valle proibita e scoprono che è abitata da gigantesche creature preistoriche. Dopo avere assististo ad una tremenda lotta fra due giganteschi animali, i cowboys manovrano con abilità i lazos e fanno prigioniero un dinosauro-tirannosauro, già pregustando il momento in cui lo esibiranno nel loro spettacolo. Ma Gwangi – questo è il nome del mostro preistorico – al momento di “debuttare” sulla scena, fugge dalla gabbia e scatena paura e caos tra gli abitanti della cittadina accorsi a vederlo. Gwangi è una vera e propria furia: nulla sembra fermarlo. Insegue i fuggitivi in lungo e in largo fino a restare prigioniero all’interno di una chiesa in riparazione. Nell’edificio Kirby cerca di abbatterlo. Nell’impari lotta l’uomo sembra avere la peggio, ma cadendo sulla tastiera di un organo scopre che il suono stordisce l’animale. Approfittando della circostanza, il cowboy ferisce Gwangi e mentre l’animale urlante e furioso cerca una via d’uscita, dà fuoco all’edificio. Il film nasce da un progetto accarezzato da Willis O’Brien nel 1942 e che nel 1950 aveva trovato forma, con la collaborazione di Harryhausen, nel soggetto “The Valley of the Mist”. In questo senso, la pellicola è un omaggio al grande maestro della stop-motion. Il Gwangi di O’Brien doveva essere una sorta di gigantesco scorpione. Harryhausen preferice trasformarlo in un dinosauro per giocare più liberamente con i trucchi e per rendere più movimentata la storia. Il film è spesso considerato minore e convenzionale, ma ad un esame più attento ci si accorge che questo giudizio è poco fondato. La sceneggiatura presenta i personaggi e il mostro come simboli della eterna lotta tra l’eroe, la bella e la furia cieca del male primordiale: una caratterizzazione che volutamente trascura il ritratto psicologico dei protagonisti. Anche l’uso del colore è concepito per avvalorare il significato della favola, con una predominante del rosso a significare di volta in volta il mistero (gli zingari), la sensualità (una scatenata danzatrice), la vittoria del bene (le fiamme che bruciano la bestia). Una impostazione lineare che viene imprevedibilmente ribaltata nella sequenza finale dove un bambino piange la morte del mostro e che suggella, in definitiva, il trionfo dell’ordine sulla libertà della natura, e quindi della fredda razionalità sulla spontanea innocenza della fantasia. Nonostante la qualità del lavoro di Harryhausen, La vendetta di Gwangi non riscosse il successo sperato. Forse perché già estraneo in un cinema che cominciava ad essere permeato dalla contestazione giovanile o forse perché anacronistico in un genere, proprio in quell’anno, segnato dalle riflessioni filosofiche e dalle sbalorditive soluzioni di 2001: Odissea nello spazio.

The Valley of Gwangi (1969) on IMDb

La bambolona (1968) - IMDbUn film di Franco Giraldi. Con Ugo Tognazzi, Lilla Brignone, Isabella Rei, Filippo Scelzo. Commedia, durata 107′ min. – Italia 1969. MYMONETRO La bambolona * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La vita di un avvocato romano scapolo è sconvolta dall’improvvisa passione per una formosa popolana che sotto un’apparente apatia nasconde le unghie di una rapacità programmata. Da un romanzo di Alba De Cèspedes il sottile Giraldi ha cavato una commedia di costume che, tra le righe di un intrigo beffardo, cela un’amarezza autentica. La Rei tiene testa a Tognazzi.

La bambolona (1968) on IMDb

Locandina italiana Il solistaUn film di Joe Wright. Con Robert Downey Jr., Catherine Keener, Jamie Foxx, Stephen Root, Robyn Jean Springer. Titolo originale The Soloist. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 117 min. – Gran Bretagna, USA, Francia 2009. – Universal Pictures uscita venerdì 23 luglio 2010. MYMONETRO Il solista * * * - - valutazione media: 3,23 su 20 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

2005. Steve Lopez, giornalista del Los Angeles Times, ha due problemi: una rovinosa caduta dalla bicicletta gli ha temporaneamente deturpato mezzo viso e, soprattutto, è a corto di idee per i suoi articoli che sono in presa diretta sulla realtà. Un giorno incontra del tutto casualmente Nathaniel Ayers, un homeless affetto da disturbi psichici che però sa suonare benissimo un violino con due sole corde. Lopez ha così trovato l’ispirazione per i suoi pezzi che riscuotono successo e, al contempo, decide di darsi da fare per Ayers e per quelli che vivono nelle sue condizioni. Inizia con il procuragli un violoncello (strumento che Nathaniel ha studiato) e a cercare di riconciliarlo con il mondo superando i propri fantasmi. Non sarà un’impresa facile.
Molti appassionati di cinema (e non solo) ricordano certamente Shine in cui si raccontavano le vicende di un pianista divorato dai propri fantasmi psichici e salvato dall’intervento amorevole ma deciso di una donna. Chi scrive ha avuto l’occasione di conoscere Helfgott ad un concerto e può confermare che sia la lettura cinematografica del suo percorso sia i caratteri della personalità del musicista sono stati resi con grande adesione alla realtà. Chi ha letto la breve sinossi di cui sopra può pensare che ci si trovi, a distanza di anni, dinanzi a un caso molto simile. Nulla di tutto ciò. Perché pur essendo anche questo film ispirato da una storia reale (il vero Ayers compare in una delle scene del film) le dinamiche che la sottendono sono profondamente diverse. Lopez è inizialmente mosso non da sentimenti di compassione ma bensì dalla necessità di trovare una ‘storia’ da raccontare ai suoi lettori. Siamo quindi dinanzi alla nascita di un rapporto di reciproca utilità che la regia non tenta mai di forzare lungo le strade della facile commozione. Piuttosto prova ad allargare lo sguardo verso la condizione dei senzatetto che a Los Angeles sono presenti in gran numero e in buona parte rappresentano se stessi nel film. Nessuna voglia di raccontare un percorso dalla strada alla gloria ma piuttosto (grazie alle ottime interpretazioni di Jamie Foxx e di Robert Downey Jr.) il desiderio di mostrare come il lavoro sulle ossessioni di una persona non abbia mai un esito definibile e su come gli esseri umani possano incontrarsi e conoscersi anche a partire da motivazioni che non siano necessariamente altruistiche e, nonostante questo, possano percorrere un tratto di strada insieme provando a farsi del bene a vicenda.

The Soloist (2009) on IMDb

 

Operazione Crepes Suzette: Amazon.it: Andrews,Hudson, Andrews,Hudson: Film  e TVUn film di Blake Edwards. Con Rock Hudson, Julie Andrews, Jeremy Kemp, Gloria Paul, Lance Percival.Titolo originale Darling Lili. Commedia, durata 109 min. – USA 1970. MYMONETROOperazionCrêpes Suzette ***-- valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
 
Durante la prima guerra mondiale, la canzonettista Lili è una spia al servizio dei tedeschi. Innamoratasi di un ufficiale americano di cui doveva spiare i movimenti, Lili ammette la sua attività alle autorità alleate per scagionare l’uomo da ogni sospetto. Il servizio segreto tedesco la condanna ma…
Darling Lili (1970) on IMDb

L'Uomo Che Venne Dal Nord: Amazon.it: O'Toole ,Phillips, O'Toole ,Phillips:  Film e TVUn film di Peter Yates. Con Philippe Noiret, Peter O’Toole, Horst Janson, Sian Phillips Titolo originale Murphy’s War. Avventura, Ratings: Kids+13, durata 108′ min. – Gran Bretagna 1971. MYMONETRO L’uomo che venne dal Nord * * * - - valutazione media: 3,00 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Da un romanzo di Robert Catto sceneggiato da Stirling Silliphant. Nel 1945, in acque venezuelane, sommergibile tedesco affonda nave inglese massacrando tutti i superstiti, tranne uno che giura vendetta. Buon film sul mito della “guerra privata”. Ricco di sequenze di grande effetto. Ottimo O’Toole

Murphy's War (1971) on IMDb
Risultati immagini per Il Brigante Musolino

Un film di Mario Camerini. Con Guido Celano, Amedeo Nazzari, Umberto Spadaro, Rocco D’Assunta, Silvana Mangano. Avventura, Ratings: Kids+16, b/n durata 94′ min. – Italia 1950. MYMONETRO Il brigante Musolino * * * - - valutazione media: 3,18 su 18 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Alla fine dell’Ottocento Beppe Musolino, carbonaio calabrese, ama la bella Mara, ma è inviso a suo padre che la vorrebbe sposata con Don Pietro, capo della ‘ndrangheta. Della sua uccisione è accusato Musolino e, in base a tre false testimonianze, condannato. Evade, si dà alla macchia, si vendica di due testimoni. Quando in un’imboscata Mara muore, mette a morte l’assassino e si costituisce. Versione romanzata e romantica di una storia vera per mano di 8 sceneggiatori (oltre al regista, F. Brusati, E. De Concini, I. Perilli, V. Talarico più A. Leonviola, M. Monicelli e Steno), prodotta da Ponti-De Laurentiis, è un melodramma paesano d’azione, modellato sul western americano (scene di tribunale comprese), ribattezzato southern da Ennio Flaiano. Fotografia: Aldo Tonti. A. Nazzari in gran forma brigantesca. G. Musolino (1876-1956) fu condannato a 21 anni di carcere nel 1897 e all’ergastolo nel 1901. Trasferito dopo il 1945 in un manicomio criminale, fu rilasciato in tempo per vedere il film, protestando per lo scarso rispetto alla verità della sua vicenda.

Outlaw Girl (1950) on IMDb

Un film di Jack Smight. Con Rod Steiger, George Segal, Lee Remick, Murray Hamilton, David Doyle Titolo originale No Way to Treat a Lady. Poliziesco, durata 108 min. – USA 1968. MYMONETRO Non si maltrattano così le signore * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Gara d’astuzia, venata d’umorismo, tra un poliziotto e uno strangolatore folle. Questi, sicuro della propria superiorità, tormenta il rivale con una serie di telefonate. Nell’ultima dichiara d’essere ormai imprendibile perché ha deciso di ritirarsi dal crimine. L’investigatore, allora, monta una trappola.

No Way to Treat a Lady (1968) on IMDb

La signora senza camelie - CineuropaUn film di Michelangelo Antonioni. Con Gino Cervi, Andrea Checchi, Ivan Desny, Lucia Bosè, Alain Cuny. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 105′ min. – Italia 1953. MYMONETRO La signora senza camelie * * * - - valutazione media: 3,00 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Clara Manni, ex commessa diventata una divetta del cinema commerciale, sposa con riluttanza un produttore al quale chiede di poter interpretare un film su Giovanna d’Arco. Il film è un fiasco e per aiutare il marito a risollevarsi prende parte a un film mediocre ma redditizio, poi divorzia. 2° lungometraggio di M. Antonioni che riesce soltanto in parte a descrivere il mondo del cinema, analizzandone la mercificazione, la precarietà, il mediocre cinismo. Lo schema narrativo è ancora melodrammatico, ma sono le decantazioni, le diramazioni, i prolungamenti, i modi di costruzione dell’inquadratura, gli sfondi figurativi che contano. È una tipica opera di transizione tra il vecchio e il nuovo. Giudicandolo troppo autobiografico, Gina Lollobrigida rifiutò la parte. Grolla d’oro per A. Checchi.

The Lady Without Camelias (1953) on IMDb

Risultati immagini per VendicamiUn film di Johnnie To. Con Johnny Hallyday, Sylvie Testud, Anthony Wong Chau-Sang, Lam Ka Tung, Lam Suet. Titolo originale Fuk sau. Azione, durata 108 min. – Hong Kong, Francia 2009. – Fandango uscita venerdì 30 aprile 2010. – VM 14 – MYMONETRO Vendicami * * * - - valutazione media: 3,17 su 39 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una donna, un uomo, due bambini. Lei di origine francese, lui cinese. All’improvviso la morte che entra in casa per mano di sicari che compiono una strage. Solo la donna si salva. Suo padre, Costello, raggiunge l’Estremo Oriente con un proposito preciso: vendicare la morte del genero e dei nipoti. Per farlo ingaggia tre killer che ha scoperto in azione mentre eliminavano l’amante infedele di un boss della malavita.. Con il loro aiuto cercherà di portare a compimento la missione che si è prefisso.
Johnnie To si è finalmente (e speriamo definitivamente) scrollato di dosso i vincoli narrativi che almeno fino ad Election ne avevano in qualche misura ostacolato la genialità visiva. Sembrava cioè che il regista si sentisse in dovere di giustificare da un punto di vista sociologico l’agire dei suoi personaggi preoccupandosi quindi oltre misura del contesto. Intendiamoci: oltre misura per un regista come lui assolutamente in grado di intervenire sui generi interpolandoli con lo scopo di andare ‘oltre’ la verosimiglianza per puntare dritto al piacere della visione.
Qui, a partire dall’esplicito omaggio a Melville sottolineato nel cognome del protagonista, è un susseguirsi di luoghi del cinema pronti a sottoporsi a reinvenzione. Se dispiace che il ‘samurai’ melvilliano Delon abbia rifiutato il ruolo di protagonista il dispiacere è di breve durata perchè Johnny Hallyday è praticamente perfetto nei panni del vendicatore che pronuncia le battute più improbabili con la stessa determinazione con cui reciterebbe Shakespeare. Con un interprete così To è libero di giocare con le immagini (indimenticabile lo scontro con i contendenti che si proteggono con inusuali barriere individuali) raggiungendo un livello di astrazione che fonde magistralmente cinefilia e spettacolo.

Vengeance (2009) on IMDb

Locandina PassengersUn film di Morten Tyldum. Con Jennifer LawrenceChris PrattMichael SheenLaurence FishburneInder Kumar.  Titolo originale PassengersAvventuraRatings: Kids+13, durata 111 min. – USA 2016. – Warner Bros Italia uscita venerdì 30 dicembre 2016MYMONETRO Passengers * * 1/2 - - valutazione media: 2,89 su 65 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

A bordo della nave stellare Avalon si sta compiendo la più grande migrazione di massa dalla Terra verso una colonia tutta da costruire ed abitare, su un nuovo pianeta, Homestead II. Cinquemila persone viaggiano addormentate in capsule all’avanguardia. Durante lo scontro con un meteorite, però, la nave riporta un incidente imprevisto e una capsula si sblocca. Jim si sveglia, così, con novanta anni di anticipo sulla data prevista. Poi è la volta di Aurora. Soli, senza alcuna possibilità di tornare indietro, i due sono condannati a finire la loro vita sulla Avalon. Ma la nave va in avaria e a rischiare la vita ora sono molti di più. 
Le coordinate spaziali di Passengers sembrano situarsi da qualche parte tra Wall-E e Gravity, in un luogo in cui il tempo ha compiuto il suo giro e il futuro è un ritorno alla coppia adamitica e ripone la sua nuova speranza in una fogliolina, emblema della superiorità dell’organico, per quanto fragile e mortale, sull’inanimato. Chi segue questa rotta troverà un film confezionato per non scontentare alcuno, e destinato, dunque, a non entusiasmare nessuno.
Noiosetto come una crociera extra lusso una volta che si sono già esplorati e sperimentati tutti gli ambienti, questo film non riesce a mantenere il livello d’interesse destato dal primo colpo di scena (prevedibile ma comunque intrigante, un bell’interrogativo morale) e deve aggrapparsi agli appigli offerti dai luoghi comuni del genere, per riprendere l’afflato filosofico solo nel finale, in maniera ben più sbrigativa e superficiale. C’è però un’altra strada per arrivare alla stessa meta, che incrocia Titanic con un romanzo rosa e scopre le carte in partenza: in Passengers la fantascienza è un fondale, un’ambientazione esotica, quel che conta è il romance tra il meccanico di terza classe e la scrittrice newyorkese che si è imbarcata per tentare il colpaccio editoriale, la storia d’amore tra Chris Pratt, il duro che non teme i sentimenti, e Jennifer Lawrence, l’icona sexy dall’aumentata forza di resistenza.
Nonostante le prodezze tecniche e la bellezza sporadica ma reale di certe scene, come quella della mancanza di gravità nella piscina, il film di Tyldum va preso col sorriso sulle labbra, raccomandando occhi e cervello alla leggerezza. Altrimenti, troppi sono i punti che non tornano e a dir poco ridicoli appaiono i costumi e gli ambienti. Meglio vedere la nave-prigione come una metafora del matrimonio, con le sue abitudini e i suoi dubbi amletici, gli scherzi del destino e la possibilità salvavita di darsi al giardinaggio.

Passengers (2016) on IMDb

Risultati immagini per The ConfirmationUn film di Bob Nelson. Con Clive OwenMaria BelloPatton OswaltStephen TobolowskySpencer Drever.  Commediadurata 90 min. – Canada 2016.

A un carpentiere viene offerto un lavoro che potrebbe cambiargli la vita. Sfortunatamente, però, gli viene rubata la cassetta degli attrezzi e se non riesce a rintracciare i ladri entro il fine settimana, potrebbe perdere il lavoro.

The Confirmation (2016) on IMDb

Feu Mathias Pascal - WikipediaUn film di Marcel L”Herbier. Con Michel Simon, Ivan Mosjoukine, Marcelle Pradot Titolo originale Le feu Mathias Pascal. Drammatico, b/n durata 170′ min. – Francia 1924. MYMONETRO Il fu Mattia Pascal [1] * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Benché potessero sembrare una strana coppia, Ivan Mosjoukine e Marcel L’Herbier si rivelarono un tandem vincente con il loro eccentrico adattamento del romanzo di Pirandello su un giovanotto che fa credere a famiglia ed amici di essere morto, per iniziare una nuova vita sotto un altro nome. C’erano molte probabilità che la collaborazione di due personalità così diametralmente opposte portasse a un fallimentare conflitto (anche se Mosjoukine, così passionale ed espansivo, spesso indicò il freddo e cerebrale L’Herbier come il regista francese da lui preso a modello insieme con Abel Gance): bastava vedere il film che l’attore aveva interpretato appena prima del Feu Mathias Pascal, l’orrendo Le Lion de Mogols. Il giovane Jean Epstein, appena scritturato dalla Albatros per sostituire Viacheslav Tourjansky (passato alla nuova enclave russa di Billancourt), lottò invano contro la risibile sceneggiatura di Mosjoukine ed al tempo stesso contro la sua volubile star. Nonostante il successo al botteghino, il film segnò il punto più basso nelle carriere di entrambi gli artisti e per Epstein rimase sempre un ricordo doloroso. (Finché visse, la sorella del regista, Marie, a lungo collaboratrice di Henri Langlois, non autorizzò mai la proiezione del film, nemmeno alla Cinémathèque française!)Senza dubbio L’Herbier, che aveva comprato i diritti cinematografici del romanzo con la benedizione dello stesso Pirandello ed aveva personalmente voluto Mosjoukine come protagonista, era un cineasta più flessibile di Epstein, così indifferente agli attori: egli capì come incanalare nel proprio progetto artistico l’ampia gamma emotiva dell’interprete. C’è una stimolante commistione di realismo e fantastico, di gravità e giocosità, sia nella messinscena di L’Herbier sia nella recitazione di Mosjoukine; il film diventa allora ben più di un elegante prodotto costruito in funzione del divo. (Tra i moderni detrattori del Feu Mathias Pascal, si annovera Noel Burch che lo definì retrogrado, pur avendo lui contribuito a rivalutare L’Herbier come uno dei grandi registi del muto.)Fu questo l’ultimo film di Mosjoukine per la Films Albatros di Alexandre Kamenka (che lo coprodusse con la Cinégraphic, la società di L’Herbier). A riprese ultimate l’attore fece le valigie e lasciò Montreuil per trasferirsi dall’altro capo della città, a Billancourt, dove l’ex socio di Kamenka, Noë Bloch, aveva appena fondato la Ciné-France-Film, affiliata francese di un nuovo consorzio di produttori europei, la Westi. Il nuovo studio di Billancourt sarebbe stato la base per l’imminente produzione targata Westi di Abel Gance, Napoléon. Gance prese seriamente in considerazione Mosjoukine per la parte principale del suo kolossal. Alla fine l’attore si tirò indietro facendosi dirigere da Tourjansky in Michel Strogoff. Per molti critici e storici questo passaggio alle produzioni commerciali internazionali ad alto budget segnò l’inizio del declino artistico di Mosjoukine… – Lenny Borger

The Late Mathias Pascal (1925) on IMDb

Locandina italiana PocahontasUn film di Mike GabrielEric GoldbergAnimazioneRatings: Kids, durata 85 min. – USA 1995. – Walt Disney MYMONETRO Pocahontas * * * - - valutazione media: 3,22 su 21recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel 1607 John Smith, uno dei tanti colonizzatori inglesi, giunge nei territori che oggi hanno il nome di Virginia. Gli indiani Powhatan vi vivono da sempre e debbono difendersi dall’avidità di una parte dei coloni. John è lì per spirito d’avventura e nei suoi diari, pubblicati nel 1624, racconterà di essere stato fatto prigioniero dagli indiani e di aver ottenuto la libertà grazie all’intervento della figlia del capo, la principessa Pocahontas. La vera storia della ragazza è riportata dalle cronache: dopo l’incontro con Smith (e la successiva separazione) si convertì al cristianesimo, sposò un altro colono e venne condotta in Europa. Morì alla giovane età di 22 anni. La Walt Disney ha preso spunto da questa vicenda storica e ha realizzato un interessante film d’animazione che, una volta sottoposto alla visione, libera lo spettatore dai pregiudizi che una debordante e martellante campagna pubblicitaria poteva avergli ispirato. La storia viene letta come l’incontro tra due culture che hanno bisogno di comprendersi e tra due persone che non rinunciano alla propria identità, anche se l’amore le ha unite. Tutto ciò viene realizzato grazie a una grafica in cui il computer entra in gioco in modo massiccio senza però eliminare il livello poetico e restituendo anzi, nel personaggio di Nonna Salice, il senso panico che dominava la vita dei nativi. Il coraggio di evitare, almeno per una volta, il lieto fine è stato premiato dal box office. Il pubblico (giovane e adulto) deve aver poi gradito la scelta di utilizzare tre animaletti (un procione, un colibrì e un mastino) che servono ad alleggerire le scene di tensione ma, per una volta, non hanno il temibile dono della parola.

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