Nel primo dopoguerra a Kamagasaki, quartiere povero di Osaka, Hanako, figlia di uno straccivendolo, entra nel mercato nero di sangue umano per trasfusioni e scatena una feroce guerra tra bande rivali dalla quale esce libera di continuare i suoi traffici. 3° lungometraggio (colori, cinemascope) del 28enne Oshima, il 2° dei 3 girati nel 1960 per la Shoshiku-Ofuna. Nella crudele descrizione di un mondo dei bassifondi dove vige la legge della giungla si avvertono gli echi di Brecht ( L’opera da tre soldi ) e di Jean Genet, mentre a livello stilistico si mischiano i moduli del noir e di un violento espressionismo. Il sole (rosso-arancione) che tramonta domina lo schermo. In DVD (raro) con sottotitoli italiani e inglesi.
Uno studioso di criminologia è riuscito a crearsi un perfetto alibi per un omicidio commesso. Ucciderà altre tre persone che lo sospettavano, sempre creandosi nuovi alibi.
Tratto da un romanzo di Diderot è la seconda pellicola realizzata dal maestro francese. La vicenda è incentrata sulla vendetta piuttosto contorta di una ricca donna nei confronti dell’amante che l’ha lasciata. Architetta un piano per farlo sposare a una giovane che deve prostituirsi per mantenere la madre. Cerca poi di distruggere il legame dicendo tutto all’ex amante. Lieto fine. Lo stile sotto le righe di Bresson emerge già in quest’opera.
Testimone di un delitto perpetrato da zingari, Tony riceve in consegna una grossa somma dalla vittima moribonda. Gli zingari rivogliono il bottino e lo inseguono. Riuscito dramma a suspense scritto da Sebastien Japrisot (pseudonimo e anagramma di Jean-Baptiste Rossi) sulla base del suo romanzo omonimo: atmosfere suggestive, situazioni stravaganti e ricche di tensione, nonostante la voluta lentezza e la vicenda enigmatica. J.-L. Trintignant e L. Massari eccellenti. Particina per Emmanuelle Béart bambina.
La calura è il tessuto connettivo di un’azione che si svolge dall’alba alla notte di una torrida giornata estiva sulla Bedford-Stuyvesant a Brooklyn, ha il suo epicentro in una pizzeria, il suo riferimento in una stazione radiofonica e si risolve in uno scoppio di violenza. È il 3° e il più maturo film di S. Lee: costruzione drammaturgica di ammirevole compattezza e ritmo, acuta analisi sociologica del calderone etnico nordamericano, un lucido discorso antirazzista che non indulge alla demagogia né ai buoni sentimenti, una colonna musicale (di Bill Lee, padre di Spike) di forte suggestione, affetto e rispetto per i personaggi.
Dopo la sconfitta della Francia nel 1941, si ritrovano prigionieri in Germania, assegnati ai lavori agricoli in una fattoria, due uomini molto diversi: un giornalista che, appena può, fugge a Londra per riprendere la lotta, e un pasticciere che fraternizza coi contadini tedeschi. Dopo la pace il secondo andrà a vivere con i suoi amici d’oltre Reno, mentre il giornalista avrà una grave crisi.
Non ho trovato versione in italiano
Subita tradotti con google quindi potrebbero esserci delle imprecisioni
David sembra adattarsi a spartire la sua donna in un apparentemente innocuo triangolo amoroso. E invece si trasforma gradualmente in assassino astuto e manovratore, venendo via via coinvolto in una spirale di cinismo, tradimenti, falsità. Il crimine, ogni tanto, paga, ma le vittime meritavano il castigo. Film di notevole pregio stilistico.
Una band di strimpellatori nordici _ di nero vestiti con occhiali neri alla Blues Brothers, scarpe dalla punta incredibilmente allungata come il ciuffo di capelli a trapano _ vanno in America a cercar fortuna e l’attraversano sino al Messico. Questo film di strada _ comicità demenziale con una dose di umorismo macabro diluita in un gran bicchiere d’indifferenza _ è anche una traversata della musica pop americana che abbraccia quasi tutto l’immaginario musical-culinario della gioventù europea colonizzata nell’anima dall’imperialismo culturale degli USA.
Il Nuovo Testamento racconta di una battaglia definitiva tra Bene e Male, uno scontro catastrofico che potrebbe porre fine a tutte le cose. Oggi la disgrazia, nota anche come Armageddon, sta arrivando dal cielo. Mentre la minaccia di un meteorite grande quanto il Texas si avvicina inesorabile verso il pianeta Terra, la Nasa intuisce che c’é un solo modo per distruggere l’asteroide: atterrare sulla sua superficie e farlo esplodere dall’interno. Gli unici capaci di riuscirci sono dei trivellatori americani, rozzo manipolo di eroi improbabili, abituati ad estrarre petrolio, adesso costretti ad iniettare speranze e coraggio nel mondo.
Due coniugi continuano a vivere insieme benché da tempo non ne traggano alcuna gioia. Le frustrazioni derivanti da quella condizione esplodono improvvisamente ed essi danno libero sfogo, verbalmente, al loro rancore.
Costretti per punizione a passare un intero sabato in biblioteca sotto l’occhio vigile di un professore, cinque ragazzi di una scuola superiore fanno amicizia confidandosi i rispettivi malesseri. All’interno del filone scolastico, è un film che, pur senza novità, riesce a “prendere” fino alla fine.
Klaus (E. Salminen), amante di Gertrude (E. Salo), ne avvelena il marito, direttore generale di una azienda industriale finnica. Amleto (P.-P. Petelius) entra in possesso del 51 per cento della società, ma Klaus, diventatone il presidente, trama ai suoi danni. A uno a uno i personaggi cominciano a morire.Il giovane Kaurismäki (1957) sbriga questa sua liberissima versione anticapitalista della tragedia di Shakespeare in meno di un’ora e mezzo al ritmo spiccio di un B movie grottesco in bianconero: “Non si tratta, però, di una parodia… Amleto assume una valenza distruttiva e nichilista, gustosamente saporita” (Bruno Fornara).
Alberto Menichetti ha paura di tutto. Vive con due zie anziane, è impiegato in un cappellificio e annota qualsiasi cosa gli accada nel corso della giornata perché qualora gli venisse richiesto un alibi deve esser trovato pronto. Accetta di indossare una lobbia vecchio stile solo per compiacere il padrone così come, pur di non partecipare a uno sciopero, si finge malato ritrovandosi così ospedalizzato.
Mentre i commilitoni trascorrono le giornate tra sport e facezie, il soldato Kang Sang-byeong è sempre all’erta in vista della possibile incursione di una spia nordcoreana. Quando due giovani amanti si spingono nella zona proibita della costa Kang è di sentinella e uccide il ragazzo. La ragazza, Mi-yeong, perde il senno mentre Kang viene congedato con onore. Ma la tragedia avvenuta scatenerà un effetto domino inarrestabile.
26° lungometraggio di Scorsese, scritto da Laeta Kalogridis dal romanzo L’isola della paura di Dennis Lehane, ambientato al largo del Massachusetts sulla piccola e selvaggia isola Shutter. Nel 1954 vi sbarcano Teddy Daniels e Chuck Aule, agenti dell’FBI, per indagare sulla scomparsa di Rachel Solando, madre omicida misteriosamente fuggita da una cella blindata dell’Ashecliffe Hospital, manicomio/prigione diviso in 3 sezioni (uomini, donne e psicopatici più pericolosi). L’azione procede su un doppio binario: realtà/fantasia, presente/passato, legati dall’alterazione di una mente confusa. Subito si sa che Teddy soffre di forti emicranie e allucinazioni, frutto dei ricordi bellici di quando entrò in divisa nel lager di Dachau e partecipò alla rabbiosa uccisione collettiva degli aguzzini tedeschi. A queste immagini si alternano quelle della moglie, morta due anni prima in un incendio, appiccato da un piromane che potrebbe essere nel manicomio. Alle sue tempeste intime corrisponde un uragano che travolge l’isola. In Teddy, sempre più angosciato, nasce il sospetto, aggravato dalla presenza di uno psichiatra tedesco, che a Shutter (siamo alla fine del maccartismo) stiano ripetendo gli esperimenti dei medici nazisti sul cervello dei pazienti e che egli sia vittima di un oscuro complotto. Si può discutere una certa prolissità verbosa, gli eccessivi rimandi cinefili al cinema noir del passato, il colpo di scena verso la fine, ma non negare il suggestivo coinvolgimento emotivo di molte sequenze, l’alto livello recitativo degli attori (specialmente DiCaprio alle prese col profondo buio di Teddy), l’ammirevole lavoro scenografico di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Dal romanzo di Lehane fu tratta una graphic novel italiana di Stefano Ascari e Andrea Riccadonna. V.M. 14.
All’università di Pavia Mario (E. Pagani) studia medicina, Lucia (L. Massari) chimica. Si amano, si sposano e attendono un bambino. Lui si laurea. Con la perizia e il gusto di cui è maestro, R. Castellani ha saputo alternare, nella musica interna della vicenda, le note dello scherzo e quelle della tenerezza, gli accenti dell’allegria a quelli del dolore.
Una scrittrice americana viene invitata a Hollywood per assistere alla lavorazione di un film tratto da un suo romanzo. Durante il viaggio, incontra a Chicago un giovane aviatore e si sente tanto attratta di lui da perdere il treno per Hollywood.
Inspiegabile la scelta dell’uploader originale di mettere gli hardsub ita
Tratto dall’omonima pièce di Bertold Brecht, un film per la televisione in cui Schlondorff tematizza la ribellione, aderendo in tal modo all’ideologia (sessantottina) che imperversava a quel tempo in Europa.
Esperienze di 6 giovani americani – due sergenti (Boyd, Dzunda) e quattro reclute – in una caserma della Virginia nel 1965, quando il presidente Johnson intensificò l’intervento degli USA nel Vietnam. Da un copione teatrale di David Rabe, messo in scena a Broadway da Mike Nichols nel 1965, un film tutto al maschile (com’era tutto al femminile Jimmy Dean, Jimmy Dean ) che, al di fuori del contesto militare (la miseria senza grandezza della vita soldatesca, la sporca guerra, la paura dell’omosessualità), può essere letto come una parabola claustrofobica sul “cuore di tenebra” dell’uomo e una riflessione sulla psicosi e le sindromi nazionali. Sebbene la messa in scena (in immagini) sia calibratissima, il testo di Rabe è un frutto ritardato del teatro naturalistico americano degli anni ’50. Streamers = paracadutisti in caduta libera. Premio collettivo alla Mostra veneziana 1983 per la migliore recitazione. Dialoghi pieni di parolacce doppiati in modo fin troppo accademico, ma ottima la traduzione di Gerardo Guerrieri.
Joe è un cacciatore che si vede portar via il carico di pelli da una banda di indiani. Li insegue e assiste alla loro decimazione da parte di alcuni bianchi, cacciatori di scalpi. Tenta a più riprese di riprendere le sue pelli..
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