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Locandina L'istruttoria è chiusa: dimentichi

Un film di Damiano Damiani. Con Riccardo CucciollaFranco NeroTuri FerroGeorges WilsonFerruccio De Ceresa. continua» Drammaticodurata 106 min. – Italia 1971MYMONETRO L’istruttoria è chiusa: dimentichi ***-- valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

L’architetto Vanzi è detenuto in attesa di giudizio. Durante la prigionia ha modo di verificare sulla propria pelle tutte le brutture del carcere: la mafia comanda anche lì. Vanzi si ripromette di lottare, appena ottenuta la libertà, per denunciare il crimine ma, una volta fuori dal carcere, la tranquillità e la comodità della sua vita ritrovata gli fanno dimenticare i buoni propositi.

The Case Is Closed, Forget It (1971) on IMDb
Sherlock Holmes - Il Mastino Dei Baskerville - DVD.it

L’intellligenza deduttiva del più noto investigatore della letteratura, Sherlock Holmes, si misura contro
criminali geniali e terribili, e insieme al suo fedele assistente Watson deve affrontare intricatissimi casi
ambientati nella misteriosa Londra di fine ‘800. La migliore trasposizione cinematografica è certamente la
serie prodotta dalla 20th Century Fox, poi proseguita dalla Universal, in cui l’acume investigativo di Holems
ha il volto dell’attore inglese Basil Rathbone, accompagnato dall’amico Watson che qui ha il volto di Nigel
Bruce. Tratti dai romanzi più celebri di Sir Arthur Conan Doyle i 14 film presentati in questo imperdibile box da collezione rappresentano l’intera serie dedicata a Sherlock Holmes.

Sherlock Holmes (1954) on IMDb

Regia di Takashi Miike. Un film Da vedere 2003 con Sone HidekiShô AikawaYoshino KimikaHino ShoheiTomita Keiko. Genere Grottesco – Giappone2003durata 130 minuti. – MYmonetro 3,21 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Valoroso yakuza, Ozaki manifesta evidenti problemi psichici, mettendo in imbarazzo il proprio clan. La decisione è sofferta ma necessaria: il boss degli Azamawari delega Minami, amico e fratello di sangue di Ozaki, di uccidere lo yakuza impazzito, e di liberarsi poi del corpo in uno sfasciacarrozze di Nagoya. Giunto a Nagoya, compiuta a metà la missione, Minami dovrà fronteggiare l’inspiegabile sparizione del cadavere del compagno: durante la disperata ricerca del corpo, il giovane vedrà oltre la facciata di una cittadina anonima, che nasconde in realtà verità grottesche ed è teatro di insospettabili fenomeni.
Gommatevi le mani, plastificate i coltelli e sprangate le finestre: prese queste necessarie precauzioni, Gozu è un tunnel viscoso che dilata il tempo e i sensi, uno yakuza-movie imbevuto di estratto di pineale al punto da far apparire Paura e Delirio a Las Vegas alla stregua di una passeggiata nel parco. Onirico, edipico, transgenico, esterofilo, ricco di latte materno e simbolismi abbastanza da far rivoltare nella tomba persino Lorca, il titolo è in grado di far girare a caso le lancette degli orologi biologici di chiunque. D’altra parte, questo Dark Water “al latte” non mancherà certo di far girare a caso i cosiddetti di quei taluni non amanti dello sconquasso mentale, con lungaggini, esplicito estremo, trovate incomprensibili e chi più ne ha più ne metta; ma Miike è questo, prendere o lasciare.

 Gozu
(2003) on IMDb

Regia di Takashi Miike. Un film con Tsuyoshi UjikiTomoro TaguchiShôko NakaharaRen ÔsugiKojii Tsukamoto. Genere Fantascienza – Giappone1997durata 102 minuti.

Il giovane Hagane, recluta inesperta di un clan della Yakuza, muore in uno scontro a fuoco mentre tenta di salvare il suo capo Tosa, caduto in un’imboscata poco dopo essere uscito di prigione. Il dottor Hiraga recupera entrambi i corpi martoriati e, assemblandoli insieme mediante l’impiego di protesi meccaniche, ricompone Hagane e lo fa rivivere come cyborg. Hagane, presa confidenza con il suo nuovo stato, impiega i sovrumani poteri di cui è adesso dotato per mettere in atto una sanguinosa vendetta.
Variazione giapponese sul tema di Robocop, realizzata per il circuito dell’home video, condotta senza risparmio di acrobatici – ma inverosimili – combattimenti alle arti marziali, di atmosfere ispirate alle tendenze del cyberpunk e dei manga, di erotismo proiettato verso il sadismo e la necrofilia. Una miscela di azione e fantascienza volutamente esasperata che, pur lasciando perplessi gli stessi critici i quali hanno poi elogiato le successive opere del prolifico regista Takashi Miike (tra il 2001 e il 2002 ha diretto almeno 14 pellicole), riscuote caldi consensi tra i collezionisti di cult-movies. Nel cast segnaliamo la presenza di Tomorowo Taguchi (lo scienziato pazzo), già protagonista di Tetsuo. Titolo internazionale: Full Metal Yakuza.

 Full Metal Yakuza
(1997) on IMDb

Regia di Takashi Miike. Un film con Ebizô IchikawaEitaHikari MitsushimaKôji Yakusho. Titolo originale: Hara-Kiri. Genere Azione – Giappone2011durata 126 minuti. – MYmonetro 2,96 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il samurai Hanshiro si reca presso la casa del clan Ii, che ha a capo il ricco Kageyu, per chiedere l’autorizzazione a commettere suicidio rituale. Kageyu lo informa che ormai accade sempre più spesso che ci siano samurai in povertà che fingono di volersi suicidare solo per poter accedere alle case dei ricchi per chiedere aiuto in denaro. Gli racconta così la vicenda di un giovane samurai, Motome, il quale aveva avanzato la stessa richiesta per poi rivelare di aver bisogno di un aiuto per curare la moglie ammalata e il figlioletto morente. Il clan lo aveva costretto a morire di una morte atroce perché obbligato a suicidarsi con la spada di bambù che aveva sostituito quella metallica venduta per bisogno. Hanshiro ascolta ma poi mostra di conoscere bene quella storia.
Non tutti i remake vengono per nuocere, si potrebbe dire dinanzi a questa opera di Takashi Miike che riprende un film degli Anni Sessanta.

 Hara-Kiri: Death of a Samurai
(2011) on IMDb

Regia di Takashi Miike. Un film Da vedere 2012 con Takayuki YamadaHideaki ItoMitsuru FukikoshiSometani ShôtaFumi NikaidôCast completo Titolo originale: Aku no Kyoten. Genere Thriller – Giappone2012durata 129 minuti. – MYmonetro 3,15 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Seiji Hasumi insegna inglese all’Accademia Shinko. Carismatico e aitante, il giovane professore è ammirato dagli studenti, venerato dalle studentesse e tenuto in grande considerazione dai colleghi, che ne apprezzano l’iniziativa e l’attitudine a risolvere brillantemente questioni didattiche e disciplinari. L’unico a non farsi incantare è l’impopolare docente di Fisica, col vizio del muco e della ‘bile’. Per questa ragione confessa a un commissario di polizia, che sta indagando sulla morte sospetta di un genitore, che Hasumi ha insegnato in una scuola dove si sono verificati casi di suicidio. Di fatto, il volto angelico di Hasumi dissimula un pericoloso psicopatico che uccide, simulando suicidi, chiunque provi a intralciarlo. Esaltato e infido, abusa del suo potere per ricattare i colleghi e sedurre gli adolescenti, replicando l’omicidio dei genitori, messo in scena da ragazzino, e ripetendo come un mantra i suoi schemi criminali. Una sera però qualcosa va storto sul tetto della scuola e il suo gioco rischia di essere scoperto. Non resta che fare appello alle armi.

 Il canone del male
(2012) on IMDb

Regia di Takashi Miike. Un film con Kazuya NakayamaKaori MomoiRyuhzi MatsudaRyôsuke MikiTakeshi KitanoCast completo Genere Drammatico – Giappone2004durata 128 minuti. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Commentare i film di Takashi Miike si conferma un’impresa ardua con questo film in concorso a Venezia 61 nella sezione “Orizzonti”. Parlare di “trama” è di per sé eccessivo quando ci si riferisce ai film del cineasta nipponico, e Izo non fa eccezione. Diciamo che Izo è un indomito spirito guerriero, l’incarnazione sovrumana del rancore. Egli attraversa le epoche in cerca di vendetta, ed è vano ogni tentativo di abbatterlo, perché il rancore non muore mai. L’oggetto della sua vendetta è l’umanità intera, buoni e cattivi, poveri e imperatori.
Il viaggio di Izo non è solo un viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso le epoche e i luoghi del mondo, ma è anche un viaggio psichedelico nell’irrazionalità di un regista che ha senza dubbio gravi turbe psichiche. Duelli tra guerrieri su un’autostrada percorsa da tir; samurai armati di pistola colt; un chitarrista che attacca canzoni nei momenti più improbabili: questi sono solo alcuni degli episodi che farciscono una carneficina di 128 minuti. Centinaia di morti, tra i quali uno stralunato Beat Takeshi.
Il messaggio del film è l’unica cosa chiara: una feroce ed inequivoca condanna alla malvagità degli esseri umani, contrappuntata dall’inserimento ripetuto di immagini di repertorio di tanti tristi esempi della follia dell’uomo nella Storia. Solo che, fatta da un pazzo, questa condanna mette i brividi.

 Izo
(2004) on IMDb

The Great Yokai War (妖怪大戦争 Yōkai daisensō?, lett. “La grande guerra degli yōkai“) è un film del 2005, diretto da Takashi Miike. Il film è uscito in Giappone il 6 agosto 2005 ed è stato presentato fuori concorso al Festival del cinema di Venezia il 5 settembre 2005.

Il film utilizza il titolo dell’omonimo film del 1968, distribuito dalla ADV Films.

L’unico tema comune in entrambi i film, è la guerra degli yōkai: il primo film utilizzava la figura di un demone babilonese in viaggio verso il Giappone per punire le popolazioni indigene; nel lungometraggio moderno vengono utilizzate figure di rigetto per punire la popolazione.

Il film del 1968 utilizzò la tecnica visiva nipponica del Tokusatsu, mentre nel film del 2005 è stata utilizzata soprattutto la grafica computerizzata, oltre ai pupazzi animatronici e alla tecnica stop-motion.

Un ragazzo si trasferisce in un paesino dopo il divorzio dei genitori; durante una festa locale, il ragazzo sceglie il Kirin come protettore.

Ben presto si viene a scoprire che il Kirin sta mettendo in atto una feroce guerra contro gli umani e le popolazioni locali.

 La guerra dei fantasmi
(2005) on IMDb

The Mole Song: Undercover Agent Reiji (土竜の唄 潜入捜査官 REIJI Mogura no uta – Sennyu sosakan: Reiji?) è un film del 2014 diretto da Takashi Miike.

Reiji Kikukawa, che ha un forte senso della giustizia, si è diplomato all’accademia di polizia con il punteggio più basso di sempre. Diventa un agente di polizia, ma viene improvvisamente licenziato dal capo della polizia per questioni “disciplinari”. In realtà, il licenziamento fa parte di un piano attentamente orchestrato. A Reiji viene ordinato di diventare una “talpa”, un poliziotto sotto copertura. Il suo obiettivo è Shuho Todoroki, il capo della banda Sukiyakai. Il gruppo è il più grande gruppo criminale nell’area di Kanto. A Masaya Hiura, che lavora come giovane capo di una banda affiliata a Sukiyakai, piace Reiji. Mentre attraversa varie difficoltà, Reiji si fa strada verso Shuho Todoroki.

 Mogura no uta: Sennyuu sousakan Reiji
(2013) on IMDb

Yattaman – Il film (ヤッターマン Yattāman?) è un film del 2009 diretto da Takashi Miike. La pellicola si rifà alla celebre serie anime Yattaman prodotta dalla Tatsunoko (internazionalmente nota come Yatterman). In Italia il film è stato distribuito nel 2011 al cinema tramite il distributore Officine UBU[1].

Ganchan e la sua ragazza Janet costruiscono straordinari robot e quando il mondo è in pericolo si trasformano in Yatta 1 e Yatta 2, i supereroi Yattaman. L’occasione per una nuova impresa si presenta quando la giovane Shoko chiede il loro aiuto per ritrovare il padre, scomparso in Norvegia mentre era sulle tracce di uno dei quattro frammenti della potente Pietra Dokrostone. Qualcun altro è infatti alla ricerca della mitica Pietra. Si tratta degli acerrimi nemici degli Yattaman: il trio Drombo, composto dalla bellissima e perfida Miss Dronio, e dai suoi tirapiedi Boyakki e Tonzula. I Drombo, con l’aiuto del misterioso Dottor Dokrobei ingaggiano con gli Yattaman una dura battaglia per il possesso della Dokrostone e per il destino del mondo.

 Yattaman - Il film
(2009) on IMDb
Locandina Sukiyaki Western Django

Un film di Takashi Miike. Con Hideaki Ito, Masanobu Ando, Koichi Sato, Kaori Momoi, Yusuke Iseya. Azione, durata 121 min. – Giappone 2007. MYMONETRO Sukiyaki Western Django * * * - - valutazione media: 3,13 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In un villaggio giapponese, in una terra molto simile al vecchio west, due gang, i Genji vestiti di bianco e gli Heike vestiti di rosso, combattono all’ultimo sangue per un forziere d’oro.
Il divertissement di Takashi Miike, che afferma di avere incontrato gli Spaghetti Western (che in giappone si chiamano Maccheroni Western) all’età di sei anni quando i genitori che guardavano i film di Sergio Leone gli regalavano pistole e speroni, è cinefilia pura. Questo è il pregio e il difetto di un film che nei primi tre minuti dà il meglio di sè. È Quentin Tarantino nell’ironica parte di Piringo, narratore, con una meravigliosa parlata inglese dalla cadenza nipponica. Lo sfondo dipinto, con quel sole perfetto e giallo fa il resto. E qui inizia il film.
Ci sono donne di metallo, sceriffi immortali, fragorosi suoni di pallottole, e tanti colori caldi, che giungono fino al rosso del sangue che scorre a fiotti. Le citazioni sono infinite, da Corbucci fino al sempiterno Sergio Leone. Takashi Miike, che fino a oggi si era confrontato con l’horror e l’inquietudine, sa dove mettere le mani, e i temi di amore e morte ricorrono anche in questo omaggio assoluto al Western all’italiana. La durata del film, circa due ore, rende gli scontri a fuoco ripetitivi, ma a salvare Sukiyaki Western Django è ancora l’amore per il cinema. L’eterno incontro delle due mani che si avvicinano strizzando l’occhio a Duello al sole sono ancora un gioiello di questo gioco che il regista giapponese e Tarantino hanno pensato qualche tempo fa proprio in un ristorante del Lido Veneziano, a dimostrazione che il sogno del cinema esiste ancora. In Oriente. In Occidente. E Leone San non potrà che sorridere, a modo suo, da qualche parte in cielo.

 Sukiyaki Western Django
(2007) on IMDb

Regia di Park Chan-wookTakashi MiikeFruit Chan. Un film con Byung-Hun LeeKyoko HasegawaAtsuro WatabeMiriam Chin Wah YeungBai Ling. Genere Drammatico – Corea del sudCorea del sudGiapponeCina2004durata 125 minuti. – MYmonetro 3,07 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dall’oriente un terzetto di mediometraggi va a comporre un film solo per duri di stomaco.
Cina: per combattere le rughe, la facoltosa signora Qing pranza spesso da zia Mei, specie di fattucchiera i cui ravioli sono un elisir di lunga vita. Il segreto è nel ripieno: carne di feti abortiti.
Corea: un regista e sua moglie vengono rapiti da una comparsa psicopatica che li tortura. Il motivo è che l’uomo non riesce ad accettare che il regista oltre che bravo, bello e ricco, sia anche buono.
Giappone: una giovane scrittrice è tormentata dal ricordo di un delitto commesso da bambina.
Gli estremorientali sembrano essersi resi conto di essere le genti più allucinate del pianeta, al momento, e decidono di unire le forze e mettere insieme questa sorta di campionario dell’efferatezza. Scegliete dal catalogo l’episodio che più vi aggrada e tuffatevi nel maelstrom della follia pura.

Three... Extremes (2004) on IMDb
LA TOMBA DI LIGEIA - Spietati - Recensioni e Novità sui Film

Un film di Roger Corman. Con Vincent Price, Elizabeth Shepherd, John Westbrook Titolo originale Tomb of Ligeia. Horror, durata 81′ min. – Gran Bretagna 1964. MYMONETRO La tomba di Ligeia * * * - - valutazione media: 3,13 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Ligeia, moglie di Sir Verden, muore asserendo di poter vincere la morte con la forza della volontà. Quando lui si risposa con Lady Rowena, ricompare. È l’ultimo e forse il migliore dei film di Corman sotto il segno di E.A. Poe, sia per l’impegno plastico-figurativo sia per la cura nella costruzione narrativa, grazie alla sceneggiatura del giovane Robert Towne.

The Tomb of Ligeia (1964) on IMDb
Locandina Smog

Un film di Franco Rossi. Con Enrico Maria Salerno, Annie Girardot, Renato Salvatori, Graziella Granata, Casey Adams. Drammatico, b/n durata 102′ min. – Italia 1962. MYMONETRO Smog * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Ventiquattr’ore di un avvocato italiano in una Los Angeles livida e affaticante. I suoi incontri occasionali con connazionali, la presa di coscienza di una società alienata dalla mitologia del successo. Nella forma decontratta di un taccuino di appunti dove, più che l’azione e la galleria dei personaggi, conta il rovello esistenziale del protagonista, è un film in cui il talento visivo del regista non è abbastanza sorretto dalla sceneggiatura, firmata anche dalla coppia Festa Campanile-Franciosa e da Ugo Guerra. Una Los Angeles così, nella sua orizzontalità smisurata e un po’ mostruosa, non s’era mai vista in un film americano. Una delle migliori partiture musicali di Piero Umiliani.

Smog (1962) on IMDb
Locandina italiana Mosse vincenti

Un film di Tom McCarthy. Con Paul Giamatti, Amy Ryan, Bobby Cannavale, Jeffrey Tambor, Burt Young. Titolo originale Win Win. Commedia, Ratings: Kids+16, durata 106 min. – USA 2011. – 20th Century Fox uscita venerdì 9 dicembre 2011. MYMONETRO Mosse vincenti * * * - - valutazione media: 3,01 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

New Providence, New Jersey. Mike Flaherty è un avvocato che assiste persone anziane. Nel tempo libero fa l’allenatore di una squadra di giovani lottatori non particolarmente brillanti. Un giorno gli si presenta il caso di un anziano cliente, Leo Poplar, il quale viene messo sotto tutela. Mike decide di diventarne il tutor per incassare la rendita mensile di 1500 dollari. Però, invece di rispettarne la volontà di rientrare nella propria abitazione, lo fa andare in una casa di riposo attribuendo la decisione al giudice. Leo ha una figlia che non si occupa di lui ma anche un nipote, Kyle, che compare davanti a casa sua in fuga dalla madre che disprezza. Mike lo ospita temporaneamente e quando scopre che è una giovane promessa della lotta, lo fa entrare nella sua squadra e se ne fa carico insieme alla moglie. La madre del ragazzo però irrompe sulla scena.
Paul Giamatti ha raggiunto ormai da tempo una tale padronanza dei propri mezzi da poter affrontare qualsiasi tipo di trama e di produzione. Questa volta ha scelto un film indipendente rischiando anche di scivolare sulla pericolosa china del filone ragazzo problematico/adulto che lo salva con in più l’additivo dell’ambito dello sport.
Probabilmente lo ha stimolato il confrontarsi con un totale (e vincente) esordiente quale è Alex Shaffer nel ruolo del tormentato e atletico Kyle. I due si confrontano, si comprendono e si scontrano alla pari come raramente succede sullo schermo (o, meglio, come talvolta accade ma con quel tanto di esibizionismo da parte dei neofiti che li rende irrimediabilmente ‘falsi’). Lo deve avere anche interessato lavorare con il regista di un film attento all’incontro tra diversi come è stato il Tom McCarthy di L’ospite inatteso. Un tema che qui viene ripreso dando spazio allo sport nella fase centrale ma avendo come fil rouge il potere devastante del denaro. Perché Mike mette a rischio la propria professione per quei 1500 dollari che finiranno con il divenire oggetto del desiderio anche della madre di Kyle. L’intricato nodo di ciò che si presenta come generosità (l’accogliere il ragazzo come un figlio) ma che ha al proprio interno il motore di un interesse personale (la rendita, l’emergere della squadra grazie al campioncino) finisce con lo sciogliersi ma implica un alto prezzo da pagare. È un cinema ‘morale’, quello di McCarthy, che ha bisogno di attori che siano capaci di rendere eccezionale (e quindi in grado di raggiungere un pubblico adeguatamente ampio) la quotidianità e anche l’ambiguità dei rapporti umani. Giamatti e Shaffer sanno come farlo.

Win Win (2011) on IMDb

Regia di David Lowery. Un film Da vedere 2017 con Casey AffleckRooney MaraWill Oldham, Sonia Acevedo, Rob ZabreckyLiz FrankeCast completo Titolo originale: A Ghost Story. Genere DrammaticoFantasySentimentale – USA2017durata 87 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,20 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un fantasma vaga per campi e strade fino ad arrivare ad una casa di periferia: è qui che, in vita, abitava l’anima sotto a quel telo candido, insieme alla moglie. Una vita ordinaria, piena di tenerezza, consumata quotidianamente all’interno di quell’abitazione a cui lui era molto affezionato ma che lei, inutilmente, voleva cambiare. Fino alla morte, improvvisa, del marito proprio nella strada che costeggia la stessa casa: da quel momento in poi il suo spirito sarà destinato a vagare per sempre (o forse no?) all’interno di quelle mura: nella teoria di un universo ciclico che nasce, muore e rinasce dovrà fare i conti con il suo futuro che sarà, contemporaneamente, anche il suo passato.

A Ghost Story (2017) on IMDb

Regia di Wolfgang Petersen. Un film con Louis Gossett Jr.Brion JamesDennis QuaidRichard MarcusCarolyn McCormickCast completo Titolo originale: Enemy Mine. Genere Fantastico – USA1985durata 108 minuti. – MYmonetro 3,17 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Siamo nella seconda metà degli anni Duemila. Il terrestre Davidge, incurante degli ordini, si scaglia con la sua astronave all’attacco di una navetta entrata nell’orbita della stazione spaziale, ma dopo un furibondo scontro, precipita con il suo nemico sul pianeta Fyrine IV, abitato da mostriciattoli carnivori. Il nemico di Davidge è un Dracon, essere unisex proveniente da una lontana galassia: ben presto i due naufraghi dello spazio capiscono che l’unico modo per sopravvivere è cessare le ostilità e allearsi.

Enemy Mine (1985) on IMDb
Destino cieco - LongTake - La passione per il cinema ha una nuova regia

Regia di Krzysztof Kieslowski. Un film con Tadeusz LomnickiBorguslaw LindaZbigniew ZapasiewiczBoguslawa PawelecMarzena Trybala. Titolo originale: Przypadek. Genere Drammatico – Polonia1982durata 120 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Storia divisa in 3 parti che corrispondono a 3 diversi itinerari nella vita del giovane polacco Witek, nato a Poznan nel 1956: nella prima diventa un funzionario di partito, nella seconda un dissidente, nella terza un medico che vuole starsene fuori dalla politica. Le varianti sono la conseguenza del caso, di un banale incidente in stazione. Ciascuna delle 3 varianti offre uno spaccato diverso della società polacca alla fine degli anni ’70: in ciascuna c’è un’evidente simmetria. Interessante, ma rigido e troppo dimostrativo nel suo determinismo. Kieslowski era già Kieslowski nel 1981 (ma il film fu distribuito solo nel 1987), ma gli mancava ancora Piesiewicz, il suo sceneggiatore da Senza fine (1984) in poi. Conosciuto anche come Il caso .

Blind Chance (1987) on IMDb

Risultati immagini per Quella Che Avrei Dovuto SposareUn film di Douglas Sirk. Con Fred MacMurray, Barbara Stanwyck Titolo originale There’s Always Tomorrow. Commedia, Ratings: Kids+16, b/n durata 84′ min. – USA 1956. MYMONETRO Quella che avrei dovuto sposare * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Ha tutto per essere contento: brava moglie, figli, buon lavoro. Ma quando incontra una vecchia fiamma, abbassa la guardia ed entra in crisi. La sua ex, però, ha un nobile cuore: non vuole rovinargli il matrimonio. Rifacimento di There’s Always Tomorrow (1934). È un melodramma, turgido di passioni e conflitti ma di grande finezza nell’analisi psicologica, governato bene da Sirk che del mélo è un maestro. È il caso (non raro) di un remake migliore dell’originale.

There's Always Tomorrow (1956) on IMDb

Regia di Luciano Salce. Un film Da vedere 1963 con Ugo TognazziMara BerniEmmanuelle RivaBarbara SteeleRenato SpezialiLuciano SalceCast completo Genere Commedia – Italia1963durata 110 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di -1 recensione.

Roma. Gianni e Maretta da tre anni conducono una relazione che li vede incontrarsi spesso senza però convivere. Quando decidono di fare il grande passo del matrimonio le cose cambiano. L’amore si trasforma in abitudine e la quotidianità della vita coniugale non procura emozioni. Le tentazioni del ‘fuori casa’ per lui restano forti mentre lei vorrebbe avere un figlio. Come conciliare le reciproche esigenze?
Luciano Salce , acuto osservatore e feroce critico della società italiana realizza quello che è uno dei suoi migliori film (in cui fa anche una fugace apparizione) avendo a disposizione una Emmanuelle Riva ormai consacrata musa del cinema d’autore (ResnaisPontecorvoPietrangeliMelville) e un Tognazzi in assoluta ascesa. È con loro due al centro della vicenda che elabora la sua amara lettura della vita di coppia. Gianni e Maretta non sono in grado di resistere alla ruvida lima della vita di ogni giorno dalla quale emergono imperfezioni e difetti dell’uno e dell’altra che prima potevano essere rispediti ai reciproci domicili senza curarsene troppo. Intorno a loro si agita una società che si illude di essere felice passando da una festa all’altra oppure simulando amicizie che non sono altro che rapporti superficiali in cui si indossa la maschera dell’ipocrisia per conservare comunque un ruolo.
Salce va però oltre alla vita di coppia e lancia le sue frecce avvelenate contro una Rai già inquinata e guarda, con rispetto ma anche con un tocco di satira, al cinema del Maestro Fellini al quale ‘ruba’, per un ruolo recitato tutto sopra le righe, la Gloria (Barbara Steele) di 8 e ½.

The Hours of Love (1963) on IMDb

Edit 18/1/2024: sostituita versione perchè corrotta