Un film di David Butler. Con Lionel Barrymore, Shirley Temple Titolo originale The Little Colonel. Commedia, b/n durata 80 min. – USA 1935. MYMONETRO Il piccolo colonnello valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una piccola non ama il nonno perché questi detesta suo padre. Un giorno il padre si ammala e la bambina viene affidata al nonno. Sembra un dramma, ma un incidente a lieto fine porterà la pace in famiglia.
Un film di John Farrow. Con David Farrar, John Wayne, Lana Turner Titolo originale The Sea Chase. Avventura, durata 117′ min. – USA 1955. MYMONETRO Gli amanti dei cinque mari valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Nel 1939 il capitano di un mercantile tedesco salpa da Sidney, inseguito da una nave da guerra inglese. Wayne fuori parte in divisa germanica in un curioso dramma di avventure marinaresche.
Un film di Carlos Saura. Con Miguel Angel, Mia Maestro, Cecilia Nerova Musicale, durata 115 min. – Spagna 1998. MYMONETRO Tango valutazione media: 2,75 su 4recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Saura, gran “maestro di ballo” e interprete della cultura spagnola in quella chiave (Carmen Story, Flamenco) questa volta, occupandosi di tango, non può che sbarcare in Argentina. A Buenos Aires, nel quadro delle prove di uno spettacolo sul tango, Mario, triste per l’abbandono della moglie, incontra Elena. I due, ballando, ridanno molti sensi alla propria vita. Naturalmente il mestiere c’è e l’argomento era conosciuto. Sempre gradito Saura.
Un funzionario delle ferrovie cerca di salvare le paghe degli operai che una banda di assaltatori del treno sta per rapinare. Tra i banditi c’è suo fratello che si redime, morendo pentito. Da collaboratori illustri (sceneggiatura di Borden Chase, fotografia di William Daniels, musiche di Dimitri Tiomkin) e bravi attori il mediocre regista ha cavato un western convenzionale con un’eccitante resa dei conti finale. Doveva essere diretto da Anthony Mann che declinò l’offerta: la storia gli sembrava debole.
Un film di Carroll Ballard. Con Jeff Daniels, Anna Paquin, Dana Delany, Terry Kinney, Holter Graham.Titolo originale Fly Away Home. Commedia, Ratings: Kids, durata 110 min. – USA 1996. MYMONETRO L’incredibile volo valutazione media: 2,67 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Amy, una ragazzina che ha perso la madre, va a vivere con suo padre in una isolata fattoria canadese. Un giorno tra i boschi scopre un nido abbandonato di oche selvatiche che riuscirà a far nascere improvvisando una rudimentale incubatrice. Diventerà così la “mamma” delle ochette, riuscendo, aiutata dal padre, dallo zio e dagli amici, a farle volare verso sud prima dell’arrivo dell’inverno.
Paz è la striscia inventata da Andrea Pazienza, morto nel 1988, ed è un cult per gli appassionati di fumetti. Siamo a Bologna, alla fine degli anni ’70. Tre storie si intrecciano e scorrono parallele durante una sola giornata, dalle quattro del mattino all’alba del giorno successivo. I tre personaggi sono: Pentothal, un artista del sud molto pigro, Enrico Fiabeschi, studente fuoricorso, Massimo Zanardi, altro studente malandato e quasi cattivo. Le tre storie scorrono parallele senza mai incrociarsi, e raccontano il disagio di quella generazione ed il loro modo di opporsi ad un tipo di società e di vita che non li soddisfa.
Un giovane corridore automobilistico, troppo povero per poter acquistare una buona vettura, d’accordo col suo meccanico organizza, per procurarsi il denaro, un sequestro di persona. L’impresa riesce. I due, inseguiti dalla polizia, dopo aver fatto un’ecatombe di macchine, finiscono però tragicamente la loro corsa contro il locomotore di un treno.
Un film di Henry Koster. Con Clifton Webb, Joanne Dru, Hugh Marlowe Titolo originale Mr. Belvedere Rings the Bell. Commedia, Ratings: Kids+13, b/n durata 87′ min. – USA 1951. MYMONETRO Mr. Belvedere suona la campana valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Mr. Belvedere si fa ricoverare in un ospizio di vecchi per dimostrare la sua teoria che si può avere una vita di soddisfazioni a prescindere dall’età. 3° episodio della serie di Mr. Belvedere: gradevole, garbato con dialoghi spiritosi. Tratto dalla commedia The Silver Whistle di Robert E. McEnroe.
Due genitori scoprono che il loro figlio Josh di sette anni, ammiratore di Bobby Fisher, ha un talento naturale per gli scacchi. Assoldano un maestro che si rivela troppo esigente. Scritto dall’esordiente S. Zaillian sulla base di un libro autobiografico di Fred Waitzkin, con Sydney Pollack come produttore esecutivo, tocca molti temi (rapporto tra padre e figlio; corsa al successo; crudeltà di una società che usa i bambini invece di educarli) senza approfondirne alcuno, ma non riesce nemmeno, come vorrebbe, a rendere il gioco accessibile e visualmente emozionante per i profani. Altro titolo USA: Innocent Moves
Homer Smith, vagabondo nero, aiuta in Arizona cinque monache tedesche che vogliono costruire una cappella. Commedia sentimentale e un po’ predicatoria sullo spirito di fratellanza e di solidarietà. Premio Oscar a Poitier e altre 4 nomination. Esagerati! Tratto da un romanzo di W.E. Barrett adattato da J. Poe, già sceneggiatore di Prima linea (1956) di Aldrich.
Una bambina, dopo una tempesta, viene raccolta da due vecchi marinai, guardiani di un faro. I lupi di mare adorano la bimba e fanno di tutto per impedire che venga spedita in un collegio. Poi l’identità della piccina viene scoperta e i suoi doviziosi parenti dimostrano la loro gratitudine portando con loro i due marinai a bordo di uno yacht.
In treno popolare da Roma a Orvieto e poi inforcando la bicicletta, Lina, Giovanni e Carlo fanno una gita sul fiume. La ragazza rischia di annegare. Film divertente e simpatico, gentile e intonato nel ritmo dell’esordiente 23enne Matarazzo, è un film brioso di giovani sui giovani di cui soltanto negli anni ’70 la critica scoprì la novità, i segni premonitori del neorealismo postbellico: le riprese nei luoghi reali dell’azione, l’attenzione (come in Rotaie , 1929) alla classe lavoratrice, gli attori presi dalla strada, la disinvoltura nell’espressione dei sentimenti e dell’erotismo. 1° film per il cinema del 22enne milanese Nino Rota, enfant prodige della musica. Troppo in anticipo per trovare pubblico. Scoperto dalla critica negli anni ’70. Il regista appare come direttore della banda musicale di Orvieto.
Cresciuti nell’Algeria colonizzata da una madre forte e dura e da un padre gran lavoratore, tre fratelli, espropriati della loro terra, partono e si disperdono. Messaud si unisce all’esercito francese sul fronte indocinese; Abdelkader diventa un leader del movimento di indipendenza algerino e Saïd a Parigi cerca di far fortuna con la prostituzione e affari loschi nei locali e nei club dove si tengono incontri di boxe. Abdelkader trascinerà i fratelli, in modi diversi, a combattere per la causa, e per la causa a perdersi. La sanguinosa indipendenza dell’Algeria è raccontata come in un film gangster del primo dopoguerra, senza né buoni né cattivi da una parte sola, solo personaggi che rispecchiano realisticamente le possibili “anime della lotta di liberazione”. Un film duro, non facile, asciutto, che non concede niente al sentimentalismo né a una visione romantica della lotta politica.
Nella Spagna del XVII secolo, lo spadaccino mercenario Diego Alatriste, in guerra nelle Fiandre al servizio del re, accetta di allevare Iñigo, il figlio del morente conte Balboa. Tornato a Madrid, Alatriste fa da padre al giovane tra i loschi intrighi della corrotta corte di Filippo IV fino a quando, venuto in odio all’italiano Gualtiero Malatesta, finisce, con tutti gli inseparabili amici, a combattere una tremenda, spettacolare battaglia. Con un bellissimo e originale inizio, l’opera n. 4 di Díaz Yanes è un mix di cappa e spada, film d’avventure e western rivisitato in chiave filologica di film in costume, pieno di pregi e con qualche difetto: la bellissima fotografia di Paco Fermenía che omaggia Velázquez e – forse inconsapevolmente? – Il mestiere delle armi di Olmi; i costumi sontuosi o lerci di Francesca Sartori; un carismatico Mortensen (che ha recitato perfettamente in spagnolo grazie ai 9 anni vissuti in Argentina), credibile nei panni del fiero Alatriste, eroe solitario e romantico che fa sfigurare Lo Verso nel suo antipatico Malatesta; qualche stereotipo di troppo; alcuni momenti troppo pieni di personaggi e situazioni; una regia di grande professionalità che però manca di quel filo di ironia indispensabile al filone.
Un film di Claude Sautet. Con Jean-Paul Belmondo, Sandra Milo, Lino Ventura Titolo originale Classe tous risques. Giallo, b/n durata 110 min. – Italia, Francia 1960. MYMONETROAsfalto che scotta valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un criminale internazionale condannato a morte cerca di sfuggire alla cattura. Con moglie, due figli e un amico sbarca a Mentone, ma ha uno scontro a fuoco con la polizia. Si salva con i figli e cerca rifugio e protezione a Parigi da vecchi amici del mestiere. Rimane solo, disperato e aumenta la serie di delitti, finché stanco della lotta e della fuga si lascia catturare.
Un film di Thornton Freeland. Con Dolores Del Rio, Fred Astaire, Ginger Rogers, Gene Raymond Titolo originale Flying down to Rio. Musicale, b/n durata 89 min. – USA 1933.MYMONETRO Carioca valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Il proprietario di un locale notturno di Rio, per sconfiggere la concorrenza di una cosca di biscazzieri che intralciano il suo lavoro, organizza un abile spettacolo promozionale: lancia un nuovo ballo, la carioca, e lo fa eseguire dal suo corpo di danza sulle ali di un aeroplano che volteggia a bassa quota su Rio.
La vita privata del violinista Sergio Masini è complicata: ha moglie con tre figli e due amanti. Il tremendo carosello di prove d’amore e di conti da pagare lo stronca. Dopo Signore e signori (1965), Germi inaugura la serie delle commedie della bontà. Lontanamente ispirato alle vicende di Vittorio De Sica, il suo è il ritratto di un santo della poligamia che vorrebbe benedetta dalla Chiesa e dallo Stato. Commedia troppo compassata, senza artigli, priva di un vero finale, con un Tognazzi bravo come al solito ma fuori parte.
Laureati, non lontani dai trent’anni, senza impiego, gli amici Andrea e Bart si dividono un appartamento in affitto a Torino. L’uno fa un’inutile trafila di colloqui lavorativi; l’altro, indolente, si affida a un’irriducibile chiacchiera per sopravvivere. Fanno tappezzeria la giovinotta Lucia che si fa ospitare dai due e Dolores, attrice in erba di cui Andrea s’innamora. Sulla scia dell’ Ultimo bacio e di altri, un’altra commediuccia generazionale sulla sindrome di Peter Pan con velleità di rispecchiamento sociologico che, invece, riflette soltanto lo stato delle cose del cinema italiano medio all’inizio del 2000. È la sagra del già visto e dello stereotipo. Tutto il resto è orpello: brio registico, monologhi e dialoghi spiritosi, la canzone dei Mano Negra che dà il titolo al film, le citazioni, la dedica a J.-L. Godard. L’unica nota un po’ originale è il Bart di L. De Rienzo, David di Donatello come attore non protagonista insieme a quello per M. Ponti come regista esordiente.
Nolan, capitano irlandese, decide di catturare un’orca, impresa ritenuta difficilissima. Ma provoca la morte di una femmina orca sotto gli occhi del suo maschio. L’animale perseguita l’uomo in tutti i modi. Il redde rationem avverrà sui ghiacci del Polo Nord.
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