François Merlin, autore di quarantadue volumi sull’agente segreto Bob Saint-Clair, è in crisi con il suo personaggio. Divertente e ironica presa in giro dei film alla 007 con puntatine esilaranti sui momenti irrealisti. Un ottimo J.-P. Belmondo e ben disegnati gli altri.
Nell’America della Grande Depressione, Jacob Jankowski è a un esame dalla laurea e da una notte d’amore con la più bella ragazza del corso di medicina veterinaria. Un tragico incidente, in cui muoiono i genitori, sconvolge la sua vita e i suoi piani di studente, conducendolo su un binario alternativo e imprevisto. Lasciata la propria casa per coprire i debiti accumulati dal padre e abbandonata l’università, Jacob sale su un treno in corsa e spera nella buona sorte che avrà il volto dolce di Marlena, stella equestre del Benzini Bros Circus e moglie dell’instabile August, impresario e domatore crudele di artisti e animali. Rivelate presto le sue evidenti doti di veterinario, Jacob viene accolto con entusiasmo da August e promosso al ruolo di addestratore dell’elefantessa Rosie, ingombrante ‘primadonna’ col vizio del whisky. Innamoratosi perdutamente della bionda Marlena, il ragazzo dovrà vedersela coi reiterati soprusi di August e trovare come un funambolo un nuovo equilibrio nell’universo circense.
Nick e Libby Parsons vivono felicemente assieme al figlioletto Matty in una lussuosa casa a largo della costa occidentale, dove tengono cocktail e collezionano opere d’arte. Una sera, durante un romantico week-end in barca, Libby si risveglia in stato confusionale trovando tracce di sangue su di lei e per tutta la barca. Nick è scomparso e la polizia vede nella moglie l’unica possibile sospettata. Al processo, Libby viene giudicata colpevole di omicidio e condannata alla reclusione, durante la quale decide di affidare Matty alla sua giovane insegnante Angie. Ma quando le visite in carcere di Angie e Matty si interrompono all’improvviso, Libby fa di tutto per ritrovare le loro tracce e capisce di essere stata vittima di un complotto.
Dal romanzo omonimo (1932) di Stella Gibson. Rimasta orfana con poche sterline nella Londra degli anni ’30, giovane snob si fa ospitare da parenti di campagna che vivono in una tetra fattoria dell’East Sussex e la fa rifiorire, portando ordine, fantasia, disgelo, gioia. Il delizioso fascino umoristico del film nasce dal contrasto tra l’apparire e l’essere, l’atmosfera da romanzo gotico e le cadenze da commedia mondana. Recitato benissimo. Girato per la TV ma in Italia uscito al cinema grazie a Playbill.
12 episodi con ambientazione fissa compongono un progetto iniziato nel 1986 e che attraverso gli anni giunge infine a compimento. Come in tutti i film ad episodi, sta allo spettatore eleggere i suoi favoriti, e in C&C c’è di che scegliere. Tanti grossi nomi prestano il loro volto all’amico Jarmusch, in un carosello di personaggi che hanno in comune tre cose: fumano, bevono caffè e parlano di cose assolutamente prive di senso. La palma d’oro per il dialogo più improbabile a Tom Waits e Iggy Pop, due tra gli individui più “storti” e indispensabili del nostro tempo. Per quanti condividono e vivono l’idea che caffè+sigarette sia il matrimonio più riuscito di sempre, potrebbe diventare un vero manifesto.
A metà degli anni Novanta, venti giovani danzatori si riuniscono per una prova di tre giorni in un collegio in disuso. Presto l’atmosfera diventa elettrica e una strana follia li travolge. Si renderanno conto di essere stati drogati ma non sanno da chi o perché. La situazione segue un continuo crescendo e mentre alcuni si sentono in paradiso, molti di loro vivono l’inferno.
Vince Rizzo è una guardia carceraria che nutre il segreto desiderio di recitare. Segreto che non ha rivelato neppure a sua moglie Joyce la quale sospetta che quando lui dice di andare a giocare a poker (mentre va a un corso di recitazione) in realtà incontri un’amante. In famiglia anche gli altri membri custodiscono segreti: il figlio adolescente Vince Jr. ha una passione per le donne obese mentre la figlia, che è via da casa per studiare grazie a una borsa di studio, fa lo strip tease. Le cose si complicano quando Vince fa uscire dal carcere sotto la sua tutela un ragazzo che ha scoperto essere suo figlio. Qualcuno però potrebbe aiutarlo a dire finalmente la verità. È la compagna di recitazione Molly. Che però custodisce a sua volta un segreto difficile da confessare. Se si pensa al plot di base di City Island si può credere che si tratti di un melodramma a tinte forti che sfrutta l'”italianità” del suo protagonista. Non è così. O, meglio, il melodramma ha la sua parte (dichiarata anche esplicitamente da un’aria della “Carmen” di Bizet) soprattutto nel sottofinale che è recitato volutamente in toni esasperati. Per il resto del film invece veniamo condotti per mano in una rivisitazione intelligente di situazioni classiche del cinema (prima fra tutte quella del nuovo arrivato che si trova a sconvolgere una situazione già in equilibrio precario) con accenti che sfiorano la descrizione di nuclei familiari border line cara a Todd Solondz in particolare nel ruolo di Vince Jr.. Le piccole frustrazioni, il non detto che si instaura in una coppia che pure al fondo ha ancora elementi che la potrebbero far procedere positivamente, la possibilità di un’amicizia vera e profonda tra un uomo e una donna. Questi ed altri sono i temi che vengono affrontati con la giusta dose di leggerezza e di malinconia per le occasioni che quotidianamente si perdono per paura di essere feriti nell’intimo. Se poi si aggiunge che si può anche assistere a una scena in cui Andy Garcia, aspirante attore, va a un’audizione per un film di Scorsese con De Niro protagonista allora si può star certi che è garantita anche una giusta dose di divertimento. City Island, senza essere un capolavoro, può valere una visita.
Jackal (sciacallo) è il nome in codice di un killer (Willis) assoldato da un capo della mafia russa per assassinare un importante politico statunitense. Chi? In collaborazione con Koslova (Venora) dei servizi segreti di Mosca, il direttore dell’FBI (Poitier) recluta Mulqueen (Gere), ex terrorista dell’IRA in carcere, specialista in travestimenti, che ha i suoi motivi per odiare Jackal. Caccia difficile. La sceneggiatura di Chuck Pfarrer è liberamente ispirata a quella che Kenneth Ross cavò per F. Zinnemann dal romanzo Il giorno dello sciacallo di F. Forsyth, ma, come il film, gli rimane nettamente inferiore, più convenzionale, privo della sua fredda concisione. Si salva, comunque, il grintoso e ironico Willis.
Dai romanzi di Edna Ferber. Vita, imprese e morte (in Europa, combattendo contro i tedeschi) di Yancey Cravat, avventuroso colono che si stabilisce nell’Oklahoma nel 1890. Gli sopravvive la moglie indomita. Rifacimento di un famoso western del ’31, è uno dei più fiacchi risultati di A. Mann. Un greve melodramma senza estro né scatti.
Un film di James Lapine. Con Mandy Patinkin, Julian Sands, Hugh Grant, Judy Davis. Titolo originale Impromptu. Storico, durata 109′ min. – Gran Bretagna 1990. MYMONETRO Chopin amore mio valutazione media: 2,58 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Il grande amore tra Amandine-Lucie-Aurore Dupin, in arte George Sand (1804-76) e Fryderyk Chopin (1810-49) raccontato in modo originale per libere associazioni di avvenimenti,personaggi, stati d’animo, non senza risvolti ironici e satirici sugli avvoltoi della cultura, e con echi bergmaniani di Sorrisi di una notte d’estate e il contorno di alcune superstar dell’Ottocento: Liszt, De Musset, Delacroix. J. Davis-Sand una testa sopra tutti. Esordio al cinema del regista teatrale J. Lapine su sceneggiatura della moglie Sarah Kernochan.
Chisum possiede un grande ranch ai confini del Nuovo Messico. Arriva un prepotente che vuol diventare l’incontrastato padrone della zona. Si determina la solita situazione di contrasto fra buoni e cattivi. Da una parte Chisum (con l’aiuto del famoso fuorilegge Billy Kid) cerca di far tornare le cose nell’ordine della “frontiera”, dall’altra l’avventuriero, scaltro e senza scrupoli, cerca di sopraffarlo. Chiaro che Wayne, come al solito, è dalla parte della ragione.
Agente del controspionaggio si mette in congedo per proseguire le indagini sul dubbio suicidio di un collega. Da un romanzo di John Le Carré un pesante thriller, ricco di effetti più che di invenzioni. Non è tra i film migliori del bravo S. Lumet, ma la sua capacità di dirigere gli attori è fuori discussione.
Mike Keegan è un poliziotto che vive nel quartiere a rischio di Queens con la moglie e il figlio che ama. Un giorno viene incaricato di proteggere Claire Gregory, una bella appartenente alla upper class. Costei è stata minacciata da un criminale che ha compiuto un omicidio di cui la donna è stata testimone. Progressivamente Mike se ne innamora anche se finisce inconsapevolmente per metterla in pericolo. Ma in grave pericolo è anche la sua situazione familiare.
Un film di Michael Apted. Con John Belushi, Blair Brown Titolo originale Continental Divide. Commedia, durata 103 min. – USA 1981. MYMONETRO Chiamami aquila valutazione media: 2,64 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari
Un reporter piantagrane, per punizione, viene mandato dal direttore del suo giornale in servizio sulle Montagne Rocciose, a intervistare un’ornitologa che vive in solitudine studiando una rara specie di aquile. L’irruente giornalista scompiglierà la quiete degli alti picchi e il cuore della studiosa. Seguiranno matrimonio e tanti aquilotti. Belushi, al suo massimo splendore, si muove come un bulldozer su un copione intriso di aggraziata ironia, merito della penna di Lawrence Kasdan, più tardi regista de Il grande freddo
Due bambine, a distanza di quattro anni l’una dall’altra, vengono uccise nel medesimo luogo. Il padre dell’ultima vittima riesce a scoprire l’assassino dopo che molti degli indiziati sono periti di morte violenta.
Ruba il fidanzato alla gemella che vent’anni dopo si vendica. Ancora in doppio ruolo, B. Davis cerca di galvanizzare un dramma (già fatto nel 1946 con Dolores Del Rio) turgido, effettistico e inverosimile, ma a modo suo affascinante.
Una ragazza si innamora di un marinaio col quale ha scambiato solo poche parole. Alcuni anni dopo, disillusa dell’attesa, si decide a sposare l’uomo che il padre le ha destinato. Il marinaio, tornato dal Sudamerica…
Le inverosimiglianze della vicenda sono compensate da una regia brillante e bravi attori. Ricca ereditiera trova in casa un tale che si dice suo fratello, dato per morto.
Un film di McG. Con Cameron Diaz, Drew Barrymore, Lucy Liu, Bernie Mac, Demi Moore. Titolo originale Charlie’s Angels: Full Throttle. Azione, durata 111 min. – USA 2003. MYMONETRO Charlie’s Angels: più che mai valutazione media: 2,96 su 17 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
La scomparsa di due anelli getta nel panico l’FBI. I gioielli contengono informazioni criptate sull’identità delle persone incluse nel programma di protezione testimoni. I testimoni rischiano la vita e agli “angeli di Charlie” viene affidato il compito di ritrovare gli anelli scomparsi.
Una ricca americana sposa un semplice autista. Qualche tempo dopo sparisce e viene ritrovata morta, apparentemente per cause naturali. Si tratta, invece, di un delitto messo in atto dal marito e dall’amante di questi per denaro, che l’uomo godrà per poco. Da Agatha Christie.
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