L’amaro caso della baronessa di Carini è uno sceneggiato del 1975 in 4 puntate, scritto da Daniele D’Anza e Lucio Mandarà e diretto da Daniele D’Anza.
Sicilia, 1812. Sta per entrare in vigore la prima costituzione liberale, che mette fine ai privilegi dei grandi feudatari. Il rappresentante più autorevole del nuovo corso politico è il Principe di Castelnuovo, ministro delle finanze, che incarica un suo uomo, Luca Corbara, di svolgere indagini per accertare la legittimità del possesso dei feudi. Come punto di partenza della sua ricerca, Luca sceglie il feudo Daina Sturi di Carini appartenente ad un barone, don Mariano D’Agrò. Al suo arrivo, il giovane assiste a un episodio di violenza: gli uomini di don Mariano percuotono un cantastorie, Nele Carnazza, reo di aver cantato una canzone proibita dal barone, la ballata che narra la tragica morte della baronessa di Carini, Caterina La Grua – Talamanca, uccisa per motivi di onore dal marito tre secoli prima.
Megaloman (メガロマンMegaroman?) è una serie televisivatokusatsugiapponese che vede come protagonista l’omonimo supereroe. Creato da Tetsu Kariya, lo show fu prodotto dalla Toho Company Ltd. e trasmesso in Giappone su Fuji TV dal 7 maggio al 24 dicembre 1979, con un totale di 31 episodi di mezz’ora. Dall’episodio 14, il titolo dello show divenne Megaloman il supereroe fiammeggiante (炎の超人メガロマンHonô No Chôjin Megaroman?). Il pianeta Rosetta è stato preso sotto controllo dall’Esercito della tribù dal sangue nero comandato da Capitan Delitto. Takashi Shishidou e sua madre Rosemary scappano verso il pianeta Terra dopo che suo padre Gou è stato ferito con un colpo di pistola da Delitto, che è in realtà Hiroshi, il fratello gemello “malvagio” di Takashi. Mentre vive pacificamente sulla Terra, Takashi frequenta una scuola di arti marziali in Giappone ed ha quattro amici che non hanno idea che lui provenga da un altro pianeta (soltanto il suo insegnante di arti marziali, Sougen Takamine, conosce il suo segreto). Quando il capitano Delitto inizia l’invasione della Terra usando il suo esercito di mostri giganti, Rosemary (che è conosciuta con il nome di “Mari Shishidou”) dà a Takashi i Braccialetti-Megalon con cui può trasformarsi nel guerriero gigante Megaloman e combattere i mostri diabolici per proteggere così il pianeta Terra.
Mrs. Columbo, successivamente Kate Columbo, Kate The Detective ed infine Kate Loves A Mystery, è stata una serie televisivastatunitense creata da William Link e Richard Levinson per la NBC, trasmessa nel 1979, per la durata di due stagioni[1]. La serie è stata fortemente voluta dall’allora presidente del network Fred Silverman[2]. Entrambe le stagioni della serie sono inedite in Italia.
La serie segue le vicende di Kate Columbo, moglie del famoso tenente Colombo, una reporter che si diletta nella risoluzione dei crimini mentre cerca di crescere la sua piccola figlia.
Questa serie è inedita in Italia. Non ho trovato sottotitoli, neanche in inglese.
La serie racconta la storia di una famiglia di schiavi negli Stati Uniti a partire dal 1750, nascita in Gambia nel villaggio mandinka di Juffure del capostipite Kunta Kinte, il quale giunto all’età di quindici anni, viene portato con altri coetanei in un luogo per l’iniziazione e la circoncisione, secondo i precetti dell’Islam. Tornato a casa sua nonna Nyo Boto gli comanda di andare nella giungla per procurarsi un tronco di legno per fabbricare un tamburo, ma viene catturato dagli slatì, membri di altre tribù ingaggiati dai taubob, gli europei, per catturare schiavi.
Nel 1976 la Nippon Animation ha prodotto un’altra serie animata ispirata ai personaggi del romanzo di Collodi, conosciuta in Italia col titolo “Bambino Pinocchio“.
La storia è quella classica del romanzo di Collodi, che narra del burattino di legno reso vivo da una fatina benevola per la gioia del suo “costruttore”. L’eroe principale è un ingenuo e molto fiducioso giocattolo/pupazzo di legno animato dalla magia della Fata: egli ha molte carenze e lacune da dover superare e vincere, prima che gli possa venir permesso di diventar un uomo vero.
La storia inizia quando Geppetto, un anziano falegname che vive da solo, desidera avere un nipotino che possa tenergli compagnia, inizia così a scolpire un ceppo di legno proveniente da un albero magico. La fata dai capelli turchini dona la vita al burattino e promette che se si rivelerà esser una brava persona dimostrando d’aver un buon cuore in futuro potrà anche esser trasformato in un esser umano.
Ambientata nei primissimi anni del Secondo Dopoguerra, la serie ripete pedissequamente lo schema dei racconti gialli di Ellery Queen: lo spettatore viene messo a conoscenza di tutti i fatti e gli indizi utili a scoprire il colpevole e, prima dell’ultima scena, l’investigatore si rivolge al pubblico e lo sfida a risolvere il caso. Come da tradizione del giallo vecchio stile (ad es. Hercule Poirot nei romanzi di Agatha Christie), Ellery Queen raduna tutti i sospettati in una stanza e alla fine svela il nome dell’assassino. Nonostante il successo di pubblico, la serie durò solo una stagione. La morte di Hutton nel 1979 mise poi la parola fine al ventilato progetto di produrre una nuova serie di episodi.
Quarta parete
A differenza di tutti i film e telefilm polizieschi/investigativi, quasi alla fine di ogni episodio, prima di rivelare il nome del colpevole di turno, il personaggio di Ellery Queen si rivolgeva direttamente alla telecamera e quindi al pubblico televisivo (infrangendo in questo modo la quarta parete) chiedendo se, viste tutte le prove e gli indiziati, qualcuno avesse capito chi fosse davvero il colpevole.
La donna bionica (The Bionic Woman) è una serie televisivastatunitense nata come spin-off della serie L’uomo da sei milioni di dollari. In essa nasce il personaggio di Jaime Sommers (la donna bionica), interpretato dall’attrice Lindsay Wagner, che ha ottenuto notevole successo, tanto da spingere la casa di produzione Universal a creare una serie incentrata su di lei.
Le caratteristiche di questo telefilm sono molteplici e si caratterizza per il connubio tra la fantascienza e l’aspetto umano e psicologico dei personaggi che affrontano diverse vicissitudini quotidiane. In particolare il personaggio di Jaime Sommers, per volontà anche della stessa Lindsay Wagner, riesce a evidenziare con emotività la difficoltà di accettarsi con parti “diverse” da quelle delle altre persone senza per questo abbattersi. Jaime infatti decide di mettere al servizio dell’OSI, ufficio di sicurezza degli Stati Uniti d’America diretto da Oscar Goldman, le proprie facoltà bioniche come agente segreto, e durante le sue missioni riesce a portare a termine il difficile compito assegnatole, usando i suoi particolari poteri senza mai eccedere in prevaricazioni o violenza, ma usando spesso astuzia, sensibilità e cervello per uscire da situazioni pericolose.
Anna dai capelli rossi (赤毛のアン Akage no An?) è un anime prodotto dalla Nippon Animation in 50 episodi nel 1979 e trasmesso dalla Fuji TV a partire da gennaio 1979. È l’adattamento dell’omonimo romanzoper ragazzi della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery, che ha attinto a piene mani dai ricordi della propria infanzia per la stesura del libro. Fa parte del progetto World Masterpiece Theater della Nippon Animation. La Nippon Animation in occasione del trentennale dell’anime, ha prodotto un prequel dal titolo Sorridi, piccola Anna trasmesso in Giappone da Fuji TV a partire da aprile 2009 e in Italia da ottobre 2010.
Siamo nella seconda metà del XIX secolo. Anna Shirley, una bambina “magra e tutta occhi”,[1] nasce a Bolinghroke nella Nuova Scozia da Walter e Bertha Shirley nel 1886, docenti di liceo.[2] Purtroppo dopo tre mesi entrambi i genitori muoiono di una malattia infettiva, e Anna, non avendo altri parenti, viene affidata alla signora Thomas, una vicina povera e con il marito alcolizzato. La bambina vive con la famiglia Thomas fino all’età di 8 anni, accudendo i figli della signora, fino a che il marito muore travolto da un treno dopo essersi addormentato ubriaco sui binari.[3] A questo punto per Anna non c’è più posto nella famiglia e viene quindi affidata alla signora Hammond, che vive con il marito e i suoi 8 figli (tra cui tre coppie di gemelli) in una misera baracca in riva al fiume. La bambina, esperta di bimbi piccoli, accudisce anche i figli della signora Hammond, fino a che, con la morte del marito avvenuta due anni dopo, viene affidata all’orfanotrofio di Hopetown, dove rimane per cinque mesi…
Le strade di San Francisco (The Streets of San Francisco) è una serie televisivastatunitense di genere poliziesco, trasmessa dalla ABC per 5 stagioni dal 1972 al 1977.Popolare anche fuori dagli Stati Uniti (in Italia andò in onda dal febbraio 1980), la serie, come suggerito dal titolo, è interamente ambientata nella caratteristica città di San Francisco, in California, dove avvengono spettacolari e lunghi inseguimenti in auto, ma è anche una serie “attenta alle problematiche sociali”[1]. Coprotagonisti sono Karl Malden nei panni del tenente Mike Stone e l’attore esordiente (nonché figlio d’arte e futura star di Hollywood) Michael Douglas nel ruolo di Steve Keller. Douglas lasciò la serie nella penultima stagione lasciando il posto a Richard Hatch nella parte di Dan Robbins. I protagonisti sono una coppia ben assortita di investigatori: il tenente Mike Stone è un anziano poliziotto venuto dalla gavetta, vedovo e con una figlia, Jeannie, che appare saltuariamente; si presenta indossando immancabilmente uno sdrucito trench con in testa un floscio cappello anni 50. Il giovane ispettore Steve Keller è più “intellettuale” e politically correct (infatti, al momento di uscire dalla serie, il personaggio lascia la polizia per dedicarsi all’insegnamento dopo una seria ferita rimediata in servizio). Le vicende dei due, solitamente concluse nell’ambito di ogni episodio, si svolgono a San Francisco; anche se non mancano inseguimenti e sparatorie, le scene violente risultano contenute, considerato che la serie era rivolta a un pubblico televisivo familiare, mentre viene fatto risaltare lo spessore umano dei due detective: il loro coinvolgimento nelle indagini, soprattutto per il tenente, è frequentemente di natura emotiva.
La serie narra le storie di due fratelli afroamericani, Arnold e Willis Jackson, rispettivamente di 8 e 13 anni, i quali vengono adottati da un ricco uomo d’affari, Philip Drummond, abbandonando così la miseria di Harlem e approdando nella ricca Manhattan. Questa era stata infatti l’ultima volontà della madre dei due bambini, precedente governante del signor Drummond, poco prima di morire. Su questo filone si alterneranno negli anni diverse situazioni, sia comiche sia drammatiche, rendendo questa serie un successo a livello internazionale per vari anni.
In America Arcibaldo – interpretato da Carroll O’Connor – è un mito. Egli incarna tutti i difetti dell’uomo medio americano: è ignorante, pieno di pregiudizi razziali e sessuali, odia tutti coloro che disturbano la sua quiete domestica. E i primi a spezzare il silenzio che dovrebbe regnare sovrano sono la devota moglie casalinga Edith (Jean Stapleton), la figlia commessa Gloria (Sally Struthers) e suo marito Mike Stivic (Rob Reiner), un disoccupato polacco perennemente affamato che subisce una condanna terribile: vivere sotto lo stesso tetto del cinquantenne Arcibaldo, caposquadra ai docks della Pendergast Tool and Die Company. Quando torna a casa dal lavoro, Archie pretende che la moglie gli corra incontro e gli chieda “com’è andata oggi”; subito dopo siede nella sua poltrona (sulla quale non vuole si appoggi alcuno) e dice a Edith di portargli una birra. Tra i suoi passatempi preferiti c’è il tiro a segno nei confronti del genero Mike, che ha soprannominato senza affetto “testone”: ciò che Archie non gli perdona non è solo l’appetito; non gli perdona di essere di origini non americane (Arcibaldo è il personaggio più razzista della televisione: odia tutti i “diversi”, handicappati compresi); non gli perdona di essere liberal (quando Archie difende con calore Nixon e Reagan, la sola cosa che non gli va giù di Kissinger sta nel fatto che è tedesco); non gli perdona di essere uno studente (perché ritiene che la cultura sia non solo superflua ma addirittura dannosa, in ogni caso sostituibile da quel “buon senso comune” che non deve rispondere a tanti “perché?”; non gli perdona le effusioni con Gloria (lui che, quando Edith tenta di abbracciarlo, esclama irritato “non di fronte ai ragazzi”); ma forse più di tutto non gli perdona di essere penetrato, attraverso il matrimonio con la figlia, in casa sua, nel suo regno. Girata tutta in una stanza (il soggiorno), con qualche incursione furtiva in cucina o in camera da letto, una delle situation-comedy più popolari degli States trova il suo climax quando Archie entra in relazione con gli altri, che detesta nella loro totalità. In un’animata discussione con il genero, il nostro gli spiega che oltre la soglia di casa c’è “un mondo in cui cane mangia cane e il più cane vince”. I vicini sono i Jefferson, una famiglia di colore composta dal nevrotico George (Sherman Hemsley), dalla dolce Louise (Isabel Sanford), la migliore amica di Edith, e Lionel (Michael Evans), l’amico di Mike e Gloria
Mancano diversi episodi soprattutto nella seconda stagione ma è tutto quello che ho trovato.
Ligabue è uno sceneggiato televisivo del 1977 diretto da Salvatore Nocita e trasmesso in tre puntate.Andato in onda sulla Rete 1 dal 22 novembre al 6 dicembre 1977, è basato sulla vita del pittore italiano Antonio Ligabue, impersonato dall’attore Flavio Bucci. Fra gli altri interpreti figurano anche l’attrice Pamela Villoresi e l’attore Renzo Palmer.Lo sceneggiato è stato anche presentato, in una versione cinematografica più corta, al Festival di Montréal, dove ha conseguito due premi (il Gran Premio delle Americhe e il Premio alla migliore interpretazione maschile).
Rimpatriato dalle autorità svizzere perché “indesiderabile”, lo strambo Antonio Ligabue trova perplesse le autorità di Gualtieri, nel Reggiano, che lo affidano al ricovero per vecchi. Ne evade subito per ripararsi nei dintorni svolgendo un qualunque lavoro, ma fallisce sia per gli impietosi scherzi dei compagni che per le sue stravaganze. Si isola in una capanna lungo il fiume Po, dove trascorre il tempo immerso nella natura.Col passare degli anni la popolazione si abitua alla figura di Toni, considerato un misantropo e anche pazzoide, ma non pericoloso. Senza calcolo alcuno, Ligabue scopre la sua vocazione artistica dipingendo la natura sulle piante e sui muri. Il pittore Mazzacurati ne intuisce il naturale talento e gli dona gli strumenti per dipingere quadri che trovano acquirenti e permettono di allestire una mostra che lo consacra “artista”. Dopo varie vicissitudini che lo portano ad essere ricoverato in manicomio, le commissioni e i conseguenti guadagni permettono a Toni di trasferirsi in un alberghetto e lo inducono persino a chiedere la mano di Cesarina, la figlia dell’albergatrice.Ma in realtà Ligabue è rimasto un “diverso”, e anche se i suoi quadri sono stati accettati dai colleghi pittori, dai collezionisti, dai mercanti e dai clienti, la sua incapacità di uniformarsi alle regole della società ne fa un disadattato.
Divenuta un fenomeno di culto dopo la cancellazione, la serie americana di Battlestar Galactica è stata concepita da Glen Larson ed è andata in onda per una sola stagione nel 1978. La saga dei personaggi è stata continuata attraverso dei libri e uno spin-off televisivo dal nome Galactica 1980 e un remake nel 2004. La serie parte col presupposto che la razza umana sia una razza aliena e si sia diffusa su numerosi pianeti. In un lontano sistema solare la razza umana viveva nel mondo delle dodici colonie, ed ha combattuto per mille anni una guerra contro i Cylons, dei guerrieri robot creati da una razza rettile scomparsa molti anni prima. Non avendo mai avuto l’ordine di cessare il fuoco, questi guerrieri hanno continuato ad attaccare per anni i coloni. Ma gli uomini vengono sconfitti in un attacco a sorpresa nelle colonie concepito da robot servitori, ovvero i Cylon, portato a termine grazie all’aiuto del Conte Baltar. Protetti dall’ultima nave da guerra chiamata Galactica, i sopravissuti, comandati dal comandante Adama, cercano di trovare la Terra mentre fuggono dalla minaccia dei Cylon.
Il medico veneziano Marco Danon, reduce da un infortunio professionale, fonda con due soci ad Amburgo un’industria farmaceutica il cui prodotto più noto porta il nome di “Coralba”. L’uomo vive tranquillo con la sua famiglia, costituita dalla moglie e dalla figlia di primo letto, quando improvvisamente il passato riaffiora e il medico viene fatto oggetto di un ricatto per un episodio riguardante il suo passato: una vicenda che coinvolgerà tutta la sua famiglia e che solo un colpo di scena finale riuscirà a risolvere felicemente…
Rievocazione della famosa faida tra papa e imperatore. L’imperatore Enrico senza l’appoggio del papa (o, perlomeno, un trattato di non belligeranza) non può tenere uniti i suoi principi. Ma per ottenere lo scopo deve umiliarsi, presentarsi come un questuante qualunque al castello di Canossa dove alloggia il pontefice. Costui alla fine cede alle preghiere di Enrico
Cartesius è un film per la televisione in due parti del 1973 diretto da Roberto Rossellini. La pellicola è nota anche con il titolo Cartesioe narra la vita del filosofo e matematico René Descartes che trasferì ufficialmente per primo la filosofia dall’era antica a quella moderna.
Nel primo trentennio del 1600, in Francia il giovane studioso René Descartes (italianizzato Cartesio), compie ricerche sulla geometria analitica, basandosi inizialmente sulle teorie degli antichi greci come Aristotele ed Euclide. Dopo aver approfondito maggiormente gli studi si accorge che le teorie stabilite da quei pensatori sono ora del tutto infondate e prive di senso, giacché per fare nuove scoperte il progresso necessita di nuove idee e formule matematiche. Così Cartesio, dopo aver tentato inutilmente in un viaggio in Italia di far comprendere ai preti e ai suoi interlocutori l’efficienza del copernicanesimo, è costretto ad andare altrove. Infatti, essendo il periodo della Controriforma cattolica con cui si scontrò e perse anche Galileo Galilei, anche Cartesio si trova in un primo momento in pericolo e torna in Francia dove vi è tolleranza e fiducia nelle giovani menti rivoluzionarie.
Al suo secondo teleromanzo ispirato a Stevenson, Majano fa decisamente meglio (i progressi tecnici gli consentono guizzi impossibili al tempo della sua Isola del tesoro del 1958). La storia famosa è quella del giovane Shelton che si trova a prendere partito nella guerra delle Due Rose fra York e Lancaster. Ottimi i due «vilain» di Arnoldo Foà e di Adalberto Merli (allora pressoché sconosciuto), che raffigura un malefico duca di Gloucester, il futuro Riccardo III.
La pellicola propone uno spaccato di storia della Firenzerinascimentale del 1400. Attraverso tre parti, di cui è diviso il film: si scoprirà come Cosimo de’ Medici, detto Il Vecchio, riuscì nei primi anni del ‘400 a ad impadronirsi del potere temporale e delle menti dei cittadini con abili sotterfugi. Anche se ciò lo faceva per instaurare un nuovo governo migliore che renderà la città della Toscana una delle più fiorenti dell’Italia. Si verrà a conoscenza del suo esilio nel 1433 e del suo ritorno. Infine nell’ultima sequenza del film si tratta delle visione che aveva l’intellettuale Leon Battista Alberti riguardo ai costumi e alla cultura fiorentina alla corte dei Medici
Galaxy Express 999 (銀河鉄道999 Ginga Tetsudō Surī Nain?) è una serie manga e anime creata da Leiji Matsumoto nel 1977 che si inserisce nello stesso universo narrativo di altre serie dello stesso autore come Capitan Harlock e Queen Emeraldas, con le quali condivide anche alcuni personaggi.Questa serie è tratta dall’opera di Kenji MiyazawaUna notte sul treno della Via Lattea. L’opera è caratterizzata da un forte pessimismoche la distingue anche dalle altre opere. Dalla serie sono stati tratti alcuni lungometraggi cinematografici e altre serie televisive. Vi compaiono personaggi di altri lavori di Matsumoto, tra cui Capitan Harlock, Emeraldas e la nave di Star Blazers e viceversa[senza fonte], creando una continuità nota come “Leijiverse”.[2] Nel 1996, Matsumoto ha iniziato una nuova serie di GE999, ambientata un anno dopo la prima, in cui la Terra viene distrutta e Masai cerca di scoprire l’origine dell'”oscurità” che minaccia la vita di tutto l’universo.
Nell’anno 2021, in un mondo altamente progredito, una rete ferroviaria si estende per tutta la galassia, con treni spaziali che fanno servizio giornaliero. Viene progettata Megalopolis, città modernissima dal clima sempre controllato, dove gli abitanti più ricchi hanno un corpo meccanico che consente loro di vivere fino a duemila anni grazie al ricambio dei pezzi che non funzionano più; i poveri invece non possono permettersi un corpo meccanico e vivono in tuguri ai margini della città. Masai Hoshino (Tetsuro Hoshino) e sua madre, poveri, vengono a sapere tra i primi che esiste un pianeta dove si può ricevere gratuitamente un corpo meccanico. Per andarci devono raggiungere Megalopolis e da lì proseguire il viaggio con il Galaxy Express 999, un treno spaziale. La madre viene presto uccisa in una caccia all’uomo organizzata dagli uomini meccanici, che a Megalopolis si divertono a cacciare gli umani per poi ibernarli come trofei mentre Masai riesce a scappare. Viene salvato da una donna bellissima, Maisha Hikoshino (Maetel), che assomiglia a sua madre morta. Maisha gli offre un biglietto gratuito per un viaggio a bordo del Galaxy Espress 999, destinazione Andromeda, il pianeta degli uomini meccanici, in cambio della sua compagnia durante il viaggio. Masai acconsente.
La ricostruzione degli eventi politici e diplomatici avvenuti a seguito del rientro in Francia di Napoleone Bonaparte dopo la disfatta di Waterloo, e del conseguente esilio a Sant’Elena, dove rimarrà fino alla morte, “avvenuta in circostanze misteriose”[1]. Vengono descritti i rapporti con i suoi sorveglianti, le dinamiche interne, intercorse con il suo seguito di ufficiali, la difficile vita nell’isola e le speranze di fuga, unite a quelle di una sollevazione popolare in Francia che lo riporti in patria, frustrate dall’esito sfavorevole del Congresso di Aquisgrana e la decisione di affidare “a persone di fiducia la stesura delle sue memorie”
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