Caravaggio è uno sceneggiato televisivo italiano. Andò in onda in prima visione sulla Rai nell’ottobre del 1967. La regia è di Silverio Blasi.
La fiction è basata sulla vita del pittore italiano Michelangelo Merisi da Caravaggio.
Caravaggio è uno sceneggiato televisivo italiano. Andò in onda in prima visione sulla Rai nell’ottobre del 1967. La regia è di Silverio Blasi.
La fiction è basata sulla vita del pittore italiano Michelangelo Merisi da Caravaggio.
La cittadella è uno sceneggiato televisivo tratto dall’omonimo romanzo La cittadella (The Citadel) di Archibald Joseph Cronin. Fu prodotto dalla RAI nel 1964 riscosse uno straordinario successo di pubblico.
La fiction racconta le commoventi avventure di un medico di provincia, il dottor Andrew Manson, interpretato da Alberto Lupo, impegnato a lavorare in un piccolo villaggio minerario del Galles. Molte delle scene sono state però girate nelle miniere di Gavorrano.
Il conte di Montecristo è uno sceneggiato televisivo in otto puntate realizzato per la RAI – Radiotelevisione italiana, andato in onda nel 1966 sul Programma Nazionale.Diretto da Edmo Fenoglio (che ne ha curato con Fabio Storelli anche l’adattamento televisivo e la relativa sceneggiatura), era ispirato alle vicende dell’omonimo romanzo di Alexandre Dumas padre.L’allora giovanissimo esodiente Andrea Giordana ottenne un grande successo personale vestendo i panni del protagonista, Edmond Dantès. L’intero cast era costituito da attori di estrazione teatrale che godevano di grande fama.
Lo sceneggiato è stato realizzato con l’ausilio di numerosi interpreti, quasi tutti di estrazione teatrale, molti dei quali assai noti e qui impegnati in piccoli ruoli, quasi dei cameo che hanno contribuito a restituire un valore aggiunto alla fiction.
Il segreto di Luca è una miniserie televisiva trasmessa dalla Rai nel 1969, basata sull’omonimo romanzo di Ignazio Silone edito nel 1956. Tratta di un’intricata storia di onore e sentimenti, nella quale un innocente viene condannato all’ergastolo. Affiorano problematiche umane e sociali di una società legata a valori morali e all’onore.
Fu trasmessa in 4 puntate dall’11 maggio al 2 giugno 1969 sul Programma Nazionale alle ore 21. Gli interpreti furono lodati dalla critica su tutti i quotidiani dell’epoca.[1] La regia è di Ottavio Spadaro, la sceneggiatura di Diego Fabbri. Tra gli interpreti figurano Turi Ferro, Lydia Alfonsi, Riccardo Cucciolla, Ferruccio De Ceresa.[2] Le musiche sono di Roberto De Simone.
Luca Sabatini ritorna al suo paese dopo 40 anni di carcere, graziato perché il vero autore del delitto di cui era stato accusato ha confessato in punto di morte la propria colpa. Il suo ritorno coincide con l’arrivo in città di un uomo politico, Andrea Cipriani, il cui padre era grande amico di Luca. Dal momento in cui incontra Luca, Andrea abbandona i suoi impegni politici per occuparsi del caso dell’uomo, che, pur essendo innocente, aveva preferito non difendersi al processo. Egli indaga interrogando Don Serafino, l’ex-parroco di Cisterna, Ludovico, il mugnaio del paese, e sua moglie Agnese. Poi si reca a Perticara, il paese vicino, dove chiede informazioni a Gelsomina, la sorella di Lauretta, al tempo fidanzata di Luca.
Grazie all’aiuto di Don Serafino, Andrea scopre l’esistenza di una relazione di Luca con una donna sposata, Ortensia, di cui ritrova anche un diario. Rimane comunque irrisolto il mistero di dove l’uomo abbia trascorso la notte del delitto. Lo stesso Luca gli rivelerà il proprio segreto, per ringraziarlo del suo interessamento e per avergli consegnato il diario.
Il giornalino di Gian Burrasca è uno sceneggiato televisivo trasmesso dalla RAI, in otto puntate, il sabato, in prima serata (dalle 21,05 alle 22,00 circa), dal 19 dicembre 1964 al 6 febbraio 1965[1] e replicato nel 1973, nel 1982 e nel 2012 (Rai 5).Destinato ad un pubblico giovanile, ma trasmesso in prima serata per guadagnare anche una audience più matura, era liberamente ispirato[2] all’omonimo romanzo scritto da Vamba nel 1907 e pubblicato inizialmente a puntate sul Giornalino della Domenica.Interprete nel ruolo maschile dello scatenato protagonista Giannino Stoppani era Rita Pavone, all’epoca da poco tempo affermata cantante di musica leggera.
La regia era di Lina Wertmüller – responsabile anche dell’adattamento televisivo – mentre le scenografie e i costumi erano rispettivamente di Tommaso Passalacqua e Piero Tosi. Autore delle musiche – dirette da Luis Bacalov – era Nino Rota. Tra i motivi musicali lanciati dalla trasmissione ha avuto successo molto particolare la canzone Viva la pappa col pomodoro.
Il tenente Sheridan, correttamente Ezechiele “Ezzy” Sheridan, è un personaggio di finzione televisivo interpretato dall’attore Ubaldo Lay e ideato intorno al 1960 dagli sceneggiatori Mario Casacci, Alberto Ciambricco e Giuseppe Aldo Rossi.È stato protagonista di diverse serie televisive di produzione italiana messe in onda dall’allora Programma Nazionale RAI in tre stagioni fra il 1959 ed il 1961 nella serie Giallo Club. Invito al poliziesco e a metà degli anni sessanta nelle serie derivate Ritorna il tenente Sheridan e Sheridan, squadra omicidi, oltre che in altre miniserie.
La figura di Sheridan, che appariva quasi sempre avvolto in un impermeabile color ghiaccio e a capo scoperto, a differenza di molti suoi colleghi hard boiled, era disegnata sui modi spicci ed improntati alla massima perspicacia intuitiva e investigativa tipica di un detective statunitense impegnato in una sezione investigativa di una grande città. Sotto questo aspetto risultava evidente una strizzata d’occhio, quasi una commistione, sia allo stile dettato da Philip Marlowe, il detective uscito dalla penna di Raymond Chandler, sia all’acume indagatorio di Nero Wolfe, il pachidermico investigatore ideato da Rex Stout e del Maigret di Georges Simenon.
Giocando a golf una mattina è uno sceneggiato televisivo del 1969 suddiviso in sei puntate su sceneggiatura e regia televisiva di Daniele D’Anza. È basato sul romanzo omonimo di Francis Durbridge (nell’originale in lingua inglese A Game of Murder), pubblicato poi nel 1975 con il numero 144 nella collana I Gialli di Longanesi.
L’ispettore di Scotland Yard Jack Kirby (Luigi Vannucchi) indaga sulla morte del fratello Bob (Alberto Farnese), ex campione di golf. L’ispettore è convinto che si tratti di omicidio e per il delitto sospetta di un tale, Tony.
Wacky Races è il titolo di due serie televisive a cartoni animati statunitensi prodotte dalla Hanna-Barbera. La prima debuttò negli Stati Uniti nel 1968, ispirata al film La grande corsa di Blake Edwards, incentrata su un campionato di corse automobilistiche con bizzarre vetture guidate da particolari personaggi.[1][2] Il successo della serie e di alcuni personaggi in particolare portò alla successiva produzione di altre serie a cartoni animati, spin-off della serie principale, come Dastardly e Muttley e le macchine volanti e Le avventure di Penelope Pitstop. La seconda serie è del 2017 ed è il reboot della serie originale.
Un gruppo di coloriti personaggi, ciascuno con una propria particolare autovettura, partecipa a una gara automobilistica a tappe itinerante per gli Stati Uniti d’America. Fra questi il cattivo Dick Dastardly, per riuscire a vincere attua una serie di stratagemmi volti a ostacolare gli altri concorrenti, ma inevitabilmente i suoi progetti gli si ritorcono contro, facendolo arrivare ultimo nonostante le elevate prestazioni della sua automobile. Gli altri piloti sono i fratelli Slag, due cavernicoli alla guida del Macigno-Mobile, Il Diabolico Coupé pilotata dai fratelli Big e Li’l Gruesome, Il professor Pat Pending alla guida della Multiuso, Red Max alla guida dello Scarafaggio Volante, Penelope Pitstop alla guida della vettura 5, il Vezzoso Coupé.
L’Armata Speciale, la vettura 6, è un carro armato guidato dal soldato Meekly agli ordini del sergente Blast, Clyde e la sua banda di gangster alla guida della vettura numero 7, la Macchina Antiproiettile, una vettura d’epoca banda degli anni venti, l’Insetto Scoppiettante, vettura è di legno mossa da una rudimentale caldaia, guidato da Luke con il nervosissimo e freddoloso orso Blubber, Peter Perfect, un damerino sempre galante con Penelope e dotato di un’incredibile forza fisica, alla guida della vettura 9 denominata Sei Cilindri o anche Turbo Terrific, l’unica vera auto da corsa che si riprende da ogni incidente con una semplice scrollata, Rufus Roughcut alla guida della Spaccatutto, vettura 10, occupata da un rude boscaiolo e dal suo castoro Sawtooth. Ogni episodio coincide con la tappa di una gara.
Dastardly e Muttley e le macchine volanti (Dastardly and Muttley in Their Flying Machines), noto anche come Lo squadrone avvoltoi, è una serie televisiva animata prodotta nel 1969 dalla Hanna-Barbera.
Dick Dastardly è a capo di una squadra di piloti che durante la prima guerra mondiale devono fermare un piccione viaggiatore, Yankee-doodle, al fine di evitare che questi consegni la posta al nemico (da qui il titolo della sigla di apertura “Stop the pigeon” – ferma il piccione – cantata dallo stesso Dick Dastardly).
Il Santo (The Saint) è una serie televisiva britannica ideata nei primi anni sessanta e prodotta dal 1962 al 1969 dalla ITC per la catena televisiva ITV.
Le prime 4 stagioni sono state girate in bianco e nero (71 episodi totali), per passare al colore nelle ultime due (47 episodi totali).
La serie si basa sul personaggio letterario Simon Templar soprannominato “Il Santo“, ideato da Leslie Charteris nel 1928 come protagonista del romanzo Meet the Tiger!, un ladro e avventuriero gentiluomo.
Un film di Claude Barma. Con Juliette Gréco, René Dary, François Chaumette Formato Serie TV, Titolo originale . Giallo, – Francia 1963.
È la storia di un inafferrabile criminale mascherato, Belfagor, che molti hanno visto aggirarsi lungo le sale del museo del Louvre, ma nessuno è riuscito a catturare. Un giovane scopre il mistero: Belfagor è una persona a lui ben nota, che compie le gesta criminose in stato di trance.
I racconti del faro è una miniserie televisiva per ragazzi in quattro episodi, trasmessa in Italia nel 1967, prodotta dalla Rai presso il Centro di Produzione di Napoli, con la regia di Angelo D’Alessandro che ne curò anche il soggetto e la sceneggiatura. Andava in onda il martedì pomeriggio sul Programma Nazionale.
Gli episodi della serie TV hanno come protagonisti Libero (Fosco Giachetti) e suo nipote Giulio (Roberto Chevalier). Il burbero e solitario Libero è il guardiano di un faro sito su di un’isola deserta, con la sua ricetrasmittente, unico legame costante con la terraferma a meno delle visite che riceveva per approvvigionamenti. Il giovane Giulio torna a trascorrere le sue vacanze estive con lo zio Libero e, dall’interno di un faro di un’isola deserta, in un’atmosfera da thriller o giallo-mistero, partecipano insieme ad avventure umane e marine, alle prese con cataclismi naturali, naufraghi, tesori nascosti e criminali in fuga.
Palese ma intrigante è il contrasto fra i due protagonisti, che si vogliono bene ma che appartengono a generazioni diverse e qualche volta entrano in conflitto: lo zio è un personaggio chiuso in sé stesso, perfettamente rispondente al rigido ruolo del solitario guardiano di faro, mentre il giovane nipote è un tipo curioso, desideroso di conoscere e di sperimentare.
Le avventure di Penelope Pitstop (The Perils of Penelope Pitstop) è una serie televisiva a cartoni animatistatunitensi prodotta da Hanna-Barbera nel 1969 spin-off della serie Wacky Races e incentrata sul personaggio di Penelope Pitstop.
La banda del Formicaio formata dal capo Clyde, e dal poco attento Dum Dum, il versatile Pockets, il triste Snoozy, il catalettico Softy, l’allegrone Yak Yak e il velocissimo Zippy, a bordo della loro incredibile macchina d’epoca anti-proiettile, la stessa usata in Wacky Races qui nominata Chugga-Boom, tentano di proteggere la bella protagonista dai tranelli architettati dal perfido Artiglio Incappucciato (Sylvester Sneekly) che in realtà è il tutore di Penelope e che la vorrebbe eliminare per impossessarsi della sua ricca eredità.
Le inchieste del commissario Maigret è una serie di sedici sceneggiati divisi in quattro stagioni, per un totale di trentasei puntate, andata in onda sulla RAI dal 1964 al 1972 per la regia di Mario Landi, con Gino Cervi nel ruolo di Maigret.Fotografati in bianco e nero, gli sceneggiati ebbero molto successo: l’ultima serie riuscì ad incollare davanti alla televisione diciotto milioni e mezzo di telespettatori[1].
Per le prime due serie, andate in onda fra il 1964 e il 1966, gran parte delle sequenze, persino per alcune ambientazioni da esterno, erano girate in interni, nei teatri di posa e studi televisivi della RAI. Solo poche sequenze, fra le quali quelle delle sigle iniziali, venivano filmate a Parigi in esterno, per assicurare qualche momento di maggiore autenticità alla ambientazione. Negli anni successivi, per la terza e quarta serie, andate in onda fra il 1968 e il 1972, potendo contare su una tecnologia televisiva più evoluta, poté essere inserito un maggior numero di sequenze girate in esterni[2]
Dello stesso regista e sempre con Gino Cervi nel ruolo di Maigret, il film italo–francese del 1967 Maigret a Pigalle: le atmosfere e le ambientazioni sono le stesse della serie televisiva, ma il film è a colori e cambia parte del cast.
Per una singolare coincidenza, nello stesso anno 1972 in cui viene mandato in onda l’ultimo episodio della serie tv, che è proprio quello nel quale Maigret va in pensione, si assiste anche al ritiro dalle scene di Gino Cervi come attore e di Georges Simenon come autore del celebre commissario, dato che in quello stesso anno pubblica il suo ultimo romanzo con Maigret protagonista (Maigret e il signor Charles).
UFO è una serie televisiva britannica di fantascienza, ideata nel 1969 da Gerry Anderson, prodotta nel biennio 1969–70 dallo stesso Anderson e da sua moglie Sylvia per essere trasmessa dalla TV britannica Independent Television (ITV), andata in onda nel biennio 1970-1971.
Si trattò della prima serie televisiva realizzata con attori veri da Gerry Anderson, che era stato fino ad allora autore e produttore di alcune serie TV di successo realizzate con marionette, tra le quali Stingray e Thunderbirds. Inizialmente indirizzata al mercato anglosassone, composta di 26 episodi della durata di 50 minuti ciascuno, UFO fu trasmesso in Gran Bretagna dal 1970 e subito dopo negli USA.
In un futuro non troppo lontano (un cartello presente nei titoli di testa ambienta la serie nel 1980; altri elementi in vari episodi la collocano entro il 1984) la Terra subisce incursioni da alieni.
Dal 1970 le autorità politiche e militari acquisiscono le prime prove certe delle incursioni degli extraterrestri[2]. Viene istituita un’organizzazione militare segreta: la SHADO (Supreme Headquarters Alien Defence Organisation, Comando supremo dell’organizzazione di difesa contro gli extraterrestri), il cui emblema è la figura di un uomo che proietta un’ombra e ombra in inglese si dice “Shadow”: da qui l’assonanza con il nome dell’organizzazione segreta.
L’Uomo Ragno (Spider-Man), noto anche come Classic Spider-Man, è una serie televisiva di cartoni animati basata sull’omonimo personaggio della Marvel Comics. La prima serie, del 1967, viene realizzata dallo studio Grantray-Lawrence Animation, distribuita dalla Krantz Films e trasmessa dal canale ABC.
È stata la prima serie animata dedicata al personaggio; l’anno precedente la Grantray aveva realizzato The Marvel Superheroes, un programma contenitore, ma con altri personaggi, realizzati in semi-animazione. Nel 1979 verrà prodotto anche uno spin-off: Spider-Woman.
Sceneggiatore delle serie prodotte dalla Krantz Films fu Ralph Bakshi, regista e creativo che ha curato la realizzazione di Il Signore degli Anelli, il primo adattamento in versione animata del romanzo. Queste serie, costrette dal basso budget disponibile, sono connotate dalla quasi assenza di avversari tratti dai fumetti[2] e da un robusto riutilizzo di cel animate. In particolare, in due episodi, molte sequenze furono tratte direttamente da Rocket Robin Hood, un altro cartone animato prodotto sotto la regia di Bakshi.[3]
Particolarmente celebre è diventata anche la sigla del cartone animato, composta da Paul Francis Webster e Bob Harris, al punto di diventare nel corso degli anni un vero e proprio fenomeno musicale, interpretato da numerosi artisti come Michael Bublé, gli Aerosmith e i Ramones nonché nella trilogia cinematografica dedicata all’eroe[4].
Fu pubblicato un fumetto dedicato alla serie sul Corriere dei Piccoli, nel corso del 1981, con le immagini tratte dalla TV
Manca qualche episodio e sarebbero da controllare su wikipedia se sono corretti, io non ho tempo di farlo
Thunderbirds è una serie televisiva britannica di fantascienza ideata nel 1964 da Gerry Anderson e dalla (allora) moglie Sylvia, prodotta nel biennio 1964–65 dalla loro casa di produzione AP Films e trasmessa dal network britannico Independent Television (ITV) a partire dal 1965.Si tratta della quarta serie per ragazzi prodotta da Gerry Anderson e interpretata da marionette, frutto di una tecnologia chiamata “Supermarionation”.La serie, composta di due stagioni con un totale di 32 episodi di 50 minuti ciascuna, è stata trasmessa originalmente nel Regno Unitotra il 1964 e il 1965. Viene tuttora[Quando?] programmata e ha ispirato diverse altre serie televisive e film. Da essa è tratto il film live action Thunderbirds del 2004.
L’azione si svolge nel 2026: International Rescue è un’organizzazione creata dall’ex astronauta Jeff Tracy per dare soccorso a chi si trova in grave pericolo. Utilizza mezzi tecnologicamente avanzati, appunto i Thunderbirds, pilotati dai suoi cinque figli: Scott (Thunderbird 1), Virgil (Thunderbird 2), Alan (Thunderbird 3), Gordon (Thunderbird 4) e John (Thunderbird 5). I nomi Scott, Virgil, Alan, Gordon e John sono un omaggio agli astronauti Scott Carpenter, Virgil Grissom[1], Alan Shepard, Gordon Cooper e John Glenn. L’organizzazione, nata dopo che Tracy perse la moglie Lucille in un tragico incidente, ha sede in un’imprecisata isola del Pacifico del sud: ad aiutare l’ex astronauta ad approntare i mezzi di soccorso il genio dell’elettronica Brains.
Benché International Rescue presti soccorso alle vittime di disastri naturali, spesso l’organizzazione si trova a che fare con incidenti causati da sabotaggio. Un nemico dell’organizzazione, innominato nella serie ma noto come The Hood, di tanto in tanto provoca incidenti allo scopo di far venire allo scoperto i Thunderbirds e spiarli o, addirittura, rubarli.
A dar la caccia a The Hood e ad altri nemici dell’organizzazione, c’è l’agente di International Rescue a Londra, lady Penelope Creighton-Ward, regina del jet-set internazionale (la cui voce originale è di Sylvia Anderson), e il suo autista maggiordomo Aloysius “Nosey” (“ficcanaso”) Parker: essi vanno in giro su una Rolls Royce rosa shocking chiamata FAB 1, equipaggiata con gadget in stile James Bond (la Rolls-Royce diede effettivamente l’autorizzazione a riprodurre la griglia del radiatore nei primi piani dell’automobile) e, nei casi in cui ci si sposti via mare, su uno yacht chiamato FAB 2.
Colombo (Columbo) è una serie televisiva statunitense di genere giallo–poliziesco, prodotta dal 1968 al 2003.
La serie ha per protagonista il personaggio del tenente Colombo, interpretato da Peter Falk, che fu anche regista di alcuni episodi. Premiata quattro volte con l’Emmy Award, fecero partecipazioni straordinarie attori famosi come Leslie Nielsen, Leonard Nimoy, Donald Pleasence e il cantautore Johnny Cash, mentre alcuni episodi furono diretti da noti registi come Patrick McGoohan, Steven Spielberg, Ben Gazzara, Jonathan Demme e John Cassavetes, che interpretò anche il ruolo dell’antagonista.
Gli episodi, tranne poche eccezioni, sono strutturati nel medesimo modo: all’inizio si assiste all’omicidio e alla strategia che l’assassino elabora per simulare la propria innocenza (per esempio, alterando l’ora presunta della morte o gettando la colpa su un innocente). Dopo di che entra in gioco Colombo, che comincia a indagare, in genere con domande insistenti e apparentemente sconclusionate poste ai sospettati. In un’intervista, Peter Falk ha confidato che per sapere il momento in cui Colombo capisce chi possa essere l’assassino basta osservare quando il tenente fa il primo riferimento a sua moglie. Intuito chi sia l’assassino, avvia con lui un lungo confronto, approfondendone la conoscenza per capire il contesto in cui è maturato l’omicidio e, di conseguenza, il movente. L’assassino, ingannato dall’aspetto trasandato e goffo dell’investigatore, tende in genere a sottovalutarne l’abilità, assumendo inizialmente nei suoi confronti un atteggiamento di condiscendenza e falsa cortesia.
Il prigioniero è una serie televisiva britannica del 1967 di genere fantascientifico (più precisamente fantapolitico), interpretata da Patrick McGoohan, creata dallo stesso McGoohan e George Markstein. McGoohan inoltre ha scritto e diretto parecchi episodi, spesso sotto uno pseudonimo.
Il personaggio principale è un ex-agente segreto del governo britannico, che immediatamente dopo le sue dimissioni viene imprigionato in un piccolo villaggio con abitazioni e monumenti in stile mediterraneo, situato in una località sconosciuta, dove «con le buone o con le cattive» i capi del Villaggio cercheranno di carpirgli le ragioni delle sue dimissioni. Il protagonista si ritrova quindi privato dei più elementari diritti, persino del nome, visto che tutti si rivolgono a lui chiamandolo Numero 6 (spettatore compreso, dato che il vero nome del protagonista non viene mai rivelato). Per tutta la durata della serie, Numero 6 si ribella ai tentativi dei suoi rapitori di piegare la sua volontà, e tenta con tenacia sia la fuga, sia d’infrangere i segreti che lo circondano. In particolare, cercherà di scoprire l’identità del misterioso Numero 1, dal quale i capi del Villaggio (i Numero 2, che cambiano in ogni episodio) prendono ordini.
Star Trek è una serie televisiva statunitense di fantascienza ideata da Gene Roddenberry nel 1964 e prodotta a partire dal 1966. È l’opera prima con cui nasce l’universo fantascientifico di Star Trek, alla quale hanno fatto seguito altre serie televisive, film e opere letterarie.
Esordì negli Stati Uniti, paese di produzione, l’8 settembre 1966 sul canale televisivo NBC.[1] Trasmessa per tre stagioni televisive successive, si concluse, dopo 79 episodi, il 3 giugno 1969.[2] Fu una delle poche serie americane che ha avuto due episodi pilota, Lo zoo di Talos (The Cage) e Oltre la galassia (Where No Man Has Gone Before).
Girata con un “budget” limitato, ebbe tra i suoi sceneggiatori alcuni scrittori divenuti celebri, tra i quali Theodore Sturgeon, Robert Bloch e Richard Matheson. Grazie alla filosofia e alle intuizioni del suo produttore Gene Roddenberry, si presentava estremamente moderna e innovativa nei contenuti, da un punto di vista sociale e tecnologico.
La serie non riscosse subito un grande successo di pubblico: solo in seguito, anche grazie alla passione dei fan, divenne un “cult” e un fenomeno di costume, oggetto (assieme alle serie successive) del fandom più esteso a livello mondiale che si conosca.[3][4][5]
Per distinguerla dalla serie televisiva animata del 1973 e dalla prima pellicola cinematografica del 1979, che presentano il medesimo titolo, in Italia viene indicata con Star Trek – La serie classica o Star Trek – La serie originale, oppure con la sigla ST:TOS o TOS (da Star Trek: The Original Series, il nome con cui viene indicata nei Paesi di lingua inglese sempre per distinguerla dalle altre opere con il medesimo titolo).
La serie è ambientata tra gli anni 2266 e 2269, in un ipotetico futuro in cui i terrestri si sono riuniti nel governo mondiale della Terra Unita e sono entrati in contatto con altre forme di vita senzienti residenti nella Via Lattea, arrivando a promuovere con essi la nascita della Federazione Unita dei Pianeti.
La serie narra le avventure della nave stellare federale USS Enterprise (NCC-1701) e del suo equipaggio, nella sua missione quinquennale di esplorazione nel cosmo alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà, “fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima” (“To boldly go where no man has gone before”).