Un milionario sposa una quasi sconosciuta per poter adottare, come stabiliscono le leggi vigenti in Cina, un’orfanella raccolta in quel paese. La bimba farà in modo che il matrimonio fasullo diventi un matrimonio d’amore.
Mike Keegan è un poliziotto che vive nel quartiere a rischio di Queens con la moglie e il figlio che ama. Un giorno viene incaricato di proteggere Claire Gregory, una bella appartenente alla upper class. Costei è stata minacciata da un criminale che ha compiuto un omicidio di cui la donna è stata testimone. Progressivamente Mike se ne innamora anche se finisce inconsapevolmente per metterla in pericolo. Ma in grave pericolo è anche la sua situazione familiare.
A Venice (Los Angeles) giocatore nero di pallacanestro da strada, esperto in scommesse e gare truccate, si mette in coppia con un bianco, disprezzato dagli altri neri, che è nei guai con una banda di criminali. Simpatica, buffa e irriverente commedia sui pregiudizi razziali in USA diretta da un conoscitore della materia e dell’ambiente. Il titolo italiano divenne uno slogan molto amato dai giovani italiani.
Un film di Sandor Stern. Con Terry O’Quinn, Cindy Preston, David Hewlett Titolo originale Pin. Horror, durata 92 min. – Canada 1988. MYMONETRO Chi c’è in fondo a quella scala… valutazione media: 2,25 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un orribile pupazzo anatomico, dall’ambulatorio in cui si trova, condiziona le vite di una famiglia intera. I genitori muoiono, i figli cercano disperatamente di liberarsi del demonietto.
Un giovane nobile toscano nel 1832 scende al Sud in un viaggio-pellegrinaggio sugli itinerari italiani del suo idolo Goethe. Ma nelle campagne è in atto ancora la repressione da parte delle truppe borboniche dei rivoltosi giacobini. Il giovane, visti crollare a uno a uno i suoi ideali romantici, se ne andrà in America. Sergio Staino, noto disegnatore politico, al suo esordio nella regia di cinema, tenta la satira in costume sulla traccia del bel successo di Domaniaccadrà,diretto da Lucchetti un anno prima. Ma invece del conte philosophique alla Voltaire, abbiamo solo un piacevole acquarello.
Purtroppo è una versione di scarsa qualità ma è l’unica che ho trovato in rete
Dolcetto, scherzetto e una nota di amarezza. Il maestro degli incubi ha un sogno nel cassetto: qualcosa di nuovo. Jack Skeletron, re del decadente mondo di Halloween, è stanco di urla e paura. Così, mentre i mostri riemergono dalle bare per terrorizzare il mondo, Jack sprofonda in un’amletica crisi esistenziale. Assuefatto dal terrore e insoddisfatto di una realtà sempre uguale a se stessa, si perde in una foresta cercando ispirazione. La trova in una porta magica che lo catapulta nel mondo del Natale. Calore, colore, gioia. Finalmente lo stupore che cercava. E poi una missione: sostituirsi a Babbo Natale e gestire i preparativi della festa più attesa da tutti i bambini. Tim Burton’s The Nightmare Before Christmas si muove leggiadro come lo scheletrico Jack, sulle note della fantasia più pura ed ispirata, mosso con cura e dedizione dal regista burattinaio Henry Selick. Ma nel film girato in stop motion, il ripieno è tutto della zucca di Tim Burton, tanto da insinuarsi persino nel titolo. Stile riconoscibile per l’impronta gotica dei toni e soprattutto per lo scontro tra realtà opposte, in cui il difforme svetta sul banale per coraggio e ingegno. Sull’esempio del malinconico Edward mani di forbice e dell’esperienza del suo creatore, anche Jack punta goffamente all’integrazione, dimenticando che il bene da preservare è invece la differenza.
Due giocatori di una squadra di baseball di provincia (il trentenne Crash e il ventenne Nuke) sono concupiti da una professoressa, da parecchi anni l’ape regina della compagine. Nuke fa carriera e se ne va. Crash si aggiudicherà la ragazza. Commedia tutt’altro che priva di spirito e di acutezza, anche se il canovaccio è troppo tenue per fornire un significato al di là del puro divertimento.
Bob Munro è un uomo sulla cinquantina: una bella casa in un quartiere residenziale, un lavoro frustrante ma redditizio, una moglie attraente e due figli che, arrivati nella fase adolescenziale, non lo considerano più. A causa di un’irrinunciabile – pena il licenziamento – riunione di lavoro, decide di spostare la meta delle sue vacanze e di portare tutta la famiglia, invece che alle agognate Hawaii, in Colorado, luogo in cui si svolgerà proprio la riunione. Mezzo di locomozione un immenso e colorato camper difficilmente manovrabile e super accessoriato. Le disavventure durante la vacanza si susseguiranno una dopo l’altra e il nucleo familiare, anche grazie alla conoscenza di una famiglia felice e post hippy di camperisti, ritroverà la condivisione di certi ideali nonché il piacere e il gusto di stare insieme.
Juan Villegas ha lavorato, per quasi tutta la sua vita, in una stazione di servizio, su una strada deserta della Patagonia, ma è stato licenziato. Durante un pomeriggio assolato, il Caso offre a Juan un lavoretto: la riparazione di una vecchia automobile in una fattoria. La proprietaria è un’anziana signora che, invece di pagare Juan in denaro, gli consegna un cane – di nome Bombòn e di razza Dogo Argentino. Da quel momento la sorte di Juan comincia a cambiare: l’uomo trova un lavoro provvisorio in un magazzino di lana; in seguito, conosce Walter che prepara i cani per le esposizioni e proprio Bombòn vincerà il terzo premio. Un racconto dolce-amaro di personaggi poveri e semplici; una storia ancora minimalista e interpretata da attori non professionisti, per il regista di Piccole storie. Un road-movie dai ritmi lenti come sono i pensieri di Juan che – silenzioso – osserva il mondo disincantato e crudele che lo circonda e come Bombòn, il cane che tutti giudicano forte e aggressivo e che, invece, non riesce ad avvicinarsi ad una femmina. Dicono che i Dogo non provano neanche dolore. Ma non è così: Bombòn, come il suo padrone, è semplicemente estraneo all’insensibilità e alla volgarità.. Bombòn, Juan e tutti quelli come loro sono davvero di “un’altra razza”.
Billy è un giovane travet di provincia che evade dalla grigia realtà quotidiana sognando imprese gloriose, amori sublimi, pieni poteri su eserciti e nazioni. Perso dietro le fantasie combina, com’è logico, un mucchio di pasticci nella vita di tutti i giorni. Una ricca londinese si innamora di lui e lo vorrebbe condurre con sé nella capitale. Ma all’ultimo, Billy, per pusillanimità, rinuncia. Meglio la provincia. Meglio i sogni di gloria, che la dura lotta nella grande città.
Un film di Jean-Paul Salomé. Con Sophie Marceau, Michel Serrault, Frédéric Diefenthal, Julie Christie. Titolo originale Belphégor ou Le fantôme du Louvre. Horror, durata 97 min. – Francia 2001. MYMONETRO Belfagor – Il fantasma del Louvre valutazione media: 1,60 su 17 recensioni di critica, pubblico e dizionari.Durante i lavori di ristrutturazione del Louvre il sarcofago di un’antica mummia viene ritrovato intatto. Si manifestano subito strani fenomeni. Un’egittologa inglese, Glenda Spencer, riceve l’incarico di studiare la mummia. Che si risveglia e prende a muoversi all’interno del museo. Non contenta possiede il corpo di Lisa, una giovane donna. Alla polizia torna in mente il caso analogo degli anni Sessanta e l’ispettore Verlac segue il caso. Ci vorrà del tempo per ricondurre tutto alla normalità.
Due criminali funestano Gotham City: “Due Facce”, magistrato deturpato e impazzito, e l’Enigmista, scienziato folle e geniale con l’ossessione degli indovinelli. Bruce Wayne, alias Batman, rivive i propri traumi infantili quando la famiglia del giovane trapezista Dick Grayson viene decimata da “Due Facce”, ma per fortuna interviene l’incandescente psicanalista Chase Meridian. Alla fine Dick diventerà Robin per affiancare Batman nella resa dei conti.
Come il creolo Jean-Michel Basquiat (Wright), sconosciuto disegnatore di graffiti sui muri di Brooklyn, divenne negli anni ’80 il primo pittore non bianco che raggiunse il successo sul mercato internazionale. Quando nel 1988, a 27 anni, morì di overdose di eroina, i suoi quadri erano contesi dai musei e dai collezionisti che contano. 1° film del pittore Schnabel che racconta quel che conosce bene, evitando con passo leggero quasi tutte le trappole del genere biografico. Un cast fuori dal comune con Bowie che fa un Andy Warhol notevole, e non soltanto per il puntiglio mimetico. Colonna sonora di John Cale (rap, jazz, voci di Renata Tebaldi e Tom Waits, Rolling Stones) e un efficace ritratto di un artista predestinato all’autodistruzione, dolorosamente segnato non dall’incomprensione, ma dal successo
Il dottor Freeze è alla ricerca di una cura per la moglie che è ibernata. Ha al suo fianco Poison Ivy, una volta scienziata in chimica e divenuta ora una specie di dea della Flora. Batman, con l’aiuto di Robin, deve difendere Gotham City dalla pericolosa irruzione di questi due personaggi. Troveranno un aiuto inatteso nella nipote del maggiordomo di Batman e riusciranno, ovviamente, a sconfiggere i ‘cattivi’. Dimenticate le atmosfere introversamente dark dei film di Burton, nella serie ‘Batman’ psicologie dei personaggi e sviluppo delle battute non contano più nulla. Ciò che importa è solo ed esclusivamente aggiungere luci a colori e suoni in un ritmo incessante che lasci lo spettatore esausto al termine della proiezione. Con il risultato di aggiungere una nuova dose di droga visiva agli assuefatti e di far individuare un vuoto pneumatico in confezione extralusso a chi invece ha conservato un minimo di capacità di discernimento. Film come questo hanno, per fortuna, un destino segnato: col passaggio televisivo perderanno qualsiasi tipo di presa, rivelando così la loro inconsistenza.
Scritto da Dorothy Kingsley e tratto da un lavoro di Samuel e Bella Spewack, questo film è uno dei grandi musical degli anni Cinquanta. Il film narra la preparazione di un musical di Broadway ispirato a La bisbetica domata di Shakespeare. L’autore delle canzoni è Cole Porter (qui interpretato da Ron Randell) e le coreografie sono di Hermes Pan. Nei panni di Ortensio troviamo Bob Fosse che diverrà uno dei più noti registi degli anni Settanta. Fra le canzoni si possono ascoltare Wunderbar, So in Love, From This Moment on, Too Darn Hot.
Una yuppie che per più di vent’anni ha pensato solo al lavoro, si trova inopinatamente affidata a una bambina in tenera età. Il sentimento materno ha il sopravvento sulla smania di successo. La serie è ispirata a un film con Diane Keaton girato un anno prima.
California, anni ’60. Bob Crane, popolare dj, accetta la proposta del suo agente e diventa il protagonista della serie tv Hogan’s Heroes. La serie ha un successo enorme, ma Crane non sembra intenzionato ad approfittarne in alcun modo: marito e padre devoto, vorrebbe apparentemente restare tale. Ma l’incontro col tecnico video John Carpenter, incallito frequentatore di night club e sessuomane impenitente, stravolgerà la sua vita.
Per rispettare le ultime volontà del padre appena deceduto, tre fratelli, a cui si aggiunge una sorella, portano il suo cadavere in auto in un villaggio nel mezzo del nulla. Il caldo e la lunghezza del viaggio rendono l’esperienza difficile da sostenere, in particolare quando il corpo inizia a decomporsi. La rivalità che è sempre esistita tra il primogenito e il fratello ultimo nato si fa sempre più esplicita e rancorosa.
Paco è di origine spagnola e fa il panettiere ad Algeri insieme all’amico Said. Paco è sposato con Alice e ha due figli, Antoine e Vincent. Alice ha una sorella minore, Angéle, che lavora con lei alla fabbrica Bastos. Angéle è molto attratta da Said e assume nei suoi confronti atteggiamenti provocanti, che sconcertano Alice. In fabbrica le condizioni di lavoro sono pesanti e vengono commessi molti abusi, anche di carattere sessuale: alcune operaie, fra cui Angéle, ne hanno abbastanza e cominciano uno sciopero. Intanto Alice e Paco sono diventati gestori della panetteria, ma la rabbia e la violenza stanno per esplodere con conseguenze imprevedibili.
Don Salvatore Anastasia, un ingenuo prete italiano, va in America a trovare il fratello Alberto, ignorando che questi è il temuto capo dell’Anonima Omicidi. E continua a volerlo ignorare anche quando Alberto è imprigionato dalla commissione Kefauver e poi ammazzato in un negozio di barbiere. Ritorna in Italia e scrive un libro innocentista.
Le richieste di reupload di film,serie tv, fumetti devono essere fatte SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.