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Risultati immagini per Sfida all'Ok O.K. Corral

Un film di John Sturges. Con Burt Lancaster, Kirk Douglas, Rhonda Fleming, Jo Van Fleet, John Ireland. Titolo originale Gunfight at the O.K. Corral. Western, durata 122 min. – USA 1957. MYMONETRO Sfida all’O.K. Corral * * 1/2 - - valutazione media: 2,97 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una delle leggendarie e più rappresentate pagine del West. È la storia dell’altalenante amicizia tra l’integerrimo sceriffo Wyatt Earp e il tormentato Doc Holliday, sregolato ex dentista afflitto dalla tubercolosi. Di fronte alla minaccia dei Clanton e dell’antipatico pistolero Johnny Ringo, Wyatt metterà fine alla contesa con l’epico scontro al “corral”, il “recinto dei cavalli” dove è fissato il cruento appuntamento, con l’aiuto dei suoi fratelli, ma soprattutto dell’implacabile Doc.
Lontano dall’ineguagliabile poesia di My Darling Clementine, la versione di John Sturges non è per questo meno valida, forte di una solida sceneggiatura e di un buon cast di attori, tra i quali spiccano i titanici protagonisti: un bravo Burt Lancaster nei panni di Wyatt Earp, ma schiavo d’un personaggio di maniera, costruito in modo stereotipato e poco interessante; e un intenso Kirk Douglas che, sempre a suo agio in ruoli “maledetti”, è un Doc più umano e ironico del sublime Victor Mature, malinconico nel contendere l’amore per Kate all’avversario Ringo, ma la cui partecipazione alla sfida non rappresenterà l’ultimo slancio di una natura tesa all’autodistruzione, bensì una scossa energica e salutare. Nella sua inattesa drammaticità, è lui il vero protagonista della vicenda, vivo e imprevedibile rispetto allo scolorito sceriffo, deliziosamente “nichilista” nella sua adesione ad una causa che non gli appartiene (se si eccettua l’aspetto del contenzioso privato con Ringo) e, in questo senso, primogenito di quella indisciplinata figliolanza che il buon Sturges avrebbe partorito tre anni dopo ne I magnifici sette.
Nel complesso emerge un buon disegno narrativo, a volte rigido e prolisso, ma efficace nei suoi inaspettati risvolti umani e drammatici, che fanno del suo regista non un semplice “artigiano”, come maligna molta critica, ma un vero professionista della settima arte.

Gunfight at the O.K. Corral (1957) on IMDb
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Regia di Larisa Shepitko. Un film con Bolotbek Shamshiyev. Titolo originale: Znoy. Genere Drammatico – URSS1963durata 77 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Abakir, maturo contadino-operaio di un kolkoz (così si chiamano le fattorie russe) non vede di buon occhio la venuta del nuovo arrivato, un giovane ragazzino senza troppi muscoli, ma con molto cervello e tanti ideali in testa, che ha appena preso la maturità e non vede l’ora di darsi da fare per migliorare il suo paese. Ma tutte le buone intenzioni del ragazzo sono inutili e vengono stroncate immediatamente da quel muro di gomma che si erge fra lui e Abakir che, all’interno della fattoria, pur non occupando gerarchicamente il posto più elevato, è comunque riconosciuto come uno dei più prestigiosi trattoristi dell’intera Russia. Lo scontro, sempre acceso fra i due, metterà in serio pericolo l’equilibrio dell’intero gruppo.
Dirige ottimamente una venticinquenne Larisa Sepitko alla sua prima prova come regista di un lungometraggio (questo film fu la sua prova d’esame per il diploma alla Scuola di Cinema VDIK) ispirato, fra l’altro, a un racconto di Cingiz Ajtmatov. Metafora del braccio di ferro fra l’autoritarismo dello Stalinismo e le libere ideologie, questa pellicola ben spiega le dinamiche contrastanti sociali e politiche che cozzavano nell’Unione Sovietica degli anni Sessanta. Alla recitazione, una nomea particolare va al regista di origine mongola (così come tutto il resto del cast) Bolotbek Shamshiyev che si è prestato per la Sepitko nei panni del tirannico e prepotente Abakir, quasi un dispotico re Creonte rubato all’Antigone tragica di Sofocle. Bellissimi i paesaggi, aridi e desertici, vere e proprie steppe battute dal vento, amare come le vite dei personaggi che vi vivono.

Heat (1963) on IMDb

Regia di Larisa Shepitko. Un film con Boris PlotnikovVladimir GostyukhinSergey YakovlevLyudmila PolyakovaViktoriya GoldentulCast completo Titolo originale: Voskhozhdeniye. Genere Drammatico – URSS1976durata 111 minuti.

Dal romanzo Sotnikov di Vasilij Bykov. Fra i film realizzati da donne è uno dei più inquietanti (la regista è morta purtroppo in un incidente lasciando solo tre film). Parabola cristiana sulla redenzione vissuta da due partigiani sovietici nella prima guerra mondiale: uno si mette al servizio dei tedeschi, nel momento in cui il suo compagno, più fragile e debole, viene da loro impiccato. Il bianco e nero dei paesi innevati dell’Ucraina, l’umidità che trasuda nelle cantine delle prigioni sono utilizzate al massimo di intensità drammatica, calando il film in un clima dostoevskiano di insostenibile violenza. La Šepit’ko ha dichiarato: “Bisogna ricordare che in ciascuno di noi vivono entrambi i personaggi: tutta la nostra vita è il miscuglio di queste due essenze, il bene e il male, e con questo siamo tornati a Dostoevskij”.

The Ascent (1977) on IMDb

Un film di John Sturges. Con Eleanor Parker, William Holden, John Forsythe, William Demarest, William Campbell. Titolo originale Escape from Fort Bravo. Western, durata 98 min. – USA 1953. MYMONETRO L’assedio delle sette frecce * * * - - valutazione media: 3,21 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Dal Forte Bravo, comandato dal capitano nordista Roper, un gruppo di prigionieri sudisti tenta la fuga, aiutato da una ragazza coraggiosa e intraprendente, Carla. Carla è divisa tra l’amore per il prigioniero sudista March e per il capitano Roper: un attacco degli indiani Mascaleros riporta all’unità i due gruppi di soldati e, con la morte di March, si risolve a favore di Roper la storia d’amore con Carla. Non originalissimo nella parte sentimentale, il film è di ottimo mestiere in tutte le scene d’azione: Sturges si confermerà molto bravo nel genere western (Sfida all’OK Corral, I magnifici sette).

Escape from Fort Bravo (1953) on IMDb

Regia di Stefano Sollima. Un film Da vedere 2018 con Benicio Del ToroJosh BrolinIsabela MonerJeffrey DonovanCatherine KeenerCast completo Titolo originale: Sicario: Day of the Soldado. Genere AzioneDrammatico, – USAItalia2018durata 124 minuti. Uscita cinema giovedì 18 ottobre 2018 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,39 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sempre meno redditizio, il traffico di droga viene convertito dai cartelli in traffico di essere umani. Lungo il confine messicano e in mezzo ai clandestini si insinuano terroristi islamici che minacciano la sicurezza degli Stati Uniti. Un attentato-suicida in un supermercato texano provoca una reazione forte del governo americano che incarica l’agente Matt Graver di seminare illegalmente il caos ristabilendo una parvenza di giustizia. Graver fa appello ancora una volta ad Alejandro, battitore libero guidato da una vendetta che incontra vantaggiosamente le ragioni di Stato. Alejandro, che se ne infischia della legalità, rapisce la figlia di un potente barone della droga prima di diventare oggetto di una partita di caccia orchestrata dalla polizia messicana corrotta e da differenti gruppi criminali desiderosi di mettere le mani sull’infante. Diventata un rischio potenziale, bisogna liberarsene. Ma davanti a una scelta infame, Alejandro rimette in discussione tutto quello per cui si batte e tutto quello che lo consuma da anni.

Sicario: Day of the Soldado (2018) on IMDb
Locandina L'inferno è per gli eroi

Un film di Don Siegel. Con Bobby DarinSteve McQueenFier ParkerBob NewhartJames Coburn Titolo originale Hell is for HeroesGuerrab/n durata 90 min. – USA 1962

Siamo in Francia, nell’autunno del ’44. Dopo lo sbarco in Normandia le truppe alleate cercano di sfondare la linea Sigfrido per dilagare nel cuore della Germania. Nel gran caos della guerra, una pattuglia di sei uomini fa il suo dovere, guidata da un “sergente di ferro”.

Hell Is for Heroes (1962) on IMDb
Locandina Tomahawk - Scure di guerra

Un film di George Sherman. Con Yvonne De CarloVan HeflinAlex Nicol Titolo originale TomahawkWesterndurata 82 min. – USA 1951.

Il film racconta, romanzandola, la vita di Jim Bridger, famoso cacciatore di pellicce e guida dell’esercito. Jim cerca gli assassini della moglie indiana per vendicarsi, ma accantona poi la vendetta per portare pace tra i soldati e i Sioux di Nuvola Rossa.

Tomahawk (1951) on IMDb

Regia di Paul Schrader. Un film Da vedere 1982 con Nastassja KinskiJohn HeardMalcolm McDowellAnnette O’TooleRuby DeeEd Begley Jr.Cast completo Titolo originale: Cat People. Genere Fantastico – USA1982durata 73 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,25 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

A New Orleans arriva Irena Gallier, per raggiungere il fratello Paul, che non ha mai conosciuto. Quello che non sa, e che presto scoprirà, è che Paul nasconde un segreto non umano: quando si eccita sessualmente si trasforma in pantera nera e, per ritornare umano, deve uccidere. Intanto Irena conosce il direttore dello zoo Oliver e se ne innamora. Sarà vero amore o attrazione animale?

Cat People (1982) on IMDb
Locandina A torto o a ragione

Un film di István Szabó. Con Harvey KeitelStellan SkarsgårdMoritz BleibtreuUlrich Tukur Titolo originale Taking SidesStoricodurata 100 min. – Francia 2002.

Dopo il crollo del Terzo Reich, l’ingresso delle truppe alleate in Berlino dà avvio, oltre che alla spartizione della città, al processo di denazificazione. Chiunque abbia collaborato coi nazisti deve essere epurato. Cio’ avviene in tutti i settori, nessuno escluso. Un alto graduato americano, interpretato da Harvey Keitel, ha l’incarico di occuparsi di Wilhelm Furtwangler, il famoso direttore d’orchestra. Il Maestro è principalmente accusato di aver diretto un concerto in occasione del compleanno di Hitler. Lo scontro tra l’accusatore e l’accusato occupa ampia parte del film. Ma non si tratta né di un film biografico, né, ancor meno, di una di quelle opere che mutuano dal cinema processuale le loro figure retoriche. Grazie alla recitazione dei protagonisti il confronto tra due uomini si tramuta in uno scontro tra culture. Su un tema facilmente manipolabile come è quello dell’acquiescenza alla dittatura, Szabó innesta una riflessione sulla chiusura mentale del militare statunitense. Anche nel compiere un’azione utile e necessaria dimostra i limiti di una cultura con radici troppo recenti per potersi addentrare in territori ‘alti’. Quando poi la giovane assistente dice all’americano: “Sono stata interrogata dalla Gestapo e i metodi erano come i suoi” la memoria non può non andare alla prigione di Guantanamo. Coraggiosa la Berlinale a programmarlo.

Taking Sides (2001) on IMDb
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Un film di Jean-Marie StraubDanièle Huillet. Con Gottfried BoldJohann UnterpertingerHenri LudwiffCarl Vaillant.  Titolo originale GeschichtsunterrichtStorico,durata 85 min.

Come si passa dalla Repubblica all’Impero?
È la questione drammatica delle Lezioni di Storia, film del 1972 di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, capolavoro del cinema indipendente europeo.  

History Lessons (1972) on IMDb

En rachâchant è un cortometraggio francese del 1982 diretto da Danièle Huillet e Jean-Marie Straub

En rachâchant è basato sul racconto Ah! Ernesto! (1971) di Marguerite Duras in cui il bambino Ernesto non vuole più andare a scuola perché tutto ciò che gli viene insegnato sono cose che non sa. Ciò che interessa a Straub e Huillet è evitare di mostrare ciò che vede lo scrittore, affermando: “non possiamo illustrare ciò che vede, ciò bloccherebbe l’immaginazione… Ciò che ci interessa è il testo che sarà incarnato negli esseri viventi, i dialoghi ma non il trama della storia… Non può esserci un film in cui il testo è più parte delle persone che nei nostri film! Necessariamente perché ci sono mesi di lavoro, i testi entrano nel loro tessuto nervoso. Questa è una forma di cultura popolare”. En rachâchantaffronta questa tensione tra la conoscenza legittima insegnata nelle scuole e la cultura popolare. Qui è lo studente che arriva con un sistema pedagogico nuovo e rivoluzionario. Il film è una lezione che insegna una forma di resistenza all’istituzione, e affronta una riflessione politica sul sistema educativo, oltre che sulla condizione dei bambini.

 En rachâchant
(1982) on IMDb
Rapporti di classe (1983) | FilmTV.it

Un film di Jean-Marie Straub, Danièle Huillet. Con Christian Heinisch, Reinhald Schnell, Klaus Traube Titolo originale Klassenverhältnisse. Drammatico, durata 126′ min. – Germania 1984. MYMONETRO Rapporti di classe * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Scacciato dai genitori perché ha messo incinta una domestica, Karl Rossman giunge negli Stati Uniti sperando di trovare aiuto presso uno zio ricco. Sue peripezie alla ricerca di un lavoro. Da Amerika (1927) _ e dal racconto Lo scomparso _ di Franz Kafka di cui i due registi, marito e moglie, danno una lettura materialistica, rimuovendone la dimensione metafisica: è una translucida “rappresentazione dei rapporti di classe nella società moderna, rapporti che sono ingiusti proprio in quanto incomprensibili da parte degli sfruttati” (A. Crespi). L’alienazione che il film descrive è nei fatti, non nelle psicologie dei personaggi. Il linguaggio usato è funzionale alle intenzioni, specialmente nell’uso del fuoricampo in funzione narrativa. È un film raffinato e rischioso in cui la sperimentazione linguistica mette continuamente a repentaglio la comunicazione. Da vedere in edizione originale con sottotitoli.

 Rapporti di classe
(1984) on IMDb

Regia di Jean-Marie Straub. Un film con Heinrich HargesheimerCarlheinz HargesheimerMartha Staendner. Titolo originale: Nicht versöhnt oder Es hilft nur Gewalt wo Gewalt herrscht. Genere Drammatico – Germania1965durata 55 minuti. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

2° film di Straub, francese di nascita, formazione e spirito libertario, ma profondamente tedesco nel resto. Scritto, come tutti i suoi film, con Danièle Huillet dal romanzo Biliardo alle nove e mezzo di Heinrich Böll. È la storia di una grande famiglia della borghesia tedesca le cui vicende sono mediate dai simboli mistici di Böll (gli “agnelli” opposti ai “bufali” via via militaristi, nazisti, neocapitalisti) e condensate in brevi ellittiche scene che spaziano senza precise determinazioni da un’epoca all’altra. Il tutto sotto il segno di un’implacabile analisi critica di taglio brechtiano. Musica: Béla Bartók e Bach.

 Non riconciliati, o solo violenza aiuta, dove violenza regna
(1965) on IMDb

Regia di Jean-Marie StraubDanièle Huillet. Un film con Angela NugaraGiacinto Di PascoliGiampaolo CassarinoEnrico AchilliAngela DurantiniCast completo Titolo originale: Ouvriers, paysans. Genere Drammatico – FranciaItalia2001durata 123 minuti.

Un lungo piano-sequenza apre il film, percorrendo circolarmente la radura di un bosco toscano – palcoscenico primigenio calato nel silenzio della natura – dove 12 non attori leggono brani da Le donne di Messina (1949) e da altri libri di Elio Vittorini. Sono operai e contadini che descrivono le dure condizioni di vita e di lavoro dopo la fine della Seconda guerra mondiale. “Analogamente a un rito … o ad un ‘mistero’ laico le tragedie di sofferenze e sacrifici, i minimi gesti e movimenti della mdp ‘officiante’, assumono una rilevante, allusiva intensità espressiva.” (R. Chiesi). Fotografia: Renato Berta, Jean-Paul Toraille e Marion Befve.

 Operai, contadini
(2001) on IMDb
Kafka – Sciacalli e arabi – l'arte dei pazzi

Sciacalli e arabi (Schakale und Araber) è un cortometraggio del 2011 diretto da Jean-Marie Straub ispirato all’omonimo racconto di Franz Kafka.

Un viaggiatore europeo accompagnato da alcune guide arabe attraversa il deserto; di notte si accampano e il viaggiatore viene avvicinato da sciacalli parlanti che gli parlano dell’odio secolare per gli arabi e tentano di ottenere l’aiuto del viaggiatore per uccidere gli arabi.

Schakale und Araber (2011) on IMDb
Il fidanzato, l'attrice e il ruffiano (1968) - Drammatico

Un film di Danièle HuilletJean-Marie Straub. Con Hanna SchygullaPeer RabenRainer Werner FassbinderRudolf WaldemarIrm Hermann. continua» Titolo originale Der Bräutigam, die Komödiantin und der ZuhälterDrammaticodurata 22 min. – Germania Ovest 1968.

Cortometraggio d’autore che si snida fra cinema e teatro. Diviso in tre sequenze, collegate insieme grazie ai tre personaggi del titolo che incrociano le loro vite sia sulla scena che nella realtà. Il primo segmento è una ripresa notturna, effettuata da un’auto in movimento lungo un viale tedesco dove le prostitute lavorano; il secondo segmento riguarda un dramma inscenato da un gruppo di attori e la scena finale è quella del matrimonio dei due sposi James e Lilith.
Rielaborazione della piéce “Krankheit der Jügend” (1922) di Ferdinand Bruckner e di tre poesie di Juan de la Cruz, incastrate sapientemente l’una con l’altra, questa pellicola è firmata da quella che è considerata la “coppia terribile” del cinema europeo sperimentale: Straub e Huillet, che tentano una nuova strada espressiva miscelando vari codici e canali linguistici. Particolarmente apprezzabile il contrasto fra i luoghi: la strada aperta e illusoriamente infinita e il claustrofobico e limitato teatro. Il tutto in 22 minuti che, solo ed esclusivamente per gli addetti a lavori, possono risultare interessanti. Nel cast figura anche un giovane Rainer Werner Fassbinder, che diverrà poi uno dei pilastri del cinema tedesco. Non è decisamente un film per tutti, ma perlomeno se ne apprezza la singolarità.

Der Bräutigam, die Komödiantin und der Zuhälter (1968) on IMDb

Regia di Albert Serra. Un film Da vedere 2006 con Lluís CarbóLluís Serrat. Titolo originale: Honor de cavalleria. Genere Drammatico – Spagna2006durata 120 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Nella campagna della Mancha, Don Chisciotte e Sancho Panza si aggirano smarriti tra i campi di grano, raccontando delle loro avventure e del senso dello spirito cavalleresco. Non assistiamo mai alle loro peripezie, ma solo al loro girovagare, ai loro bagni in uno stagno, all’evoluzione della loro amicizia.
Don Quixote (o Chisciotte, nell’italianizzazione corrente) e il cinema hanno avuto un rapporto storicamente difficile. Come se la fabbrica dei sogni non riuscisse a riprodurre fedelmente l’immaginario del più grande sognatore della storia della letteratura. Forse anche per questo il curioso adattamento del catalano Albert Serra è, a suo modo, il più fedele al testo originario. Perché un testo sulla disillusione e sul rifiuto pervicace ed escapista dell’evoluzione di una società, come quello di Cervantes, richiede un adattamento che non sia letterale, ma che cerchi di entrare in sintonia con lo spirito dell’hidalgo. Ossia, un mulino a vento non deve necessariamente essere rappresentato come un gigante per apparire come tale.
Addio, quindi, a ogni volo pindarico sulle ali della fantasia e degli effetti speciali, sulla scia di quanto Terry Gilliam volle realizzare senza riuscirci (Lost in La Mancha): Serra, con 300 euro di budget, porta a termine tutt’altro. Un film privo di trama, sceneggiatura e attori professionisti, che procede in maniera beckettiana, come una rappresentazione impalpabile dell’esistenza di un visionario. Il Quixote di Serra parla di alberi, insetti, della fatica e dei temporali, trovando nella semplicità del quotidiano il senso ultimo di un viaggio, di cui comprendiamo il sinistro esito cammin facendo, man mano che l’hidalgo e il suo scudiero imparano a comprendersi e a capire di non poter fare a meno l’uno dell’altro.
Per Serra, Honor de Cavalleria è l’inizio di un percorso negli interstizi del mito, negli angoli che nessuno rischiara ma in cui è facile trovare gli indizi più rilevanti. Con Quixote, il regista sceglie il re dei perdenti e il più lucido dei pessimisti. Una figura in sé crepuscolare, di malinconia e di morte, di passaggio di un’epoca, di tramonto di un’era. Che non a caso il regista ama girare proprio al calar del sole, quando le figure di Sancho e del Don si fanno buie e confuse, ai limiti dell’intelligibilità.
Honor de Cavalleria infatti non solo è girato in esterni e in presa diretta, ma in un digitale volutamente povero e poco leggibile. Quasi Serra voglia confondere il limite tra realtà e immaginazione, ossia aiutarci a guardare il mondo attraverso gli occhi di Don Quixote.
Il digitale, con la sua bassa fedeltà, acquisisce così una valenza duplice. Di giorno sembra di assistere a un documentario sulla quotidianità di Quixote e Sancho, dove di notte il senso di vaghezza soverchiante avvicina a quel sentore di morte che accompagna costantemente il cavaliere sognatore.
Al suo secondo lungometraggio Serra dimostra già di possedere uno stile compiuto – campi lunghissimi in cui scorgere altre storie da raccontare, di altre vite, che potrebbero sfuggire allo sguardo per un semplice battito di ciglia o un calo di concentrazione dello spettatore – e una spregiudicata volontà dissacrante, che le opere successive porteranno a compimento.

Quixotic/Honor de Cavelleria (2006) on IMDb
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Il canto degli uccelli è un film del 2008, diretto da Albert Serra.

I tre Re Magi vagano in cerca della strada per raggiungere il bambino Gesù. Attraverso montagne e deserti, fiumi e mari, discutono sul tragitto da seguire e dormono all’aperto.Grazie all’aiuto dell’angelo arrivano presso un rudere diroccato in cima ad una collinetta. Vi trovano la sacra famiglia e si prostrano in terra lungo il sentiero per adorare il neonato.Ma è già ora di ripartire e tornare a casa. I romani stanno sopraggiungendo. Anche Giuseppe, Maria e Gesù sono in procinto di fuggire per l’Egitto.

El cant dels ocells (2008) on IMDb

Un film di Paolo Sorrentino. Con Sean Penn, Frances McDormand, Eve Hewson, Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten. Drammatico, durata 118 min. – Italia, Francia, Irlanda 2011. – Medusa uscita venerdì 14 ottobre 2011. MYMONETRO This Must Be the Place * * * 1/2 - valutazione media: 3,59 su 264 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Cheyenne è stato una rockstar nel passato. All’età di 50 anni si veste e si trucca come quando saliva sul palcoscenico e vive agiatamente, grazie alle royalties, con la moglie Jane a Dublino. La morte del padre, con il quale non aveva più alcun rapporto, lo spinge a tornare a New York.Scopre così che l’uomo aveva un’ossessione: vendicarsi per un’umiliazione subita in campo di concentramento. Cheyenne decide di proseguire la ricerca dal punto in cui il genitore è stato costretto ad abbandonarla e inizia un viaggio attraverso gli Stati Uniti.

This Must Be the Place (2011) on IMDb

Regia di Sergio Sollima. Un film con Luisa RivelliLee Van CleefTomas MilianWalter BarnesJosé TorresNello PazzafiniCast completo Genere Western – Italia1967durata 108 minuti. – MYmonetro 3,24 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il cacciatore di taglie Jonathan Corbett (L. Van Cleef) ha l’incarico di catturare Cuchillo (T. Milian), giovane messicano accusato di omicidio con stupro. Durante la lunga caccia viene a sapere che il vero colpevole è il figlio del ricco che l’ha assunto. Scritto da Franco Solinas, è uno dei non pochi “spaghetti-western” politicizzati di ambiente messicano. Qua e là qualche traccia di Sergio Leone. Musiche di Ennio Morricone che trascrive per chitarra Per Elisa di Beethoven. Titolo spagnolo: El halcón y la presa .

 La resa dei conti
(1966) on IMDb