Gli abitanti di un paesino dell’Alaska hanno una sola passione: l’hockey. Quando un compaesano che lavora a New York riesce ad organizzare un incontro con la squadra dei Rangers la felicità è alle stelle. Tutto ruota intorno all’incontro di cui è bene non svelare il finale che, unito alla presenza di Russell Crowe, rappresenta il motivo d’interesse del film.
Iscritto al partito comunista, Trumbo, il più pagato sceneggiatore di Hollywood, nel 1947 risponde con affilata ironia alla commissione sulle attività antiamericane, l’organo parlamentare promotore della “caccia alle streghe” maccartista (dal nome del senatore McCarthy che la presiedette). Inserito nella black list dei “rossi”, è condannato a 11 mesi per oltraggio al Congresso e, dopo la prigione, nessuno gli offre più lavoro. Riesce a mantenere la sua famiglia vendendo sceneggiature sotto falso nome e vince clandestinamente 2 Oscar ( Vacanze romane e La più grande corrida ). È riabilitato negli anni ’60, ma gli Oscar gli sono riconosciuti solo nel 1975. Al suo 9° LM, Roach svolta passando dalla commedia, spesso farsesca, al bio-pic storico-politico. La trasmutazione riesce grazie all’avvincente e circostanziata sceneggiatura di John McNamara, cavata dal libro (2015) di Bruce Cook. Attraverso la vicenda umana di Trumbo, il film documenta in modo incisivo la persecuzione ideologica scatenata dalla destra americana durante la guerra fredda negli ambienti del cinema USA, ma anche le diverse posizioni di alcuni dei suoi protagonisti: dal fanatismo anticomunista di John Wayne, al tradimento codardo di Edward G. Robinson, alla coraggiosa solidarietà di Otto Preminger e Kirk Douglas. Cranston, nominato all’Oscar, non interpreta Trumbo, ne è la reincarnazione. Imperdibile per cinefili e cultori della storia contemporanea.
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