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Locandina Fuggiasco

Un film di Carol Reed. Con James MasonFay ComptonKathleen Ryan Titolo originale Odd Man outDrammaticodurata 115 min. – Gran Bretagna 1946.

Film d’atmosfera, imperniato sulla figura di un patriota irlandese che lotta per la causa del proprio paese: viene ferito e si trascina fino a una drammatica morte, in fuga, confortato solo dall’amore di una fanciulla.

Odd Man Out (1947) on IMDb

Regia di Jean Renoir. Un film Da vedere 1934 con Edouard DelmontJenny HéliaCharles Blavette. Genere Drammatico – Francia1934durata 95 minuti. Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Antonio Canova (Blavette), detto Toni, cavapietre italiano emigrato a Martigues, nel sud della Francia, diventa l’amante e poi il marito di Marie (Hélia), sua padrona di casa, ma s’innamora della spagnola Josefa (Montalvan) che uno zio (Kovachevitch) costringe a sposare senza amore il caposquadra Albert (Dalban). Quando costui viene ucciso con una revolverata, Toni s’accusa dell’omicidio, mentre Josefa va a costituirsi e a confessare il delitto. In un tentativo di fuga Toni è ammazzato da un proprietario terriero. Il film si chiude, com’era cominciato, con l’arrivo di un treno carico di operai italiani e spagnoli. “Quest’opera dura, tragica e senza umorismo” (J. Lourcelles), basata su un fatto di cronaca raccontato a Renoir da un amico commissario di polizia, anticipa certi tratti del futuro neorealismo italiano (azione di ambiente popolare, riprese in ambienti naturali, ricorso ad attori non professionisti o poco noti) ma, più che dramma sociale, Renoir punta su una tragedia mediterranea fuori dal tempo, abitata da personaggi che sono “i più autentici eredi di quella civiltà greco-romana che ci ha fatti quello che siamo” (J. Renoir, 1956). Film unico nel panorama del cinema francese negli anni ’30, ha la fotografia di Claude, fratello di Jean, e il montaggio di Marguerite Renoir. Il ventottenne Luchino Visconti vi lavorò come stagiaire volontario. Uno dei tanti Renoir non distribuiti nell’Italia fascista. La RAI lo mandò in onda nel 1970.

Toni (1935) on IMDb

Regia di Guy Ritchie. Un film Da vedere 2020 con Henry GoldingKate BeckinsaleMatthew McConaugheyHugh GrantJeremy StrongCast completo Genere Azione – USA2020durata 113 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 2,96 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

L’investigatore privato Fletcher s’intrufola nella casa del gangster Raymond Smith per raccontargli come il cliente che l’ha assoldato, il re dei tabloid Big Dave, abbia voluto vendicarsi del suo capo, il più importante trafficante di droga d’Inghilterra, l’americano Mickey Pearson. Fletcher riferisce di come Pearson abbia offerto il suo regno al miliardario Matthew Berger, desideroso di mollare tutto e ritirarsi con la moglie e socia in affari Rosalind. Raymond in realtà conosce perfettamente la storia e sa che Fletcher è venuto per ricattarlo con le prove di un omicidio tenuto nascosto. Ma è solo l’inizio di una serie di tradimenti e rivelazioni che coinvolgono anche un trafficante cinese, un miliardario russo ex spia del KGB e lo strambo gangster di quartiere Coach, a capo di una band di rapper e lottatori.

The Gentlemen (2019) on IMDb

Regia di Sergio Rubini. Un film Da vedere 2006 con Fabrizio BentivoglioPaolo BrigugliaEmilio SolfrizziMassimo VenturielloCast completo Genere Thriller – Italia2006durata 112 minuti. Uscita cinema venerdì 24 febbraio 2006 – MYmonetro 2,74 su 14 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Docente di filosofia a Milano, Luigi Di Santo torna dopo 30 anni nel natio paese di Puglia per sbrigare le pratiche dell’eredità paterna. L’attendono due fratelli, un rissoso fratellastro agricoltore, la spinosa questione di un’azienda agricola da vendere, rancori non sopiti, vecchie ferite non rimarginate. E la misteriosa morte violenta di un potente usuraio. Scritto con Angelo Pasquini e Carla Cavalluzzi, l’8° film di Rubini regista innesta sul nucleo centrale dell’eredità – un topos classico anche in letteratura – quello del giallo (chi è l’assassino?), cioè la suspense, e vi aggiunge, come indica il titolo, il tema dell’identità e delle origini (la terra, la famiglia, il Sud), in varia misura Leitmotiv del suo cinema. Lo svolge in modo ambivalente: alla vischiosità affettiva del passato contrappone gli obblighi della responsabilità con qualche forzatura e non senza le consuete ridondanze. Apprezzabile il disegno a punta secca dei personaggi, compreso quello dell’usuraio Tonino che Rubini interpreta con incisiva energia. Prodotto da Fandango con Medusa e Sky.

 La terra
(2006) on IMDb

Regia di John Real. Un film con Elisabetta PelliniSalvatore LazzaroElaine BonsangueMatteo TosiRiccardo FlamminiCast completo Genere Thriller, – Italia2013, Uscita cinema giovedì 11 aprile 2013 distribuito da Real Dreams. – MYmonetro 2,80 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sara ed Alex stanno attraversando un periodo molto difficile: hanno perso il figlio che aspettavano da tempo a causa di un aborto spontaneo e da quel giorno la loro vita è cambiata. Proprio quando meno se lo aspetta, Sara scopre di essere incinta ma decide di aspettare il terzo mese di gravidanza prima di dirlo ad Alex per non rischiare di illuderlo nuovamente.
Alex, soffocato dalle difficoltà sul lavoro, organizza un fine settimana tra i boschi insieme ad un gruppo di amici. Sara per non deluderlo, decide di prendervi parte, continuando a nascondergli la gravidanza.
Ma tra presenze inquietanti e fenomeni EVP capiranno presto che quel posto non è per nulla tranquillo come immaginavano: qualcosa “a metà strada” tra il nostro mondo e l’aldilà renderà il loro weekend indimenticabile…

Midway - Tra la vita e la morte (2013) on IMDb

Regia di Julian Rosefeldt. Un film Da vedere 2015 con Cate BlanchettErika BauerCarl DietrichMarie Borkowski FoedrowitzEa-Ja KimCast completo Titolo originale: Manifesto. Genere Drammatico, – AustraliaGermania2015durata 94 minuti. Uscita cinema lunedì 23 ottobre 2017 distribuito da I Wonder Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Il Manifesto del Partito Comunista raccontato da un homeless, i motti dadaisti recitati da una vedova a un funerale, il Dogma 95 descritto da una maestra ai suoi alunni e così via. 13 personaggi diversi: ogni personaggio uno scenario, ogni scenario un movimento celebrato attraverso intensi monologhi. A dare corpo a queste parole una sola attrice: Cate Blanchett calata in 12 personaggi diversi. Lo si potrebbe definire in molti modi Manifesto. Uno di questi potrebbe essere: documentario.
Definire ‘documentario’ questa opera di Julian Rosefeldt rischia di essere molto riduttivo.

Manifesto (2015) on IMDb
Risultati immagini per il diritto di uccidere 1950

Un film di Nicholas Ray. Con Gloria Grahame, Humphrey Bogart, Humphrey Bogart Titolo originale In a Lonely Place. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 91′ min. – USA 1950. MYMONETRO Il diritto di uccidere * * * 1/2 - valutazione media: 3,83 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Da un romanzo di Dorothy B. Hughes: reduce di guerra, Dixon Steele è uno sceneggiatore di Hollywood in crisi, soggetto a inconsulti scoppi di violenza. Sospettato dell’assassinio di una ragazza, è discolpato da una vicina di casa che s’innamora di lui, ricambiata, ma la loro diventa presto una relazione tempestosa. Sul tema della violenza nei rapporti umani _ che gli era caro _ Ray ha fatto uno dei suoi film più intensi, originali e “puri”, una bella metafora sulla creazione artistica, ammirevole “per il gusto tutto elisabettiano nel mescolare temi, forme e personaggi popolari … con aspirazioni più colte” (S. Masi). Ottimo Bogart, che produsse il film con la sua società, straordinaria G. Grahame che in quel periodo stava per divorziare dal regista.

In a Lonely Place (1950) on IMDb

Risultati immagini per Il villaggio incantato paese meraviglieUn film di Charles Rogers, Gus Meins. Con Stan Laurel, Oliver Hardy, Henry Brandon, Charlotte Henry.Titolo originale Babes in Toyland. Fantastico, b/n durata 73 min. – USA 1934. MYMONETRO Il viaggio incantato * * * * - valutazione media: 4,00 su 1 recensione.

Nel paese di Balocchia, Stanlio e Ollio aiutano maldestramente Babbo Natale a confezionare i doni. Ma un giorno il loro meraviglioso paese è preso di mira dal perfido Barnaba, che i nostri eroi cercano maldestramente di raggirare nel tentativo di salvare madre Peep e Little Bo Peep dalle grinfie dell’aguzzino.Inferocito per il raggiro, Barnaba decide di liberare i suoi orribili uomini delle caverne per fare a pezzi il paese. Stanlio e Ollio difendono l’avamposto aiutati da alcuni soldatini di piombo che si manifesteranno molto efficaci. La strampalata strategia di battaglia di Stanlio è una delle più esilaranti comiche del cinema.

 Nel paese delle meraviglie
(1934) on IMDb

Regia di Satyajit Ray. Un film con Chhabi BiswasKali SarkarTulsi LahiriSardar AkhtarGangapada BasuCast completo Titolo originale: Jalsaghar. Genere Drammatico – India1958durata 100 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Bengala, anni ’20. Biswambhar Roy, aristocratico proprietario terriero, si è finanziariamente rovinato per la passione di organizzare nel suo palazzo, per un publico di amici, raffinate feste musicali con cantanti e balletti. Dopo la morte in un naufragio della moglie e della figlia, pone fine ai concerti. Quattro anni dopo, per umiliare il suo vicino Ganguli, nuovo ricco che lo ha imitato, riapre casa per un ultimo concerto. Il 4° film di S. Ray, da lui prodotto e sceneggiato (da un racconto di Tarashankar Bannerjee), si stacca nettamente, per contenuto e forma, dal lirismo dei primi due segmenti della trilogia di Apu e dalla vena satirica di La pietra filosofale . C’è qualcosa di O. Welles ( Quarto potere , Storia immortale ) nel personaggio ambiguo e complesso di Roy, nell’orgoglioso e nostalgico narcisismo (di casta e di classe) e nella passione distruttiva per la musica con cui si oppone al mondo che cambia e s’involgarisce al di fuori del suo Xanadu. Nonostante tutto, però, “il personaggio ispira all’autore e allo spettatore una compassione e una sorta di rispetto quasi fraterni che danno all’opera una vibrazione unica” (J. Lourcelles). Sfarzoso e, insieme, austero, quasi ieratico, il linguaggio registico e lo splendore raffinato del bianconero (Subrata Mitra) ne fanno un vertice nel cinema dell’eclettico cineasta bengalese.

 La sala da musica
(1958) on IMDb

IL TESTAMENTO DEL MOSTRO - Spietati - Recensioni e Novità sui FilmUn film di Jean Renoir. Con Jean-Louis Barrault, Jean Topart, Michel Vitold, Teddy Billis, Teddy Bilis, Sylviane Margollé, Jacques Dannoville, André Certes, Jean-Pierre Granval, Céline Sales, Ghislaine Dumont, Madeleine Marion. Titolo originale Le testament du Docteur Cordelier. Horror, b/n durata 100′ min. – Francia 1959. MYMONETRO Il testamento del mostro * * * * - valutazione media: 4,08 su 13 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Noto psichiatra parigino cerca di ottenere la materializzazione della psiche e trasforma sé stesso, a comando, in Opale, libero dai condizionamenti della morale borghese. Gravi conseguenze. Contrariamente a Stevenson (Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, 1886) e alle precedenti trasposizioni filmiche, la simpatia di Renoir va a Opale (come si dice esplicitamente nella bella scena finale della confessione) più che al rispettabile Cordelier di cui, anzi, si sottolinea l’immonda ipocrisia.L’aver risolto in cadenze di pantomima il malefico “doppio” di Cordelier non è soltanto un divertimento in chiave figurativa, ma ha una precisa corrispondenza etica e metaforica: il modo con cui il grande Barrault/Opale esprime la propria emancipazione dalle regole con inquietanti passi di danza e in frenesia ballettistica non manca di ironia e sconfina nel grottesco, evidente anche nel personaggio dello psichiatra ostile (Vitold). Realizzato per la prima volta in Francia in coproduzione con la TV (ORTF) e girato in parte con l’impiego contemporaneo di diverse macchine da presa.

 Il testamento del mostro
(1959) on IMDb

Regia di Eric Rohmer. Un film Da vedere 1976 con Bruno GanzOtto SanderEdith CleverEdda SeippelPeter LührEduard LinkersCast completo Titolo originale: La marquise d’O…. Genere Drammatico – FranciaGermania1976durata 107 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 6 recensioni.

Da una novella (1808) di Heinrich von Kleist: nel 1799 in Lombardia una giovane vedova rischia in un assedio di essere violentata dalla soldataglia russa, ma viene soccorsa da un giovane conte che, però, mentre lei si trova priva di conoscenza, approfitta di lei. Rimane incinta, ma rifiuta l’evidenza. La sua ostinazione nel dichiararsi innocente è scambiata per impudenza dai familiari che la scacciano. Il modo con cui, sul filo di un’ironia ora comica ora tragica, Rohmer ha messo in immagini Kleist ha del miracoloso per la ricostruzione dell’epoca neoclassica, l’impassibilità con cui registra il comportamento dei personaggi, la direzione degli attori. Una commedia “lacrimosa” che non ha nulla di “sentimentale”. Fotografia di Nestor Almendros. Premio speciale della giuria a Cannes.

The Marquise of O (1976) on IMDb
Locandina La nobildonna e il duca

Un film di Eric Rohmer. Con Lucy RussellJean-Claude DreyfusFrançois MarthouretLéonard CobiantCaroline Morin. continua» Titolo originale L’anglaise et le DucStoricodurata 128 min. – Francia 2001. – Bim Distribuzione MYMONETRO La nobildonna e il duca ***-- valutazione media: 3,34 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Grace Elliott, è una giovane dama scozzese che si ritrova a Parigi, impossibilitata a rientrare in patria, nei giorni della Rivoluzione. Il film di Rohmer si ispira ai suoi diari, che riferiscono dei giorni del Terrore, ma anche del suo legame con Philippe “Egalité” Duca d’Orléans, cugino di Luigi XVI. I due sono stati amanti, ma un’attenzione profonda li lega ancora. Grace però, da monarchica convinta qual è, non perdona a Philippe il voto in favore della messa a morte del Re. Si ritrova poi coinvolta in un processo nel quale, a seguito di una lettera rinvenuta in un suo cassetto, viene accusata di essere una spia inglese controrivoluzionaria. Eric Rohmer affronta per la terza volta un film in costume per raccontare, dal punto di vista dell’aristocrazia, i giorni del Terrore. Lo fa tentato, più che dalla lettura ideologica, dalla possibilità di tradurre in immagini un diario e dall’uso, per lui assolutamente nuovo, del digitale. Non potendo e non volendo ricostruire la Parigi ‘com’era’, ne ha commissionato delle vedute pittoriche a un artista e le ha usate come sfondi su cui far agire gli attori nel momento in cui si trovano all’esterno. Ne risulta un film geometrico e prezioso, ma un po’ freddo. Proprio come una stampa antica.

The Lady and the Duke (2001) on IMDb
Locandina Gli amori di Astrea e Céladon

Un film di Eric Rohmer. Con Stéphanie de Crayencour, Andy GilletCécile CasselVéronique ReymondRosette. continua» Titolo originale Les amours d’Astrée et de CéladonDrammaticodurata 109 min. – Francia 2007. – Bim Distribuzione uscita sabato 1 settembre 2007. MYMONETRO Gli amori di Astrea e Céladon ***-- valutazione media: 3,45 su 34 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Gallia al tempo dei druidi (V secolo d.c.). Il pastore Céladon è innamorato della pastorella Astrée la quale, per un equivoco, crede di essere stata tradita e intima all’amato di non farsi più vedere. Céladon, disperato, si getta in un fiume ma non muore. Viene salvato dalle ninfe alle quali giurerà di non ripresentarsi mai più ad Astrée. Il desiderio però è troppo forte e il giovane farà di tutto per rivedere la fanciulla senza infrangere la promessa.
Eric Rohmer torna a rileggere cinematograficamente un testo del passato, dopo le ormai lontane esperienze di Perceval le Gallois e de La marchesa von…. Lo fa con un testo di un romanzo del XVII secolo di Honoré d’Urfé nel quale trova materia per continuare, in altri termini, la sua ciclicamente ritornante riflessione formale sul ‘sentire’ della giovinezza. Interviene sul testo con una scelta di regia in cui la finzione è molteplice e dichiarata. La didascalia iniziale ci informa che non si è potuto girare nei luoghi in cui il romanzo era ambientato perché ormai deturpati dalla modernità (e subito torna alla memoria il polemico film L’albero, il sindaco e la mediateca). Inoltre ci ricorda che i costumi di scena non si rifanno al V secolo dopo Cristo in cui la vicenda si sviluppa ma al modo in cui nel XVII secolo si immaginava che i romani si vestissero. Tutto quindi ri-costruito. A quale scopo? Sembrerebbe che l’ormai anziano e sempre schivo Rohmer non si senta più in grado di raccontare i giovani d’oggi come se il gap generazionale fosse per lui ormai incolmabile. Ecco allora che si ‘rifugia’ nella rilettura ormai ‘antica’ dei miti e di un’epoca che sembra distante anni luce dal mondo odierno e chesicuramente lo è.
Però in definitiva il gioco del desiderio, del rapporto tra i sessi, dell’accecamento prodotto dall’eccesso di desiderio di possesso finiscono col ripresentarsi, anche se sotto forme diverse. Lontano dal cinema spettacolare così come da quello dell’impegno sociale Rohmer continua in perfetta solitudine la sua indagine. Con il sorridente rigore che gli è proprio.

The Romance of Astrea and Celadon (2007) on IMDb

Regia di Eric Rohmer. Un film Da vedere 1984 con Tchéky KaryoChristian VadimPascale OgierFabrice LuchiniMathieu SchiffmanCast completo Titolo originale: Les nuits de la pleine lune. Genere Commedia – Francia1984durata 102 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 7 recensioni.

Novembre, Parigi. Louise è una giovane arredatrice d’interni che vive con Rémi in un appartamento a Marne La Vallée, quartiere periferico in fase di completamento. Louise, anche se ama il suo compagno, vorrebbe però conservare una parte di autonomia che le consente di uscire la sera con amici e amiche senza doversi sempre piegare a compromessi. Rémi invece pensa esattamente all’opposto. Pensa di aver già poco tempo da condividere con lei e non vuole perderne neanche un secondo. Non gli interessa nulla della vita mondana tanto che ha preferito andare ad abitare nel luogo in cui lavora anche se si trova fuori Parigi. Louise si è però lasciata uno spazio di fuga: un appartamentino in città che ha affittato ad un’amica e che ora provvede a riarredare per trasformarlo in un’isola di provvidenziale solitudine. Il primo a visitarla sarà Octave, sposato e con figlia ma innamorato (respinto) di Louise.
“Chi ha due mogli perde l’anima. Chi ha due case perde il senno”. Il proverbio che apre il film è significativo a partire dalla sua struttura. È infatti formato da due parti la prima delle quali è stata pensata da Rohmer mentre la seconda appartiene alla tradizione popolare francese. Si tratta in fondo della stessa unione di due aspetti che contrassegna la personalità della protagonista. La versione francese (“Qui a deux femmes perd son âme”) permette di ampliare ulteriormente la riflessione. La prima parte è infatti riferibile ovviamente a Octave che vorrebbe avere due donne trovandosi però anche a rappresentare il lato maschile di Louise la quale è a sua volta “deux femmes”. Una cerca la stabilità in amore e una si dà da fare per negarla.
Se si osservano con attenzione le immagini dei titoli di testa si noterà una serie di dissolvenze che offrono allo sguardo dello spettatore una panoramica a 180°, continuamente frammentata, che sposta progressivamente il suo punto di vista mostrando ulteriori porzioni di spazio. La strada, con il bivio in apertura e in chiusura, assume una valenza metaforica. È necessario confrontarsi continuamente con i bivi della vita dovendo compiere delle scelte mai facili e mai definitive.
Le protagoniste del ciclo di “Commedie e proverbi” (e Louise è una di loro) si trovano costantemente impegnate a cercare di estromettere la realtà dal loro universo ma quest’ultima si fa largo a forza e a nulla valgono gli sforzi messi in atto per tentare di arginarla. La vita per Rohmer è un flusso di relazioni in cui l’altro non può essere programmaticamente al servizio di una propria scelta per quanto valida essa sia. Non si può escludere chi ci sta accanto da una comunicazione ‘vera’. Il personaggio di Louise diventa così interessante perché è una donna che vorrebbe rimanere presente nella vita di due uomini senza però ‘esserci’ del tutto. Si tratta di un desiderio che non è legato solo alla finzione cinematografica. Ancora una volta Rohmer sa leggere nel profondo dell’animo di personaggi che sono persone.

Full Moon in Paris (1984) on IMDb

Regia di Eric Rohmer. Un film Da vedere 1983 con Arielle DombasleAmanda LangletSimon De La BrossePascal GreggoryFéodor AtkineCast completo Titolo originale: Pauline à la plage. Genere CommediaDrammaticoSentimentale – Francia1983durata 94 minuti. – MYmonetro 3,71 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La bella divorziata Marion (A. Dombasle) e sua nipote, la tredicenne Pauline, passano gli ultimi giorni di vacanza in settembre su una spiaggia della Normandia. Pauline fa il suo apprendistato amoroso, ma i modelli adulti a disposizione non sono raccomandabili. 3° episodio della serie “Commedie e proverbi” (“Chi parla troppo si danneggia”, Chrétien de Troyes), è una commedia elegante sullo sfondo di un paesaggio alla Dufy affidata interamente al dialogo. Puro teatro senz’essere teatrale. Fotografia di Nestor Almendros.

Pauline at the Beach (1983) on IMDb
La carriera di Susanna (1963) | FilmTV.it

Un film di Eric Rohmer. Con Catherine SéePhilippe BeuzenChristian CharrièreDiane WilkinsonPatrick Bauchau Titolo originale La Carrière de SuzanneCommediadurata 54 min. – Francia 1963.

Parigi. Bertrand, diciottenne matricola della Facoltà di Farmacia, alloggia all’Hòtel de l’Observatoire. Il suo migliore amico è Guillaume, studente come lui ma molto sicuro di sé soprattutto nei rapporti con l’altro sesso. Bertrand, a cui interessa l’irlandese Sophie, è però molto timido. Al Café de Luco i due conoscono Suzanne, una brunetta che lavora al Comitato Nazionale contro la tubercolosi frequentando dei corsi serali di lingua italiana. Guillaume si dà subito da fare con la ragazza ma una sera, nel corso di una festa nella propria abitazione, presta tutta la sua attenzione proprio a Sophie sotto lo sguardo imbarazzato dell’amico. Invitato a rimanere, dopo che gli altri se ne sono andati, Bertrand deve improvvisare una seduta spiritica in cui fa comparire Don Giovanni che invita Suzanne e Guillaume ad andare a letto insieme.

Suzanne's Career (1963) on IMDb

Il segno del leone (1959) | FilmTV.itUn film di Eric Rohmer. Con Jess Hahn, Jean-Luc Godard, Van Doude, Stéphane Audran. Titolo originale Le signe du lion. Commedia, durata 100′ min. – Francia 1959. MYMONETRO Il segno del leone * * * - - valutazione media: 3,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Pierre (Hahn), pittore squattrinato che fa la bohème a Parigi, crede di avere ereditato una grossa somma. Non è vero: l’eredità è toccata a un suo cugino. Si lascia andare nella metropoli deserta di agosto, fa amicizia con un barbone pittoresco, scivola verso la degradazione finché la sorte cambia. Da una storia che, a leggerla, potrebbe essere raccontata in cadenze di commedia ironica, l’esordiente E. Rohmer (1920) _ il più anziano, con il coetaneo Doniol-Valcroze, dei registi francesi aggregati alla Nouvelle Vague _ ha cavato un film lento, minaccioso, non poco angoscioso, dominato dall’ossessiva presenza della pietra e del marmo, che conta più per l’atmosfera di una Parigi sporca, svuotata e assolata che per i personaggi. Oltre a Godard, s’intravedono Stéphane Audran e Macha Méril. Prodotto da Claude Chabrol.

Sign of the Lion (1962) on IMDb

Regia di Eric Rohmer. Un film con Clara BellarAntoine BaslerJudith ChancelSerge RenkoAurore RauscherCast completo Titolo originale: Les rendez-vous de Paris. Genere Commedia, – Francia1995durata 97 minuti. Uscita cinema giovedì 5 ottobre 1995 distribuito da Sony Pictures Italia. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 5 recensioni.

Girato in 16 mm con largo uso di tecniche leggere. Rohmer fa un’altra variazione sul suo microcosmo bipolare (caso e destino, uomo e donna, verità e menzogna) dove sono i maschietti a essere quasi regolarmente sconfitti. Il 1° episodio (“L’appuntamento delle 7” con Bellar, Basler, Megard) è il più brioso, il 3° il più fievole (“Madre e bambino, 1907” con Kraft, Loyen, Johansson). Nel 2°, il più perverso (“Le panchine di Parigi” con Rauscher, Renko), si passano in rassegna i parchi parigini (Belleville, la Villette, Montsouris, Trocadero) con una sosta al Bateau Lavoir, divagazione culturale sui rapporti tra surrealismo e cubismo.

Rendez-vous in Paris (1995) on IMDb

Un film di Roberto Rossellini. Con Paolo Stoppa, Enrico Maria Salerno, Leo Genn, Laura Betti, Sergio Fantoni. Drammatico, Ratings: Kids+13, b/n durata 136′ min. – Italia 1960. MYMONETRO Era notte a Roma * * * * - valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.Dopo l’8 settembre 1943 tre prigionieri di guerra _ americano, inglese e russo _ si rifugiano a Roma in casa di una popolana del rione Ponte dove, chiusi in una soffitta, trascorrono qualche mese. Più neocattolico che neorealista, meno abile di Il generale Della Rovere (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di Rossellini come poeta civile, ma è un po’ prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l’uso dello zoom e una ottima Ralli. L’edizione uscita al cinema era stata ridotta a 102 minuti. L’edizione TV (dopo il 1972) fu reintegrata delle scene omesse con P. Stoppa diventando di 136 minuti.

Escape by Night (1960) on IMDb

Sabato sera, domenica mattina - streaming onlineUn film di Karel Reisz. Con Albert Finney, Rachel Roberts, Shirley Ann Field, Norman Rossington Titolo originale Saturday night and sunday morning. Drammatico, b/n durata 90′ min. – Gran Bretagna 1960. MYMONETRO Sabato sera, domenica mattina * * * * - valutazione media: 4,00 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Giovane operaio di Nottingham, tra pub e notti con donne sposate, tra capi odiosi e padri abbrutiti dai consumi di massa, è incastrato da una borghesuccia messa incinta, ma non si arrende. Con l’omonimo romanzo (1958) di Alan Sillitoe alle spalle, adattato dall’autore, K. Reisz esordisce nel lungometraggio con un ottimo film sulla classe operaia inglese, sociologicamente e politicamente azzeccato. Fu il lancio di A. Finney, che disegna il disincantato ritratto del giovane operaio. “Qui è la nuova Inghilterra, con la sua insofferenza e la sua disperazione, che cerca di prendere ‘poeticamente’ possesso dello schermo” (E. Martini).

Saturday Night and Sunday Morning (1960) on IMDb