Kong è un killer ma non per scelta: nato sordomuto e sottoposto in tenera età a ogni genere di bullismo, non poteva che impugnare la pistola e trovare una via nell’odio. Finché nella sua vita entra Fon, una giovane farmacista che aiuta Kong a ritrovare se stesso e a conoscere un lato di sé fin lì ignorato.
Cieca dall’età di due anni, la ventenne Mun di Hong Kong recupera la vista con un trapianto di cornea, ma comincia a vedere fantasmi di persone vittime di morte violenta (c’è anche un bambino suicida che le parla) e ad avere allucinazioni indecifrabili e inquietanti. L’origine dell’anomalia preternaturale è nella giovane thailandese con doti di preveggenza da cui ha ereditato le cornee. Scritto con Jojo Hui dai gemelli thailandesi O. e D. Pang (anche montatore) e imperniato, come Il sesto senso , sul tema – tipico della cultura religiosa asiatica – della permanenza dei morti nel mondo dei vivi, è un film fantastico incline alla disperazione più che allo spavento. Nella 1ª parte ha nella sfocatura la sua congrua cifra stilistica, ma anche l’uso degli effetti speciali è quasi sempre funzionale alla storia e alle sue atmosfere. La fiammeggiante catastrofe finale sottolinea l’uso creativo del montaggio. Titoli di testa in alfabeto Braille.