Poiché il suo pianeta sta morendo per effetto di una glaciazione, un alieno scende sulla Terra per verificare se le condizioni ambientali siano adatte alla sopravvivenza della sua razza. Le sue intenzioni non sono aggressive: in fondo cerca soltanto aiuto per salvare la sua gente; ma dagli uomini riceve solo incomprensione, e dai militari … colpi di bazooka.In contrapposizione alla tendenza del periodo, il soggetto del film presenta la figura dell’alieno come un “diverso”, non ostile, ma anzi bisognoso d’aiuto, anticipando temi che saranno poi sviluppati a partire dagli anni ’70 in film come L’uomo che cadde sulla Terra (1976), E.T. l’extraterrestre (1982), Fratello di un altro pianeta (1984) e Starman (1984).
La storia vera dell’impegno civile di Rob Bilott, avvocato di Cincinnati che da paladino dell’industria della chimica si scopre loro accusatore in una crociata ventennale. Alla fine degli anni novanta Rob è appena diventato socio nel suo studio legale, e si gode una tranquilla vita familiare con la moglie Sarah e un figlio appena nato. Ma una visita in ufficio da parte di Wilbur Tennant, un contadino della Virginia conoscente di sua nonna, gli cambia la vita per sempre: gli animali della fattoria si comportano in modo strano, e Tennant è convinto sia colpa dell’acqua del lago a cui si abbeverano. La stessa in cui il colosso della chimica Dupont sta scaricando rifiuti tossici da decenni.
Krenner, gangster al soldo di una nazione straniera, fa evadere dalla prigione Joe Faust, noto scassinatore, e gli chiede in cambio di rubare da una base militare campioni di materiale radioattivo necessari agli esperimenti del dottor Ulof, suo prigioniero. L’uomo dapprima rifiuta, ma poi minacciato di morte, accetta di collaborare anche perché Krenner gli spiega che potrà mandare a segno la rapina sottoponendosi ad un raggio (inventato da Ulof) che rende invisibili. L’impresa ha luogo senza che la polizia possa sospettare di loro e dopo avere saldato il “debito”, Faust pensa di servirsi ancora della sua condizione di uomo invisibile per scassinare una banca. Egli non sa che tra il materiale trafugato c’è l’X13 un elemento che annulla temporaneamente gli effetti della invisibilità: nel bel mezzo della rapina Faust si materializza e, inseguito dai poliziotti, è costretto a fuggire per chiedere aiuto al dottor Ulof. Questi accetta di soccorrere il bandito a patto che lo liberi da Krenner. Faust va per uccidere Krenner, ma nello scontro che segue entrambi trovano la morte per un’accidentale manomissione dei congegni del raggio che provoca l’esplosione del laboratorio. Quando la polizia arriva sul posto, Ulof, che era riuscito ad allontanarsi dall’edificio, non fa parola delle sue scoperte.Opera minore di Ulmer, regista comunque inventivo e generoso. Se non fosse per il raggio invisibile e i fantasiosi elementi radioattivi la storia non si distinguerebbe molto dai noir americani degli anni ’50, con i due antagonisti malavitosi, la ragazza sincera (la figlia dello scienziato) e la donna del gangster indecisa tra i due.
Dimesso dal carcere, giovane piromane si crea un suo mondo immaginario nel quale coinvolge una ragazza che si rivela più malata di lui. La storia dei due giovani psicopatici, in sé, non risulta sempre credibile e convincente, ma la descrizione dei personaggi crea un’atmosfera di crescente follia piuttosto interessante.
In Canada negli anni Trenta, un cacciatore solitario è scambiato per un maniaco assassino che va in giro per le distese gelate, scannando tutti i malcapitati che incontra. Un sergente delle giubbe rosse è incaricato di catturarlo, ma il cacciatore riesce a sfuggirli. Nel frattempo viene svelata la vera identità dell’assassino.
Un film di Edgard George Ulmer. Con Tom Neal, Ann Savage, Claudia Drake Drammatico, durata 69 min. – USA 1945. MYMONETRO Detour – Deviazione per l’inferno valutazione media: 3,79 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Al Roberts (Tom Neal), pianista in un night di New York, cerca di raggiungere in autostop la sua ragazza, Sue (Claudia Drake), a Los Angeles. Viene raccolto da Haskell (Edmund MacDonald), un uomo pieno di soldi, che gli racconta che l’autostoppista precedente, una ragazza, gli ha graffiato la faccia dopo aver tentato un’avance. Dopo aver sostituito alla guida Haskell in crisi di sonno, Al, quando tenta di svegliarlo, si accorge che l’uomo è morto.Dopo aver nascosto il cadavere, Al incontra una ragazza, Vera (Ann Savage), in un motel, senza sapere che il giorno prima, lo stesso conducente aveva dato un passaggio anche a lei. La giovane, al contrario, conosce la storia e tenta di ricattarlo, ma muore anche lei accidentalmente, mentre Al continuerà a fuggire… Agghiacciante film dalle atmosfere kafkiane, narrato in flash-back dalla voce fuori campo del protagonista, uno dei capolavori assoluti del B-movie, “allucinato apologo sull’assurdo e sul caso”. Film oggetto di studio e di culto da parte dei più grandi cineasti, tra i quali Martin Scorsese, girato in 6 giorni e in due soli ambienti, Detour è considerato il capolavoro di Edgar G. Ulmer, già assistente di Friedrich Murnau, che, ispirandosi all’espressionismo tedesco, realizza una lenta, inesorabile, discesa all’inferno, con un film a metà strada tra il noir europeo e il poliziesco americano, perdipiù utilizzando attori sconosciuti. Da incorniciare la sequenza finale filmata in un unico piano sequenza di 5 minuti.
Wonder Woman è una serie televisivastatunitense, basata sulle avventure del personaggio dei fumetti DC ComicsWonder Woman, creato da William Moulton Marston e qui interpretato da Lynda Carter. La serie è in realtà costituita da due serie distinte. La prima, Wonder Woman, si basa sui fumetti della Golden Age, è ambientata durante la seconda guerra mondiale, è stata prodotta dalla ABC e trasmessa tra il 1975 e il 1977, costituendo la prima stagione. La seconda The New Adventures of Wonder Woman, è ambientata negli anni 70 del XX secolo, all’epoca della trasmissione, prodotta dalla CBS e trasmessa tra il 1977 e il 1979, costituendo la seconda e la terza stagione.
Washington, 1942. Il maggiore dell’aeronautica militare degli Stati UnitiSteve Trevor precipita con il proprio aereo sull’Isola del Paradiso, un’isola nascosta che si trova nel Triangolo delle Bermude, dove viene soccorso dalle amazzoni. Diana, nonostante il parere contrario della madre, la Regina Hippolyta, lo trasporta con il suo aereo invisibile in un ospedale degli Stati Uniti, dove viene curato. Diana decide di rimanergli accanto e aiutarlo nella sua lotta contro i nazisti sotto i panni della nostra eroina Wonder Woman, che alterna alla sua identità segreta di Diana Prince. Durante la sua permanenza dovrà affrontare numerosi attacchi da parte dei tedeschi, che tentano continuamente di infiltrarsi come spie per sottrarre importanti informazioni agli avversari, così da poter vincere la guerra.
Wonder Woman ha una forza sovrumana di poco inferiore a quella di Superman: ciò emerge dall’ultima guida scritta da Scott Beatty e pubblicata dalla DC sulla principessa amazzone, ma sebbene guarisca dalle ferite molto velocemente, non è del tutto invulnerabile. Può, inoltre, volare e correre a una velocità supersonica (in particolari condizioni può superare la velocità della luce). Ha una buona resistenza agli incantesimi, è immune al controllo mentale ed è capace di espellere i veleni dal suo corpo, inoltre ha dei sensi sovrumani, che le permettono ad esempio di sentire le fonti di magia e di afferrare al volo una freccia a mezz’aria o di intercettare i proiettili, è capace di comunicare con gli animali oltre che di interagire con gli stessi se sono di piccola taglia. Atena le ha donato una grande saggezza e intelligenza, perciò parla molte lingue terrestri. Nelle vecchie storie, se i suoi bracciali venivano legati da un uomo, perdeva tutti i suoi poteri.
Un film di Walter Hill. Con Jami Gertz, Ralph Macchio, Joe Seneca Titolo originale Crossroads. Commedia, durata 96 min. – USA 1986. MYMONETRO Mississippi Adventure valutazione media: 2,83 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Genio della chitarra con il blues nel sangue, il giovane Eugene Martone (nome da bluesman, Talent Boy) vuole a tutti i costi ritrovare l’unica canzone andata perduta del grande chitarrista Robert Johnson. Venuto a conoscenza che nell’ospizio locale, ad Harlem, abita l’ormai ottantenne Willie Brown, l’ultimo ad aver suonato con Robert ancora in vita, si fa assumere come inserviente pur di carpire, dal testardo musicista di colore, il segreto di quelle note. Per i due ha inizio un viaggio che li condurrà da New York a Memphis, e poi sempre più a sud, nello stato del Mississippi, verso quel crocicchio dove, negli anni Trenta, più di un uomo imparò l’essenza del blues dal diavolo in persona. Walter Hill elabora un ritratto dei luoghi e delle leggende attorno ai quali crebbe l’affascinante mito di Robert Johnson, bluesman morto misteriosamente nel 1938 a Greenwood nel Mississippi, e di Willie Brown, che lo accompagnò negli ultimi anni. La musica, costante e avvolgente, è curata da Ry Cooder, che aveva già firmato con i suoi accordi di chitarra molte immagini dei Guerrieri della palude silenziosa, film diretto da Walter Hill nel 1981. La pellicola è il racconto di un viaggio verso sud, ma anche la narrazione del percorso interiore che coinvolge progressivamente i due protagonisti: da una parte il giovane Talent Boy, ostinato e ambizioso, a cui manca però ancora “il chilometraggio”, cioè l’esperienza del musicista on the road e la conoscenza diretta del blues e dei suoi luoghi. Dall’altra, un vecchio che deve fare i conti con la sua vita e con quelle decisioni che un giorno, in piedi fermo a un crocicchio, stabilirono il suo destino. Pur appoggiandosi su alcune curate ed efficaci scelte di stile, il film si eleva soprattutto grazie ai contenuti della storia che racconta, basati sulle vicende e sulle suggestioni (Legba è effettivamente il nome del demone degli incroci) della tradizione americana sudista. E una volta accettati i toni poco drammatici della commedia avventurosa, si possono scorgere e percepire quelle che sono le radici del blues.
Una misteriosa epidemia che resuscita i morti trasformandoli in mostri affamati di carne umana dilaga negli Stati Uniti senza che militari e scienziati possano opporvi rimedio. Francine, una ragazza incinta che lavora presso un’emittente televisiva di Philadelphia, insieme all’amico Stephen e ai poliziotti Peter e Roger, tenta di mettersi in salvo raggiungendo in elicottero un grande centro commerciale che potrebbe offrire sicuro rifugio e abbondante scorta di viveri ed armi. Dopo aver eliminato gli zombi che si trovano all’interno (i mostri muoiono se colpiti al cervello) Francine, Stephen e Roger (Peter è stato ucciso dopo che il morso di uno zombi lo ha irrimediabilmente contaminato), devono fronteggiare l’improvvisa irruzione di un banda di teppisti motorizzati che vogliono saccheggiare le provviste di cibo.Durante il concitato scontro, gli ingressi del supermercato restano incustoditi e ciò permette ai morti viventi di riversarsi a frotte nei magazzini. Stephen cade vittima degli invasori, ma Francine e Peter riescono avventurosamente a raggiungere l’elicottero e prendono il volo verso un incerto destino. La critica ha privilegiato come chiave di lettura del film quella della metafora del consumismo imperante (autodistruttivo e, insieme, autorigenerantesi) nel mondo contemporaneo, trovando un evidente riscontro nell’ambientazione del quasi avveniristico “shopping mall” nel quale vivi e morti viventi convergono e famelicamente si combattono e si contendono la sopravvivenza. Nelle intenzioni del regista c’è comunque anche l’accento posto sul problema razziale (la famiglia di portoricani che rifiuta di consegnare alla polizia i suoi morti) e sulla violenza istituzionalizzata, cinica, drastica e impietosa nell’uso delle armi contro i nemici della società. L’impianto orrorifico – scandito dai sanguinolenti effetti speciali di Tom Savini, solo in parte mitigati da qualche slittamento verso l’autoironia o il surreale -, e la cornice apocalittica da fine del mondo sono però gli elementi che più si impongono nella memoria dello spettatore, complice anche lo sviluppo stesso della storia che, rinunciando a qualsiasi premessa esplicativa (il film si riallaccia idealmente ma non necessariamente alla Notte dei morti viventi realizzato da Romero 10 anni prima), è tutto compresso nel racconto di una battaglia da incubo.Dario Argento, oltre ad esserne il produttore, è anche coautore della colonna sonora.
Dopo segnalazioni allarmanti, paleologo scopre in regione artica una gigantesca mantide che rapidamente arriva a New York e si nasconde in un tunnel. Quando in un modesto film di fantascienza c’è almeno una sequenza che prende allo stomaco, chiudi un occhio. Buoni effetti speciali.
Dal romanzo (1907) di Ferenc Molnár: storia dolceamara di due gruppi di ragazzi che nella Budapest del primo Novecento si contendono uno spazio libero per i giochi. Uno dei ragazzi, l’unico a non avere i gradi, muore durante una “battaglia”. I “soldati” dei due eserciti rivali seguono piangendo la madre che trasporta il piccolo cadavere. Sceneggiato da Jo Swerling e messo in immagini con l’abituale finezza psicologica da Borzage che smorza, ma non soffoca, la vena antimilitarista di Molnár e ne accentua anche troppo quella romantica.
Un film di Lewis Milestone. Con Barbara Stanwyck, Lizabeth Scott, Van Heflin, Kirk Douglas. Titolo originale The Strange Love of Martha Ivers. Drammatico, Ratings: Kids+13, b/n durata 117′ min. – USA 1946. MYMONETRO Lo strano amore di Marta Ivers valutazione media: 3,33 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari. La perfida Marta (Stanwyck) ha ucciso la zia per ereditarne l’immensa ricchezza e ha comprato con il matrimonio l’unico testimone (Douglas), debole e vile figlio di un ex operaio che accetta il compromesso per diventare procuratore distrettuale. Il casuale incontro con un vecchio amico d’infanzia (Heflin) mette in crisi la coppia. Doppio epilogo tragico, insolito per quell’epoca. Da un racconto inedito di John Patrick sceneggiato da Robert Rossen, è il 1° film di Douglas, tipico esempio di misoginia che caratterizzò molti film americani del dopoguerra. Cupo dramma angoscioso con una Stanwyck efficace dark lady.
Un film di Ishirô Honda. Con Russ Tamblyn, Kipp Hamilton, Gill Simon Fantascienza, durata 80 min. – Giappone, USA 1976. MYMONETRO Kong uragano sulla metropoli valutazione media: 2,25 su 5 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un gruppo di scienziati crea un mostro benefico dal nome di Kong. Purtroppo da una cellula di questi si genera un secondo mostro ferocissimo che semina terrore e distruzione in tutto il Giappone. Il cattivo Kong sarà sistemato alla fine dallo stesso Kong buono.
Il pianeta S-1 è ormai invivibile a causa dell’eccessivo inquinamento. Il suo dittatore Gattler decide quindi di conquistare un nuovo pianeta, e trasferire lì i suoi sudditi. Il pianeta scelto è la Terra, che però troverà nel gigantesco Baldios il suo difensore. Baldios è pilotato da Marin, un abitante del pianeta invasore, fuggito dal suo pianeta durante il colpo di stato di Gattler. Il giovane Marin si trova così a combattere contro la sua stessa razza per difendere un pianeta che lo guarda con sospetto. Il supremo Gattler è deciso a dare una casa agli ultimi superstiti di S-1, che ha portato con sé attraverso il subspazio fino al terzo pianeta di quel lontano sistema solare. Il tiranno è affiancato dalla bella Aphrodia decisa a seguirlo ovunque l’avesse portata per vendicare la morte del fratello, ucciso da Marin. La follia dilaga in uno scontro tra due civiltà determinate a non estinguersi. E l’intera razza umana dovrà subire l’atroce beffa del suo destino. Dopo le prime puntate era evidente che Baldios – Il guerriero dello spazio soffriva, in Giappone, molto per l’infelice collocazione nei palinsesti, in diretta concorrenza con due successi come Lupin III e Rocky Joe 2. Era però anche evidente che il gradimento degli spettatori era elevato. Con grande sorpresa, l’emittente televisiva poté costatare che il pubblico di Baldios era, in buona parte, femminile: una novità assoluta nel panorama delle serie robotiche. La maggiore attrazione era data dal personaggio di Marin, attraente, cupo e romantico, e per assecondare questo sorprendente nuovo mercato, nella serie vennero accentuate le componenti romantiche, come attrazioni infelici e triangoli amorosi, mentre i protagonisti acquistavano storie personali romanzesche e drammatiche. Baldios – Il guerriero dello spazio sembrava non riuscire, però, a trovare una giusta collocazione nel palinsesto e, per tale ragione, fu deciso di troncare la serie all’episodio 31, nonostante altri tre episodi fossero completati ed esistesse materiale in preparazione per un finale. Anche in Italia non venne trasmesso l’epilogo della storia, che si concludeva all’episodio 32. Delle previste 39 puntate ne furono dunque portate a temine soltanto 34. Nel 1981, però, dietro grande insistenza dei fan e delle riviste di animazione che consideravano Baldios un capolavoro, venne realizzato un film per il grande schermo, in cui finalmente la conclusione della storia di Marin e compagni veniva narrata con la grandiosità e il ritmo necessari. Vennero riutilizzati materiali della serie, compresi quelli per le puntate mai andate in onda, e una buona percentuale di animazioni originali, soprattutto nell’epica conclusione della vicenda. Il lungometraggio dedicato a Baldios è, in definitiva, una sorta di condensato dei punti più salienti e toccati, con l’aggiunta, come si diceva, di un lungo epilogo. È significativo notare che anche nel film i combattimenti spaziali sono davvero molto pochi e lo stesso Baldios compare raramente. La storia segue principalmente il triangolo dei complicati rapporti che uniscono Marin, Aphrodia e Gattler, legati da un destino di odio e amore dagli esiti inevitabili. Del film per le sale vennero preparate due diverse versioni: una di 117 minuti ed una, che poi raggiunse i mercati internazionali, di 99 minuti.
Durante la seconda guerra mondiale, gli ufficiali di una base aerea americana su una spiaggia italiana trovano la morte a uno ad uno in circostanze misteriose. Solo uno si salva, l’americano di origine armena Jossarian che riesce fortunosamente a riparare in Svezia.
Film in 3 episodi. “Il filo pericoloso delle cose” (scritto da Tonino Guerra – 29′). Un uomo litiga con la compagna e fa l’amore con una vicina di casa. Le due donne s’incontrano nude sulla spiaggia. Imbarazzante recupero di cascami anni ’60: “un pallido catalogo turistico di luoghi antonioniani” (A. Pezzotta). Induce a una domanda etica: c’è stata a monte una speculazione o una manipolazione a spese di un novantenne e del suo passato? Girato, si dice, nel 2002. “Equilibrium” (scritto da Soderbergh – 27′). Un uomo racconta i suoi sogni erotici a uno psicanalista distratto e guardone. Ma è tutto un sogno. Prolisso e pretenzioso, un giochino fuori tema, frettolosamente messo in immagini. Divertente. E allora? “La mano” (Scritto da Kar-wai – 42′). Un sarto s’innamora di una prostituta, sua cliente, e continua ad amarla in silenzio per anni. Quasi una protesi di 2046 : linguaggio, atmosfere, attori, ambienti, meccanismo narrativo sono i medesimi. Con masturbazione iniziale e finale. Per entrambi i film, il sospetto di manierismo autoriale è legittimo. Ha il vantaggio della breve durata.
Timido impiegato pubblicitario è costretto, per ragioni di lavoro e per i capricci di una top model, a esibirsi come celebre seduttore. Conciliare satira con comicità è meno facile di quel che si dice. Nell’adattare, seminandola di gag visive irresistibili, la commedia di G. Axelrod, Tashlin ci riesce. Uno dei più divertenti commenti sui costumi, la pubblicità, la TV, il sesso, il mondo degli affari americani degli anni ’50. La collinosa Mansfield marilineggia con piacere. “È il più all’avanguardia tra i film di Tashlin, e senza dubbio il più politico: di conseguenza, uno dei più incompresi” (J. Rosenbaum).
Avvocato californiano, aggressivo uomo politico, si ripresenta candidato per il Senato, ma è ansioso di raggiungere la Casa Bianca. Nel proporre il ritratto di questo uomo politico lo sceneggiatore Jeremy Larner, ex capo ufficio stampa di Eugene McCarthy, aveva in mente Ralph Nader e Jerry Brown, ma R. Redford si rifà esplicitamente a Bob Kennedy. Oscar per la sceneggiatura.
I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni
Blue Noah – Mare spaziale (宇宙空母ブルーノアUchū Kūbo Burū Noa?) è un anime televisivo prodotto dalla Office Academy nel 1979, e trasmesso in Italia nel 1980
La trama di questo anime è ambientata nella seconda metà del XXI secolo. L’umanità è tranquilla, libera da guerre, e la vita di ogni individuo si svolge nella serenità più assoluta. Ad un tratto tutto però viene sconvolto. Nell’anno 2052 la Terra è invasa dagli alieni del pianeta Gotham, giunti nel sistema solare a bordo di un enorme satellite che accoglie 200 milioni di persone. Grazie ad uno speciale dispositivo, il satellite artificiale inizia a ruotare attorno alla Terra, sbilanciandone l’asse di rotazione e provocando numerose catastrofi naturali, aggravando ulteriormente la situazione a seguito degli attacchi alieni. Durante uno di questi, Makoto Kusaka, il protagonista, perde il padre, Kenshiro Kusaka — esimio scienziato — che però prima di morire gli consegna un ciondolo e un messaggio da tenere a mente: Blu Noah.
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