È sempre difficile fare la biografia cinematografica di un artista, tra l’altro contemporaneo, ed elevarlo a santone come ha fatto Oliver Stone. Lui dice di aver sempre adorato Jim Morrison dei Doors, ma il risultato lo rappresenta come un povero pazzo che credeva di essere un nuovo Messia e che vede sfruttata la sua ingenuità per scopi commerciali.
Morrison era ossessionato dall’arte in generale, amava il cinema europeo di Godard e di Antonioni, la poesia di Baudelaire e Rimbaud. Non meritava, pur nelle buone intenzioni del regista, un caleidoscopio virtuosistico ma pieno di maniera, dove personaggi come Nico dei Velvet Underground e Andy Warhol vengono rappresentati come macchiette. Rimane la grande musica dei Doors. Buon successo di pubblico.
A Vancouver una donna nubile e sola dà ospitalità a un giovane vagabondo e lo rende suo prigioniero. Un giorno gli procura una prostituta, ma poi è assalita dalla gelosia. 4° film di Altman – tratto dal romanzo di Peter Miles, che qui si firma Richard – occupa, insieme a Images (1972), un posto particolare nell’itinerario del regista come riflessione, di taglio psicanalitico, sulla follia, lo sdoppiamento allucinatorio, i fantasmi del desiderio. In TV circola la copia di 103 minuti.
Angst è un film del 1983 diretto da Gerald Kargl. Unico lungometraggio realizzato dal regista austriaco, è stato sceneggiato dallo stesso Kargl insieme al polacco Zbigniew Rybczyński, il quale si è occupato anche della fotografia e del montaggio.
Il film è interpretato dall’attore austriaco Erwin Leder e la sua trama è liberamente ispirata alla storia del serial killer Werner Kniesek.
Uno psicopatico, appena rilasciato dal carcere, si introduce in una villa isolata e inizia a dare sfogo al suo inguarito sadismo sulla famiglia che la abita, composta da una giovane donna, dal fratello ritardato e dall’anziana madre.
Tratto dal soggetto di Quentin Tarantino, il quale ha poi polemizzato, per via dell’arbitraria sceneggiatura, con Stone. Due giovani, un ragazzo e una ragazza, seminano il panico e la morte. Sono serial killer senza scrupoli e senza una vera e propria ragione. Imprigionati dopo il 54° omicidio, diventano divi della televisione e riusciranno a fuggire. Divertente la parodia della situation commedy per mostrare l’infanzia della protagonista e l’incontro tra i due futuri assassini. Il regista dice di essersi ispirato ad Arancia meccanica per la scelta grottesca ma il debito maggiore lo ha con Cuore selvaggo di Lynch. Ciò detto, il film è comunque il migliore che Stone abbia fatto da anni perché smuove lo spettatore, alimenta la discussione, cerca strade nuove passando da altre già segnate. Sceglie l’iperrealismo rispetto a film dello stesso genere come Henry – Pioggia di sangue e Il cameraman e l’assassino. Fa una denuncia, forse un tantino retorica, nei confronti dei mass-media. Incarna la violenza spettacolo per far sì che il serpente si morda la coda. Mischia fumetti a formati di pellicola diversi in maniera suggestiva. Fa dei chiari riferimenti alla cronaca attuale senza fare del documentarismo. Per contro, necessita di una grande maturità da parte dello spettatore. Soprattutto perché nello spettacolo caleidoscopico, che scorre come sulle montagne russe, non c’è il tempo per i più giovani di prendere le distanze dai protagonisti. La musica è quanto mai varia, spaziando dalle atmosfere di Peter Gabriel al rock di Patti Smith, a Puccini (come già aveva fatto Kubrick), fino alla voce demoniaca di Diamanda Galas. Deprecabile il divieto ai minori di 14 anni, anziché di 18.
Marta è una bella donna di mezza età che vive in una cittadina di campagna con il marito che è medico. Costui un giorno scopre, senza rivelarglielo, che la moglie ha pochi mesi di vita a causa di un tumore incurabile. Nello stesso periodo Marta fa la conoscenza di un ragazzo atletico e semplice, Bogus;, per il quale prova una non ben definita attrazione. Un giorno i due decidono di andare al fiume per fare il bagno ma una tragedia è in agguato. Fin qui il film di Wajda, tratto da un racconto dello scrittore Jaroslaw Iwaszkiewicz alle cui opere il regista si è più volte ispirato, di cui assistiamo alle riprese e vediamo gli esiti finali. Ma mentre il progetto prendeva corpo la grande attrice polacca Krystyna Janda, scritturata per il ruolo di Marta, prendeva a vivere direttamente una tragedia legata al cancro.
Ambientato al tempo delle guerre napoleoniche, mostra come le guerre hanno travolto lo sfortunato paese polacco all’inizio del XIX secolo. La storia ruota attorno alla legione polacca sotto il comando del generale Dabrowski, che poi combatté al fianco di Napoleone con la speranza della rinascita della Polonia.
Transformers è una serie di film statunitensi di fantascienza e azione diretti da Michael Bay, basati sui Transformers, giocattoli e serie animate della Hasbro e Takara Tomy degli anni ’80.
La serie è stata distribuita dalla Paramount Pictures (solo negli Stati Uniti, in Italia dalla Universal Pictures) e DreamWorks (solo i primi due capitoli) e prodotta da Lorenzo di Bonaventura, Ian Bryce, Tom DeSanto e Don Murphy. La serie di film vede i protagonisti, sia umani che Transformers, cambiare di volta in volta eccezion fatta per i personaggi principali della serie: Optimus Prime e Bumblebee.
Il signor e la Signora Fox vivono pacifici col figlioletto Ash e il nipotino Kristofferson, loro ospite, dentro un grande albero in cima alla collina che fronteggia gli stabilimenti dei più cattivi contadini della zona: Boggis, Bunce e Bean. Ma la natura selvatica del signor Fox gli impedisce di trovare soddisfazione come giornalista e lo spinge a cercare di far fessi i tre uomini e a saccheggiare i loro depositi. La vendetta è veloce e spietata e mette a repentaglio non solo la sua amata famiglia ma tutti gli animali del sottosuolo. Mr Fox dovrà elaborare dunque un nuovo e geniale piano per trarre tutti d’impaccio.
Coraline ha undici anni e si è da poco trasferita con la sua famiglia in una nuova casa. Tutto è ancora da esplorare, ma i suoi genitori sono troppo occupati con il lavoro per dedicarsi a lei. La spediscono a giocare in giardino, le preparano al volo la cena quando è ora, la invitano a cavarsela da sola. È così che Coraline scopre una porticina che dà su un tunnel polveroso che porta ad un altro appartamento, in tutto simile al suo, dove vivono un’altra mamma e un altro papà, che altro non fanno che occuparsi di lei.
Una ragazza prende la metropolitana. Subito dopo la stessa ragazza non riesce per una frazione di secondo a prendere la stessa metropolitana. Partono così due destini della stessa persona. Se avesse preso quel treno cosa le sarebbe successo? Così sono due le storie. Una finisce bene, con un nuovo amore, l’altra finisce male. Un singolare esperimento narrativo, di buon succeso di pubblico e di buon stile narrativo. L’emergentissima Paltrow è molto brava, a proprio agio nei due destini e personalità.
Hal ha dovuto promettere al padre in punto di morte che non avrebbe mai avuto una ragazza che non fosse bella. E così si è procurato una serie di avventure con donne belle ma che non gli interessavano granché. Un giorno però resta bloccato in ascensore con un ipnotista che gli impone di guardare all’interiorità delle donne. Così si innamora di Rosemary e dei suoi 120 chili. I Farrelly colpiscono ancora avvalendosi della disponibilità della Paltrow pronta a sottoporsi a 4 ore di trucco per assumere le ‘dimensioni’ richieste. Nella loro voglia di trasgredire i due fratelli si dimostrano ancora una volta (e nonostante le apparenze) più ‘moralisti’ di altri.
Li Mu Bai è un maestro di arti marziali la cui spada viene ritenuta dotata di poteri magici. Li Mu Bai ama la bella e coraggiosa Yu Shu Lien, ma non può rendere espliciti i suoi sentimenti perché la ragazza è stata fidanzata al suo fratello di sangue. Un giorno decide di consegnare la spada a Shu Lien perché la porti al signor Tè che dovrà custodirla. Ma il dignitario se la fa rubare. Shu Lien avrà però la fortuna di incontrare la figlia del governatore Yu, ormai promessa a un futuro sposo e desiderosa invece di percorre i sentieri dell’avventura. Ang Lee torna a casa e al proprio immaginario infantile e ritrova l’originalità che ne aveva contraddistinto gli esordi. A questo regista la trasferta americana non ha fatto bene: si è messo in testa (dopo i piacevolissimi Banchetto di nozze e Mangiare Bere Uomo Donna) di spiegare l’America agli americani e ha realizzato tre film come Ragione e sentimento, Tempesta di ghiaccio e Cavalcando col diavolo che finivano col risultare più manuali di storia e/o sociologia per immagini che film. Molto meglio va quando, come in questo caso, racconta Taiwan agli occidentali con quell’attenzione all’universo femminile che lo contraddistingue e che, anche in questa storia “marziale”, conquista lo schermo unendo agilità ed eleganza.
Londra, 1870: in un severo college vittoriano studiano il giovane Sherlock Holmes e il suo futuro, inseparabile assistente Watson. Cacciati dalla scuola per colpa di un antipatico rivale, i due si lanciano a capofitto nella prima, vera indagine: scoprire il colpevole di una misteriosa serie di delitti. Guidati dall’arguzia e accompagnati da una bella fanciulla, i due giovani eroi scopriranno un antico tempio egizio nei sotterranei di Londra e smaschereranno una setta infernale comandata dal loro ex insegnante di scherma.
Per rifarsi una vita, le madri di due giovani condannati a morte aprono a Hollywood nel 1934 una scuola di danza. Una s’innamora di un ricco vedovo, l’altra dà segni di grave squilibrio psichico. Scritto e sceneggiato da Henry Farrell _ autore del racconto da cui fu tratto Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) di Robert Aldrich _ è uno psicodramma trucido e grottesco con 2 protagoniste in gara di bravura e con interessanti note sulla Hollywood degli anni ’30.
Harlem, 1968. Frank Lucas, gangster nero e “ricercato”, ama la famiglia, prega in chiesa e fa la guardia a Bumpy Johnson, un “padrino” che accoglie le suppliche di Harlem e distribuisce tacchini il Giorno del Ringraziamento. Richie Roberts, detective ebreo e incorruttibile della contea di Essex, sta divorziando dalla moglie, ha dimenticato di dire le preghiere e dà la caccia ai malavitosi e ai distributori di tacchini. Alla morte di Johnson, Lucas, più moderno e manageriale del vecchio padrino, subentra nelle sue attività, elimina gli avversari e diventa in pochi anni un potente boss della droga. Scavalcando le famiglie mafiose e rifornendosi di eroina direttamente nel sud-est asiatico, Lucas accumula una fortuna e attira l’attenzione di Richie Roberts. I loro percorsi, opposti e paralleli, si incontreranno sotto il ring del match del secolo: Alì-Frazier. Soltanto uno resterà in piedi, vincendo ai punti.
Una donna incinta con già due figli rimane vedova. Partorisce una bimba e con molti sacrifici sopravvive aiutata da un poliziotto. Tratto dal romanzo di Betty Smith, questo film ebbe un successo straordinario.La descrizione di un quartiere popolare newyorkese è un saggio di bravura del giovane esordiente Kazan.
Tratto da un romanzo di Harry Mulisch, il film narra la storia di un fisico la cui famiglia fu sterminata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel gennaio 1945, la Resistenza tedesca uccide un alleato nella strada in cui abita l’allora dodicenne Anton Steenwijk. Poiché l’uomo, ucciso in realtà di fronte alla casa dei vicini della famiglia Steenwijk, viene rimosso e trasportato di fronte alla porta di casa della famiglia Steenwijk dagli stessi vicini, i Tedeschi non esitano a sterminare il padre, la madre e il fratello di Anton. Divenuto adulto, Anton è deciso a scoprire la verità e passa gran parte della sua vita ad interrogarsi sul motivo che ha spinto i suoi vicini a comportarsi in quel modo. Nel 1984, durante una dimostrazione anti-missile, il “mistero” si risolve e la risposta ai mille interrogativi di Anton si rivela molto più complessa di quella che si poteva immaginare nel lontano 1945. Il film, strutturato a flashback, acquista un fascino tutto particolare proprio perché i fatti e le parole chiave per la comprensione della vicenda riaffiorano a poco a poco da un passato nebuloso trovando chiarimenti nel presente.
Danny e Matthew sono figli dello stesso padre, Harold, ma di madri diverse. Le loro vite hanno seguito direzioni divergenti. Danny è un loser che ha abbandonato una carriera da musicista, è terrorizzato dal mondo ed è privo di fiducia in se stesso; Matthew è un manager di successo che ha lasciato la via indicata dal genitore, scultore il cui talento non è mai stato riconosciuto.
Un film di Russ Meyer. Con Lorna Maitland, Mark Bradley, James Rucker Erotico, b/n durata 79 min. – USA 1964. MYMONETRO Lorna valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un predicatore introduce il dramma che sta per vivere Lorna, moglie del minatore Jones che non la soddisfa sul piano sessuale. Il regista afferma di essersi ispirato a Riso amaro.
Divertentissimo fumettone scanzonato che non si prende un minuto sul serio e straripa delle migliori pin up.Meyer(che cura anche il forsennato montaggio e appare brevemente come direttore del motel)tratta il sesso in chiave parossistica, come pure la violenza(l’estenuante duello finale a dinamite)e racconta le impossibili avventure di un macho dall’aria tonta con piglio allegramente spudorato
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