Dal romanzo omonimo di Malcom Lowry. L’ex console britannico in Messico (Finney) è preda di manie autodistruttive da quando la moglie (Bisset) lo ha abbandonato. Pesantemente dedito all’alcol, continua a cercare ostinatamente la fine anche quando la moglie ritorna da lui. Film amaro e visionario, costruito sulla recitazione di uno strepitoso Finney. Nonostante qualche inaspettata caduta di tono, resta comunque l’opera di un grande maestro.
I subita della versione 1080p sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.
Salvo Montalbano è il commissario di polizia di Vigata, dal carattere burbero ma responsabile e serio sul lavoro, molte volte anche aperto e gentile con persone di cui sa di potersi fidare. Montalbano si trova a dover indagare sui più vari fatti criminali della sua terra, dei quali – grazie al suo grande ingegno e all’aiuto di numerosi collaboratori, anche al di fuori del commissariato – riesce sempre a ricostruire gli esatti avvenimenti e a trovare la soluzione. Fra i colleghi di lavoro ci sono il suo vice Mimì Augello, l’ispettore Giuseppe Fazio, il goffo agente Agatino Catarella e altri agenti del commissariato. Invece tra i suoi collaboratori esterni ci sono l’amica Ingrid Sjostrom, il giornalista Niccolò Zito e più raramente la sua cuoca Adelina. Nella sua sfera privata, Salvo porta avanti una relazione a distanza con Livia Burlando, con la quale ha un rapporto talvolta burrascoso ma nel quale prevale sempre l’amore.
E’ un grazioso film. Protagonista è un sedicente giornalista che riesce un giorno a farsi affidare un’inchiesta seria. Il tema è “il bambino”. Il pennaiolo di complemento interroga due musicisti (Fonda e Stewart), una diva del cinema (Dorothy Lamour), due personaggi non proprio raccomandabili. Ne viene fuori un ottimo reportage. Il neocronista viene assunto.
Nel 1997 l’isola di Manhattan è diventata un ghetto di massima sicurezza per criminali. Ergastolano, pluridecorato reduce di guerra, vi penetra per recuperare il presidente USA, prigioniero di una banda. Anticipazione in chiave di violenza avventurosa, il film si appoggia al suo fascino notturno, alla forza cupa del fantastico sociale che ricorda il Brecht di L’opera da tre soldi . Il contenitore vale più del contenuto. Seguito, un anno prima del 1997, da Fuga da Los Angeles .
Anno 2013. Trasformata in isola da un terremoto del 2000, Los Angeles è diventata un lager per fuorilegge ed emarginati di ogni tipo, mentre un presidente degli USA (a vita), ultraconservatore e bigotto, ha messo al bando alcol, fumo, sesso prima e fuori del matrimonio e il mondo è diviso in due blocchi, il Nord e il Sud, entrambi totalitari. La figlia (Langer) del dittatore bacchettone si rifugia a L.A. con un congegno che può azzerare i sistemi elettrici e telematici del pianeta. Snake (Jena) Plissken (Russell) lo deve recuperare entro poche ore. Doppia sorpresa finale con sberleffo. Scritto con Debra Hill e K. Russell, il film di Carpenter, ala sinistra dell’horror nordamericano, ripete 1997-Fuga da New York, ma in modo più radicale e pessimista. Per i non cultori del trash ipertrofico e violento è un film ripetitivo, rozzo, decorativo, abitato da marionette goffe o melense, una sagra del già visto nelle trovate fantastiche, manieristico nella tetraggine notturna e nell’impianto scenografico.
L’ultimo film di King Vidor, uno stanco kolossal girato in Spagna con un cast italo-americano sugli amori del re biblico e della fascinosa regina araba.
Non c’era un marito buono per Gertrude Bell in tutta l’Inghilterra. Troppo sveglia, curiosa, acculturata, intelligente e troppo poco disposta a nascondere queste qualità per accasarsi. Solo fuori dai confini del suo paese, nei deserti dell’impero Ottomano in disfacimento, ha cominciato a vivere. Non solo popoli, persone, immensità e luoghi da conoscere ma anche esseri umani che ne apprezzassero la forza intellettuale. Tra un amore civile e uno selvaggio nella sabbia, Bell, cavalcando con tre cammelli e due aiutanti, ha conosciuto, esplorato e preso contatto con luoghi e popoli a cui nemmeno l’intelligence britannica aveva accesso, diventando, di fatto, il loro braccio e la loro spia principale. Tanto che nel 1920 fu lei a dividere l’impero Ottomano, segnando i confini dei nuovi stati e assegnandone il comando. Ancora una volta nel cinema di Werner Herzog il teatro di tutta l’azione, nonchè lo specchio della portata epica delle intenzioni dei personaggi, è un’immensità riempita da una natura incontaminata, nella quale la vita ha il medesimo sapore della morte e in cui l’uomo sembra un ospite indesiderato della fauna. Al centro dell’epopea di Gertrude Bell secondo Herzog (che, come sempre, quando può, scarta volentieri dai fatti veri) c’è, per l’appunto, il deserto. La definizione delle imprese di questa donna, che il regista guarda con la precisa volontà di scalzare Lawrence d’Arabia dal suo trono (Pattinson è così fuori parte che sembra quasi fatto apposta), si misura con l’immensità che attraversa ed esplora. Di luogo inaccessibile in luogo inaccessibile la sua Bell sfida se stessa attraverso la natura (come tutti gli eroi herzoghiani), in imprese che gli altri ritengono impossibili. Nonostante non sia un uomo quindi, la Gertrud Bell di Nicole Kidman si presenta come una delle migliori personificazioni dello spirito dell’eroe per Werner Herzog: una persona dalla tenacia fisica alimentata dalla forza morale (tanto da resistere ad uno sparo nel braccio) e la cui audacia è sostenuta da un desiderio profondissimo, che per Bell è conoscere e vedere, per poi fare da mediatrice politica.
La vita di 12 scienziati in una base militare in Alaska è in pericolo. Le radiazioni hanno dissepolto un essere mostruoso che assume sembianze animali e umane. Ad uno ad uno muoiono tutti e anche gli ultimi due superstiti sperano, terrorizzati, che i soccorsi arrivino prima della “cosa”. Remake di La cosa da un altro mondo (’51) con musiche di Morricone.
In una cittadina californiana, si festeggia il centenario della fondazione. Anche se cento anni prima accadde qualcosa di poco simpatico. I cittadini, allora, finsero di aiutare sei lebbrosi per poi derubarli e mandarli alla deriva. Ora i sei ritornano sotto forma di zombi, terrorizzano la costa e ammazzano cinque malcapitati. Uno dei migliori (e inventivi) horror di Carpenter.
Un film di Robert Siodmak. Con Olivia De Havilland, Thomas Mitchell, Lew Ayers Titolo originale The Dark Mirror. Poliziesco, Ratings: Kids+16, b/n durata 85′ min. – USA 1946. MYMONETRO Lo specchio scuro valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un medico deve scoprire, parallelamente alle indagini della polizia su un efferato delitto, quale di due sorelle gemelle è una psicopatica assassina. È un piccolo classico del cinema nero degli anni ’40. Partendo da una solida e aguzza sceneggiatura di Nunnally Johnson, da un soggetto di Vladimir Pozner, R. Siodmak lavora bene di chiaroscuro. Esercizio di bravura di O. de Havilland in 2 parti. Rifatto per la TV come Lo specchio nero.
Ex pugile statunitense con un avversario morto sulla coscienza torna nella natia Irlanda per trovare la pace e una moglie. Deve affrontare un omerico pugilato per conquistare sul campo la donna amata. Da un racconto di Maurice Walsh, sceneggiato da Frank S. Nugent su un tema non lontano da La bisbetica domata, Ford ha fatto il suo 1° film in cui la storia d’amore è centrale con una struttura a flashback e voce narrante. Smargiassa e nostalgica, è una commedia armoniosa ricca di passaggi umoristici e di vigore nelle cadenze di un canto d’amore per la nativa Irlanda. Affiatata compagnia d’attori e 2 Oscar: regia e fotografia (W.C. Hoch, A. Stout.
Ligabue è uno sceneggiato televisivo del 1977 diretto da Salvatore Nocita e trasmesso in tre puntate.Andato in onda sulla Rete 1 dal 22 novembre al 6 dicembre 1977, è basato sulla vita del pittore italiano Antonio Ligabue, impersonato dall’attore Flavio Bucci. Fra gli altri interpreti figurano anche l’attrice Pamela Villoresi e l’attore Renzo Palmer.Lo sceneggiato è stato anche presentato, in una versione cinematografica più corta, al Festival di Montréal, dove ha conseguito due premi (il Gran Premio delle Americhe e il Premio alla migliore interpretazione maschile).
Rimpatriato dalle autorità svizzere perché “indesiderabile”, lo strambo Antonio Ligabue trova perplesse le autorità di Gualtieri, nel Reggiano, che lo affidano al ricovero per vecchi. Ne evade subito per ripararsi nei dintorni svolgendo un qualunque lavoro, ma fallisce sia per gli impietosi scherzi dei compagni che per le sue stravaganze. Si isola in una capanna lungo il fiume Po, dove trascorre il tempo immerso nella natura.Col passare degli anni la popolazione si abitua alla figura di Toni, considerato un misantropo e anche pazzoide, ma non pericoloso. Senza calcolo alcuno, Ligabue scopre la sua vocazione artistica dipingendo la natura sulle piante e sui muri. Il pittore Mazzacurati ne intuisce il naturale talento e gli dona gli strumenti per dipingere quadri che trovano acquirenti e permettono di allestire una mostra che lo consacra “artista”. Dopo varie vicissitudini che lo portano ad essere ricoverato in manicomio, le commissioni e i conseguenti guadagni permettono a Toni di trasferirsi in un alberghetto e lo inducono persino a chiedere la mano di Cesarina, la figlia dell’albergatrice.Ma in realtà Ligabue è rimasto un “diverso”, e anche se i suoi quadri sono stati accettati dai colleghi pittori, dai collezionisti, dai mercanti e dai clienti, la sua incapacità di uniformarsi alle regole della società ne fa un disadattato.
Vedova americana va in India con la figlioletta, ospite del suocero, colonnello inglese. La bambina diventa la mascotte del reggimento, trova un secondo marito alla madre, è sequestrata dal capo dei ribelli, ma addolcisce anche lui. È il film più costoso di S. Temple. Vagamente ispirato a un racconto di R. Kipling, è un garbato film per famiglie, nonostante la verbosa sdolcinatezza della sua protagonista.
I protagonisti di questo dramma criminale tratto dal romanzo The Chair for Martin Rome di Henry Helseth e sceneggiato da Richard Murphy, sono il gangster Martin Rome (Conte) che ha ucciso un poliziotto in uno scontro a fuoco, un avvocato disonesto (Kroeger) che gli ha rifiutato il denaro necessario per una fuga in Sudamerica e il tenente Candella (Mature) che gli dà la caccia, cercando anche di recuperare gioielli rubati. L’epilogo sanguinoso avviene in una chiesa. Sono importanti anche i personaggi di contorno, soprattutto nel reparto femminile, e la descrizione del quartiere italoamericano, senza stereotipi. Pur non trovandosi a suo agio in esterni autentici, Siodmak cerca di conciliare il noir di taglio espressionista che gli era abituale e la tendenza allo stile semidocumentario in voga nel dopoguerra a Hollywood. Ci riesce in parte, ma comunque il prudente rifiuto del manicheismo, la complessità della tematica, il disegno dei personaggi garantiscono la qualità del prodotto. 1° film di D. Paget. Per una pruderie di eredità fascista il cognome del gangster è diventato Rosky nell’edizione italiana. Rifatto da J. Giovanni con Sola andata (1970).
Un giovane di nome Simon fa il professore e sembra una di quelle persone che non hanno niente da nascondere. Bravo nell’insegnamento, è generoso anche con la madre che non sta molto bene. Nasconde però un segreto: ha una fissazione per le chat online, dove ricerca giovani ragazze inclini alla depressione e al suicidio per soddisfare il suo desiderio di sangue.
In un’isola della Polinesia vivono tre amiconi: un dottore, il proprietario di una taverna, un marinaio. La figlia del medico, che non conosce suo padre, arriva da Boston per stabilire se il genitore sia degno di ricevere un’eredità e il taverniere s’assume la paternità dei bambini che il dottore ha avuto da un’indigena. Quando la ragazza scoprirà la verità avrà già deciso di rimanere nei mari del Sud perché innamorata del taverniere.
Divenuta un fenomeno di culto dopo la cancellazione, la serie americana di Battlestar Galactica è stata concepita da Glen Larson ed è andata in onda per una sola stagione nel 1978. La saga dei personaggi è stata continuata attraverso dei libri e uno spin-off televisivo dal nome Galactica 1980 e un remake nel 2004. La serie parte col presupposto che la razza umana sia una razza aliena e si sia diffusa su numerosi pianeti. In un lontano sistema solare la razza umana viveva nel mondo delle dodici colonie, ed ha combattuto per mille anni una guerra contro i Cylons, dei guerrieri robot creati da una razza rettile scomparsa molti anni prima. Non avendo mai avuto l’ordine di cessare il fuoco, questi guerrieri hanno continuato ad attaccare per anni i coloni. Ma gli uomini vengono sconfitti in un attacco a sorpresa nelle colonie concepito da robot servitori, ovvero i Cylon, portato a termine grazie all’aiuto del Conte Baltar. Protetti dall’ultima nave da guerra chiamata Galactica, i sopravissuti, comandati dal comandante Adama, cercano di trovare la Terra mentre fuggono dalla minaccia dei Cylon.
Storia romanzata di Belle Star, la banditessa che imperversò nell’Oklahoma nella seconda metà del secolo scorso. Dopo la guerra di Secessione, la vediamo respingere le attenzioni di un innamorato nordista e unirsi alla banda di Sam Starr, un guerrigliero sudista che continua la lotta. Belle e Sam si sposano e per molti anni danno filo da torcere all’esercito, finché l’uomo non viene catturato e Belle non rimane uccisa in un agguato per mano di due sicari.