Category: Ungheria


Regia di Miklós Jancsó. Un film con Lajos BalázsovitsAndras BalintAndrea DrahotaGyöngyi BürösErzsi CserhalmiCast completo Titolo originale: Még kér a nép. Genere Drammatico – Ungheria1971durata 88 minuti. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Intorno al 1890 nella puszta ungherese, tra canti e danze, i braccianti agricoli sono in lotta per i propri diritti. Interviene un gruppo di soldati, pronti alla repressione violenta che, dopo un tentativo di fraternizzazione, eseguono. Una ragazza resuscita e, impugnata una pistola, uccide i soldati a uno a uno. Musical ideologico che, più che una vicenda, propone una serie di azioni, scandite in 27 piani-sequenza in cui la cinepresa di Jancsó (e dell’operatore János Kende) si muove con estrema fluidità danzante, combinando per la prima volta il movimento del carrello con quelli dello zoom e della gru. Pur avendo la struttura di una danza di morte, è uno dei più sereni film di Jancsó, quasi interamente risolto in una luminosa leggerezza che ha il suo limite nella compiaciuta contemplazione di una liturgia rivoluzionaria. Scritto da Gyula Hernádi. Il titolo originale Il popolo chiede ancora è tratto da un verso di Sandor Petöfi. Palma d’oro a Cannes, Leone alla carriera a Venezia 1990.

Red Psalm (1972) on IMDb
Le armonie di Werckmeister - Film (2000) - MYmovies.it

Un film di Béla Tarr. Con Lars Rudolph, Hanna Schygulla Titolo originale Werckmeister harmóniák. Drammatico, durata 145 min. – Ungheria 2000. MYMONETRO Le armonie di Werckmeister * * * * - valutazione media: 4,00 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In un villaggio della puszta magiara arriva un camion che porta, in un grande contenitore metallico, una balena impagliata. Questa attrazione da fiera è scortata da un bizzarro personaggio che profetizza un’imminente apocalisse. L’evento scatena una violenza collettiva: la gente invade l’ospedale, ne scaccia i degenti, distrugge ogni cosa. Finito il pandemonio – con la balena scoperta e malconcia sulla piazza – c’è spazio e tempo soltanto per il potere e la sottomissione. Come in Satatango, B. Tarr s’ispira a un romanzo di László Krasznahorkai (La resistenza malinconica) che partecipa alla sceneggiatura col regista e altri tre sceneggiatori. (Sono in sette a firmare la fotografia, caso più unico che raro.) L’uso del bianconero e il ricorso ai piani-sequenza sono quelli di sempre, ma la costruzione narrativa è più compatta e dà luogo a sequenze suggestive: l’arrivo notturno del camion; la scena della gente in piazza che in silenzio lo scruta comeun evento indecifrabile; l’ingresso di un ragazzo al suo interno; l’assalto all’ospedale con la straziante immagine finale di un vecchio nudo, macilento e atterrito in piedi nella vasca da bagno. Il titolo allude all’organista e teorico musicale tedesco Andreas Werckmeister (1645-1706) che si dedicò alla sistemazione del sistema armonico precedente alla riforma di J.S. Bach.

Werckmeister Harmonies (2000) on IMDb

Regia di Tamás Almási. Un film con Franco NeroNyako JuliaVittorio Marsiglia. Titolo originale: Márió, a varázsló. Genere Commedia, – UngheriaItalia2008, Uscita cinema venerdì 28 novembre 2008 distribuito da L’Altrofilm. – MYmonetro 2,75 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dopo la caduta del muro (1989), comincia nei Paesi dell’Est postsocialista la corsa all’oro di disinvolti imprenditori dell’Ovest capitalista, attirati dal basso costo della manodopera. In un paese ungherese arrivano su un’Alfetta rossa due italiani che si inventano una fabbrica di scarpe a sfruttamento intensivo e precario nel tempo: Gerardo è il tipico italiano all’estero che tra carinerie e canzoni di Celentano (“Azzurro” a tutto spiano) seduce gli indigeni; di Mario, il vero padrone, s’innamora la passionale Veronica. Scritta con Máargit Halász da Almási, rinomato documentarista, la commedia inclina al bozzetto con vivacità garbata e piccole gag quasi surreali, mescolando con leggerezza la serietà sociologica del contesto con la pittoresca descrizione delle figurine.

 Mario il mago
(2008) on IMDb

Regia di Ferenc Török. Un film Da vedere 2017 con Péter RudolfEszter Nagy-KalozyBence TasnádiTamás Szabó KimmelDóra Sztarenki. Titolo originale: 1945. Genere Drammatico, – Ungheria2017durata 91 minuti. Uscita cinema giovedì 3 maggio 2018 distribuito da Mariposa Cinematografica. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,87 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

In un afoso giorno di agosto del 1945, mentre gli abitanti di un villaggio ungherese si preparano per il matrimonio del figlio del vicario, un treno lascia alla stazione due ebrei ortodossi, uno giovane e l’altro più anziano. Sotto lo sguardo vigile delle truppe di occupazione sovietiche i due scaricano dal convoglio due casse misteriose e si avviano lentamente verso il paese. Il precario equilibrio che la guerra appena terminata ha lasciato sembra ora minacciato dall’arrivo dei due ebrei.
1945 è tratto da un racconto (“Homecoming”) dello scrittore ungherese Gábor T.Szántó, i cui saggi e racconti brevi sono stati tradotti in diverse lingue e inseriti nell’antologia americana Contemporary Jewish Writing in Hungary (Paperback, 2003) ma il film non ha nulla di ‘letterario’.

Regia di Szabolcs Hajdu. Un film con Orsolya Török-IllyésAndi VasluianuGheorghe DinicaOana Pellea. Genere Drammatico – Ungheria2010durata 105 minuti.

Dove c’è il fumo, c’è anche il fuoco. Tutte le storie, per quanto bizzarre possano essere, hanno un fondamento reale. È questa la premessa dell’impressionante quarto film dell’ungherese Szabolcs Hajdu, Bibliothèque Pascal, che racconta, sotto forma di favola crudele, la spaventosa storia di una donna finita in un giro di prostituzione.

 Bibliothèque Pascal
(2010) on IMDb

Regia di Rose Bosch. Un film Da vedere 2010 con Jean RenoMélanie LaurentGad ElmalehRaphaëlle AgoguéHugo LeverdezCast completo Titolo originale: La Rafle. Genere Drammatico, – FranciaGermaniaUngheria2010durata 115 minuti. Uscita cinema giovedì 27 gennaio 2011 distribuito da Videa. – MYmonetro 3,27 su 8 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il 16 luglio 1942, durante l’occupazione tedesca, la polizia francese sequestra nelle loro case 13 151 ebrei e per 2 giorni li ammassa al Vélodrome d’Hiver, prima di trasferirli nel campo di Beaune-La Rolande da dove partiranno per i lager dell’est. Solo 25 ne usciranno vivi, nessuno tra i 4051 bambini. (Si calcola che tra i 6 milioni di morti – 70 000 ebrei francesi – 1 milione e mezzo fossero minorenni). Sorretta dal marito produttore Ilan Goldman, l’ex giornalista e sceneggiatrice Bosch dedica 3 anni di lavoro (consulente storico Serge Klarsfeld) a preparare La rafle (retata), 1° film su questo tragico evento di cui, prima e dopo il 1945, le autorità francesi avevano con scrupolo eliminato ogni traccia. Azione in 3 parti alternata: la retata; discussioni tra il generale Petain e il 1° ministro Laval sui rapporti con la Gestapo; Hitler e i suoi in vacanza a Berghof. Lo scrupoloso impegno documentaristico (che non esclude innesti romanzeschi né salti nella cronologia), l’ambizione etica e pedagogica, la sincerità degli intenti sono indiscutibili. Lo è anche l’efficacia spettacolare e dinamica. Alcune riserve, però, sono doverose. Oltre alla troppa carne narrativa al fuoco (Hitler è superfluo), il grande spettacolo e la Shoah (catastrofe) non vanno d’accordo. La Bosch sostiene di aver tenuto la giusta distanza: voleva raccontare la vita non la morte, parlare del futuro non del passato. Costo: 20 milioni di euro. Spettatori francesi: 2 800 000. Titolo italiano assurdo e sviante.

 Vento di primavera
(2010) on IMDb

Regia di Péter Bergendy. Un film con Viktor KlemFruzsina HaisJudit SchellAndrea LadányiZsolt AngerCast completo Genere Horror – Ungheria2020durata 115 minuti.

Un fotografo decide di indagare sulle strane vicende di un villaggio ungherese del 1918.

 Post Mortem
(2020) on IMDb

Regia di Roberto Faenza. Un film con Mario AdorfMax von SydowKristin Scott ThomasKeith CarradineMiranda RichardsonCast completo Genere Drammatico – ItaliaUngheria1990durata 121 minuti. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dal romanzo breve Il dottor Gräsler medico termale (1917) di Arthur Schnitzler. Ritratto di un filisteo egoista di mezz’età, irresoluto e pedante che, dopo l’enigmatico suicidio di un’amata sorella nubile, tenta inutilmente di agganciarsi alla vita e all’amore attraverso tre donne. L’azione si svolge tra un’isola del Mediterraneo, una stazione termale e una cittadina dell’impero asburgico alla vigilia della 1ª guerra mondiale. In filigrana i segni della lacrimevole finis Austriae . Esterni in Ungheria, contributi tecnici di prim’ordine (Rotunno, Canonero, Morricone), un apparato figurativo alla Visconti: un signor film, ma freddo. La freddezza è premeditata con critica ironia, ma nasce anche dall’incapacità di Faenza di abbandonarsi alla pienezza del sentimento e dalle difficoltà di condensare la sottile analisi psicologica di Schnitzler.

 Mio caro dottor Gräsler
(1990) on IMDb

Regia di Nimród Antal. Un film con Sándor CsányiZoltán MucsiCsaba PindrochSándor BadárZsolt NagyBence MátyásiCast completo Genere Thriller – Ungheria2003durata 106 minuti. Uscita cinema venerdì 21 ottobre 2005 – MYmonetro 2,72 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Interamente girato nella metropolitana di Budapest, la più vecchia dell’Europa continentale, è un thriller d’azione, quasi in cadenze da western sotterraneo che fa capo a un energico ispettore/sceriffo alle prese con abusivi senza biglietto, due gruppi rivali di controllori cialtroni e un assassino diabolicamente intelligente. Scazzottate, inseguimenti e pericolosi cimenti di railing (corse su binari davanti all’ultimo treno notturno che rientra in deposito). Il giovane e talentoso regista e cosceneggiatore Antal (1973), ungherese (nato a Los Angeles, laurea a Budapest), riesce a suggerire un universo livido e claustrofobico in bilico sul grottesco e sul surreale. Pluripremiato al festival di Karlovy Vary e Prix de la Jeunesse a Cannes 2004.

 Kontroll
(2003) on IMDb

Regia di Miklós Jancsó. Un film con Jacques CharrierMarina VladyEva SwannJózsef MadarasGeza Polgar. Titolo originale: Sirokko / Sirocco d’Hiver. Genere Drammatico – FranciaUngheria1969durata 78 minuti. – MYmonetro 2,89 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il film ricostruisce liberamente i preparativi dell’atto terroristico del 9 ottobre 1934 quando Alessandro di Serbia e il ministro francese Louis Barthou furono assassinati dai nazionalisti croati e macedoni a Marsiglia. Questo avvenimento è preso da spunto dal grande regista ungherese per compiere le sue riflessioni sull’insanabile conflitto tra potere e libertà. Un Jancso più ermetico del solito che invia messaggi cifrati al suo paese attraverso questo lontano episodio della storia dei Paesi slavi.

Regia di Miklós Jancsó. Un film con János GörbeLatinovits ZoltanMolnar TiborGábor AgárdiKarak Andras. Titolo originale: Szegénnylegények. Genere Drammatico – Ungheria1965durata 94 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

Ungheria, 1869. La polizia austro-ungarica, al comando del conte Raday, cerca di individuare, tra i gruppi di rivoluzionari del 1848 passati al brigantaggio, gli uomini – chiamati “i senza speranza” – del leggendario Sándor Rosza. Finiranno tutti sul patibolo. Presentato a Cannes 1966, il film impose il nome di Jancsó all’attenzione della critica internazionale e forma – con L’armata a cavallo (1967) e Silenzio e grido (1968) – una sorta di trilogia storico-rivoluzionaria. In tutti e 3 i film il regista isola un gruppo di personaggi in un luogo aperto e ne analizza i rapporti in una ieratica e geometrica azione, ritmata da lunghi, sinuosi piani-sequenza. All’insegna di un radicale pessimismo il suo codice poetico si definisce per una serie di rifiuti: dell’intreccio narrativo, degli aspetti più esteriori del realismo socialista (romanticismo, sentimentalismo, pompierismo epico), della psicologia, dell’illusione del realismo, dei moventi ideologici. La traduzione letterale del titolo è “Poveri giovani”.

Senza destino - Film (2005) - MYmovies.it

Regista:Lajos Koltai Genere:Drammatico Anno:2005 Paese: Ungheria

Senza destino è un film di genere drammatico del 2005, diretto da Lajos Koltai, con Marcell Nagy e Áron Dimény. Durata 133 minuti

Senza destino, film diretto da Lajos Koltai, racconta la storia di Köves (Marcell Nagy), un ragazzo ebreo che vive a Budapest con tutta la sua famiglia nel pieno della seconda guerra mondiale. La sua vita cambia radicalmente quando suo padre viene obbligato a trasferirsi nei campi di lavoro ed è costretto a consegnarsi nelle mani dei militari nazisti a Mauthausen

Locandina Delta

Un film di Kornél Mundruczó. Con Félix LajkóOrsolya TóthLili MonoriDrammaticodurata 92 min. – Ungheria 2006MYMONETRO Delta **--- valutazione media: 2,40 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un uomo ritorna al proprio paese natale situato sul delta di un fiume. Vuole riabbracciare dopo lungo tempo la madre. La donna, che convive con un uomo dopo la morte del marito, gestisce un piccolo bar. Dice subito al figlio che non ha un alloggio da dargli e gli presenta una sorella che lui non ha mai conosciuto. L’uomo chiede di poter andare a vivere in un capannone che si trova su un’isoletta sul delta. Lì lo raggiungerà dopo poco tempo la sorella. Tra i due nascerà un’attrazione unita a una forte solidarietà contro la madre dopo la scoperta che il padre è stato ucciso.

Regia di Jerzy Skolimowski. Un film Da vedere 2010 con Vincent GalloEmmanuelle SeignerStig Frode HenriksenNicolai Cleve BrochDavid L. PriceCast completo Genere Thriller – PoloniaNorvegiaIrlandaUngheria2010durata 83 minuti. – MYmonetro 3,40 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Una coppia di impresari americani viene scortata dalle forze militari in una perlustrazione per le gole del deserto dell’Afghanistan, finché un talebano nascosto in un antro fa fuoco sul gruppo. Impaurito, l’assassino fugge per il deserto finché non viene catturato e rinchiuso in un carcere militare dove subisce torture e viene interrogato come possibile terrorista. Impossibilitato da una temporanea sordità a rispondere a qualsiasi domanda, viene inviato in un campo di prigionia.

Regia di Janos Szasz. Un film Da vedere 2013 con László GyémántAndrás GyémántPiroska MolnárUlrich ThomsenUlrich MatthesCast completo Titolo originale: Le Grand Cahier. Genere Drammatico, – GermaniaUngheriaAustraliaFrancia2013durata 113 minuti. Uscita cinema giovedì 27 agosto 2015 distribuito da Academy Two. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 2,86 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Estate 1944, nell’Ungheria alleata della Germania. Partito il padre per il fronte, due bambini gemelli vengono affidati dalla madre alla nonna, una contadina inacidita e crudele. Per sopravvivere, si addestrano a resistere al dolore e alla fame. Ci riusciranno, a costo di camminare sui cadaveri dei loro genitori. Tratto dal 1° romanzo omonimo della Trilogia della città di K. (1987) di Ágota Kristóf, il 4° film dell’ungherese Szász, suggestivamente fotografato da Christian Berger, è una versione storico-realistica di Hänsel e Gretel con un rovesciamento finale di ruoli tra buoni e cattivi. È la storia eterna dell’iniziazione dei bambini a un mondo adulto fatto di sopraffazione e violenza. I grandi orrori delle operazioni belliche e dei campi di sterminio non sono meno presenti perché fuori campo, a evidenziare che la guerra è fatta anche di piccoli orrori perpetrati dai civili. Vincitore del Karlovy Vary International Film Festival del 2013.

Apa. [Father.] da Szabó, István; [Sándor, Margit]: (1966) | Földvári Books

Un film di István Szabó. Con Klari TolnayAndras BalintMiklos GaborDániel ErdélyKati Sólyom Titolo originale ApaDrammaticob/n durata 91 min. – Ungheria 1966.

Un orfanello ha sofferto moltissimo per la morte del padre, tanto che ne ha fatto quasi un personaggio mitico, elogiandolo con i compagni e narrando loro sue immaginarie quanto eroiche imprese partigiane. Gli anni intanto passano e il protagonista, ormai adulto, sente il bisogno di liberarsi di quel mito ormai scomodo. Cerca così di dimostrare la sua maturità nuotando da una sponda all’altra del Danubio. Il film, premiato a Mosca, è un invito a vivere secondo le proprie esperienze e una condanna al culto della personalità.

Locandina La diva Julia

Un film di István Szabó. Con Annette BeningJeremy IronsBruce GreenwoodLeigh LawsonShaun Evans. continua» Titolo originale Being JuliaDrammaticoRatings: Kids+16, durata 104 min. – Canada, USA, Ungheria, Gran Bretagna 2004uscita venerdì 10 giugno 2005+

Adattamento dell’omonimo romanzo di Somerset W. MaughamBeing Julia è una piece di recitazione dai toni briosi ma malinconici, ambientata nel mondo del teatro d’epoca inglese.
ulia Lambert è primattrice nella Londra dei tardi anni ’30. Non più giovanissima e condannata a primeggiare, la donna vive una vita da star apatica, tra le solitudini dello spettacolo ed un matrimonio ‘aperto’ con il proprio marito/agente. Cedendo alle attenzioni di un giovanissimo pretendente americano, Julia ritroverà l’entusiasmo perduto e si abbandonerà senza riserve ad un amore a doppio taglio. Tra vendette e gelosie, vita reale e teatro si fonderanno per l’attrice in una inscindibile amalgama.
zabò è padrone dei ritmi del ‘teatro al cinema’ sin dai tempi di Mefisto e Tentazione di Venere, e, sfoggiando una regia sobria e lineare, con eleganza riesce a plasmare su una solida sceneggiatura un gradevole connubio dalle tinte agrodolci. La fotografia esplode negli esterni ma lascia un retrogusto di artefatto sugli interni, nonostante sia comunque impeccabile.
Inattaccabile anche il cast, con un sempre brillante Jeremy Irons al fianco di una Annette Bening che si lascia dominare dal personaggio. Incomunicabilità e solitudine si intrecciano sullo sfondo di un tipico umorismo cinico, dove finzione e realtà si compenetrano in modo istintivo, senza bisogno di scomodare quindi Pirandello e il suo cerebralismo. Uno spettacolo di spessore, degno sicuramente di visione per gli amanti del classico, in cui nemmeno un finale frettoloso intaccherà l’atmosfera “da manuale”.

Locandina Hukkle

Un film di György Pálfi. Con Ferenc BandiJózsefné RáczJózsef ForkasFerenc NagyFerencné Virág. continua» Drammatico– Ungheria 2002.

Un vecchio col singhiozzo si siede su una panchina e guarda. Intorno a lui il mondo naturale e quello degli uomini proseguono le loro lente, ripetitive esistenze come fossero un’unica cosa. Ma un giorno, nel villaggio del vecchio, la gente inizia a morire. Per la precisione, i membri ‘inutili’ della comunità: quelli che non possono più lavorare, i disoccupati, gli anziani e i malati. E non muoiono di morte naturale…

Risultato immagini per Forest benedek

Forest è un film di Benedek Fliegauf – Ungheria – Drammatico – 2003

Perché qualcuno dovrebbe lasciare il proprio cane nell’appartamento di una persona che non conosce? Perché non dovremmo lasciare entrare nelle nostre case quelle persone che parlano solo di notte? Cosa fa un padre quando pensa che il corpo della propria figlia è disgustoso e provocante? Cosa va cercando un cameriere nello stomaco di un enorme pesce che ha quasi capovolto una barca ormeggiata? Cosa porta con sé una persona che va a trovare un amico morto? Cosa fa una ragazza quando scopre che sta diventando sempre più simile alla sua sadica nonna sparita anni prima senza lasciare tracce? Com’è possibile trovare qualcuno che ha buttato tutta la sua fortuna in un tritacarte? I protagonisti di Rengeteg vivono a Budapest, in una città che un giorno scomparirà nella nebbia, come tutto il resto.

Risultato immagini per Dealer benedek

Dealer è un film di Benedek Fliegauf – Drammatico – Ungheria 2004

Lentezza.
E’una prerogativa che troppo spesso viene attribuita a un film nel volergli dare una connotazione negativa. Altrettanto spesso associata a noia o pesantezza, ma sempre in termini di poco pregio.
Questo è un film piuttosto lento.
Anzi, direi che la lentezza ne è uno dei suoi aspetti più caratteristici e pregnanti.
La si riconosce per prima, carica e profonda, in tutte le scene, in particolar modo nell’eloquio di tutti i personaggi che interagiscono con il protagonista, eloquio che appare sempre cadenzato e scandito da un ritmo indolente e monotono, privo di infelssioni.
Che si tratti di uomo o donna, conoscente o padre, amica o amante.
E anche i movimenti sono altrettanto lenti, tutto scorre apatico, torbido, quasi fermo, ma scorre.
E in questo caso direi che si può affermare senza alcun dubbio che questa lentezza, lungi dall’essere un difetto del film, ne è una grande virtù, che contribuisce enormemente a trasmetterne l’atmosfera e lo stato d’animo.

7.6/10