Category: Svezia


I Colori Della Passione: Amazon.it: Hauer,Rampling, Hauer,Rampling: Film e  TV

Un film di Lech Majewski. Con Rutger HauerMichael YorkCharlotte RamplingOskar HuliczkaJoanna Litwin Titolo originale The Mill and the CrossDrammaticodurata 97 min. – Svezia, Polonia 2011. – CG Home Video uscita venerdì 30 marzo 2012. MYMONETRO I colori della passione * * * 1/2 - valutazione media: 3,80 su 29 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel 1564 Pieter Bruegel il Vecchio completa la tela intitolata “La salita al Calvario” in cui rappresenta la Passione di Cristo ambientandola nelle Fiandre del suo tempo, oppresse dalla presenza spagnola. Filippo II (salito al trono nel 1556 alla morte di Carlo V) sta conducendo una feroce repressione contro i movimenti religiosi riformistici che suscitano reazioni negli ambienti colti ispirati dal pensiero di Erasmo da Rotterdam. Il pittore viene mostrato mentre sta concependo l’opera all’interno della quali colloca se stesso e i personaggi che lo circondano nella vita quotidiana. 
Carel van Mandel, primo biografo di Bruegel agli inizi del Seicento, definisce Bruegel “pittore dei contadini” intendendo con ciò sottolineare sia le origini che il soggetto preferito dall’artista e questa lettura dell’opera impedirà una sua completa messa in luce sino alla fine dell’Ottocento. Il film di Majevski non si propone di collocare la figura di Bruegel nel filone del cinema biografico. La novità non sta neppure sul piano tecnico. Già Tarkovskij nel 1974 aveva inserito un ‘quadro vivente’ ispirato proprio a Bruegel e al suo “I cacciatori nella neve” in Lo specchio e due maestri come Kurosawa con Sogni e Rohmer con La nobildonna e il duca avevano compiuto ulteriori passi in questa direzione (grazie ai mezzi sempre più avanzati disponibili).
I colori della passione è e vuole essere al contempo un’occasione di contemplazione e di meditazione. La sofferenza di Cristo è collocata nel qui ed ora di un popolo che, a sua volta, soffre. I persecutori sono spagnoli e il Bruegel di Rutger Hauer osserva la loro protervia denunciandola nel quadro. Mentre traduce in immagini e colori il mistero della Passione il pittore non smette di riflettere sul presente osservandone i più intimi dettagli. Ci si trova così, con Majevski, a contemplare non solo il mistero nascosto nel divino ma anche quello che sottende gli aspetti più oscuri e profondi della concezione dell’opera d’arte.
Sin dal folgorante inizio in cui l’artista colloca gli esseri umani in carne ed ossa sullo sfondo del paesaggio da lui dipinto veniamo fatti partecipi della scelta stilistica del film. Verremo accompagnati in un mondo e in un tempo che forse conosciamo poco. Ne osserveremo la quotidianità e vedremo come questa si traduca in simbolo alto. A partire dal mulino che domina dalla cima di una rupe l’ambiente circostante trasformato in dimora di un Dio che offre la materia prima per un pane che si trasforma in dono di sé. La circolarità dominante nel ritmo della composizione pittorica si riflette nel film e si muove all’interno della dinamica degli opposti Vita/Morte ben rappresentati dall’albero rigoglioso sulla sinistra e il palo su cui si espongono al ludibrio della voracità dei corvi i corpi dei condannati dei quali ci viene mostrata la desolata sorte.
L’artista, ci dice Majevski, può riuscire ad entrare nei più reconditi pensieri della Madre che assiste al martirio del figlio così come è in grado di sospendere il fluire dell’azione rendendo compresente una sofferenza che si fa dono ogni giorno fino alla fine dei tempi. Bruegel esprime così il divino e la sua lettura del senso della vita osservando i bambini, gli uomini e le donne con le loro doti ma anche con le loro bassezze. Solo con un’arte che si rifà al vero del vivere è possibile tentare di comprendere il Mistero nella sua complessità. Senza avere il timore di raffigurare un Gesù che cade sotto il peso della Croce mentre la massa è attenta non a lui ma a raggiungere il luogo in cui assistere al macabro spettacolo della sua morte. Nello stesso istante la Madre, con Giovanni e le due donne, cerca di trovare una ragione a quanto accade e la camera, pennello digitale dei nostri giorni, ne contestualizza il dolore rendendolo universale.

The Mill and the Cross (2011) on IMDb

Regia di Ingmar Bergman. Un film Da vedere 1960 con Max von SydowBirgitta PetterssonGunnel LindblomBirgitta ValbergAxel DübergCast completo Titolo originale: Jungfrukällan. Genere Drammatico – Svezia1960durata 89 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,82 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nel Medioevo svedese l’adolescente Karin viene stuprata e uccisa nel bosco da tre pastori che poco dopo cercano rifugio nella fattoria di suo padre Töre. Tremenda vendetta. Sul luogo del delitto sgorga una polla d’acqua. 21° film di Bergman, il primo (il solo?) in cui l’intervento di Dio nell’azione è concreto: un miracolo. Miscuglio tra Cappuccetto Rosso e Shakespeare. Le scene dello stupro e della vendetta furono censurate. Splendido BN di Sven Nykvist. Oscar 1960 per il miglior film straniero.

The Virgin Spring (1960) on IMDb

Regia di Cristi Puiu. Un film Da vedere 2020 con Agathe BoschUgo BroussotMarina PaliiDiana SakalauskaitéIstván Teglas. Genere Drammatico – RomaniaSerbiaSvizzeraSveziaBosnia-HerzegovinaMacedonia2020durata 200 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,06 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

In una grande casa padronale di campagna Nikolai, proprietario terriero, si intrattiene con alcuni ospiti su temi filosofici e morali. Si passa dall’Anticristo alla presenza della morte nel mondo, dal senso della guerra al progresso civile e morale.

Cristi Puiu affronta i “Tre dialoghi” di Vladimir Sergeevic Solovyev, un testo che attrasse l’attenzione e l’ammirazione di Dostoevskij e di Tolstoj e che ha continuato ad influenzare la cultura cristiana tanto che Giovanni Paolo II nell’enciclica “Fide et Ratio” lo cita come uno dei pensatori che hanno condotto una coraggiosa ricerca sul rapporto tra filosofia e parola di Dio.

Puiu ne rilegge l’opera compiendo una scelta radicale sul piano cinematografico ben consapevole del rischio che corre proponendo un film di così lunga durata affidato fondamentalmente alla parola e al contendere filosofico raffinato. Ha, a precederlo, il cinema di un Maestro del cinema: Eric Rohmer il quale, oltre ad aver calato nella quotidianità dei nostri tempi riflessioni altrettanto complesse nei cicli dei “Racconti morali”, delle “Commedie e Proverbi ” e delle “Quattro stagioni” si era confrontato con la classicità in Las marchesa von…Perceval le gallois e La nobildonna e il duca.

Puiu divide la narrazione in capitoli ognuno dei quali ha il nome di un personaggio e in cui si permette di variare le modalità di ripresa. Si passa dai piani sequenza ad inquadrature fisse in campo medio o lungo per poi conversare a tavola con campi e controcampi. Al centro ci sono personalità che finiscono con l’incarnare differenti posizioni in rapporto sia alla fede che alla politica. C’è chi detesta il fatto che i militari vengano considerati non più quelle figure gloriose che erano nel passato e chi inneggia a una pace universale o ritiene inevitabile un’unione tra i popoli d’Europa che ponga fine alle rivalità e a cui la Russia non potrà far mancare la sua presenza. Su tutto però domina il rapporto con la Parola evangelica e con le sue diverse (quando non opposte) letture.

Manor House (2020) on IMDb

Non esiste versione in italiano

Poster Dogville

Un film di Lars von Trier. Con Nicole Kidman, Stellan Skarsgård, Siobhan Fallon, Chloë Sevigny, Patricia Clarkson. Drammatico, durata 165 min. – Danimarca, Francia, Svezia, Norvegia 2003.MYMONETRO Dogville * * * 1/2 - valutazione media: 3,86 su 74 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Sfuggita all’inseguimento di due killer, la bella Grace arriva nella sperduta cittadina di Dogville. Grazie all’aiuto di Tom, portavoce della comunità, Grace riesce ad ottenere protezione a patto che sia disposta a lavorare per la comunità. Ma quando si viene a sapere che la donna è una grossa ricercata, gli abitanti di Dogville avanzano nei confronti di Grace sempre maggiori pretese. Ma Grace nasconde un segreto che farà pentire tutta Dogville di aver mostrato i denti contro di lei… Lars Von Trier ha ripulito il proprio cinema da quel sospetto di manierismo autoreferenziale che lo rendeva inviso a molti. Il Dogma e’ alle spalle. Resta solo un ‘Dog’ nel titolo del film ma il regista danese, con l’avvio di questa trilogia rompe col passato confermando paradossalmente la continuita’. Niente piu’ camera a mano o sfocature estemporanee ma un’assenza quasi totale di scenografia in favore della parola e dei gesti. L’influenza di Brecht e’ dichiarata ma non si tratta di un omaggio retro. Siamo invece di fronte a una storia narrata per capitoli in cui si concretizza il bisogno di una moarle che non rinvii la punizione e che, soprattutto, non risolva tutto con un perdono generalizzato. Le colpe vanno punite. Le protagoniste ‘cuordoro’ della trilogia precedente trovano in Grace un personaggio femminile pronto a subire fino in fondo ma che alla fine sapra’ come non soccombere. Von Trier ha forse superato una volta per tutte il piacere sottile di cercarsi dei detrattori con la dimostrazione della capacita’ di valorizzare un cinema purificato dall’esibizione stilistica e capace di mettersi al servizio degli attori. Prima fra tutti una straordinaria Nicole Kidman ma senza dimenticare l’apporto di attori del calibro di Ben Gazzara o James Caan. Lauren Bacall non fa il cameo role ma e’ li’ a ricordarci che il cinema ‘classico’ non puo’ morire. Non pero’ conservarlo in una cineteca della memoria. Bisogna sapersi rimettere in gioco. Sempre. Lei lo fa da maestra.

Dogville (2003) on IMDb
Risultato immagini per Adalen '31

Un film di Bo Widerberg. Con Anita BjörkPeter SchildtKerstin Tidelius DrammaticoRatings: Kids+16, durata 112 min. – Svezia 1969.

Ad Adalen in Svezia cinquant’anni fa: gli operai entrano in sciopero contro i padroni. Il che non impedisce al figlio di uno dei capi della manifestazione di amoreggiare con la figlia di un industriale. Si verificano incidenti. La polizia spara. Ad andarci di mezzo è il padre del ragazzo. Finisce lo sciopero e finisce la love story. Il ragazzo d’ora in avanti penserà solo alle lotte sindacali. Una bella rievocazione delle lotte sindacali dell’anteguerra. Un’illustrazione di grosso risalto figurativo e di innegabile impatto emozionale. Migliore del Joe Hill che Widerberg realizzerà in America due anni dopo.

Adalen 31 (1969) on IMDb
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Risultati immagini per Leningrad Cowboys Go America -Un film di Aki Kaurismäki. Con Matti Pellonpaa, Nicky Tesco, Kari Vaananen, Sakke Jarvenpaa, Heihki Keskinen, Pimme Korhonen, Jim Jarmusch Commedia, durata 80′ min. – Finlandia, Svezia 1989. MYMONETRO Leningrad Cowboys Go America * * * - - valutazione media: 3,13 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una band di strimpellatori nordici _ di nero vestiti con occhiali neri alla Blues Brothers, scarpe dalla punta incredibilmente allungata come il ciuffo di capelli a trapano _ vanno in America a cercar fortuna e l’attraversano sino al Messico. Questo film di strada _ comicità demenziale con una dose di umorismo macabro diluita in un gran bicchiere d’indifferenza _ è anche una traversata della musica pop americana che abbraccia quasi tutto l’immaginario musical-culinario della gioventù europea colonizzata nell’anima dall’imperialismo culturale degli USA.

Leningrad Cowboys Go America (1989) on IMDb
Locandina La stregoneria attraverso i secoli

Un film di Benjamin Christensen. Con Benjamin ChristensenMaren PedersenKaren Winther Titolo originale HäxanDocumentariodurata 105′ min. – Svezia 1922.

Mentre Sandberg si esercita con Dickens, il cinema scandinavo è daccapo a una svolta: Dreyer dirige per la Nordisk Blade af Satans Bog (1921), Christensen per la Svenska Häxan (1922; titolo danese Heksen) … Satana nei millenni, la stregoneria attraverso i secoli. Pur sopravvalutato, il film di Christensen segna, chi lo veda la prima volta, un incontro goloso e sconcertante. Ubriachezza lussuria sporcizia superstizione vi si fan beffe di un’umanità degradata e deforme; l’angolazione scientifica è appena il pretesto per un divertissement, godibilmente sordido, laido e sbracato: la cattura della strega mangiona, il sabba dei diavoli tra il fumo e i rami contorti, il volo delle megere, l’unzione della fanciulla, gli amori satireschi, le donne sui pitali, il ballo delle suore tentate. Cenci e tonache, filtri e amuleti: l’atto di accusa ai tribunali ecclesiastici passa in seconda linea di fronte al losco puntiglio di un inventario crudo e minuzioso, vittorughiano. In sostanza, Dreyer si muove già verso approdi spiritualistici; Christensen fa una natura morta. Entrambi contribuiscono a mettere il cinema scandinavo sulla strada del simbolismo. (Francesco Savio, Visione privata, Roma, Bulzoni, 1972).

Häxan (1922) on IMDb

Regia di Lars von Trier. Un film con Willem DafoeCharlotte Gainsbourg. Titolo originale: Antichrist. Genere Horror, – DanimarcaGermaniaFranciaItaliaSveziaPolonia2009durata 100 minuti. Uscita cinema venerdì 22 maggio 2009 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 – MYmonetro 2,48 su 22 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Poiché von Trier ha tra i suoi modelli Bergman, oltre a Tarkovskij cui dedica il film, diciamo che questo suo Scene da un matrimonio è discutibile sin dal titolo. Diviso in 6 capitoli: “Prologo”, “La paura”, “La pena”, “La disperazione”, “I 3 mendicanti”, “Epilogo”. L’ha ideato, scritto e diretto come terapia per uscire da una grave depressione. 2 personaggi in scena (anzi nel bosco) più 1. Lei è fuori di testa dopo aver visto, durante un coito, il suo piccolo Nic cadere dalla finestra della loro casa in città. Per curarla il marito psichiatra la porta in una capanna in mezzo a una foresta. Oltre a quella del sesso, esistono altre 2 pornografie, fondate sulla violenza e sull’imbecillità. Qui sono caoticamente fuse tutte e 3. Che cosa si proponeva l’autore con questo eurofilm dell’horror genitale, osceno e ossessivo, iperbolico e monocorde: scandalizzare il pubblico borghese? Spacciare il proprio forsennato formalismo per un discorso etico, simbolico, allegorico? Ostentare la propria misoginia? Sadicamente sottoporre a una performance estrema i 2 attori che, d’altronde, gareggiano in ardimento mimico-recitativo? Musica: G.F. Händel. Distribuzione: Lucky Red.

Antichrist (2009) on IMDb

SACRIFICIO - Spietati - Recensioni e Novità sui FilmUn film di Andrei Tarkovsky. Con Erland Josephson, Susan Fleetwood, Gudrun Gisladottir, Allan Edwall, Sven Wollter, Valerie Mairesse. Titolo originale Offret/Sacrificatio. Drammatico, durata 145′ min. – Svezia 1986. MYMONETRO Sacrificio * * * * - valutazione media: 4,38 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nella sua casa su un’isola svedese l’anziano intellettuale Alexander festeggia con i familiari il suo compleanno quando arriva per televisione l’annuncio di una catastrofe misteriosa. Ritrovando le parole del Pater Noster, Alexander lo invoca, offrendogli tutto quel che ha pur che tutto ritorni come prima. Dà fuoco alla sua casa, rinuncia al figlioletto, si vota al silenzio, accetta di essere scambiato per un folle. Caso più unico che raro di film in forma di preghiera, è una parabola mistica sull’assenza di spiritualità nella nostra cultura occidentale, fondata sull’avere più che sull’essere, e un apologo metafisico sulla paura e la disperazione rimossa dell’apocalisse nucleare. È anche una variazione sul tema dell’uccisione del Padre, ossia della figura che di generazione in generazione dev’essere venerata e, insieme, sacrificata, come suggerisce l’immagine finale del bambino, figlio amatissimo di Alexander, sdraiato sotto un albero spoglio. Questo film sul silenzio ha un fascino sonoro pari, se non superiore, a quello visivo, affidato al cromatismo depurato di Svan Nykvist, operatore prediletto di Ingmar Bergman. Lento e austero come una cantata di Bach, l’ultimo di A. Tarkovskij è uno dei suoi film più limpidi, fondato su una drammaturgia semplice, persino didascalica, sebbene non vi manchino i nodi enigmatici né i personaggi misteriosi (la moglie Adelaide; il postino che cita Nietzsche; l’umile serva islandese Marie dai poteri benefici; il medico di famiglia), ciascuno dei quali è una porta attraverso la quale, a sua scelta, lo spettatore può entrare nel film e dargli la sua interpretazione.

 Sacrificio
(1986) on IMDb

Regia di Ingmar Bergman. Un film Da vedere 1952 con Harriet AnderssonLars EkborgJohn HarrysonDagmar EbbesenÅke FridellCast completo Titolo originale: Sommaren Med Monika. Genere Drammatico – Svezia1952durata 95 minuti. – MYmonetro 3,92 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Due proletari non ancora ventenni di Stoccolma passano un’estate nell’isoletta di Orno. Monika rimane incinta. Si sposano, ma lei lascia Harry solo con il figlioletto. L’inizio e la fine a Stoccolma sono deprimenti, all’insegna di un naturalismo tinto di nero, in linea con il romanzo di Anders Fogelström che l’ha sceneggiato con il regista. Conta la parte centrale sull’isola, fugace fase di transizione tra l’adolescenza e l’età adulta. Fece sensazione l’insolente sensualità della ventenne Andersson che nel finale tiene “il piano-sequenza più triste della storia del cinema” (J.-L. Godard). Diventerà con 9 film, ex aequo con Liv Ullman, una delle attrici preferite di Bergman, dopo Bibi Andersson (11 film). Distribuito in Italia nel ’61 e scoperto in Francia nel ’58.

Summer with Monika (1953) on IMDb

TITOLO ORIGINALE: Fröken Julie ATTORI PRINCIPALINathalie SöderqvistKlas EkegrenLina EnglundGörel CronaMichelle Meadows REGIAMikael Berg SCENEGGIATURA/AUTOREMikael Berg PRODUTTOREMattias Dimfelt PRODUZIONE: Svezia GENEREDrammaticoRomanticoRomantico DURATA: 87 minuti

Jean, servo di una famiglia aristocratica di campagna, ha avuto una notte di passione di mezza estate con la figlia dei padroni. I due hanno in programma di fuggire in Italia ma la signorina, proprio come aveva fatto con il precedente fidanzato, vorrebbe addomesticare Jean e renderlo come piace a lei. Le barriere di classe e la non volontà della donna di non lasciare la sua gabbia dorata saranno la causa di tragiche conseguenze.

Miss Julie (2013) on IMDb

Regia di Hlynur Palmason. Un film Da vedere 2022 con Elliott Crosset HoveIngvar Eggert SigurðssonVictoria Carmen SonneJacob LohmannCast completo Titolo originale: Vanskabte Land. Genere Drammatico, – DanimarcaIslandaFranciaSvezia2022durata 143 minuti. Uscita cinema giovedì 5 gennaio 2023 distribuito da Movies Inspired. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,85 su 24 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sul finire dell’Ottocento, l’Islanda è sotto il controllo danese. Al prete Lucas viene assegnato l’incarico di recarsi sull’isola, documentare con delle foto la vita degli abitanti locali e costruire una chiesa. Ma tra mari ostili e lunghi pellegrinaggi le condizioni sul suolo islandese si rivelano proibitive, e l’atmosfera inospitale. Ben presto la spedizione, composta tra gli altri dalla guida Ragnar con cui Lucas entra subito in conflitto, perde pezzi e speranza.

Godland (2022) on IMDb

Locandina Sorrisi di una notte d'estateUn film di Ingmar Bergman. Con Eva Dahlbeck, Ulla Jacobsson, Gunnar Björnstrand, Bibi Andersson, Harriet Andersson.Titolo originale Sommarnattens leende.Commedia, b/n durata 110 min. – Svezia 1955. MYMONETRO Sorrisi di una notte d’estate * * * 1/2 - valutazione media: 3,96 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Fredrik Engeman, avvocato, ha una sposa molto giovane, Anne, ed è geloso del nipote che si chiama come lui. Va a cercare consiglio dall’attrice Desirée che è stata una sua vecchia passione e in qualche misura lo è ancora.Viene sorpreso di notte a casa della donna dal suo amante, il dragone conte Malcom la cui moglie, consapevole del tradimento, andrà a riferire tutto ad Anne.
Ancora una volta Bergman ci conferma la propria convinzione che l’universo femminile sia molti passi più avanti rispetto a quello degli uomini che sono invece convinti di avere in mano le sorti dell’universo. È infatti Desirèe (non a caso un’attrice) che conduce le danze in una vicenda a cui si possono attribuire innumerevoli paternità illustri. Perché in questa occasione il piacere della scrittura è rinvenibile nella tessitura di rimandi colti da cui far emergere un simbolismo che lo stesso Bergman non riteneva rigidamente decodificabile. Il gioco delle coppie e delle disillusioni resta però intatto anche se declinato diversamente. Desirèe, mentre è impegnata sul palcoscenico, ci ricorda che: “L’amore è come un giocoliere con tre clave: cuore, parole, sesso. È molto facile giocare con le tre clave ma è anche molto facile farne cadere una per terra.” Il tono lieve e un bianco e nero di grande effetto alleggeriscono anche l’impianto teatrale del film ma non intendono affatto nascondere il desiderio di riflettere sulla fragilità dei sentimenti amorosi e sulla solitudine che spesso ne deriva. Con la morte che continua ad essere presente, magari anche solo nell’immagine di un orologio con carillon.

 Sorrisi di una notte d'estate
(1955) on IMDb

Un film di Bo Widerberg. Con Thommy BerggrenPia DagermarkLennart MalmerCleo Drammaticodurata 84 min. – Svezia 1967.

La storia narra un fatto veramente accaduto verso la fine del secolo scorso. Un giovane nobile diserta per stare accanto alla donna che ama. Continuamente obbligati a scappare e a vivere con mezzi di fortuna, i due non riescono a trovare la serenità.

Elvira Madigan (1967) on IMDb
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Regia di Ingmar Bergman. Un film Da vedere 2000 con Anita BjörkElin KlingaLennart HjulströmCarl Magnus DellowHenry Nyberg. Titolo originale: Bildmakarna. Genere Drammatico – Svezia2000durata 99 minuti. Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Ultimi mesi del 1920. Il regista Viktor Sjöström riceve nel suo studio la scrittrice Selma Lagerlöf per mostrarle alcune scene del film che sta realizzando dal suo racconto “Il carretto fantasma”. Sono presenti il direttore della fotografia Julius Jaenzon e la giovane attrice Tora Teje, amante del regista. Ben presto tra le due donne si accende una vivace discussione che finisce con il contrapporle ma anche con il farle sentire molto vicine.
Ingmar Bergman porta sullo schermo televisivo il testo teatrale di Per Olov Enquist (che scrive anche la sceneggiatura) nel quale agiscono almeno tre personaggi realmente esistiti e con uno dei quali il regista ha avuto rapporti professionali determinanti. Perché Viktor Sjöström non è stato solo il maestro di Bergman ma anche recitato in uno dei suoi film più famosi (Il posto delle fragole) nel ruolo del protagonista. Va poi sottolineato che Selma Lagerlöf è stata la prima donna a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura e che Il carretto fantasma (opera prima di Sjöström) è una delle pietre miliari della cinematografia anche per le sue qualità di sperimentazione sul piano delle tecniche di ripresa. Il film ha al proprio centro un alcolizzato, reso insensibile dal proprio vizio, e una leggenda scandinava che vuole che le anime dei defunti vengano raccolte, su mandato della Morte, da un carrettiere fantasma che viene sostituito allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre dall’anima di qualcuno che muore in peccato mortale.
Questi sintetici elementi possono consentire di leggere più approfonditamente un’opera che Bergman non ha potuto far altro che sentire doppiamente sua. Da un lato per i motivi biografico-cinefili anzidetti (con le riflessioni sul cinema degli inizi e sulla scarsa considerazione che il mondo degli artisti nutriva nei suoi confronti) e dall’altro perché affronta temi che la sua filmografia ha trattato più volte. Grazie all’intensa interpretazione di due grandi attrici di generazioni diverse come Anita Björk ed Elin Klinga si approfondiscono due argomenti fondamentali: il rapporto dello scrittore con la propria opera e con chi ne fruisce e il legame, comunque inscindibile, con la figura paterna. Tora ha amato il testo di Selma e vuole comprenderne le motivazioni più profonde che la scrittrice ritiene invece debbano restare private. Non sarà però così perché la donna finirà con il rivelarle il tormentato rapporto con il padre alcolista (anche quello di Tora lo è) e il bisogno di sublimare nella scrittura la sofferenza e il senso di colpa che ne è derivato.
Lo scontro-incontro tra le due è al centro della scena ma, ancora una volta in Bergman, la figura maschile con il suo perbenismo di facciata e il tema dell’adulterio si fanno strada quasi a imprimere un ulteriore suggello autoriale a quella che sarà la sua penultima regia.

Bildmakarna (2000) on IMDb

Regia di Ingmar Bergman. Un film Da vedere 1958 con Bibi AnderssonMax von SydowIngrid ThulinGunnar BjörnstrandBengt EkerotCast completo Titolo originale: Ansiktet. Genere Drammatico – Svezia1958durata 101 minuti. – MYmonetro 4,08 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nel 1845 la compagnia dell’illusionista Vogler (von Sydow), seguace delle teorie sul magnetismo del medico e mistico austriaco Franz Anton Mesmer, è costretta a esibirsi in casa del console Egerman (Josephson) in presenza del prefetto di polizia (Pawlo) e del medico positivista Vergerus (Björnstrand). Tra Vogler e Vergerus s’ingaggia una sfida che è anche una scommessa. Straordinaria pochade metafisica, è un film enigmatico e affascinante che pone molte domande senza dare risposte sul senso della vita, l’arte, la magia, l’illusione, la fede, la ragione, con qualche disposizione verbosa verso l’allegoria. Il giuoco dei simboli e delle analogie, delle metafore e delle ellissi è così fitto che si presta alle più diverse interpretazioni. Nella sua dimensione fantastica, comunque, tenuta su un registro espressionista, rimane memorabile. Premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia.

The Magician (1958) on IMDb

Regia di Liv Ullmann. Un film Da vedere 2000 con Erland JosephsonLena EndreKrister HenrikssonThomas Hanzon, Michelle Gylemo, Juni DahrCast completo Titolo originale: Trolösa. Genere Drammatico – Svezia2000durata 155 minuti. – MYmonetro 4,00 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

L’attrice Marianne e il famoso direttore d’orchestra Markus, sposati da undici anni, hanno una figlia, la piccola Isabelle. Il regista David è il loro migliore amico. Tra Marianne e David nasce una relazione che si trasforma in passione. Separazione drammatica, epilogo tragico. 4ª regia di L. Ullmann (i primi 2 film inediti in Italia), la 2ª su sceneggiatura di Ingmar Bergman, strindberghiana di ispirazione, autobiografica nella sostanza, che sul tradizionale e risaputo triangolo borghese costruisce un dramma su binari angosciosamente nuovi. Lo spunto è pirandelliano: un’attrice/personaggio (Endre) aiuta l’ottantenne Bergman (Josephson), tormentato dai rimorsi, a scrivere questa straziata storia d’amore fra tre adulti, reciprocamente infedeli, del cui gioco la vera vittima è la bambina. Cinema di parola, dunque di attori, sebbene la regia sia tutt’altro che di servizio, e non soltanto perché, pur rispettando con scrupolo il testo del maestro, amplia visivamente la presenza della figlia. Nonostante un certo ristagno drammaturgico nella 2ª parte, il film fonde estetica ed etica, colpisce per la sua sincerità, coinvolge con il suo dolore, scava impietosamente nei vizi privati e nella crudeltà irresponsabile della gente scandinava, soprattutto degli uomini che, come capita spesso in Bergman, ne escono giustamente bastonati. Perciò, forse, i 2 interpreti maschili, soprattutto il David di Henriksson, risultano opachi rispetto alla versatile e intensa Endre, doppiata da Roberta Greganti.

Faithless (2000) on IMDb

Un film di Ingmar Bergman. Con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Gunnel Lindblom, Bengt Ekerot, Bibi Andersson.Titolo originale Det Sjunde Inseglet.Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 95 min. – Svezia 1957. MYMONETRO Il settimo sigillo * * * * - valutazione media: 4,42 su 61 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Il cavaliere Antonius Block sta facendo ritorno al proprio castello con il suo scudiero dopo aver partecipato alla Crociata in Terra Santa. L’incontro con un personaggio dal mantello nero determinerà il resto del viaggio. Si tratta della Morte che accetta una sfida a scacchi rinviando quindi il suo compito. La partita ha inizio ma poi il viaggio riprende. Sul percorso Block incontrerà una coppia di attori con il loro bambino, una strega e altri personaggi. La peste intanto sta mietendo vittime ovunque. “E quando l’agnello aperse il settimo sigillo, si fe’ nel cielo un profondo silenzio di mezz’ora. E vidi i sette angeli che stavano dinanzi a Dio, e furono date loro sette trombe poi un altro angelo si fermò davanti all’altare con un turibolo e gli fu data gran quantità d’incenso. E allora il primo angelo die’ fiato alla tromba, e ne venne grandine e fuoco misto a sangue e così furono gettati sopra la terra, e la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi fu arsa, e fu arsa l’erba verdeggiante. E quind8i il secondo angelo die’ fiato alla tromba e una specie di grande montagna di fuoco ardente fu gettata in fondo al mare, e la terza parte del mare diventò sangue… E anche il terzo angelo die’ fiato alla sua tromba. E dall’alto del cielo cadde una stella grande, ardente come fiaccola. La stella si chiamava Assenzio…” Con queste parole vengono tradotti i versetti 1-11 del capitolo 8 dell’Apocalisse di San Giovanni nella versione italiana del film.
È da qui che deriva il titolo che Bergman dà a uno dei film più noti in assoluto della sua filmografia. Perché moltissimi, prima o poi, hanno finito con il vedere la scena in cui il cavaliere Block gioca a scacchi con la morte ma anche molti non hanno mai visto il film per intero. Non hanno potuto quindi valutarne la complessità che non è riducibile a una sola, seppur emblematica, scena. Perché il regista svedese, figlio di un pastore protestante, si interroga a livello altissimo sul silenzio di Dio e su ciò che sarà dell’uomo dopo la sua dipartita da questo mondo ma lo fa attraverso una varietà di registri diversi. Mette a confronto le due letture dell’esistenza (cavaliere e scudiero) offrendo all’uno e all’altro argomentazioni ma amplia lo sguardo anche su altre tematiche.
L’artista che così bene ha saputo descrivere le tensioni della coppia contemporanea ce ne presenta una per cui vale la pena anche perdere la partita con la Morte pur di garantirle una via di fuga. Il regista teatrale riflette sul potere che la rappresentazione (anche dell’ultimo passaggio della vita) ha avuto in campo artistico. L’uomo ‘politico’ mostra la devastazione della peste ma pensa ad altre più recenti ed immani tragedie. In definitiva Il settimo sigillo si rivela, ad ogni rilettura, un testo decisamente poliedrico.

The Seventh Seal (1957) on IMDb

Regia di Bille August. Un film Da vedere 1992 con Max von SydowSamuel FrölerPemilla OstegrenAnita BjörkLena EndrePernilla AugustCast completo Titolo originale: Den goda Viljan. Genere Commedia – Svezia1992durata 185 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Un decennio nella vita dei genitori di Ingmar Bergman, dal 1909 – quando Henryk Bergman, povero studente di teologia, incontra la ricca e viziata Anna Akerblom e la sposa contro il volere dei genitori di lei – fino al 1918 quando sta per nascere il secondo figlio della coppia, Ingmar. Con il passo lungo di uno sceneggiato TV (ne fu girata anche un’edizione di 6 ore per il teleschermo), il film, scritto dallo stesso Bergman, ha una ricca galleria di personaggi, un’infallibile direzione degli attori, un sapiente equilibrio tra pubblico e privato, ma vola basso senza impennate nel mettere a fuoco il conflittuale rapporto coniugale di cui analizza il tema enunciato nel titolo. Inaspettata Palma d’oro a Cannes e premio della migliore attrice a P. August, nata Ostergren, che sposò il regista all’inizio delle riprese e ne rimase incinta prima della fine.

The Best Intentions (1992) on IMDb
Locandina Come in uno specchio

Un film di Ingmar Bergman. Con Harriet Andersson, Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Lars Passgard Titolo originale Säsom i en spegel. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 92′ min. – Svezia 1961. MYMONETRO Come in uno specchio * * * * - valutazione media: 4,09 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Ventiquattro ore di una vacanza d’incubo su un’isoletta ventosa del Mar Baltico tra la schizofrenica Karin, il marito medico, il fratello minore e il padre scrittore. Ritmato dalla Suite n. 2 in re minore per violoncello (E.B. Bengtsson) di J.S. Bach, è un quartetto di figure che apre il cinema da camera di I. Bergman. I quattro prigionieri dell’isola sono dei “mutanti” a loro dispetto anche se nessuna mutazione potrà avere un futuro. Uno dei film più angosciosi e sconvolgenti sulla follia. Finale slegato. “È un inventario prima della svendita … la mia intenzione era di descrivere un caso di isterismo religioso” (I. Bergman). Oscar 1962 per il film straniero. Il titolo è tolto dalla Prima Lettera ai Corinti di san Paolo (XIII, 12).

Through a Glass Darkly (1961) on IMDb