Fanatico di cinema arriva a Roma con l’ambizione di diventare un attore a tutti i costi. Dopo varie esperienze se ne tornerà al paese natio con le pive nel sacco. Il difetto sta nel manico: la sceneggiatura (B. Zapponi, Dino e Marco Risi) sembra tirata fuori da qualche cassetto dove giaceva dagli anni ’50. Ne soffrono anche i personaggi, tra i quali il più riuscito è quello di Maccione. Gassman, Tognazzi, Bouchet e Monicelli nel ruolo di sé stessi.
Keiko, una geisha di mezza età, sogna di intraprendere un’attività per conto proprio rilevando la gestione di un bar. Deve però fare i conti con i costanti problemi finanziari ed i tre uomini che le girano intorno e rappresentano altrettante possibilità diverse per il suo futuro: la sicurezza economica, la sicurezza sociale, l’amore. Un ritratto della compassata ed “educata” società giapponese, dove raramente si dà voce ai propri pensieri e alle proprie aspirazioni. La costruzione della trama, inizialmente centrata sul quotidiano dei personaggi, ha allora un cambio di passo emotivo nel finale, quando Keiko si mette sentimentalmente a nudo di fronte a due dei personaggi maschili. Notevole il tema musicale per pianoforte, che con i suoi accenti jazz accompagna l’andamento delle relazioni tra la protagonista ed i suoi potenziali partners.
Winx Club è un cartone animatoitaliano ideato da Iginio Straffi e realizzato dallo studio di animazione Rainbow in co-produzione con Rai Fiction Il cartone animato racconta le avventure di una giovane fata chiamata Bloom, leader del Winx Club, team formato insieme alle migliori amiche Stella, Flora, Tecna, Musa, Aisha. Il gruppo di teenager studia e vive presso il miglior college per aspiranti fate di Alfea, ubicato nel magico mondo di Magix e precluso ai comuni esseri umani. Le giovani fate, durante il tempo trascorso all’interno del collegio, si ritrovano ad affrontare pericolosi avversari e a salvare la Dimensione Magica; ma, tra battaglie e magie, vivranno anche periodi di felicità e malinconia, con i relativi problemi di cuore, proprio come accade alle normali adolescenti.
Giovane giornalista in crisi di identità incontra all’aeroporto una compatriota con la figlia. Per una serie di circostanze si ritrova con la bambina a carico e non sa come sbarazzarsene. È uno di quei film “moderni” dove non succede niente: quello che racconta è il rapporto tra l’uomo e la bambina e il mutamento che il viaggio in comune opera nei due personaggi. Piacevole, gradevole, commovente, è da vedere: la piccola Y. Rottländer è il più bel progetto di donna che da anni si sia incontrato su uno schermo. Girato in 16 mm. “È un road movie esistenziale che ritrova, al di là delle descrizioni reali, la possibilità di un nuovo soggettivismo”
Dal romanzo di James Warner Bellah: ricco playboy si innamora di bella e brava attrice e, per conquistarla, arriva a “comprarsi” una compagnia teatrale, ma lei gli preferisce il regista scalcagnato. Piacevole commediola semimusicale sull’ambiente del teatro. Gable vivace, la Crawford gli tiene dietro. Debutto al cinema di Astaire come ospite.
Ritratto di un pastore abruzzese, contestatore inconsapevole, idealista semianalfabeta che i familiari vorrebbero far passare per matto. Ruzzolone senza riscatto di P. Germi che si propone di contrapporre la sanità della vita di campagna contro lo stress della città e battersi per l’individuo contro le costrizioni e le ipocrisie sociali. “Avrebbe potuto essere un’ottima commedia della cattiveria e finì invece per diventare una mediocre commedia della bontà” (E. Giacovelli). Anarchismo da parrocchia, pastoraleggiante e annacquato. Anche Celentano ha l’aria di uno scavezzacollo di città che s’è travestito da burino per farsi gabbo dei villani.
Il Natale dovrebbe essere un giorno di festa da passare coi propri cari, come è sempre stato negli ultimi vent’anni, per la famiglia Harrington, ma quest’anno qualcosa cambierà… In viaggio con la famiglia per raggiungere la suocera, Frank Harrington decide di prendere una scorciatoia. L’incubo inizia. Una misteriosa donna in bianco vaga nel bosco, lasciando un alone di terrore al suo passaggio. Una strana auto scura, con un conducente invisibile, porta gli Harrington in una spirale di morte e follia verso una inquietante destinazione…
Tratto da un romanzo di Frederick Forsyth, il film narra la storia dello Sciacallo, un killer incaricato di eliminare De Gaulle. Il controspionaggio francese deve trovarlo – compito arduo in quanto nessuno conosce il volto del misterioso individuo – e renderlo inoffensivo.
Wolff, pilota pagato per operazioni di salvataggio nello spazio, raggiunge Terra 11 dal quale tre ragazze gli hanno inviato una richiesta di aiuto. Sul pianeta, dove infuria la peste, il cyborg Overdog, un tempo valente scienziato, ha fondato un piccolo regno del terrore stabilendosi tra i sicuri confini della Zona Proibita. Aiutato dai fratelli Patterson, spericolati avventurieri motorizzati, dall’amico negro Washington e da Nicki, ultima componente dell’equipaggio di una precedente missione spaziale di soccorso medico, Wolff penetra nella terra di Overdog per liberare le ragazze, naufragate con la loro astronave, che egli tiene prigioniere. Il filone post-apocalittico si arricchisce di una nuova colonia: Terra 11 può essere intesa come proiezione di quella che potrebbe essere la Terra del futuro dopo l’ennesima catastrofe nucleare: un pianeta allo sbando oppresso da un regime dittatoriale che mantiene nella miseria e nelle malattie la massa degli uomini e che si difende con un esercito di guerrieri mutanti. La storia non è molto originale, ma la rappresentazione della Zona Proibita ha un certo fascino: la base di Overdog sorge tra cumuli di rottami di astronavi, una specie di Mar dei Sargassi colmo di relitti del XXII secolo che sembra segnare il trionfo della forza bruta sulla scienza e sulla più alta tecnologia.Girato in 3D il film fu inizialmente affidato a Jean Lafleur, che alla fine si limiterà a collaborare soltanto alla sceneggiatura.Michael Ironside è il perfido Overdog, Peter Strauss (lo ricordiamo come giovane protagonista di Soldato blu) è Wolff.
Durante la metà degli anni 1980, Howard Marks aveva quarantatré anni alias, ottantanove linee telefoniche, e 25 compagnie commerciali in tutto il mondo. Bar, studi di registrazione, banche offshore: erano stati tutti veicoli per il riciclaggio di denaro che serviva alla sua attività principale: lo spaccio di droga. Marks ha cominciato a spacciare durante il corso di filosofia post-laurea a Oxford e ben presto cominciò a spostare grandi quantità di hashish in Europa e in America nelle attrezzature delle bande rock in tour. La vita accademica ha cominciato a perdere il suo fascino.
Un bancario e la moglie, trovandosi in difficoltà finanziarie, decidono di dividere la loro casa coi rispettivi amanti, ma arrivano anche il marito e la moglie di questi che a loro volta si portano dietro i nuovi partner.
Un film di George Blair. Con Merry Anders, Jacques Bergerac, Fred Demara, Guy Prescott Titolo originale Hypnotic Eye. Giallo, b/n durata 79 min. – USA 1960. MYMONETRO L’occhio ipnotico valutazione media: 2,00 su 1 recensione.
Truculenta storia di uno sfregiato che, attraverso l’ipnosi, obbliga un certo numero di belle a sfregiarsi a loro volta.
Un film di José Ramon Larraz. Con Patricia Lorne, Lidia Machado, Claude Bellot, Enrique Montserrat Erotico, durata 93 min. – Spagna 1978. – VM 18 – MYMONETRO Sodomia – La visita del vicino valutazione media: 1,00 su 1 recensione.
Un’inglese, ossessionata da fantasie erotiche, spera che un misterioso gitano che cavalca nudo per la campagna gliele risolva sodomizzandola, ma la sua cameriera, pure gitana, la ucciderà e fuggirà con l’uomo.
Con affetto: così Mike Leigh ha scritto e girato Tutto o niente (All or Nothing. L’affetto, tuttavia, non l’ha indotto ad attenuare le molte durezze e le molte miserie che intristiscono le vite di Phil (Timothy Spall) e di Penny (Lesley Manville), dei loro figli Rachel (Allison Garland) e Rory (James Corden), e degli altri che condividono la loro povertà materiale e la loro desolazione. Nessun pregiudizio si frappone fra il suo occhio e i suoi personaggi: il suo cinema non paga il prezzo, sempre esoso, dell’impegno sociale immediato. Certo lo si sente sullo sfondo, quell’impegno. Se ne avvertono la sincerità e la rabbia. Mai però lo si sorprende a sovrapporsi al racconto, alla sua autonomia espressiva e poetica. È doloroso “entrare” nelle immagini di Tutto o niente, nei suoi dialoghi crudelmente umani, troppo umani. Quello che Leigh descrive è (sembra) un paesaggio devastato, un territorio svuotato d’ogni possibilità. Nelle inquadrature d’inizio questo (apparente) deserto morale e affettivo è raccontato per cenni, con riferimenti a personaggi e a situazioni che tornano nell’indifferenza della circolarità narrativa, e di cui non si colgono i legami reciproci.
Per vendicare il grave infortunio capitato alla madre durante una rapina agente di polizia si fa arrestare. Evade con un boss della mala, ma non riuscirà a farsi giustizia: i delinquenti si elimineranno tra loro. Poliziottesco all’italiana imperniato sul canonico tema della vendetta. Una sagra violenta di luoghi comuni.
2° film di Rosi che lo scrisse con Suso Cecchi D’Amico e G. Patroni Griffi, è uno dei 10 che Sordi interpretò nel 1959. Nella Germania del miracolo economico _ Amburgo, Hannover, il calore artificiale dei locali notturni _ i magliari del Sud praticano il commercio di stoffe e tappeti di contrabbando. Un nuovo arrivato cerca di scalzare il vecchio boss senza riuscirci. Rosi rifà in parte La sfida, ma, per staccarsi dalla cronaca e dal documentario, aggiunge Sordi e 2 personaggi letterari: l’immigrato toscano buono che si fa corrompere e una nevrotica tedesca, insoddisfatta di pellicce e gioielli. Il film vale per l’ambientazione inedita e per Sordi che con la sua vitale buffoneria domina in due scene: la lezione di raggiro al giovane toscano e il lungo soliloquio in auto dopo la sconfitta.
Un film di John Boorman. Con Keenan Wynn, Lee Marvin, Angie Dickinson Titolo originale Point Blank. Poliziesco, durata 92′ min. – USA 1967. MYMONETRO Senza un attimo di tregua valutazione media: 3,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Truffato da un compagno di galera che gli ha portato via la moglie e 93000 dollari, un malvivente si vendica in modo raffinato. 2° film di J. Boorman, e quasi un culto per i cinefili europei a causa della scelta insolita degli ambienti (dintorni di Los Angeles, la prigione di Alcatraz), il virtuosismo delle riprese, del montaggio, delle sequenze di azione violenta, l’alta tensione dell’intrigo a puzzle, il carisma dinamico di L. Marvin in uno dei migliori personaggi della sua carriera. Dal romanzo The Hunter di Donald E. Westlake che l’ha firmato con lo pseudonimo Richard Stark, rifatto nel 1998 con Payback – La rivincita di Porter.
Concepita come serie “sorella” di American Horror Story, con la quale condivide la stessa struttura narrativa,[1] ogni stagione si presenta come un’autonoma narrazione di vicende legate a un noto caso giudiziario e di cronaca nera dal forte impatto mediatico nella storia moderna statunitense. Le prime due stagioni, incentrate rispettivamente sul caso O. J. Simpson e sull’assassinio dello stilista Gianni Versace per mano di Andrew Cunanan, hanno riscosso un ottimo successo sia da parte del pubblico che della critica, risultando entrambe essere pluripremiate sia agli Emmy che ai Golden Globe.
Un’altra stagione, basata sulle conseguenze dell’uragano Katrina, era in fase di sviluppo, ma nel febbraio 2019 la FX ha annunciato che l’idea era stata scartata[2] La terza stagione, sottotitolata Impeachment, racconta l’impeachment del 42º presidente degli Stati Uniti d’AmericaBill Clinton per accuse di spergiuro e ostruzione alla giustizia che ha quasi abbattuto un presidente.
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