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Poster Gomorra

Un film di Matteo Garrone. Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra. Drammatico, durata 135 min. – Italia 2008. – 01 Distribution uscita venerdì 16 maggio 2008. MYMONETRO Gomorra * * * * - valutazione media: 4,02 su 289 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Totò ha tredici anni, aiuta la madre a portare la spesa a domicilio nelle case del vicinato e sogna di affiancare i grandi, quelli che girano in macchina invece che in motorino, che indossano i giubbotti antiproiettile, che contano i soldi e i loro morti. Ma diventare grandi, a Scampia, significa farli i morti, scambiare l’adolescenza con una pistola. O magari, come accade a Marco e Ciro, trovare un arsenale, sparare cannonate che ti fanno sentire invincibile. Puoi mettere paura, ma c’è sempre chi ne ha meno di te. Impossibile fuggire, si sta da una parte o dall’altra, e può accadere che la guerra immischi anche Don Ciro (Imparato), una vita da tranquillo porta-soldi, perché gli ordini sono mutati, il clan s’è spezzato in due. Si può cambiare mestiere, passare come fa Pasquale dalla confezione di abiti d’alta moda in una fabbrica in nero a guidare i camion della camorra in giro per l’Italia, ma non si può uscire dal Sistema che tutto sa e tutto controlla. Quando Roberto si lamenta di un posto redditizio e sicuro nel campo dello smaltimento dei rifiuti tossici, Franco (Servillo), il suo datore di lavoro, lo ammonisce: non creda di essere migliore degli altri. Funziona così, non c’è niente da fare.
Matteo Garrone porta sullo schermo Gomorra, libro-scandalo di Roberto Saviano che in Italia ha venduto oltre un milione di copie, aprendo il sipario sulla luce artificiale e ustionante di una lampada per camorristi vanitosi ed esaltati. Il sole non illumina più le province di Napoli e Caserta, impossibile rischiarare questa terra buia e straniera al punto che gli italiani hanno bisogno dei sottotitoli per decifrarla. Siamo in un altro paese: all’inferno. Che non si trova nel centro della terra, ma solo pochi metri giù dalla statale o sotto la coltivazione delle pesche che mangiamo tutti, nutrite di scorie letali, trasformate in bombe che seminano tumori con la compiacenza dei rispettabili industriali del nord.
Nessun barlume di bellezza dentro questo buio fitto sotto il sole; forse la bellezza è nata qui, per caso o per errore, ma è volata lontano, addosso a Scarlett Johansson, col risultato che chi l’ha partorita è rimasto ancora più solo ed impotente.
Il film di Garrone è crudo e angosciante, ripreso dal vero, musicato dal suono delle grida e degli spari di Scampia. Una volta si diceva “giusto”, quando dire “bello” non aveva senso. Giustissimo, dunque.
Del libro, il film sceglie alcuni fili, li intreccia, s’impone come uno sciroppo avvelenato, senza la possibilità di voltar pagina o sospendere la lettura. Del libro, soprattutto, sposa il punto di vista, da dentro, e tuttavia inevitabilmente fuori, in salvo. “Ma – scrive Saviano – osservare il buco, tenerlo davanti insomma, dà una sensazione strana. Una pesantezza ansiosa. Come avere la verità sullo stomaco”. Gomorra, sullo stomaco, pesa come un macigno. Solo una ruspa potrebbe sollevarlo, per “sversarlo” altrove e chiudere in circolo vizioso, come il suono del film.

Gomorrah (2008) on IMDb
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E.S.P. - Miniserie TV (1973) | il DavinottiUn film di Daniele D’Anza. Con Paolo Stoppa, Ferruccio De Ceresa, Marzia Ubaldi Formato Serie TV, Drammatico, – Italia 1973.

Ottima occasione recitativa per Paolo Stoppa nel personaggio reale (e controverso) di Croiset «il veggente». Croiset è un uomo che, già in età matura, s’accorge di avere poteri paranormali, vede (o prevede) fatti che accadono a persone a lui sconosciute e in luoghi molto distanti da quelli in cui lui si trova. Naturalmente la rivelazione della sua facoltà cozza sulle prime contro un muro di incredulità.

E.S.P. (1973) on IMDb

Paisà di Roberto Rossellini, sei racconti nell'Italia del dopoguerra -  Tv2000 DocFilmUn film di Roberto Rossellini. Con William Tubbs, Harriet White, Gar Moore, Carmela Sazio, Dots M. Johnson. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 125 min. – Italia 1946. MYMONETRO Paisà * * * * - valutazione media: 4,15 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il film si suddivide in 6 episodi. 1) Sicilia. Carmela, una ragazza di paese, fa da guida a una pattuglia americana per indicare un percorso in cui non si incontrino i tedeschi; 2) Uno sciuscià ruba le scarpe a un MP americano ubriaco. Questi lo ritroverà ma avrà un’amara sorpresa; 3) Roma. Francesca, giovane prostituta per necessità, incontra un soldato americano che aveva conosciuto il giorno della liberazione; 4) Harriett è alla ricerca di Lupo, artista e ora capo partigiano in una città ancora in parte sotto il controllo dei tedeschi; 5) Appennino emiliano. Tre cappellani militari (uno cattolico, uno protestante ed uno ebreo) trovano accoglienza in un convento di frati isolati dal mondo; 6) Delta del Po, Porto Tolle. Un gruppo di partigiani e di soldati americani combatte contro i tedeschi che esercitano un’ultima disperata resistenza.
Un anno dopo Roma città aperta Rossellini sente il bisogno di tornare a riflettere sulle ferite ancora drammaticamente aperte nelle coscienze degli italiani e lo fa con uno spirito di assoluta libertà creativa. La scelta di suddividere in sei episodi il film gli offre l’occasione per delineare una sorta di polittico che, grazie alla mano del Maestro, non si frammenta ma riconduce alla fine il tutto ad unità. Proprio perché può sperimentare stili e ritmi narrativi diversi utilizzando il trait d’union della risalita delle truppe angloamericane dalla Sicilia fino al Nord, Rossellini fa di Paisà una sorta di laboratorio per il suo cinema a venire. Non si tratta però (e non potrebbe essere altrimenti con una personalità come la sua) di una sterile ricerca estetico-formale.
In ogni episodio si sente come lo sguardo del regista si nutra di una profonda umanità con cui guarda a coloro che, in varie forme, sono vittime del conflitto. Sceglie quindi di utilizzare la parola così come sgorga dai pensieri dei singoli e cioè di far parlare spesso gli angloamericani nel loro idioma (con gli inusuali, per il nostro pubblico, sottotitoli) e i vari personaggi italiani con i loro propri accenti e dialetti. In questo modo rende forse più difficile la comprensione ma fa percepire in modo diretto una verosimiglianza che il doppiaggio teatralmente corretto aveva spesso tolto al cinema nazionale. In tutti gli episodi poi viene sottolineata la riconoscenza del popolo nei confronti dei liberatori ma anche la difficoltà di un incontro tra culture diverse (come contrasta, solo, per fare un esempio, quel cibo in scatola con le poche ma naturali risorse alimentari dei frati …).
Rossellini poi ha l’ardire di non di dedicarsi a trionfalismi d’occasione. L’eroismo sta negli sguardi, nella capacità di continuare a vivere, a cercare un senso alla vita, a non arrendersi. Anche a costo della vita stessa messa a repentaglio in una strada della storica Firenze così come tra le acque della foce del Po.

Paisan (1946) on IMDb

Amazon.it | E le stelle stanno a guardare...: Acquista in DVD e Blu rayE le stelle stanno a guardare è uno sceneggiato televisivo italiano del 1971, diretto da Anton Giulio Majano e basato sul romanzo omonimo di Archibald Joseph Cronin.
Lo sceneggiato andò in onda sul Programma Nazionale (l’attuale Rai 1) in nove puntate, il martedì in prima serata[1], dal 7 settembre[1][2] al 2 novembre[2] 1971[1].
La trama è incentrata sulle vicende della famiglia Barras, proprietari di una miniera e della famiglia Fenwick che nella miniera lavorano. Sullo sfondo i problemi dei minatori nell’Inghilterra degli anni venti.

 ...e le stelle stanno a guardare
(1971) on IMDb

Risultati immagini per Ho incontrato un'OmbraHo incontrato un’ombra è uno sceneggiato televisivo di genere giallo-fantastico in quattro puntate, per la regia di Daniele D’Anza, prodotto dalla Rai ed andato in onda per la prima volta dal 24 febbraio al 20 marzo 1974 sul Programma Nazionale (l’odierna Rai 1) in prima serata. Ebbe un enorme successo, con una media di oltre 19 milioni di spettatori.
Lo sceneggiato è ambientato in Svizzera. A casa del pubblicitario Philippe, innamorato di una sua collega, Catherine, cominciano ad accadere eventi misteriosi. Al ritorno dal lavoro, il protagonista Philippe si accorge ripetutamente che qualcuno è stato indebitamente in casa sua durante il suo orario di lavoro. Le tracce lasciate fanno risalire a una donna presumibilmente accompagnata da un uomo.

Ho incontrato un'ombra (1974) on IMDb

Regia di Alejandro Jodorowsky. Un film Da vedere 1989 con Guy StockwellAlejandro JodorowskyBlanca GuerraSabrina DennisonAdan JodorowskyCast completo Genere Horror – Italia1989durata 110 minuti. – MYmonetro 3,92 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

l piccolo Fenix vive con disagio la sua infanzia nello scalcinato circo guidato dal padre Orgo, dissoluto e ubriacone, nonché lanciatore di coltelli. Concha, la mamma di Fenix, acrobata trapezista, è a capo di una singolare setta religiose dedita al culto di una presunta (la Chiesa ufficiale non la riconosce) santa martire, cui vennero tagliate le braccia dai suoi stupratori perché con esse cercava di difendersi. Gelosa, Concha, dopo aver assistito alla demolizione della sua chiesa da parte delle ruspe del proprietario del terreno, scopre la tresca tra Orgo e la passionale Donna Tatuata. Questa, a sua volta, l’abbiamo vista bistrattare con gusto la figliastra Alma, una gentile sordomuta che con Fenix ha stretto un profondo legame di solidarietà tra disillusi. Furente, Concha getta dell’acido sugli amanti, ma Orgo, reso pazzo dal dolore, usa i suoi coltelli prima per staccare di netto le braccia alla moglie e poi per sgozzarsi. La Donna Tatuata fugge portando con sé Alma, davanti agli occhi disperati di Fenix che in un solo momento ha perso tutto. Diventato adulto, Fenix è rinchiuso in un manicomio dal quale evade quando la mamma sbuca dal nulla per riprenderselo. I due iniziano una nuova vita artistica simbiotica, nella quale Fenix funge da “braccia” della madre in curiosi spettacoli all’interno di un oscuro teatrino. Ma il fragile equilibrio si spezza: sanguinosi delitti cominciano a verificarsi nella città e ricompare anche Alma, alla ricerca del suo Fenix.
Ovvero, uno psycho-thriller alla maniera di Jodorowsky. Gli elementi tipici del genere ci sono tutti – e, a detta di Jodorowsky, infatti, proprio uno psycho-thriller in sostanza gli era stato chiesto di realizzare – a partire dal colpevole mentalmente disturbato con tanto di trauma infantile annesso per arrivare ai delitti truculenti con arma da taglio. Sorta di aggiornamento psicomagico della figura di Norman Bates, il protagonista vive il suo trauma quale tara ereditaria da una madre iperpossessiva ed egoista e da un padre scriteriato e affettivamente assente, tranne quando, anche lì comunque in modo possessivo, pretende di trasmettere al figlio i suoi valori (o disvalori) attraverso un sanguinoso tatuaggio. Ma se gli elementi dell’horror psicologico non mancano, a caratterizzare il film è la cifra autoriale sempre preponderante e originale di Jodorowsky, regista di pochi, ma generalmente indimenticabili, film.
Calato in una realtà messicana trasfigurata dal filtro immaginifico del regista, il film è anche e forse soprattutto un turgido melodramma criminale a tinte forti, ricco di umori e spunti che si affastellano e si accavallano perlopiù mirabilmente su una trama lineare e, nei suoi tratti essenziali, perfino banale, sempre riscattata comunque dalla forza della visione. Alcuni momenti sono di una bizzarria sublime: il funerale dell’elefante è un esempio brillante, con la solennità della commemorazione rotta all’improvviso dalla corsa della moltitudine a fare a pezzi il cadavere dell’animale per cibarsene. Ma anche la simbiosi perfetta delle braccia di Fenix a sostituire quelle mancanti della madre è folgorante per efficacia e significanza.
E c’è spazio anche per un divertito rimando al mondo del wrestling che tanto ha caratterizzato il cinema d’azione messicano: la figura della lottatrice Santa è un’irresistibile parodia di El Santo, eroe di innumerevoli film (molti dei quali diretti da René Cardona, il cui figlio René Cardona jr è qui produttore esecutivo). Ma le citazioni cinematografiche sono svariate, da L’uomo invisibile di James Whale al tema delle mani posseduti che richiamano le molteplici versioni di Le mani di Orlac.
Certe ridondanze e alcuni compiacimenti narcisistici dovuti proprio alla sontuosità iconografica del film rallentano la rappresentazione e la rendono talora meno efficace, ma sono dettagli di imperfezione che non minano la riuscita complessiva di una pellicola che riempie gli occhi raccontando in modo anche struggente la difficoltà per i sentimenti veri e “puri” di sopravvivere alla grettezza umana. I figli di Jodorowsky, Axel e Adan, forniscono una perfetta adesione al personaggio in età diverse e guidano un cast funzionale e a cui di certo non era stato chiesto di recitare sotto le righe.

Santa Sangre (1989) on IMDb

Regia di Bernardo Bertolucci. Un film Da vedere 1970 con Alida ValliGiulio BrogiTino ScottiFranco GiovanelliPippo Campanini. Genere Drammatico – Italia1970durata 110 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: – MYmoro 4,19 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Athos Magnani, figlio e omonimo di un eroe antifascista, torna trent’anni dopo a Tara, il suo natio paese della Bassa, e, scoperta la verità sulla morte del padre, non può più uscirne. Ispirato a Tema del traditore e dell’eroe di Jorge Luis Borges, è una favola problematica e labirintica dell’ambiguità, leggibile a due livelli, politico e psicanalitico, è un’altra interrogazione di B. Bertolucci su sé stesso, sulla sua condizione di intellettuale borghese e marxista. In bilico tra realtà e irrealtà, impressionismo e surrealismo, lievito di follia e concretezza padana, sfocia alla fine in una dimensione onirica. Il ballo all’aperto al ritmo di Giovinezza è una pagina d’antologia, e non è la sola. Il tutto calato nella luce magica di Vittorio Storaro, con richiami a Magritte. Girato a Sabbioneta (MN). Prodotto dalla RAI.

The Spider's Stratagem (1970) on IMDb
Dvd Napoli milionaria (1950)

Un film di Eduardo De Filippo. Con TotòDelia ScalaEduardo De FilippoTitina De FilippoLeda Gloria. continua» Commediab/n durata 102 min. – Italia 1950MYMONETRO Napoli milionaria ****- valutazione media: 4,13 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Eduardo trasporta in tv uno dei suoi drammi popolari. Attorno al nucleo centrale patetico, quasi tragico (la bambina del protagonista rischia di morire), si agitano mille macchiette della «città nera» nell’immediato dopoguerra.

Side Street Story (1950) on IMDb

Regia di Fabio D’InnocenzoDamiano D’Innocenzo. Un film Da vedere 2020 con Elio Germano, Tommaso Di Cola, Barbara RonchiGiulietta RebeggianiGabriel MontesiJustin KorovkinCast completo Genere Drammatico, – Italia2020durata 98 minuti. Uscita cinema lunedì 15 giugno 2020 distribuito da Vision Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,10 su 27 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Una calda estate in un quartiere periferico di Roma. Nelle villette a schiera vivono alcune famiglie in cui il senso di disagio costituisce la cifra esistenziale comune anche quando si tenta di mascherarlo. I genitori sono frustrati dall’idea di vivere lì e non altrove, di avere (o non avere) un lavoro insoddisfacente, di non avere in definitiva raggiunto lo status sociale che pensavano di meritare. I figli vivono in questo clima e ne assorbono la negatività cercando di difendersene come possono e magari anche di reagire.

Bad Tales (2020) on IMDb

I Misteri Della Giungla Nera (TV Series 1991-1991) — The Movie Database  (TMDB)I misteri della giungla nera è una miniserie televisiva del 1991 in tre puntate diretta da Kevin Connor, con Stacy KeachVirna Lisi e Kabir Bedi, tratta dal romanzo omonimo di Emilio Salgari.

Dalla miniserie è stato in seguito ricavato un film, ancora con lo stesso titolo, della durata di 103 minuti.
Il cacciatore di serpenti Tremal-Naik, con l’aiuto del fido Kammamuri, salva la giovane Ada Corishant, figlia di un capitano inglese, rapita dai feroci Thugs per farne una sacerdotessa della dea Kalì.

I misteri della giungla nera (1991) on IMDb
Un Borghese Piccolo Piccolo: Amazon.it: Sordi/Winters, Sordi/Winters: Film  e TV

Regia di Mario Monicelli. Un film Da vedere 1977 con Shelley WintersAlberto SordiVincenzo CrocittiRomolo ValliPietro TordiMimmo PoliCast completo Genere Drammatico – Italia1977durata 122 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,13 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il figlio di un impiegato ministeriale romano è ucciso per caso durante una rapina. Il brav’uomo prepara ed esegue una lenta, bieca, allucinata vendetta. Dal romanzo (1976) di Vincenzo Cerami, storia di vittime che sono anche mostri, un film omogeneo, sapiente nella mescolanza di toni (commedia, grottesco) e nella progressione drammatica, con un Sordi all’apice della sua carriera inserito in un contesto sociale efficacemente descritto. Efebo d’oro 1979.

Un borghese piccolo piccolo (1977) on IMDb
Cinema Filo: LA GRANDE ABBUFFATA

Un film di Marco Ferreri. Con Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Andréa Ferréol. Titolo originale La grande bouffe. Commedia, durata 132′ min. – Italia, Francia 1973. MYMONETRO La grande abbuffata * * * * - valutazione media: 4,18 su 45 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Quattro amici _ un giudice (Noiret), un pilota di linea (Mastroianni), un ristoratore (Tognazzi), un produttore TV (Piccoli) _ si riuniscono in una villa di Neuilly, fuori Parigi, decisi a compiere un quadruplice harakiri gastronomico-erotico. Li accompagna, pingue angelo della morte, un’insaziabile e materna maestra (Ferréol). Scritto con Rafael Azcona, è probabilmente il più grande successo internazionale (di scandalo) nell’itinerario di Ferreri. Questo apologo iperrealista ha gli scatti di una buffoneria salace e irriverente, i toni furibondi di una predica quaresimalista e, insieme, l’empietà provocatrice di un pamphlet satirico; e chi lo prende per un film rabelaisiano, non ne ha inteso la sacrale tristezza. C’è piuttosto l’umor nero, la mestizia, la disperazione di uno Swift. Con qualcosa in più: la pena. La sua forza traumatica risiede nella calma lucidità dello sguardo, e nell’onestà di un linguaggio che Ferreri conserva anche e soprattutto quando non arretra davanti a nulla. Se si esclude parzialmente Mastroianni, forse il meno riuscito del quartetto, i personaggi non sono mai volgari. Nonostante le apparenze realistiche (di un neorealismo fenomenico e irrazionalistico), sfocia nel clima allucinato di un apologo fantastico come certi segni e invenzioni suggeriscono. Fotografia di Mario Vulpiani, costumi di Gitt Magrini, pietanze di Fauchon (Parigi). Premio Fipresci a Cannes 1973. Distribuito nei paesi di lingua inglese come Blow-out.

The Big Feast (1973) on IMDb

Regia di Matteo Garrone. Un film Da vedere 2018 con Marcello FonteEdoardo PesceNunzia SchianoAdamo DionisiFrancesco AcquaroliCast completo Genere Drammatico, – Italia2018durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 17 maggio 2018 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,11 su 11 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Marcello ha due grandi amori: la figlia Alida, e i cani che accudisce con la dolcezza di uomo mite e gentile. Il suo negozio di toelettatura, Dogman, è incistato fra un “compro oro” e la sala biliardo-videoteca di un quartiere periferico a bordo del mare, di quelli che esibiscono più apertamente il degrado italiano degli ultimi decenni. L’uomo-simbolo di quel degrado è un bullo locale, l’ex pugile Simone, che intimidisce, taglieggia e umilia i negozianti del quartiere. Con Marcello, Simone ha un rapporto simbiotico come quello dello squalo con il pesce pilota.

Dogman (2018) on IMDb

Regia di Nanni Moretti. Un film Da vedere 1989 con Mariella ValentiniSilvio OrlandoNanni MorettiEugenio MasciariAsia ArgentoCast completo Genere Commedia – Italia1989durata 89 minuti. – MYmonetro 4,14 su 8 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Durante una partita di pallanuoto, Michele, funzionario del PCI colto da amnesia, rimette insieme i pezzi della propria vita e discute sul disagio, la confusione, le contraddizioni della sinistra. E il sole dell’avvenire? Il più radicale, nevrotico, estremo film di Moretti. Sincero come una tegola in testa. Contro l’idiozia del potere, la chiacchiera, gli stereotipi del giornalismo, le ciance dei politici, la perdita della memoria storica.

 Palombella rossa
(1989) on IMDb
Per grazia ricevuta - Film (1971) - MYmovies.it

Un film di Nino Manfredi. Con Nino Manfredi, Mario Scaccia, Lionel Stander, Mariangela Melato. Commedia, durata 122′ min. – Italia 1971. MYMONETRO Per grazia ricevuta * * * * - valutazione media: 4,11 su 19 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Ragazzo miracolato si chiude in convento in attesa di un sogno che confermi la sua vocazione. Quando il sesso lo tenta, va in tilt. Cerca di uccidersi. Lo salvano. È un nuovo miracolo? 1° film lungo di Manfredi regista: insolito, intelligente, bene accolto dappertutto. Il tema dei tabù religiosi (o superstiziosi?) è svolto con pittoresca abilità. Dialogo arguto, caratteristi calibrati, ritmo. Premio Opera Prima a Cannes 1971.

 Per grazia ricevuta
(1971) on IMDb
Risultati immagini per L'eclisse poster

Un film di Michelangelo Antonioni. Con Monica Vitti, Francisco Rabal, Alain Delon, Louis Seigner, Lilla Brignone.Drammatico, b/n durata 125 min. – Italia 1962. MYMONETRO L’eclisse * * * * -valutazione media: 4,19 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Dopo una deludente storia d’amore, una ragazza si lega ad un uomo solo per evadere dalla routine. Un episodio drammatico le farà comprendere il fondamentale cinismo del suo compagno che, come lei, non si recherà al seguente appuntamento. Terzo film (assieme a L’avventura e La notte) di Antonioni sulla cosiddetta incomunicabilità, resa attraverso interminabili silenzi e significativi studi psicologici dei protagonisti. È l’ultimo film in bianco e nero girato da Antonioni; dopo due anni il regista volterà pagina girando Deserto rosso.

 L'eclisse
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Locandina Still Life

Un film di Uberto Pasolini. Con Eddie Marsan, Joanne Froggatt, Karen Drury, Andrew Buchan, Ciaran McIntyre. Drammatico, durata 87 min. – Gran Bretagna, Italia 2013. – Bim uscita giovedì 12 dicembre 2013. MYMONETRO Still Life * * * * - valutazione media: 4,10 su 73 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

John May è un funzionario comunale dedicato alla ricerca dei parenti di persone morte in solitudine. Diligente e sensibile, John scrive discorsi celebrativi, seleziona la musica appropriata all’orientamento religioso del defunto, presenzia ai funerali e raccoglie le fotografie di uomini e donne che non hanno più nessuno che li pianga e ricordi. La sua vita ordinata e tranquilla, costruita intorno a un lavoro che ama e svolge con devozione, riceve una battuta d’arresto per il ridimensionamento del suo ufficio e il conseguente licenziamento. Confuso ma null’affatto rassegnato, John chiede al suo superiore di concedergli pochi giorni per chiudere una ‘pratica’ che gli sta a cuore e che ha il volto di Billy Stoke, un vecchio uomo alcolizzato che aveva conosciuto un passato felice. Di quel passato fa parte Kelly, la figlia perduta per orgoglio molti anni prima. Lasciata Londra per informarla della dipartita del genitore, John si muove tra i vivi e assapora la vita che ha il volto di una donna e il sapore di una cioccolata calda.

 Still Life
(2013) on IMDb
C'eravamo tanto amati | Cinéma de la Ville

Un film di Ettore Scola. Con Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Aldo Fabrizi, Stefania Sandrelli. Commedia, durata 121′ min. – Italia 1974. MYMONETRO C’eravamo tanto amati * * * * - valutazione media: 4,11 su 22 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Trent’anni di vita italiana, dal 1945 al 1974, attraverso le vicende di tre amici ex partigiani: un portantino comunista (Manfredi), un intellettuale cinefilo di provincia (Satta Flores) e un borghese arricchito (Gassman). S’incontrano a varie riprese, rievocando speranze deluse, ideali traditi, rivoluzioni mancate. Rapsodia generazionale turgida e sincera, poco rigorosa ma appassionata, lamentosa e qua e là graffiante, armonizzata “sul registro di un malinconico ma efficace umorismo critico” (R. Ellero), dove l’amarezza di fondo si stempera in toni crepuscolari. Tutti bravi e registrati a dovere gli interpreti, compreso il compianto Satta Flores (1937-85). Scritto da E. Scola con Age & Scarpelli, dedicato a Vittorio De Sica (1901-74) che non fece in tempo a vederlo. Fu un calibrato film-epitaffio in sintonia con i tempi e i gusti del pubblico, con una sapiente costruzione narrativa fatta di morbide sconnessioni temporali e non priva di una quieta stilizzazione teatrale. Pioggia di premi italiani, francesi e sovietici.

We All Loved Each Other So Much (1974) on IMDb

Regia di Vittorio De Sica. Un film Da vedere 1946 con Franco InterlenghiRinaldo SmordoniMaria CampiAniello MeleEnrico CigoliCast completo Genere Drammatico, – Italia1946durata 90 minuti. Uscita cinema lunedì 6 febbraio 2023 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 Valutazione: 5 Stelle, sulla base di 5 recensioni.

Gli sciuscià sono i ragazzini lustrascarpe (dall’americano “shoe-shine” che significa, lustrare le scarpe). Si guadagnano qualche spicciolo sulle scarpe dei soldati americani a Napoli, siamo nel 1945. Pasquale e Giuseppe vogliono comprarsi un cavallo. Raccogliere i soldi necessari solo lustrando sarebbe impossibile così si fanno invischiare in una faccenda di mercato nero e finiscono in riformatorio, dove incontrano una realtà orrenda che li mette a dura prova, compromettendo la loro stessa amicizia. Durante un tentativo di fuga uno dei ragazzi muore cadendo da un ponte, l’amico, prima di essere ripreso dalle guardie, lo tiene, disperato, fra le braccia. Il primo capolavoro di De Sica divenuto successo oltre confine, premiato con un Oscar. Lo sguardo è per i ragazzi, un tema carissimo al regista che aveva già firmato I bambini ci guardano. Nel ’48, con Ladri di biciclette, De Sica finiva la sua trilogia dei bambini. Registriamo la magnifica performance di Franco Interlenghi che sarebbe diventato un volto indispensabile di quel cinema. Sciuscià è uno dei titoli che hanno costruito la leggenda del cinema italiano di quella stagione, leggenda per il mondo. Apriva una strada che sarebbe rimasta solo nostra.

Shoeshine (1946) on IMDb

Il dottor Zivago - Film (1965)Un film di David Lean. Con Omar Sharif, Julie Christie, Geraldine Chaplin, Rod Steiger, Alec Guinness. Titolo originale Doctor Zhivago. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 192′ min. – USA, Italia 1965. MYMONETRO Il dottor Zivago * * * * - valutazione media: 4,16 su 35 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Durante la prima guerra mondiale Yurij Andrèevic Živago (Sharif), medico e poeta sposato con la cugina Tonja (Chaplin), si innamora al fronte della crocerossina Lara Antipov (Christie). Nel 1917, scoppiata la rivoluzione bolscevica, si rifugia con moglie e figlio in un villaggio degli Urali dove incontra di nuovo Lara e ne diventa l’amante. La guerra civile li separa per due anni. Mentre Tonja con due figli è riparata all’estero, Živago si ricongiunge con Lara, ma le vicende politiche li dividono ancora. Muore a Mosca, povero e solo. Prodotto da Carlo Ponti e dallo stesso regista, girato in Spagna, Finlandia e Canada, è tratto dall’omonimo romanzo che a Boris Leonidovič Pasternak, scrittore russo di origine ebraica, valse una notorietà internazionale e il Nobel per la letteratura nel 1958. Pubblicato per la 1ª volta in Italia nel 1957 dall’editore Feltrinelli (31 edizioni entro il dicembre 1958), suscitò una dura reazione da parte della critica di regime, fu diffuso clandestinamente nell’URSS, gli costò l’espulsione dall’Unione degli scrittori e la forzata rinuncia al Nobel. Adattato e sfrondato dall’inglese Robert Bolt, il film di D. Lean, grande accademico della regia, è gonfio, inamidato e inerte, con la neve in Panavision al posto della sabbia di Lawrence d’Arabia. Da guardare con ammirazione, specialmente nei campi lunghi e lunghissimi e nelle scene di massa, ma non da ascoltare quando la cinepresa si avvicina ai personaggi. L’avere privilegiato in modo quasi svergognato la dimensione sentimentale, a scapito degli altri aspetti del romanzo, è il suo irrimediabile limite, ma spiega perché ha fatto piangere milioni di spettatori, compresi i soci dell’Academy. Famose e sciroppose le musiche del francese Maurice Jarre (più che un Leitmotiv, il “tema di Lara” è un tormentone), premiate con 1 Oscar insieme con sceneggiatura, fotografia (Frederick A. Young), scenografia e arredamento (Dario Simoni, John Box e Terry Marsh) e costumi (Phyllis Dalton)

Doctor Zhivago (1965) on IMDb