Category: Italia


Regia di Marco Righi. Un film Da vedere 2010 con Lavinia LonghiMarco D’AgostinGian Marco TavaniMaurizio TabaniClaudia BottiCast completo Genere Drammatico – Italia2010durata 80 minuti. Uscita cinema venerdì 24 febbraio 2012 – MYmonetro 3,09 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nel 1984 Elia s’impegna nella vendemmia dei vigneti del padre in provincia di Reggio Emilia. Trova un inatteso aiuto nell’arrivo della cittadina Emilia che, alla vigilia della laurea, cerca di pagarsi almeno le spese del soggiorno. Da Londra arriva poi un suo fratello maggiore che provoca scompigli nella quiete campestre della famiglia. All’inizio la sequenza della masturbazione di Elia, di spalle accostata all’immagine di un crocifisso casalingo vicino al titolo, fa sospettare che questa opera prima rientri nel filone di un maledettismo infrancesato all’emiliana. L’esordiente Righi, invece, si ispira semmai alla lezione del bolognese Valerio Zurlini. Lo si sente sia nel lirismo con cui descrive la natura, sia nel riserbo sui sentimenti dei personaggi, affidati ai gesti e agli sguardi più che ai dialoghi, riserbo che un po’ si disperde nell’accelerazione narrativa dopo l’arrivo del fratello. Azzeccate la scelta e la direzione dei giovani protagonisti D’Agostin e Longhi. Produzione di Simona Malagoli per Ierà/Indiosmundo. Distribuisce Ierà.

Days of Harvest (2010) on IMDb

Regia di Ciro De Caro. Un film Da vedere 2013 con Valerio Di BenedettoCristian Di SanteSara TostiRossella d’AndreaDeng XueyingCast completo Genere Commedia, – Italia2013durata 83 minuti. Uscita cinema giovedì 19 dicembre 2013 distribuito da Distribuzione Indipendente. – MYmonetro 3,52 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Valerio è un aspirante attore ventinovenne che non riesce a sbarcare il lunario e nei momenti di sconforto fissa il suo trenino elettrico. L’amico d’infanzia Christian è un pusher (ma lui precisa: “rivenditore al dettaglio”) che fa affari con la mala cinese. Valerio vive con Serena, che persegue un dottorato grazie ad una borsa di studio e comincia a sentir ticchettare l’orologio biologico. Christian invece vive con la nonna che ha visioni della Madonna e aggredisce chiunque entri in casa. Infine Giovanna, sorella di Valerio, fa la fisioterapista e mantiene il fratello, invitandolo ripetutamente a crescere e a prendersi le sue responsabilità nei confronti di Serena. Cosa che, a modo suo, fa anche il pragmatico Christian, convinto che le donne non vadano capite ma protette.
Nel panorama della commedia italiana contemporanea, in cui hanno la meglio (produttivamente e distributivamente parlando) le messinscene paratelevisive popolate da giovani gaudenti e senza un problema al mondo, l’esordiente trentenne Ciro De Caro racconta il mondo dei suoi coetanei in modo totalmente realistico, a cominciare dai dettagli di ambiente e dalla descrizione della realtà (non) lavorativa dei giovani.

Spaghetti Story (2013) on IMDb
Caro Michele - Film (1976) - MYmovies.it

Un film di Mario Monicelli. Con Mariangela Melato, Delphine Seyrig, Lou Castel, Aurore Clément, Adriana Innocenti. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 110′ min. – Italia 1976. MYMONETRO Caro Michele * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dopo le rivolte studentesche del ’68, Michele è esiliato a Londra, ma si mantiene in contatto epistolare con la madre e le sorelle. Un giorno arriva la notizia che Michele è morto. Tratto dal romanzo (1973) di Natalia Ginzburg, sceneggiato da S. Cecchi D’Amico e Tonino Guerra e diretto da un Monicelli maturo e impegnato, è un buon film, insolito e intelligente.

Caro Michele (1976) on IMDb
Locandina Avere vent'Anni

Un film di Fernando Di Leo. Con Vittorio CaprioliGloria GuidaLilli CaratiRay LovelockLeopoldo Mastelloni.  Eroticodurata 97 min. – Italia 1978. – VM 18 – MYMONETROAvere vent’Anni * * 1/2 - - valutazione media: 2,72 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Due provinciali ventenni, Tina e Lia, giungono in città in autostop. Non sanno nemmeno loro che cosa vogliono e allora si aggregano a una comune dove c’è di tutto: droga, sesso, ragazza-madre con tre gemelli a carico, un confidente della polizia, ecc.

To Be Twenty (1978) on IMDb
Candido erotico (1978) | il mio vizio e' una stanza chiusa

Un film di Claudio De Molinis. Con Lilli Carati, Mircha Carven, Maria Baxa, Marco Guglielmi. Erotico, durata 85 min. – Italia 1978. – VM 18

Carlo, giovane emigrato da Rovigo in un Paese nordeuropeo, s’esibisce come “stallone” nei night-clubs. Poiché ha bisogno di molti soldi, si prostituisce occasionalmente anche ai viziosi coniugi Paul e Veronica. Un giorno, però, alla vista della loro figlia Charlotte, se n’innamora e decide di lasciare il mestiere e sposarla: purtroppo si scopre impotente con lei, poiché la propria virilità si manifesta solo davanti agli spettatori. Charlotte gli si offre davanti ai clienti di un night-club, ma poi l’abbandona per sempre.

A Man for Sale (1978) on IMDb
Tranquille donne di campagna (1980) - IMDb

Un film di Claudio De Molinis. Con Philippe Leroy, Carmen Scarpitta, Silvia Dionisio, Serena Grandi. Psicologico, durata 91 min. – Italia 1980. – VM 18 – MYMONETRO Tranquille donne di campagna * * - - - valutazione media: 2,00 su 1 recensione.

Guido Maldini vive con la sua famiglia in una tenuta della campagna padana ai tempi del fascismo. Il suo temperamento dispotico e violento lo fa odiare da tutti e dal figlio innanzitutto che, colto dall’esasperazione, cerca invano di ucciderlo.

Tranquille donne di campagna (1980) on IMDb
Risultato immagini per L'Amore probabilmente

Un film di Giuseppe Bertolucci. Con Sonia BergamascoRosalinda CelentanoFabrizio GifuniTeco Celio Titolo originale L’amore probabilmenteDrammaticodurata 107 min. – Italia, Svizzera 2001.

La menzogna. Sofia frequenta, insieme all’amica Chiara, una scuola di recitazione. L’insegnante, Mariangela Melato, afferma che l’attore deve saper fingere e affinare questa sua capacità. Allora Sofia mente, con tutti, anche con il suo ragazzo, Cesare. Questo la porta a scoprire una verità scomoda: Chiara e Cesare si amano.La verità. Sofia fugge. Raggiunge la Svizzera e incontra un ferroviere. In treno ha letto una rivista su cui Stefania Sandrelli afferma che l’attore cinematografico è sempre sé stesso. Al ferroviere offre per simpatia una prestazione sessuale, salvo poi recarsi dalla moglie e dirle tutta la verità. L’illusione. Sofia torna a casa sconvolta e scopre che la relazione tra Cesare e Chiara è già finita. Parte per Roma per affrontare un provino cinematografico. Qui ha luogo un duetto seduttivo tra lei e il regista sulla base di quanto afferma Alida Valli e cioè che l’attrice è un’illusa che illude. Giuseppe Bertolucci non smette di sperimentare ma questa volta lo fa con un vigore maggiore rispetto a Il dolce rumore della vita. Interrogandosi nuovamente sul senso della vita e della sua rappresentazione, Bertolucci raggiunge un livello più elevato di maturità stilistica.

Probably Love (2001) on IMDb

Un film di Damiano Damiani. Con Mario AdorfGian Maria VolontéErland JosephsonGiorgio CerioniJoe Sentieri. continua» Drammaticodurata 120 min. – Italia 1977. – VM 14 – MYMONETRO Io ho paura ***1/2- valutazione media: 3,59 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Graziano, un brigadiere di scorta a un magistrato che indaga su trame poco chiare, riesce a mettere il giudice che deve proteggere sulla strada giusta e a fargli capire molte cose sull’omicidio di cui si sta occupando. Il giudice viene per questo ucciso, e a Graziano viene affidata la protezione di un altro alto magistrato, connivente col terrorismo.

I Am Afraid (1977) on IMDb

Regia di Francesca Comencini. Un film Da vedere 2009 con Margherita BuyGaetano BrunoGiovanni LudenoAntonia TruppoGuido CaprinoCast completo Genere Drammatico, – Italia2009durata 98 minuti. Uscita cinema venerdì 16 ottobre 2009 distribuito da 01 Distribution. – MYmonetro 3,21 su 17 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

6° film, e il più riuscito, di una regista che dal 1995 ha diretto anche 6 documentari. È la storia di un’attesa. A 42 anni Maria vive a Napoli, insegna italiano in una scuola serale per adulti. È una donna autonoma, energica, spigolosa, che decide tutto da sola. Si trova incinta, senza volerlo, di un uomo che prende il largo, e al 6° mese ha un parto prematuro. La piccola è messa in incubatrice e Maria, da sola, aspetta che nasca o muoia. Dal romanzo (2008) di Valeria Parrella, prodotto da Fandango con Rai Cinema, adattato con Federica Pontremoli, è uscito un film intenso e originale sul tema della maternità, vario nell’azione e negli ambienti (il reparto di terapia intensiva; la scuola, mobile e precaria; lo sfondo contraddittorio di Napoli che riflette quello nazionale), ricco di figure di contorno e di lucidi agganci con la società. Prende, emoziona, inquieta, sconcerta e fa aspettare anche lo spettatore. È realistico ma anche visionario e corre via, leggero, storia di una solitudine che si apre agli altri. La Buy non è solo di una bravura interpretativa superiore a ogni elogio. Deve anche esserci stato, tra lei e la regista, un lavoro di fertile collaborazione che sfiora la simbiosi. Montaggio: Massimo Fiocchi. Scene: Paola Comencini. Fotografia: Luca Bigazzi.

Lo spazio bianco (2009) on IMDb
Locandina Mi piace lavorare (Mobbing)

Un film di Francesca Comencini. Con Nicoletta BraschiCamille Dugay ComenciniDrammaticoRatings: Kids+16, durata 89 min. – Italia 2004MYMONETRO Mi piace lavorare (Mobbing) ***1/2- valutazione media: 3,54 su 24 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Presentato (e vincente) nella sezione “panorama” del Festival del Cinema di Berlino, Mi piace lavorare nasce come progetto povero ed essenziale. Una sola attrice di rilievo, molti interpreti non professionisti, il circolo di parenti e amici della regista che si adoperano per la riuscita di una pellicola, che di fatto, è una delle migliori opere sociali degli ultimi anni e che squarcia il velo su uno dei più grandi problemi che affligge il moderno mercato del lavoro:il mobbing. I tempi de La classe operaia va in paradiso sono finiti, oggi è tempo di fusioni, budget, tuning: lo scenario scelto dalla Comencini è assolutamente asettico: un’azienda anonima, di cui non si conosce l’attività, il fatturato, lo scopo. Quella nella quale chiunque potrebbe lavorare e che, a causa di una fusione, vede il management radicalmente cambiato. Spesso le vittime non conoscono nemmeno il nome dei propri carnefici, il concetto di padrone viene sostituito da una sorta di grande fratello che controlla, dispone, organizza, muove uomini e donne a suo piacimento sullo scacchiere operativo alla ricerca del miglior profitto. È la giusta legge del libero mercato e vivaddio che sia così, ma, a volte, forse troppe volte, il meccanismo s’inceppa e quando questo succede le conseguenze sono gravissime e coinvolgono non solo il diretto interessato ma familiari, amici, parenti, amici. Nelle vene dei Comencini scorre il cinema:ciò si palesa non solo apprezzando il piglio asciutto e sicuro che la madre (forse pensando ai lavori del nonno) utilizza nel corso della storia, ma anche nella straordinaria performance della figlia che recita accanto alla Braschi con una naturalezza e convinzione che lasciano stupefatti. La discesa agli inferi della bravissima signora Benigni è raccontata senza enfasi, né scene madri: giorno dopo giorno, alla inconsapevole contabile vengono tolte dignità e speranze, tramite un continuo, spossante, cambiamento di mansioni e piccole meschinità che minano l’autostima di quella che appare agli spettatori una vera e propria vittima sacrificale, carne da macello da immolare al Dio della competitività (mirabile in questo senso il discorso iniziale del nuovo amministratore delegato della società, così ricco di parole e povero di contenuti). Perfetta la performance della Braschi, sempre sul punto di cedere, ma pronta, alla fine, ad alzare la testa e reagire, dopo l’ultimo, inaccettabile sopruso. Lo squallore degli uffici, delle mense, del trantran quotidiano di chi non “viaggia in prima” è testimoniato con un’aderenza al reale molto inquietante. Bella la prova degli attori non professionisti ed geniale, nella sua grottesca messa in scena, la sequenza del colloquio della protagonista con l’amministratore delegato dell’azienda. Anche il film ha le sue pecche: il finale, nel suo voler essere consolatorio e pregno di speranza, è troppo ottimistico e ben poco aderente ad una realtà che spesso è ben diversa da quella indicata nel film, ma, nonostante questo, e alcune pecche stilistiche nella rappresentazione della storia (invero un po’ troppo manichea nel dividere buoni e cattivi), Mi piace lavorare vale più di qualsiasi manifestazione, corteo o indagine giornalistico/televisiva. C’è solo da sperare che un pubblico abituato a cercare nel mezzo cinematografico evasione e divertimento, non sia impaurito dalla cruda rappresentazione della realtà di tutti i giorni…

Mi piace lavorare (Mobbing) (2004) on IMDb
Come si ride a Napoli. Con DVD - Renzo Arbore - Vittorio Marsiglia - -  Libro - Dalai Editore - Le boe | laFeltrinelli

Il mondo ha riscoperto da tempo la canzone napoletana classica. Penso che adesso tocchi alla Macchietta e alla tradizione della canzone umoristica napoletana venir fuori e raccogliere cio’ che merita. Qualcuno può pensare che Si parli di generi minori. Sbaglierebbe.

La Macchietta contiene tutti gli ingredienti del miglior umorismo e poi affianca in maniera decorosissima la canzone napoletana. Questa antologia raccoglie, per la prima volta, proprio storia e testi della canzone umoristica e della Macchietta. Quelle delle origini, e dunque del passato, e quelle che via via ci hanno condotto fino al presente.

Enrico IV [2] - Film (1984) - MYmovies.it

Regia di Marco Bellocchio. Un film con Claudia CardinaleLeopoldo TriesteMarcello MastroianniPaolo BonacelliLuciano BartoliCast completo Genere Drammatico – Italia1984durata 85 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 2,34 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Una caduta da cavallo durante una mascherata storica fa sprofondare nella pazzia per vent’anni un giovane signore. Passano gli anni, il malato rinsavisce ma continua la mascherata. Come se non credesse nel testo di Pirandello, Bellocchio lo smonta, lo sdrammatizza, se ne appropria, lo aggiorna, rendendolo meno pirandelliano. L’operazione non manca d’intelligenza, ma è poco convincente nonostante la bravura di Mastroianni.

Henry IV (1984) on IMDb
Risultati immagini per Certo, certissimo...anzi probabile

Un film di Marcello Fondato. Con Claudia CardinaleRobert HoffmannCatherine SpaakNino CastelnuovoAntonio Sabato.  Commediadurata 120 min. – Italia 1969.MYMONETRO Certo certissimo… anzi probabile * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Protagoniste sono due amiche, una bonacciona e sentimentale, l’altra calcolatrice e furbetta. La seconda spesso e volentieri ruba gli uomini alla prima. Un giorno la sentimentale si sposa con un giovane e gentile arredatore…

Diary of a Telephone Operator (1969) on IMDb

Regia di René Clair. Un film Da vedere 1950 con Paolo StoppaCarlo NinchiMichel SimonGérard PhilipeSimone ValèreNerio BernardiCast completo Titolo originale: La beauté du diable. Genere Fantastico – FranciaItalia1950durata 99 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,49 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

René Clair si accosta al mito di Faust facendosi riscrivere la storia del commediografo Armand Salacrou. La principale novità è nello scambio delle sembianze fra il vecchio scienziato che fa il patto con il diavolo e il diavolo stesso (Michel Simon impersona Faust prima della cura e, dopo, un furfantesco e gibboso Mefistofele, mentre Gérard Philipe è all’inizio un aitante e spiritoso Maligno e poi lo stupefatto Faust giovinetto). Vediamo Faust, dopo il patto col diavolo, ridiventare giovane, conquistare Margherita, la potenza e la ricchezza. Ma la potenza genera morte e corruzione, Faust vuole abbandonare tutto e Mefistofele lo accontenta. Ma il paese va in rovina e la folla (che incolpa Faust) lo identifica con Mefistofele e così lincia lo sfortunato demonio. Film ambizioso, anche se un tantino retorico specie nel messaggio finale.

 La bellezza del diavolo
(1950) on IMDb
Locandina Ammutta Muddica al cinema

Con Giovanni Storti, Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Silvana Fallisi Commedia, – Italia 2013. – Nexo uscita mercoledì 16 ottobre 2013.

Protagonista di Ammutta Muddica è la vita di tutti i giorni, ricca di personaggi strampalati e situazioni comiche, il tutto, come sempre, ingrandito e deformato dalla lente stravagante e surreale del trio delle meraviglie e dalla regia teatrale di Arturo Brachetti.
“Oggi il cinema non è più un luogo dove si proiettano esclusivamente eventi cinematografici – dichiara il trio – ma un luogo dove si propongono eventi legati alla musica, alla danza, al teatro. Siamo stati i primi a portare uno spettacolo teatrale nelle sale cinematografiche nel 2006 con Anplagghed al cinema e ci è sembrato giusto farlo anche adesso con Ammutta Muddica, per riproporre al nostro pubblico sul grande schermo non solo il meglio dello show teatrale ma anche alcuni sketch inediti girati durante le repliche al Teatro degli Arcimboldi di Milano”.

Ammutta muddica al cinema (2013) on IMDb
Casa Ricordi - Film (1954)

Un film di Carmine Gallone. Con Paolo Stoppa, Gabriele Ferzetti, Andrea Checchi, Nadia Gray, Memmo Carotenuto. Biografico, durata 110′ min. – Italia 1954. MYMONETRO Casa Ricordi * * 1/2 - - valutazione media: 2,95 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Come Giovanni Ricordi (1785-1855) di Milano fondò, durante il periodo napoleonico, la casa di edizioni musicali. La storia è un po’ violentata. P. Stoppa è notevole, buona la scelta degli inserti musicali. Quando lavora sull’Ottocento C. Gallone ha la mano felice. Rifatto per la TV con lo stesso titolo nel 1995.

House of Ricordi (1954) on IMDb

Regia di Silvio Soldini. Un film Da vedere 2004 con Licia MagliettaGiuseppe BattistonEmilio SolfrizziClaudio SantamariaMarina MassironiCast completo Genere Sentimentale – Italia2004durata 118 minuti. – MYmonetro 2,98 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Scritto dal regista con Doriana Leondeff e Francesco Piccolo. Agata fa la libraia a Genova, legge molto, è sorella maggiore di Gustavo, rinomato architetto, ha una figlia già grande che studia all’estero, è ricca di energia e s’innamora del più giovane Nico, scopre che è ammogliato e che le sue scariche emotive fulminano lampadine e semafori. La tempesta scompiglia la vita di Gustavo. È la 2ª commedia e il film più giocato, colorato e musicato di S. Soldini, il più surreale e libero nella sua coralità. La vita è un romanzo per Agata, ma lo è anche in tutto un film dove la caratterizzazione dei personaggi è così incisiva da compensare la struttura dell’intreccio, non altrettanto armoniosa e risolta. Il romanzesco è complementare di un altro tema, insolito sullo schermo: quello dei libri e della lettura, come rivela la scena in cui Romeo legge Goethe e sua moglie Daria Madame Bovary . Al risultato contribuiscono gli abituali collaboratori del regista: Paola Bizzarri (scene), Silvia Nebiolo (costumi), Giovanni Venosta (musica), oltre alla fotografia di Arnaldo Catinari che sostituisce L. Bigazzi.

 Agata e la tempesta
(2004) on IMDb

Regia di Paolo Mitton. Un film Da vedere 2013 con Daniele SavocaHannah CroftPaolo GiangrassoFabio MarchisioIrene IvaldiCast completo Genere Commedia, – Italia2013durata 89 minuti. Uscita cinema giovedì 26 febbraio 2015 distribuito da Cineama. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,51 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nella provincia piemontese Scanio Libertetti ripara macchine del caffè da bar. Lavora da casa per conto di un padrone che lo sfrutta e la sua endemica lentezza non migliora le cose, l’unico parente che gli sta vicino sembra essere un zio panettiere con aiutante mezzo scemo. Attraverso i suoi amici, molto più integrati di lui nella società, entra in contatto con una ragazza inglese con cui inizia un rapporto sentimentale. Tuttavia sembra che ciò che sia dritto per Scanio risulti storto agli altri.

 The Repairman
(2013) on IMDb
La piccola apocalisse (1992) | FilmTV.it

Un film di Costa-Gavras. Con Jirí MenzelPierre ArditiAndré DussollierChiara CaselliJulie Gayet Titolo originale La petite apocalypseCommediaRatings: Kids+16, durata 105 min. – Francia, Italia 1993. – Bim Distribuzione

Uno scrittore polacco che vive a Parigi viene ritenuto erroneamente un aspirante suicida. Due suoi conoscenti, ex sessantottini ora integrati, decidono di organizzargli un suicidio in grande stile. Dovrà darsi fuoco in piazza San Pietro durante una megamanifestazione per protestare contro la politica delle grandi potenze. L’uomo non è per nulla intenzionato a uccidersi anche se intorno a lui si sta costruendo tutta una struttura che dovrà “lanciare” l’evento ricavandone molto denaro. Riuscirà a salvarsi solo all’ultimo momento, mentre altri stanno “veramente” dandosi fuoco. Costa-Gavras ha spiazzato tutti i suoi estimatori con un film che “osa” riflettere sui reduci del Sessantotto per di più facendo uso del grottesco. Successo di pubblico e critica bassissimi per un film che merita invece un’attenta lettura.

The Little Apocalypse (1993) on IMDb

Un film di Andrea Segre. Con Zhao Tao, Rade Sherbedgia, Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Battiston Drammatico, durata 100 min. – Francia, Italia 2011. – Parthenos uscita venerdì 23 settembre 2011. MYMONETRO Io sono Li * * * 1/2 - valutazione media: 3,59 su 25 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Shun Li confeziona quaranta camicie al giorno per pagare il debito e i documenti che le permetteranno di riabbracciare suo figlio. Impiegata presso un laboratorio tessile, viene trasferita dalla periferia di Roma a Chioggia, città lagunare sospesa tra Venezia e Ferrara. Barista dell’osteria ‘Paradiso’, Shun Li impara l’italiano e gli italiani. Malinconica e piena di grazia trova amicizia e solidarietà in Bepi, un pescatore slavo da trent’anni a bagno nella Laguna. Poeta e gentiluomo, Bepi èprofondamente commosso dalla sensibilità della donna di cui avverte lo struggimento per quel figlio e quella sua terra lontana. La loro intesa non sfugge agli sguardi limitati della provincia e delle rispettive comunità, mettendo bruscamente fine alla sentimentale corrispondenza. Separati loro malgrado, troveranno diversi destini ma parleranno per sempre la stessa lingua. Quella dell’amore.
Per quelli che ‘fanno il cinema a Roma’ e per cui un veneziano vale un triestino, il Veneto è un set popolato da improbabili abitanti che si limita a fare da sfondo a storie italiane altrettanto improbabili. Serviva evidentemente un po’ di sangue di quella terra per raccontarne la sorprendente bellezza e per far crescere un film preciso nell’ambientazione e credibile nelle emozioni lambite ‘ogni sei ore’ dalla Laguna. Partendo da un luogo esistente, ‘provocato’, smontato e ricomposto attraverso l’osservazione soggettiva di un’immigrata, Andrea Segre lo mostra nelle concrete trasformazioni stagionali e nelle più sottili conversioni sociali. Contro gli stranieri impersonali e posticci di Patierno e le sue ‘cose dell’altro mondo’, il documentarista veneto ribadisce quelle di questo mondo e di questa Italia in rapporto dialettico, ostile o conciliato, con l’altro da sé. Un altro che è persona e mai personaggio.
Io sono Li è un’architettura delle posizioni relative tra le figure in campo, al cui centro si colloca la protagonista di Zhao Tao, centrata in ogni dove e concentrata su un proponimento che ha il volto di un bambino di otto anni. Come satelliti le gravitano intorno pescatori cauti e imprenditori (cinesi) rapaci che non la spostano da ‘Li’, che è insieme identità, punto, momento e baricentro. Dopo i documentari (Magari le cose cambiano, Il sangue verde, La Mal’ombra, Come un uomo sulla terra) e congiuntamente alla ricerca sociale, Segre debutta nel cinema a soggetto, sposando sentimenti affettivi e sociali con una limpidezza di esposizione che non riesce sempre a scongiurare l’inciampo didascalico. Di fatto, pur romanzando con sensibilità la realtà, il film non è in grado di rimettere in gioco la finzione con la verità, incorrendo troppe volte in formule da dibattito. Meglio sarebbe stato lasciarsi cullare dalle perifrasi dei sentimenti, così magnificamente comprese nell’interpretazione implosa di Zhao Tao e in quella lirica di Rade Šerbedžija. Portatore sano della condizione umana di straniero lui, portatrice pudica lei del cinema poetico e reale di Zhangke, del cambiamento epocale della Cina e dell’incanto a cui rinuncia per cambiare anima.

Shun Li and the Poet (2011) on IMDb