Category: Iran


Poster Copia conforme

Regia di Abbas Kiarostami. Un film Da vedere 2010 con Juliette BinocheWilliam ShimellJean-Claude CarrièreAgathe NatansonGianna GiachettiCast completo Titolo originale: Copie conforme. Genere Drammatico – ItaliaIranFrancia2010durata 106 minuti. Uscita cinema venerdì 21 maggio 2010 distribuito da Bim Distribuzione. – MYmonetro 2,48 su 31 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

James Miller, un noto saggista, presenta a Firenze il suo ultimo libro intitolato «Copia conforme» nel quale sostiene che le copie abbiano un valore intrinseco superiore all’originale. Lei, una piccola mercante d’arte, assiste con il figlio alla presentazione e poi fa in modo di conoscere l’autore per fargli firmare alcune copie. Il giorno successivo, domenica, lo accompagnerà a Lucignano per ‘mostrargli una sorpresa’. Mentre i due si trovano in un piccolo locale e lui è uscito per rispondere a una telefonata, la proprietaria allude a loro come a una coppia sposata e Lei sta al gioco. Gioco che proseguirà anche al rientro di James.
Alla non più tenera età di 70 anni (portati peraltro benissimo) è nato un nuovo Kiarostami. Se ne era avuta una prima avvisaglia nell’incerto episodio di Tickets ma oggi, dopo il teorico Shirin , ne abbiamo una piacevolissima conferma. Intendiamoci: il pluripremiato e osannato dalla critica (che a Cannes è sembrata oltremisura spiazzata) non ha affatto smesso di interrogarsi sulla natura umana e non ha neppure rinunciato a una ricerca stilistica. Ha però scelto una modalità diversa di approccio. Ha deciso cioè di compiere ancora, come spesso è accaduto nel suo cinema, un viaggio che comportasse non solo uno spostamento fisico nello spazio ma un percorso, talvolta doloroso, nelle psicologie dei personaggi. È quanto accade anche questa volta ma con una leggerezza e una voglia di ‘giocare’ (non dimentichiamo mai che in francese e in inglese recitare diventa ‘to play’ e ‘jouer’) con un doppio livello di rappresentazione.

Nel film si recita ovviamente (brava, ça va sans dire, Juliette Binoche ma altrettanto efficace il baritono prestato al cinema William Shimell) ma gli stessi personaggi, da un certo punto in avanti ‘recitano’ il ruolo di una coppia sposata da quindici anni. Ne nasce un’ analisi di speranze, illusioni e disillusioni che attraversano tante ‘cop(p)ie conformi’ sullo sfondo di una Toscana che diviene a sua volta protagonista. Kiarostami ha deciso di girare un film non ‘alla Kiarostami’. Viva Abbas

Certified Copy (2010) on IMDb

Regia di Nima Javidi. Un film Da vedere 2014 con Payman MaadiNegar JavaherianMani HaghighiShirin YazdanbakhshElham KordaCast completo Genere Drammatico, – Iran2014durata 93 minuti. Uscita cinema giovedì 27 novembre 2014 distribuito da Microcinema. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,30 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Mentre si preparano a lasciare l’Iran per l’Australia, Amir e Sara ricevono la visita della baby-sitter dei vicini che affida loro per pochi minuti una neonata addormentata. In realtà sparisce e il destino vuole che la bimba muoia (per “morte in culla”, sembrerebbe). I due sciagurati nascondono la cosa a tutti e si barcamenano tra bugie, sotterfugi e inghippi per finire i bagagli e andarsene. Se si supera l’irritazione per l’assurdità dell’assunto di partenza, gli attori sono bravi e l’esordiente Javidi crea uno sviluppo nei meccanismi di coppia che, con un “pretesto” diverso, sarebbe assai interessante. Ignorato dal pubblico, ma nemmeno la critica si è sperticata.

 Melbourne
(2014) on IMDb

Regia di Vahid Jalilvand. Un film Da vedere 2017 con Navid MohammadzadehAmir AghaeeHediyeh TehraniZakieh BehbahaniSaeed DakhCast completo Titolo originale: Bedoone Tarikh, Bedoone Emza. Genere Drammatico, – Iran2017durata 104 minuti. Uscita cinema giovedì 10 maggio 2018 distribuito da 102 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,33 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Kaveh Nariman è un medico legale che lavora in obitorio. Una sera investe accidentalmente con la sua auto una famiglia che viaggia in moto. Il bambino cade e batte la testa in modo apparentemente privo di conseguenze. A distanza di poche ore arriverà il suo cadavere. La diagnosi dell’autopsia parla di avvelenamento per botulismo ma il medico ha il dubbio che la causa possa addebitarsi all’incidente. Avrà il coraggio di chiarire la situazione?

No Date, No Signature (2017) on IMDb

I gatti persiani è un film di Bahman Ghobadi del 2009, con Hamed Behdad, Negar Shaghaghi, Ashkan Koshanejad, Hichkas, Hamed Seyyed Javadi. Prodotto in Iran. Durata: 101 minuti. Distribuito in Italia da Bim Distribuzione a partire dal 16.04.2010.

Usciti da poco di prigione, una coppia di giovani musicisti iraniani, Negar e Ashkan, decidono di formare una band. Setacciano il mondo underground della Teheran di oggi in cerca di altri musicisti. Siccome suonare in Iran è vietato, progettano di fuggire dalla loro esistenza clandestina e sognano di esibirsi in Europa, ma senza soldi e senza passaporti non sarà facile.

No One Knows About Persian Cats (2009) on IMDb
Risultato immagini per Il piccolo Straniero

Un film di Bahram Beizai. Con Adnan AfravianParviz PurhosseiniSusan TaslimiAkbar DudkarFarrokhlagha Hushmand. continua» Titolo originale Bashù, gharibeh kuchakDrammaticoRatings: Kids+13, durata 118 min. – Iran 1989.

Uno dei primi, se non addirittura il primo in assoluto, film distribuiti in Italia del cinema iraniano. Di grande interesse artistico. Ottima l’interpretazione dell’attrice Sussan Taslimi. Un ragazzino di colore vede distruggere la propria casa. Fugge su un camion diretto verso un’altra parte dell’Iran. Qui, atterrito dalle esplosioni, scappa di nuovo.

Bashu, the Little Stranger (1989) on IMDb
Locandina Dov'è la casa del mio amico?

Un film di Abbas Kiarostami. Con Babak Ahmadpoor, Ahmad Ahmadpoor, Khobadakhsh Defai, Iran Otari, Ayat Ansari, Iran Orari, Sedigheh Tohidi, Peiman Moafi, Tayebeh Soleimani, Mohammed Reza Parvaneh, Farhang Akhavan Titolo originale Khaneh-ye dust kojast?DrammaticoRatings: Kids+13, durata 80 min. – Iran 1987.

Un bambino che vive in un villaggio iraniano cerca di raggiungere un compagno che abita in un altro paesino. Deve consegnargli il quaderno che per errore è rimasto nella sua cartella. Se non potrà fare i compiti, il compagno verrà punito. Kiarostami racconta con tempi sospesi la microdissea del suo protagonista. Sembrano non esserci speranze per l’infanzia iraniana, se non quelle che sorgono dalla forza e dalla generosità interiore. Opera prima della trilogia dedicata alla difficoltà di essere giovani.

Where Is the Friend's House? (1987) on IMDb

Non sono sicuro che i subita nella versione 720p siano perfettamente sincronizzati, fatemi sapere

Sono stati tradotti con google quindi potrebbero esserci delle imprecisioni

Un film di Abbas Kiarostami. Con Farhad Kheradmand, Puya Paevar Titolo originale Zendeg edamé dâradDrammaticodurata 91 min. – Iran 1992.

Girato con la partecipazione degli abitanti di Rostamabad e Roudbar, il film è un ideale proseguimento di Dov’è la casa del mio amico?. Siamo in Iran nel 1990. Il regista percorre in auto col figlio le zone terremotate per cercare gli attori di quel film. Difficile da raccontare, è una storia per chi cerca profonde emozioni, lontano da logiche commerciali.

And Life Goes On (1992) on IMDb

I subita nella versione 720p sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.

Regia di Jafar Panahi. Un film Da vedere 2000 con Fereshteh Sadre OrafaiyMaryiam Parvin AlmaniNargess MamizadehElham Saboktakin. Titolo originale: Dayereh. Genere Drammatico – Iran2000durata 91 minuti. – MYmonetro 3,34 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dalla finestrella di un ospedale a quella di un carcere: in mezzo 8 storie di donne accomunate da un destino di sottomissione umiliata in una società fondata sul potere maschile. Lo sfondo è Teheran, dove incombe la presenza occhiuta e violenta della polizia. Il titolo indica la circolarità tematica – l’impossibilità di una via di fuga – ma anche la sua struttura narrativa: il movimento della cinepresa che passa da una donna all’altra, da un dolore all’altro. Gli occhi delle donne sono ora rassegnati, ora fieri e ribelli. Il 3° film di J. Panahi non ha forse il lirismo raffinato di Kiarostami o la tensione metaforica di Makhmalbaf, ma, nella durezza con cui registra la coincidenza tra oppressione politica e oppressione maschile, possiede semplicità, lucidità e fluidità ammirevoli. Coprodotto in Italia da Mikado e Lumière & c. e non distribuito in Iran. Leone d’oro e premio Fipresci a Venezia 2000.

The Circle (2000) on IMDb
Risultati immagini per close-up film

Un film di Abbas Kiarostami. Con Ali Sabzian, Hassan Frazmand, Abolfazi Ahankhah Titolo originale Nema-ye nazdik. Drammatico, durata 100′ min. – Iran . MYMONETRO Close-up * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Facendosi passare per il noto regista iraniano Mohsen Makhmalbaf, un povero disoccupato circuisce una ricca famiglia borghese. Smascherato, al processo si dichiara pentito e viene perdonato. A poche settimane di distanza dagli avvenimenti, A. Kiarostami ricostruì e filmò la vicenda con i suoi protagonisti veri. Il processo per truffa diventa un’arringa per il diritto alla finzione e il riconoscimento del bisogno di essere un altro. Il regista gioca a fare del documentario con la finzione e della finzione con il documentario. “La vicenda si svolge prescindendo da me. Più che negli altri miei, la realtà contenuta in questo film ne fa un caso a parte” (A. Kiarostami).

Close-Up (1990) on IMDb
Locandina italiana Una separazione

Un film di Asghar Farhadi. Con Sareh Bayat, Sarina Farhadi, Peyman Moadi, Babak Karimi, Ali-Asghar Shahbazi. Titolo originale Jodaeiye Nader az Simin. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 123 min. – Iran 2011. – Sacher uscita venerdì 21 ottobre 2011. MYMONETRO Una separazione * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 42 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Nader e sua moglie Simin stanno per divorziare. Hanno ottenuto il permesso di espatrio per loro e la loro figlia undicenne ma Nader non vuole partire. Suo padre è affetto dal morbo di Alzheimer e lui ritiene di dover restare ad aiutarlo. La moglie, se vuole, può andarsene. Simin lascia la casa e va a vivere con i suoi genitori mentre la figlia resta col padre. È necessario assumere qualcuno che si occupi dell’uomo mentre Nader è al lavoro e l’incarico viene dato a una donna che ha una figlia di cinque anni e ed è incinta. La donna lavora all’insaputa del marito ma un giorno in cui si è assentata senza permesso lasciando l’anziano legato al letto, un alterco con Nader la fa cadere per le scale e perde il bambino.
Asghar Faradhi conferma con questo film le doti di narratore già manifestate con About Elly. Non è facile fare cinema oggi in Iran soprattutto se ci si è espressi in favore di Yafar Panahi condannato per attività contrarie al regime. Ma Faradhi sa, come i veri autori, aggirare lo sguardo rapace della censura proponendoci una storia che innesca una serie di domande sotto l’apparente facciata di un conflitto familiare. Il regista non ci offre facili risposte (finale compreso) ma i problemi che pone sono di non poco conto per la società iraniana ma non solo. Certo c’è il quesito iniziale non di poco conto: per un minore è meglio cogliere l’opportunità dell’espatrio oppure restare in patria, soprattutto se femmina? Perchè le protagoniste positive finiscono con l’essere le due donne. Entrambe con i loro conflitti interiori, con il peso di una condizione femminile in una società maschilista e teocratica ma anche con il loro continuo far ricorso alla razionalità per far fronte alle difficoltà di ogni giorno. Agghiacciante nella sua apparente comicità agli occhi di un occidentale è la telefonata che la badante fa all’ufficio preposto ai comportamenti conformi alla religione per sapere se possa o meno cambiare i pantaloni del pigiama al vecchio ottantenne che si è orinato addosso. Sul fronte opposto della barricata finiscono per trovarsi gli uomini che, o sono obnubilati dalla malattia oppure finiscono con l’aggrapparsi a preconcetti che impediscono loro di percepire la realtà in modo lucido. Ciò che va oltre alla realtà iraniana è l’eterno conflitto sulla responsabilità individuale nei confronti di chi ci circonda. Ognuno dei personaggi vi viene messo di fronte e deve scegliere. Sotto lo sguardo protetto dalle lenti di una ragazzina.
Una nota a margine: il cinema iraniano è veicolo stabile di una falsificazione narrativa che sta a priori di qualsiasi sceneggiatura. Sussistendo il divieto per le donne di mostrarsi a capo scoperto in pubblico i registi sono obbligati a farle recitare con chador o foulard vari anche quando le scene si svolgono all’interno delle mura domestiche narrativamente in assenza di sguardi estranei stravolgendo quindi la rappresentazione della realtà.

A Separation (2011) on IMDb

So che è facile sottovalutare questo film ma non lasciatevelo scappare.

Locandina Dancing in the Dust

Un film di Asghar Farhadi. Con Faramarz GharibianYousef KhodaparastBaran KosariJalal Sarhad Seraj Titolo originale Raghs dar ghobarDrammaticodurata 95 min. – Iran 2003.

Capita che sorgano improvvisi dilemmi etici e morali (insomma, religiosi): debbo per forza divorziare dalla donna che ho sposato solo perché la famiglia e la società non accettano il fatto che sua madre fosse una prostituta? Questo aut aut imposto dalla famiglia crea una serie di situazioni e meccanismi al limite della comicità involontaria: ad esempio restituire la somma di denaro che l’uomo aveva avuto in prestito per il matrimonio. Alla fine, decide di lasciare la città. Si ritrova nel deserto, insieme a un uomo che passa il tempo estraendo veleno dai serpenti.

Dancing in the Dust (2003) on IMDb

Regia di Asghar Farhadi. Un film Da vedere 2016 con Shahab HosseiniTaraneh AlidoostiBabak KarimiFarid Sajadi HosseiniMina SadatiCast completo Titolo originale: Forushande. Genere Drammatico – IranFrancia2016durata 124 minuti. Uscita cinema giovedì 5 gennaio 2017 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: – MYmoro 3,53 su 30 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Emad e Rana sono due coniugi costretti ad abbandonare il proprio appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Si trovano così a dover cercare una nuova abitazione e vengono aiutati nella ricerca da un collega della compagnia teatrale in cui i due recitano da protagonisti di “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller. La nuova casa era abitata da una donna di non buona reputazione e un giorno Rana, essendo sola, apre la porta (convinta che si tratti del marito) a uno dei clienti della donna il quale la aggredisce. Da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’uomo in cui non vuole coinvolgere la polizia.

The Salesman (2016) on IMDb
Locandina About Elly


Un film di Asghar Farhadi. Con Golshifteh FarahaniTaraneh AlidoostiMani HaghighiShahab HosseiniMerila Zare’i.  Titolo originale Darbareye EllyDrammaticodurata 119 min. – Iran 2009. – Mediaplex Italia uscita venerdì 18 giugno 2010. MYMONETRO About Elly * * * - - valutazione media: 3,22 su 40 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Ahmad, che vive in Germania e ha divorziato dalla moglie tedesca, torna per qualche giorno a Teheran. I compagni di Università, ora accasati, decidono di organizzare un fine settimana al mare e Sepideh, una di loro, invita Elly, la giovane maestra della figlia. Se ad Ahmad la ragazza piacesse potrebbe nascerne una relazione. Il gruppo, in seguito a un malinteso, non trova disponibile la casa che aveva prenotato e tutti decidono di adattarsi a vivere in un’abitazione chiusa da tempo. Tutto procede in allegria e Ahmad tenta timidamente di conoscere Elly. Ma al secondo giorno, mentre i genitori di uno dei bambini sono andati a far spese il piccolo rischia l’annegamento. Elly, che avrebbe dovuto sorvegliarlo, è scomparsa. 
È davvero raro trovare ai festival (perché il mercato italiano non ne recepisce nessuno) un film iraniano che esca dagli stereotipi consolidati e legati a due location pressoché inevitabili: Teheran oppure i villaggi in cui regnano povertà e desolazione. In questo caso si è di fronte a una fortunata e assolutamente riuscita eccezione. Lo stile di ripresa è dinamico e ricco di sottolineature non didascaliche ma ciò che più conta è la descrizione di una fascia generazionale decisamente differente rispetto all’immagine che i media ci offrono dell’Iran. Sono trentenni che hanno una loro solidità economica e che apparentemente differiscono dai loro coetanei occidentali solo per il fatto che le donne indossano il chador pur mostrandosi colte ed emancipate.
Emancipate? Qui si inserisce la critica sociale di Fahradi. Perché, come accade ovunque, il gioco di cercare di far incontrare un lui e una lei che potrebbero essere reciprocamente disponibili non può che intrigare gli amici. Ma le regole rigide dell’onore e di una moralità dettata dalla fede religiosa non possono essere violate. Così come non è possibile l’esercizio della sincerità. Un regime teocratico, per quanto non possa impedire che la modernità si insinui nei varchi che riesce faticosamente ad aprire, impone l’obbligo della menzogna. Ciò che appare non è ciò che è e chi ne è a conoscenza tace per evitare catastrofi che, invece, si configurano come inevitabili.
Fahradi riesce a trasformare un tranquillo weekend in un weekend di paura facendo assurgere la vicenda a metafora di una condizione esistenziale dominata dal potere del retaggio di tradizioni ancestrali che reclamano le loro vittime. L’immagine che chiude il film sintetizza abilmente la difficoltà di un processo che richiederà ancora sforzi considerevoli.

About Elly (2009) on IMDb
Pane e fiore (1996) - Streaming, Trailer, Trama, Cast, Citazioni

Regia di Mohsen Makhmalbaf. Un film Da vedere 1996 con Mirhadi TayebiAli BakhshiAmmar TaftiMohsen Makhmalbaf. Titolo originale: Nun va goldun. Genere Psicologico, – IranFrancia1996, durata 77 minuti. Uscita cinema mercoledì 4 giugno 1997 distribuito da Sacher. – MYmonetro 3,00 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un ex poliziotto si presenta a Teheran al regista Makhmalbaf: vorrebbe recitare nel suo prossimo film. I due si erano incontrati 20 anni prima: il regista, allora estremista diciassettenne, aveva accoltellato lui, guardia dello Scià, ed era finito in prigione. Il film in cantiere rievoca proprio quell’episodio. Ciascuno dei due sceglie “la sua giovinezza”, cioè l’interprete dei propri vent’anni. Ma durante le riprese le cose si svolgono in modo diverso. Anziché colpi di coltello e di pistola, i due ragazzi si scambiano il pane e il fiore del titolo. Fotogramma fisso e fine: un geniale coup de théâtre nel cuore. Film straordinario in cui la semplicità diventa stile e coincide con un’intensità ricca di echi e di riflessioni. Nel cinema iraniano non c’è soltanto Kiarostami. Il titolo originale significa “un istante di innocenza”.

A Moment of Innocence (1996) on IMDb

Regia di Mohsen Makhmalbaf. Un film con Shaghayeh DjodatBehzad DoraniFeizola GashghaiMaryam KeyhanMohsen MakhmalbafCast completo Genere DocumentarioCommedia drammatica – Iran1995durata 75 minuti.

Il regista iraniano Mohsen Makhmalbaf mette un annuncio sul giornale in cerca di interpreti per il suo prossimo film: ai provini si presenteranno migliaia di aspiranti attori e attrici. Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 1995 per celebrare i cento anni dalla nascita del cinema.

Hello Cinema (1995) on IMDb
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L’esperienza (Tadjrebeh) di Abbas Kiarostami – Iran 1973 con Hossein Yarmohammadi, Parviz Naderi **1/2

l quattordicenne Mahmad lavora come garzone in uno studio fotografico, all’interno del quale trascorre anche le notti. Trattato male o con sufficienza dal padrone del negozio, che non perde occasione per rimproverarlo, il ragazzo passa le giornate facendo le pulizie e servendo il tè, e le sere ascoltando la radio e osservando il mondo introno a lui.

The Experience (1973) on IMDb
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Gli scacchi del vento ( persiano : شطرنج باد , romanizzato :  Shatranj-e Baad ), intitolato anche La partita a scacchi del vento , è un film iraniano del 1976 scritto e diretto da Mohammad Reza Aslani . [1] Il film fu proiettato solo una volta prima della rivoluzione iraniana del 1979 e fu accompagnato da un’accoglienza negativa. Dopo essere stato riscoperto nel 2020, il film è uscito in diversi paesi ed è stato ben accolto.
Iran, anni Venti. Alla morte della matriarca, gli eredi di una casa nobiliare si contendono l’eredità. In particolare il conflitto è tra la primogenita disabile, costretta alla sedia a rotelle, e un altro membro della famiglia che verrà ucciso dalla prima. Il suo corpo verrà nascosto in una delle grandi giare di cui è piena la dimora. [sinossi]

Dopo quasi 45 anni di oblio, Chess of the Wind (Shatranj-e Baad) è stato ora presentato, restaurato, al 34° Cinema Ritrovato, uno dei film che la manifestazione della Cineteca di Bologna mette in catalogo con il bollino del Festival di Cannes perché in realtà avrebbe dovuto essere proiettato già tra i Cannes Classics e la cancellazione del festival per l’epidemia sembra accrescere questa idea di maledizione che graverebbe sul film. Si tratta di un indiscutibile capolavoro del cinema iraniano prerivoluzionario, realizzato nel 1976 dal regista Mohammad Reza Aslani.

La storia di questa opera è essa stessa una tragedia. Il film era stato incluso nella selezione del concorso del Festival Internazionale di Teheran del 1976, ma le proiezioni furono boicottate per contrasti del regista con gli organizzatori. Così le bobine erano state mischiate alla rinfusa e venne sbagliata la velocità della prima proiezione, resa più lenta. Tali problemi si ebbero a tutte le proiezioni, da quella per i critici, che abbandonarono in massa la sala, a quella per la giuria, per cui il film fu ritirato dal concorso. Presi dallo sconforto, i produttori non mandarono l’opera ai festival internazionali, mentre i distributori interni non lo presero. Così il film non fu mai proiettato per il pubblico, né in Iran né all’estero. Risultano solo alcune proiezioni private organizzate durante il successivo festival di Teheran, cui parteciparono Henri Langlois, Roberto Rossellini, Satyajit Ray che apprezzarono molto l’opera congratulandosi con il giovane regista.

Con l’avvento della Repubblica Islamica nel 1979, Chess of the Wind fu definitivamente vietato perché ritenuto non confacente ai dettami religiosi della teocrazia. Il film circolava solo in videocassette clandestine di pessima qualità. Solo per puro caso nel 2015 il regista ritrova una pellicola del film da un rigattiere specializzato in cimeli di cinema e così oggi Chess of the Wind rinasce a nuova vita, in uno splendido restauro che ne esalta gli estetismi barocchi.

Chess of the Wind è un thriller glaciale, di respiro shakesperiano che racconta, in chiave metaforica e non, i traumi di un paese che sembra vivere nei corsi e ricorsi della storia. Il nucleo narrativo dell’occultamento del cadavere, in una giara di vetro, nascosto anche agli agenti della polizia del regime Qajar, non genera quella suspense da Cocktail per un cadavere. Il pathos del film non risiede in queste cose, anche la scena stessa dell’omicidio è totalmente priva di enfasi. Pochissimi i movimenti di macchina, c’è una panoramica a 360° e poi un movimento sulla scalinata alla fine, forse un dolly. Chess of the Wind sembra impregnato, anche in questo senso, da un ascetismo persiano, quello di un paese in cui la massima espressione artistica è rappresentata dalla poesia. Lo stesso regista è stato un poeta modernista e cubista. E nella composizione dell’immagine, torna quel gusto persiano del tappeto e della decorazione che qui ha il suo fulcro in quella grande scalinata del palazzo piena di simmetrie, con tante vie di fuga e accesso, sormontata da un grande busto. Sembra una scalinata teatrale o da melò classico.

Il film funziona anche secondo una drammaturgia della storia, nell’ottica dei cambiamenti secolari attraversati dal paese, o come una partita di scacchi rappresentata da quella scacchiera che campeggia nel salone centrale del lussuoso palazzo. È in atto una partita di scacchi, reale e metaforica, tra la primogenita della dinastia e un membro della famiglia, una partita dal ritmo lentissimo, dove le mosse si decidono nel corso di diverse giornate. Dopo l’uccisione dell’uomo sarà un agente di polizia a muovere i pezzi sulla scacchiera, senza essere visto dalla signora che si chiederà chi fosse stato, posto che il rivale al gioco è morto. Il conflitto tra i due riprende quello in atto nella società persiana uscita dalla Rivoluzione costituzionale, quello tra la modernità e la parità dei diritti di genere, sempre comunque nell’ambito delle élite aristocratiche, e le forze ancorate alla tradizione religiosa, rappresentate dall’uomo che viene ucciso. Un conflitto che sembra perenne nella storia del paese. Il popolo è rappresentato dagli inserti delle lavandaie che commentano i fatti di palazzo, come un coro greco o come le serve di un film di Cukor.

Chess of the Wind è suddiviso in due parti, la prima ambientata tra il 1915 e il 1920, la seconda nel 1924. Una suddivisione non dichiarata ma comprensibile da un riferimento, quello al servizio militare fatto durante i momenti delle lavandaie, che in Iran è attivo dal 1924. Sono tante le citazioni alle vicende di quell’epoca calda e ai suoi protagonisti, come quella al giornalista e poeta Mohtaram Eskandari, grande sostenitore della causa femminista, che venne ucciso, che viene evocato in una sequenza onirica. Due personaggi parlano dell’importanza di avere un inquilino inglese, richiamando così alla potenza britannica che all’epoca dominava su quello scacchiere. Non c’è dubbio che Mohammad Reza Aslani voleva parlare, in forma translata, anche della società iraniana dei suoi tempi, con quelle tensioni sociali che avrebbero portato alla rivoluzione del 1979. E il segnale in questo senso è rappresentato dall’ultima inquadratura del film, la prima fuori dal palazzo, una panoramica che da quella dimora si allarga a riprendere la città dall’alto, dove predominano le architetture moderne e si odono i salmi dei muezzin. Da un lato un retaggio di quella mistica persiana antica del filosofo Sohravardi, che scardina l’idea del tempo come lineare, da un altro lato un messaggio politico ben preciso.

E il film si rivela involontariamente profetico, con la scena alla fine della distruzione del grande ritratto, che campeggiava nella dimora, del capostipite della famiglia. Un’immagine di iconoclastia che anticipa quelle divenute simbolo della rivoluzione di tre anni dopo, dei ritratti distrutti e bruciati dello scià Reza Pahlavi.

Chess of the Wind (1976) on IMDb

Ho tradotto i subeng con google e li ho aggiunti, potrebbero esserci delle imprecisioni nella traduzione.

Locandina Il sapore della ciliegiaUn film di Abbas Kiarostami. Con Homayoun ErshadiAbdol-Hossein BagheriSafar-Ali MoradiAbdolrahman Bagheri.  Titolo originale Ta’m e guilassDrammaticodurata 98 min. – Iran 1997MYMONETRO Il sapore della ciliegia * * * 1/2 - valutazione media: 3,56 su 15 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Iran, periferia sterrata e polverosa di Teheran. Un uomo gira con la sua automobile alla ricerca di qualcuno disposto, dietro compenso, a fare un lavoro per lui. I primi tentativi vanno a vuoto. Poi incontra un ragazzino curdo, nell’esercito per racimolare un po’ di soldi, e lo conduce davanti a una grosso buca. Il compito è quello di tornare lì la mattina successiva e chiamarlo due volte. Se non risponde, il ragazzo, aiutato da una pala, dovrà coprire il suo corpo con la terra.
È un film asciutto e rigoroso quello diretto da Abbas Kiarostami, che esige una visione impegnata. Un film con cui il cineasta iraniano si è aggiudicato la Palma d’Oro al Festival di Cannes e che è considerato da molti il suo capolavoro. Un film all’apparenza semplice, dall’intreccio esile, essenziale, ma in realtà profondamente complesso. Perché chiama in causa interrogativi esistenziali ed etici che sono antichi tanto quanto lo è la vita dell’uomo su questa Terra. Riflette sul suicidio Kiarostami e lo fa nella maniera che gli è più congeniale, con quello stile intriso di spoglio realismo e al contempo denso simbolismo. Così, mentre la macchina da presa pedina il signor Badii, che ha deciso di uccidersi ma cerca qualcuno disposto a spingerlo – o salvarlo – il regista solleva questioni che implicano riflessioni di matrice filosofica, e anche religiosa se vogliamo. Ma lo sguardo del cineasta, nel religiosissimo Iran, parte da una prospettiva chiaramente laica e di conseguenza non impone soluzioni dogmatiche precostituite.
Ispira un profondo senso di libertà il peregrinare di quest’uomo taciturno che fa gli incontri più disparati, tutti simbolo di un’Iran che, nonostante le agitazioni interne, accoglie a suo modo gli ultimi reduci di guerre più sanguinose, dal Kurdistan all’Afghanistan. Ma non è di politica che si interessa Badii, la cui vita sembra girare a vuoto, proprio come l’auto sulla quale viaggia alla ricerca di umana empatia. Una ricerca disperata, eppure stranamente calma, di qualcuno che lo convinca del perché la sua vita – di cui non conosciamo assolutamente nulla – sia o non sia così dannatamente meritevole di essere vissuta.
Ancora una volta, come spesso accade nei film del maestro iraniano, mentre ci chiediamo se la vita sia un dono, un dovere o una scelta, siamo al cospetto di pura poesia, espressa in maniera metaforica, tra le pieghe del rigore di un paesaggio scarno, arido, respingente, scavato dalle ruspe e attraversato soltanto dai camion, che vi si recano per seppellire la fine o costruire un nuovo inizio. Ma, in mezzo a tanta asprezza visiva, compare improvvisa la semplice genuinità di un sapore, appena evocato, quello della ciliegia naturalmente. Che può cambiare il corso di una vita.

Taste of Cherry (1997) on IMDb
IL PALLONCINO BIANCO - DVD 1995 Jafar Panahi

Un film di Jafar Panahi. Con Mohsen KalifiAida MohammadkhaniMohammad Shahani Titolo originale Badkonak-e sefidCommediaRatings: Kids+13, durata 85 min. – Iran 1995MYMONETRO Il palloncino bianco ***-- valutazione media: 3,38 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una bambina (assomiglia drammaticamente a Enzo Stajola, il bambino di Ladri di biciclette) vuole un pesciolino rosso. La mamma le dà i soldi per comprarlo, lei li perde, li cerca e incontra i personaggi variopinti: incantatori di serpenti, vecchiette casalinghe, passanti, un ragazzo afghano che vende palloncini. Mondo minimale e poetico descritto da questo regista esordiente che ha raccolto premi dovunque. È bello esplorare queste realtà autoctone, da parte di noi occidentali. Certo, sono cose che un tempo ha descritto anche il nostro cinema. Adesso le ritroviamo nei film del terzo mondo. Ma non beatifichiamo.

The White Balloon (1995) on IMDb
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Regia di Abbas Kiarostami. Un film con Tahereh LadanianHossein Rezai. Titolo originale: Zir-e derakhtan-e zytun. Genere Fantastico – Iran1994durata 103 minuti. Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 5 recensioni.

In un villaggio del Gilan, regione al nord dell’Iran devastata dal terremoto del giugno 1990, un regista ha difficoltà nel girare un film perché tra due giovani del luogo, scelti come interpreti, è in corso una contrastata storia d’amore. Kiarostami, n. 1 del cinema iraniano, chiude la “trilogia del terremoto”, formata da Dov’è la casa del mio amico? e E la vita continua con un film mirabile per semplicità e trasparenza, ma anche raffinato nella sua dialettica tra realtà e finzione che rinnova la categoria del “cinema nel cinema”. Da antologia il campo lunghissimo finale: infatti i film di Kiarostami sono anche una riflessione sulla percezione.

Through the Olive Trees (1994) on IMDb
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ho anche una versione in lingua originale (persiano) con subfra