Category: Germania


Le streghe nere (1972) | il DavinottiUn film di Adrian Hoven. Con Erika Blanc, Anton Driffing, Percy Hoven Titolo originale Hexen geschändet und zu Tode gequält. Horror, b/n durata 92 min. – Germania, Francia 1973. MYMONETRO Le streghe nere * - - - - valutazione media: 1,00 su 1 recensione.


Caccia alle streghe nella Germania del ‘700. Erotismo e sadismo di bassa lega.

 Le streghe nere
(1973) on IMDb

Regia di Pablo Giorgelli. Un film con Mora ArenillasMara BestelliDiego Cremonesi. Titolo originale: Invisible. Genere Drammatico – ArgentinaBrasileUruguayGermaniaFrancia2017durata 87 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13

Ely ha 17 anni. La mattina va scuola come tutti i ragazzi della sua età e nel pomeriggio ha trovato un lavoretto di un paio d’ore da un veterinario. Quando viene a sapere di essere incinta è come se le crollasse il mondo addosso, vorrebbe gridare al mondo la sua paura, ma riesce a trattenere per sé le sue angosce per mantenere invariata la sua routine, come se nulla fosse accaduto. Ely è però spaventata, sa che quella che prenderà sarà una decisiono per cui sarà impossibile tornare indietro.

 Invisible
(2016) on IMDb

Risultati immagini per Whore's' GloryUn film di Michael Glawogger. Documentario, durata 110 min. – Germania, Austria 2011.

Il documentario Whores’ Glory è un trittico cinematografico sul tema della prostituzione: tre paesi, tre lingue, tre religioni. In Thailandia le donne aspettano i clienti dietro pannelli di vetro, fissando la propria immagine riflessa. In Bangladesh gli uomini frequentano i ghetti dell’amore per saziare i propri desideri insoddisfatti con ragazze a pagamento. In Messico, infine, le donne invocano una morte al femminile per sfuggire alla propria realtà quotidiana.

 Whores' Glory
(2011) on IMDb
Un incendio visto da lontano - RaiPlay

Regia di Otar Iosseliani. Un film con Sigalon SagnaBinta CisseMarie-Christine DièmeSaly BadjiFatou SeydiCast completo Titolo originale: Et la lumière fut. Genere Drammatico – FranciaGermania1989durata 106 minuti. – MYmonetro 3,50 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

In un villaggio africano nel sud del Senegal, in mezzo alla foresta dove, quietamente tiranne, spadroneggiano le donne, si fanno sentire gli effetti nocivi del progresso (turismo, consumismo, falso benessere). Favola ecologica, scandita da 26 tabelle di didascalie e dialoghi come in un documentario etnografico, ma narrata nei modi di un saggio di antropologia immaginaria, attraversata da lampi di garbato umorismo o di beffardo sarcasmo. 2° premio a Venezia 1989, fu variamente giudicato. Controllato da una scrittura fredda nella sua rinuncia allo spettacolo, è un film monocorde e melanconico di una tristezza leggera che il secco epilogo sottolinea.

 Un incendio visto da lontano
(1989) on IMDb

Regia di Otto Rippert. Un film con Olaf FønssAud Egede NissenFriedrich KühneTheodor LoosThea SandtenCast completo Genere Fantascienza – Germania1916,

l professor Hansen con l’aiuto del fedelissimo Rodin ha realizzato un androide dalle sembianze umane ma in realtà totalmente privo di ogni senso di umanità. La sua natura di genio del male gli consente di assumere il controllo di un vasto territorio dal quale progetta la conquista del mondo. Scoperta la sua indole malvagia, una giovane la rivela al mondo causandone la caduta. A decidere la sorte di Homunculus sarà la giustizia divina attraverso un provvidenziale scatenarsi degli elementi.
Homunculus segna uno dei primi tentativi di portare sullo schermo esseri artificiali e fissa in qualche modo motivi che diverranno in seguito colonne portanti di un genere: il laboratorio fonte di una vita impossibile, lo scienziato pazzo che sfida le leggi dell’uomo e di Dio, la demonizzazione della tecnologia e del progresso scientifico, la natura che ristabilisce l’ordine delle cose. Il serial nasce nel contesto culturale della tradizione gotica, sembra far proprie le suggestioni del mito del superuomo ed appare incredibilmente premonitore di ciò che avrebbe di lì a poco conosciuto la Germania.Lotte H. Eisner, nel suo profilo del cinema tedesco “Lo schermo demoniaco”, considera il film come uno dei fondamentali nella cinematografia tedesca al punto da avere ispirato con le sue soluzioni sceniche buona parte dei successivi 15 anni di produzione. Ad Homunculus sarebbero debitori film come La scala di servizio, Ombre ammonitrici e Metropolis. Scrive la Eisner: ” … l’influenza di Homunculus su Metropolis si rivela soprattutto in certi movimenti di massa che richiamano molto da vicino la folla eccitata che si scaglia contro Homunculus per poi dispiegarsi a triangolo in ressa verso la scala. Queste analogie tra Rippert e Lang balzano agli occhi: del resto, Lang ha lavorato per un certo tempo con Rippert, scrivendo le sceneggiature dei suoi film”.

 Homunculus
(1916) on IMDb

Regia di Michelangelo Frammartino. Un film Da vedere 2010 Genere Documentario, – ItaliaGermaniaSvizzera2010durata 90 minuti. Uscita cinema venerdì 28 maggio 2010 distribuito da Cinecittà Luce. – MYmonetro 3,31 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Premiato alla Quinzaine di Cannes 2010, il 2° film del calabrese Frammartino – girato a Caulonia (RC), antico borgo su un colle vicino alla costa jonica dove aveva già filmato Il dono (2005) – è un poema lirico-sociale in presa diretta sulla realtà e sulla natura. Statico ed estatico, è una compenetrazione della realtà. A modo suo, è un film zen. Talvolta in bilico tra due contrari e sfiorato dall’autoironia, le sue immagini – spesso bellissime, mai estetizzanti (fotografia di Andrea Locatelli) – puntano su una conoscenza del mondo circostante e della sua unità, liberandone una dimensione segreta e personale. Il mondo che racconta è formato da 4 parti: minerale, vegetale, animale e umano razionale. 1) Un vecchio e malato pastore di capre che una notte muore, circondato dalle sue bestie. 2) La nascita di un caprettino irrequieto che si perde nel bosco e si addormenta presso un grande albero. 3) L’albero è trasformato in un lungo tronco e, portato in paese, è il fulcro della festa tradizionale della Pita di Alessandria del Carretto (CS); 4) Diventa poi carbone per l’inverno. Le immagini finali si collegano a quelle dell’inizio: il fumo che si alza e si disperde nell’alto dei cieli. Sapiente montaggio: Benni Atria, Maurizio Grillo. Il sonoro (Paolo Benvenuti e Simone Olivero) vi conta quasi quanto il visivo, ma senza una battuta di dialogo. Da consigliare solo a chi ama il cinema e sa aspettare.

 Le quattro volte
(2010) on IMDb

Regia di Miranda July. Un film Da vedere 2011 con Miranda JulyHamish LinklaterDavid WarshofskyIsabella AcresJoe PutterlikCast completo Genere Drammatico – Germania2011durata 91 minuti. – MYmonetro 3,50 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sophie e Jason, due trentenni innamorati, decidono di adottare un gatto randagio, Paw Paw, ma devono attendere 30 giorni prima di portarlo a casa, perché ha una zampa rotta. Terrorizzati dalla perdita di libertà a cui li costringerà il doversi occupare giorno e notte di una piccola creatura, abbandonano i rispettivi lavori e l’abitudine a navigare in Internet per dedicarsi a vivere al massimo il mese a disposizione. Mentre Jason decide di cogliere i segnali che il mondo esterno gli lancia e si mette innanzitutto a vendere alberi porta a porta, Sophie è intenzionata a realizzare un balletto da mettere su youtube, alla maniera delle adolescenti in cerca di visibilità. Ma l’insuccesso del suo tentativo la getta in uno stato di grande frustrazione e di bassissima autostima, dalla quale riesce a distoglierla solo l’incontro sessuale con un cinquantenne lontanissimo dal suo mondo, che vive con la figlia piccola in un sobborgo residenziale di L.A.

Regia di Miguel Gomes. Un film con Teresa MadrugaIsabel Muñoz CardosoAna MoreiraLaura SoveralCarloto CottaCast completo Genere Drammatico, – PortogalloGermaniaFranciaBrasile2012, distribuito da Satine Film. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Pilar è una lisbonese da poco pensionata che si impegna nel volontariato cattolico e che cerca di dare ascolto come può ad Aurora, un’anziana vicina di casa. Aurora parla spesso di una misteriosa figlia e dice di temere i riti voodoo di Santa la cameriera africana. In seguito a un grave malore viene ricoverata e chiede di poter incontrare Gian Luca Ventura. Pilar riesce a trovare l”uomo in una casa di riposo ma Aurora morirà prima di rivederlo. Ventura ha però una storia africana da raccontare: lui ed Aurora cinquant’anni prima sono stati amanti.

Workingman's Death - Wikipedia

Regia di Michael Glawogger. Un film Da vedere 2005 Genere Documentario – AustriaGermania2005durata 122 minuti. Uscita cinema venerdì 7 luglio 2006 – MYmonetro 3,50 su 8 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Documentario sulla classe operaia nel mondo (è quasi scomparsa o è solo invisibile?) in 5 episodi e 1 epilogo: 1) “Eroi” (Ucraina): uomini e donne al lavoro abusivo in miniere di carbone dismesse; 2) “Fantasmi” (Indonesia): lavoratori nelle miniere di zolfo a cielo aperto; 3) “Leoni” (Nigeria): in un mattatoio si lavora con i piedi nel sangue tra teste e budella animali; 4) “Fratelli” (Pakistan): operai addetti al disarmo di una petroliera con la fiamma ossidrica; 5) “Futuro” (Cina): in Anshan gli operai forgiano il metallo con il fuoco, ma non sanno se i loro figli saranno disposti a fare lo stesso lavoro. L’epilogo è a Duisburg (Germania) in una fonderia trasformata in attrazione turistica. Ispirato dai classici sovietici (i lavoratori come icona) Glawogger, attivo dal 1984, riscopre nel rapporto tra uomo e natura “il senso perduto, la dignità, l’eroismo del lavoro manuale, traducendo in immagini magnifiche, in composizioni quasi astratte che catturano, i corpi dei lavoratori, i loro gesti rituali” (M.S. Bazzoli). Con i suoi bagliori il fuoco fa da Leitmotiv di un documentario che, nonostante tutto, titolo compreso, apre uno spiraglio alla speranza. Domanda l’autore: “E allora, incominciate a vederci chiaro?”. Esposto a Venezia.

Regia di Michael Haneke. Un film Da vedere 2005 con Juliette BinocheDaniel AuteuilAnnie GirardotMaurice BénichouBernard Le CoqCast completo Titolo originale: Caché. Genere Drammatico, – FranciaGermaniaAustriaItalia2005durata 117 minuti. Uscita cinema venerdì 14 ottobre 2005 distribuito da Bim Distribuzione. – MYmonetro 3,57 su 19 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Haneke ricorre a un dispositivo narrativo, qui più raffinato, sugli effetti di una misteriosa minaccia esterna che devasta un nucleo familiare, quello di Georges, critico letterario che conduce un programma TV. Riceve una serie di videocassette anonime, corredate di inquietanti disegni infantili, che riproducono immagini quotidiane della sua vita privata, spostandosi dalla casa di Parigi a una fattoria dove trascorse l’infanzia e a un monolocale della periferia. L’arrivo delle cassette mette in crisi il rapporto di Georges con la moglie e il figlio adolescente, lo costringe a fare i conti con se stesso e il suo passato rimosso di bambino viziato, bugiardo, meschino e rivela la sua vera natura: non è cambiato. In sottotraccia una dimensione storica (la cancellazione della guerra d’Algeria e delle sue conseguenze). La suspense psicologica del rimosso è condotta con maestria da una scrittura distillata nella dilatazione delle immagini immobili. Rivela, però, l’artificiosità del dispositivo nel rifiuto di rispondere alla domanda: chi ha filmato le cassette e come? (Vedi la terribile scena del suicidio.) È inverosimile che nessuno nel film si ponga il problema, nemmeno Georges che pure lavora in televisione. Nel togliergli la maschera il sadico Haneke rivela che è persino stupido.

Pingpong (2006) - Film - Movieplayer.it

Pingpong è un film del 2006 diretto da Matthias Luthardt

Dopo il suicidio del padre il sedicenne Paul va a vivere a casa degli zii Stephan e Anna. Ben presto Anna comprende che il nipote è attratto sessualmente da lei e la donna, che da tempo conduce una vita infelice, non ci metterà molto a cedere alle sue avances.

Regia di Markus Imhoof. Un film Titolo originale: More Than Honey. Genere Documentario, – SvizzeraGermaniaAustria2012durata 90 minuti. distribuito da Officine Ubu. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

“Se le api sparissero dalla Terra, all’umanità resterebbero solo 4 anni di vita”, così disse Albert Einstein, considerando che oltre un terzo della nostra alimentazione deriva dall’impollinazione delle api. Imhoof risale all’attività originaria della sua famiglia, che produceva miele, per raccontare un mistero: negli ultimi 15 anni enormi quantità di api sono morte, ovunque nel mondo. E non se ne conosce la causa, solo il nome: Colony Collapse Disorder . Con immagini prepotenti catturate nei diversi continenti e svelando retroscena ignoti al pubblico, Imhoof realizza un documentario inquietante e fondamentale per comprendere i danni mostruosi che stiamo continuando a compiere sul pianeta. Distribuito da Officine Ubu.

Locandina italiana Traffic

Un film di Steven Soderbergh. Con Amy Irving, Michael Douglas, Tomas Milian, Dennis Quaid, Benicio Del Toro.Drammatico, durata 143 min. – USA, Germania 2000. MYMONETRO Traffic * * * - - valutazione media: 3,18 su 33 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Javier Rodriguez e Manolo Sanchez sno due poliziotti impegnati a contrastare il traffico di droga sul confine tra Stati Uniti e Messico. Il loro capo è il generale Salazar, il principale nemico dei cartelli della droga. Ogni giorno i due sono tentati di appropriarsi di parte dei carichi sequestrati e di arricchirsi. Javier è il più resistente alle pressioni. Intanto negli Stati Uniti il giudice della Corte Suprema dell’Ohio, Robert Wakefield, viene incaricato dal Presidente di coordinare un’efficace attività antidroga con i partner messicani. A casa però Robert e la consorte debbono assistere impotenti al precipitare nell’abisso della dipendenza della figlia sedicenne. Carlos Ayala, un trafficante ricco di coperture, rischia di venire incastrato in fase processuale da un testimone eccellente. Steven Soderbergh non abbandona il cinema di denuncia, ma questa volta sceglie la strada del film di genere a vicende incrociate. Si avvale della forte presenza scenica di un Benicio del Toro capace di esprimere dolore e sicurezza insieme con un semplice movimento delle labbra. La coppia Douglas/Zeta-Jones non conferisce particolare glamour a un film corale e ricco di colpi di scena che è meglio non svelare. Il rischio della ‘morale’ emerge in particolare nella parte finale, ma Soderbergh riesce comunque a far passare con chiarezza (quella chiarezza che mancava a Out of Sight) il messaggio

Rosenstrasse: Amazon.it: Riemann,Schrader, Riemann,Schrader: Film e TV

Regia di Margarethe von Trotta. Un film Da vedere 2003 con Katja RiemannMaria SchraderJürgen Vogel. Genere Drammatico, – Germania2003durata 136 minuti. Uscita cinema martedì 27 gennaio 2004 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,17 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Berlino, 1943: un centinaio di donne tedesche “ariane” si raccolgono in Rosenstrasse, vicino ad Alexanderplatz, per reclamare la liberazione dei loro mariti ebrei arrestati e, dopo spossanti trattative con le autorità naziste, la ottengono. Fatto storico ignorato nei libri di storia. Scritto con Pamela Katz dalla regista, da sempre impegnata in un cinema al femminile con vicende rappresentative di eventi storico-politici, è un film che ha al suo attivo tre virtù principali: un’accurata e attendibile ricostruzione ambientale; una compagnia di attori che danno l’impressione di credere in quello che fanno; non pochi momenti di alta intensità emotiva in cui i sentimenti privati si caricano e si rifrangono in significati di memoria storica. Costruito con una serie di flashback che partono da un presente situato sessant’anni dopo a New York. Fotografia in Cinemascope (Franz Rath), desaturata nelle scene del 1943. Costo: 6, 5 milioni di euro, 54 giorni di riprese. Interessante uso del suono. Premio San Fedele 2004.

Film e telefilm tedeschi da vedere almeno una volta nella vita ~

Regia di Margarethe von Trotta. Un film Da vedere 1986 con Barbara SukowaDaniel OlbrychskiOtto SanderCharles RegnierBarbara LassKarin BaalCast completo Titolo originale: Rosa Luxemburg. Genere Biografico – Germania1986durata 122 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Vita, lotte e morte violenta di Rosa Luxemburg (1871-1919), cittadina tedesca che fu uno dei protagonisti della sinistra europea del primo Novecento e che della politica fece la ragione centrale dell’esistenza nonostante gli svantaggi di partenza: donna, ebrea, straniera, non bella. Rendere conto di un’esistenza durata 48 anni e di un convulso periodo storico che va dal terzo congresso (1893) dell’Internazionale socialista alla fallita insurrezione spartachista del gennaio 1919 era impresa da far tremare le vene a uno sceneggiato TV. Farlo in 2 ore di film era impossibile. Corretto, tradizionale, convenzionale per due terzi, apprezzabile nel tentativo di tenere in equilibrio privato e pubblico, emozione e ragione, il film acquista forza nella parte carceraria dove di Rosa L. emergono pazienza e ironia.

Locandina italiana Valzer con Bashir

Un film di Ari Folman. Con Ari Folman, Mickey Leon, Ori Sivan, Yehezkel Lazarov, Ronny Dayag.Titolo originale Waltz With Bashir. Animazione, durata 87 min. – Israele, Germania, Francia2008. – Lucky Red uscita venerdì 9 gennaio 2009. MYMONETRO Valzer con Bashir * * * 1/2 - valutazione media: 3,78 su 78 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una notte, in un bar, un amico confessa al regista israeliano Ari Folman un suo incubo ricorrente: sogna di essere inseguito da 26 cani inferociti. Ha la certezza del numero perchè, quando l’esercito israeliano occupava una parte del Libano, a lui, evidentemente ritroso nell’uccidere gli esseri umani, era stato assegnato il compito di uccidere i cani che di notte segnalavano abbaiando l’arrivo dei soldati. I cani eliminati erano giustappunto 26. In quel momento Folman si accorge di avere rimosso praticamente tutto quanto accaduto durante quei mesi che condussero al massacro portato a termine dalle Falangi cristiano-maronite nei campi di Sabra e Chatila. Decide allora di intervistare dei compagni d’armi dell’epoca per cercare di ricostruire una memoria che ognuno di essi conserva solo in parte cercando di farla divenire patrimonio condiviso.


Locandina Il giovane Casanova

Un film di Giacomo Battiato. Con Stefano Accorsi, Thierry Lhermitte, Silvana De Santis, Catherine Flemming, Katja Flint.Drammatico, durata 180 min. – Francia, Italia, Germania 2002.

A Venezia Giacomo Casanova conduce una vita audace e dissoluta: violinista, scrittore, soldato, spia e giocatore d’azzardo, riesce a conciliare il suo lato avventuroso con la passione per le belle donne. Protetto dell’ambasciatore francese a Venezia, per il giovane Casanova la vita è come un rutilante carnevale, ma quando nel suo benefattore si insinua la gelosia le cose cominciano a farsi complicate. Dopo una rocambolesca fuga dalle patrie galere, il principe dei seduttori si sposta alla reggia del Re di Francia, dove non mancherà di esercitare il suo proverbiale fascino con le dame di corte.

Locandina La sposa turca

Un film di Fatih Akin. Con Birol Ünel, Sibel Kekrilli, Catrin Striebeck, Cem Akin, Hermann Lause.Titolo originale Gegen die Wand-Head On. Drammatico, durata 123 min. – Germania 2004. – Bim Distribuzione uscita venerdì 22 ottobre 2004. MYMONETRO La sposa turca * * * 1/2 - valutazione media: 3,49 su 35 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Amburgo. Dopo aver tentato il suicidio Cahit incontra Sibel che ha seguito un percorso analogo. Sono entrambi di origine turca ma vivono da molti anni in Germania. Sibel vuole uscire dalla sua famiglia in cui i maschi comandano e propone a Cahit di sposarla. Lei avrà così una copertura per vivere una vita libera anche sul piano sessuale. Ma il ruvido Cahit pian piano se ne innamora al punto di mettere a repentaglio la propria libertà.
È un film diviso in capitoli questo di Akin ma a compiere questa scansione non sono dei cartelli o delle dissolvenze in nero. Un’orchestra con una cantante sulle rive del Bosforo separa le parti in cui il film viene suddiviso. Questa immagine, con la relativa colonna sonora, sottolinea il forte richiamo alle origini dei due protagonisti. Come è noto la Germania è la nazione in cui risiede il maggior numero in assoluto di turchi emigrati e il film ci mostra uno spaccato delle loro vite per poi, a vicenda impostata, trasferirsi a Istanbul. A una prima parte amburghese attenta a fondere, con uno stile da videoclip, modernità e radici culturali ed etniche ne succede una più personale e distesa.
Al montaggio ritmato seguono ampi piani sequenza che consentono al personaggio di Sibel di palesarsi nella sua irrequieta ricerca di un equilibrio sempre difficile da raggiungere. Sta in questo l’originalità di Akin, nel saper offrire alla storia dei ritmi differenti facendoci ‘sentire’ come il prima e il dopo dell’evento che vede Cahit protagonista siano due modi di porsi dinanzi alla vita e alla possibilità di un desiderio amoroso con delle prospettive completamente diverse. L’impresa riesce grazie anche all’intensa interpretazione di Sibel Kekrilli, la sposa del titolo.

Regia di Ali Aydin. Un film Da vedere 2012 con Ercan KesalMuhammet UzunerTansu Biçer. Titolo originale: Küf. Genere Drammatico – TurchiaGermania2012durata 94 minuti. Uscita cinema martedì 30 aprile 2013 distribuito da Sacher. – MYmoro 3,39 su 15 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Presentato alla Settimana della Critica di Venezia 2012 e premiato come Opera Prima, è costato all’esordiente Aydin 7 anni di lavoro per scrivere la sceneggiatura. Fa perno su un paradosso. Il fenomeno dei desaparecidos non riguarda soltanto l’Argentina. Negli anni 1990-96 si è ripetuto in Turchia. Nel 1995 centinaia di donne – sui mass media battezzate “le madri del sabato” – cominciarono a riunirsi davanti al liceo Galatasaray con le fotografie dei figli scomparsi dopo il loro arresto per mano della polizia di un governo di estrema destra. Il paradosso è che nel film non sono nemmeno nominate – anzi vi compare, per due minuti appena, una donna sola. Girata alla fine delle riprese, ma inserita all’inizio della storia, c’è una sequenza straordinaria di 11 minuti (con la cinepresa immobile, come nel resto del film se si tolgono brevissime panoramiche): un dialogo tra un avvocato e Basri, guardiano delle ferrovie il cui lavoro consiste nel controllare i binari che ogni giorno, d’estate come d’inverno, percorre a piedi e che per 18 anni scrive 2 lettere al mese al ministero degli Interni e alla questura: vuole sapere che fine abbia fatto il figlio Seyefi, un curdo come gli altri scomparsi. I suoi resti sono stati ritrovati a Istanbul. Secondo Aydin, la lettura di Dostoevskij ha contato molto per la cupezza del suo protagonista assoluto che perde a poco a poco anche la speranza.

Regia di Louis Malle. Un film con Joe DallesandroAlexandra StewartThérèse GiehseCathryn Harrison. Titolo originale: Black Moon. Genere Drammatico – FranciaItaliaGermania1975durata 100 minuti. Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

In fuga da una guerra civile tra i due sessi in cui non si fanno prigionieri, la giovane Lily si rifugia in una grande casa solitaria abitata da: una vecchia malata e un po’ matta; una coppia di gemelli androgini, adulti, muti; una brigata di chiassosi bambinetti nudi; un colto liocorno che parla. Seconda, e assai più esplicita, incursione nel surrealismo di Malle dopo Zazie nel metrò , è uno strano film composito di realismo fantastico sul malessere dell’adolescenza, riflesso di una condizione storica dominata dalla guerra. È un viaggio nel pianeta dei sogni che fa pensare a quello di Alice, illuminato dalla luce nera di una certa cultura inglese e germanica: Wagner va a braccetto col nonsense di Lewis Carroll, l’angoscia e l’inquietudine si mescolano con un umorismo tutto cerebrale. Ovviamente, data l’esposizione enigmatica dei fatti, si presta – e si prestò – a varie letture in chiave psicanalitica, metaforica, etico-politica. Incubo tranquillo, favola senza morale, bagnato nella magica fotografia di Sven Nykvist, è dedicato alla memoria della grande attrice teatrale tedesca Thérèse Giehse (1898-1975), impiegata dal regista anche in Lacombe Lucien . Uno dei più grandi fiaschi commerciali di Malle.