Due sergenti, Clay e Slaughter, organizzano piccoli traffici per rendere l’addestramento militare del campo un po’ più piacevole. La morte di Slaughter spingerà Clay a mettere la testa a posto e a restare seriamente nell’esercito. Bizzarro film tragicomico di ambiente militare che ha in J. Gleason la sua carta vincente. Sceneggiatura di Blake Edwards e Maurice Richlin da un romanzo di William Goldman.
Uno scout salva una donna fuggita da un campo apache, dove è vissuta come schiava, e la riconduce al marito, a Fort Creel. Insieme alla coppia e a uno squadrone di soldati di cui è guida, si dirige poi verso un altro forte, stretto d’assedio dagli indiani. Gli Apaches attaccano la carovana, lo scout si allontana in cerca d’aiuto, ma quando torna i bianchi sono ormai decimati: si sono salvati solo la donna e il figlio da lei avuto dal capo apache, mentre il marito è stato torturato. Jess gli offre la pistola perché metta fine alle proprie sofferenze.
Dal romanzo Arrow in the Sun di Theodore V. Olsen: un soldato federale scampato a un micidiale attacco dei pellerossa e una ragazza che ha vissuto con i Cheyenne assistono al massacro di Sand Creek del 1864 compiuto dalle giacche blu, nel quale morirono 500 indiani fra cui donne e bambini. Aperto e chiuso con un massacro, è un western violento che denuncia l’inferno delle guerre indiane, nascondendo le sue ambizioni di apologo sul Vietnam. Famoso, o famigerato, per la carneficina conclusiva che non esclude stupri né evirazioni. Le copie in circolazione sono spesso alleggerite dei particolari più raccapriccianti.
Il dottor Hollinston (Rock Hudson) è un genetista vedovo e solitario, che riesce a sviluppare un cane manipolandone i geni, partendo dal feto di una cagna che ha trovato morente. Il successo lo spinge a fare lo stesso con gli esseri umani e, quando gli capita il feto di una donna morta per un incidente, ci prova. Il risultato è Victoria (Barbara Carrera), che in pochi giorni si sviluppa sino a diventare donna. Hollinston si innamora di lei, ma Victoria non si dimostra in grado di condurre una vita normale, con conseguenti terribili complicazioni. Rielaborando il tema di #Vedi#Frankenstein, l’esperto Ralph Nelson (Soldato blu) riesce a dare un sincero senso di tragedia alla vicenda, caratterizzando in modo umano lo scienziato protagonista – non un pazzo, ma un individuo segnato dalla sorte – e la sua creatura. Questa uccide, ma è un’incolpevole disadattata. Il clima plumbeo e triste che, un po’ alla volta, prende il sopravvento sulla positività dell’inizio è appropriato per accompagnare i protagonisti verso il loro destino. Rock Hudson non è mai stato un attore particolarmente sottile, ma qui è bravo nel dare umanità al suo personaggio, mentre Barbara Carrera, ex modella, destinata a una lunga e poco appariscente carriera, colpisce per l’algida bellezza in tono con il personaggio. Qualche momento di stanca mina la narrazione
Da un racconto di S.H. Bernett. Ex professore di storia, trasferito su un’isola sperduta in qualità di osservatore degli aerei giapponesi di passaggio, si trova tra i piedi sette ragazzine e la loro istitutrice francese. Dopo i litigi sboccia l’amore. Grant e la delicata Caron formano una coppia vincente per questa divertente e gradevole commedia americana, basata su una vicenda abbastanza originale, arricchita da dialoghi vivaci. La guerra fa solo da sfondo. Nominato agli Oscar per la sceneggiatura.
Homer Smith, vagabondo nero, aiuta in Arizona cinque monache tedesche che vogliono costruire una cappella. Commedia sentimentale e un po’ predicatoria sullo spirito di fratellanza e di solidarietà. Premio Oscar a Poitier e altre 4 nomination. Esagerati! Tratto da un romanzo di W.E. Barrett adattato da J. Poe, già sceneggiatore di Prima linea (1956) di Aldrich.
Dal teledramma (1956) di Rod Sterling: un peso massimo del pugilato, alla fine di una carriera impietosamente sfruttata da un manager esoso, passa al catch, diventando l’amara caricatura del campione che fu. Un film sulla boxe alquanto sopravvalutato. Il regista e un po’ anche A. Quinn risolvono in melodramma quel che nell’originale TV di Sterling era asciutto e senza fronzoli sentimentali. Notevoli l’evocazione soggettiva di un KO e lo spietato finale. Appare anche Cassius Clay.
Grazie a un’operazione neurochirurgica un giovane ritardato mentale diventa superintelligente, ma poi regredisce. Dal racconto Fiori per Algernon di Daniel Keyes, Stirling Silliphant ha tratto una sagace sceneggiatura, un po’ troppo incline al sentimentalismo, che servì a Robertson, attore medio, per vincere un Oscar. Musiche di Ravi Shankar. Lo stesso racconto diede origine a un teledramma e a un musical di scarso successo.
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