Il protagonista è l’uomo di fiducia di una cosca mafiosa. Dopo anni di fedeltà alla “famiglia”, però, sembra che lo vogliano defenestrare. Lui se ne accorge quando lo tagliano fuori da un grosso affare. Difatti, poco dopo, gli mandano il killer.
Lotta tra un cowboy e un Apache per una bella squaw bianca. Dal romanzo The Stalking Moon di Theodore V. Olsen, un western che, dopo una partenza volutamente lenta, decolla. “I suoi eroi sono ancora una volta stranieri in un mondo ostile, solitari di fronte a una natura selvaggia… un racconto segreto, pudico, temperato da un humour sempre presente e discreto” (M. Ciment).
Nel “profondo Sud” degli Stati Uniti un avvocato di elevati principi difende un nero accusato di aver violentato una ragazza bianca. Il nero viene condannato da una giuria di razzisti, ma il padre della ragazza cerca ugualmente di vendicarsi dell’avvocato aggredendo i suoi figli.
Nella Hollywood degli anni ’30 giovanissima star del cinema lascia la madre svanita che viene ricoverata in manicomio, e impara a vivere in un mondo ambiguo e spietato. Tratta da un romanzo del critico inglese Gavin Lambert, è una variazione divertente, graffiante, antirealista sul tema di È nata una stella. Discontinuo, qua e là un po’ isterico ma interessante.
Un quindicenne in vacanza in un’isola della Nuova Inghilterra s’innamora di una bella signora. Alla notizia della morte del marito in guerra, la donna disperata si concede al ragazzo. La forza del film sta nella buona sceneggiatura di Herman Raucher che tratta con delicatezza il problema sessuale negli adolescenti, nell’uso delle mezze tinte nella regia di Mulligan, nella direzione degli attori. Oscar per le musiche di Michel Legrand. Film di culto per gli adolescenti degli anni ’70.
Nel Connecticut vivono Alexandra, suo figlio Niles e la nonna, una russa con facoltà medianiche che insegna al nipotino come identificarsi con le altre creature, umane e animali. Già dotato di vivida immaginazione, il piccolo Niles rifiuta di credere nella morte del suo fratellino gemello e gli imputa una serie di misteriosi omicidi commessi nei dintorni. A poco a poco le due donne intuiscono la terribile verità. Scritto da Tom Tryon, anche produttore, che ha adattato un proprio romanzo, è un chiuso e cupo film in bilico tra il thriller psicologico e il racconto preternaturale che stinge nell’horror senza concessioni agli effettacci. I suoi meriti: sceneggiatura sapientemente giocata sull’ambiguità, regia attenta alle sfumature psicologiche, fascinosa fotografia di Robert Surtees.
George e Doris si incontrano, si piacciono, passano la notte insieme. Uno strano legame li coinvolge e si ritrovano una volta all’anno, alla stessa data, nello stesso posto. La riduzione di R. Mulligan dell’omonima commedia di Bernard Slade (più di 3 anni a Broadway) è molto teatrale, ma qui non è un difetto: interpreti di alto livello, dialoghi intelligenti, situazioni azzeccate.
Uscito dal carcere, giovanotto con moglie e figlio tenta di coltivare la sua vocazione musicale. Lo ostacola una vecchia signorina che l’ha in custodia vigilata da quando era rimasto orfano. Pur sceneggiato da Horton Foote, autore della commedia all’origine del film ( The Travelling Lady , 1957) è pieno di buchi come una forma di groviera. La cornice ha una sua triste suggestione, ma il quadro è specioso, non convincente. Belle musiche di Elmer Bernstein.
Un film di Robert Mulligan. Con Rock Hudson, Gina Lollobrigida, Sandra Dee, Bobby Darin, Walter Slezak. Titolo originale Come September. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 112′ min. – USA 1961. MYMONETRO Torna a settembre valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Abituato a passare le vacanze in Italia, ricchissimo americano fa due spiacevoli scoperte: la sua villa è usata, in sua assenza, come albergo e la sua amante italiana sta per sposarsi.Non è uno dei migliori film del regista di Quell’estate del ’42. Il tema del distacco tra due generazioni non è sviluppato a dovere. 1° film del cantante rock B. Darin.
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