Un film di Koen Mortier. Con Dries Van Hegen, Norman Baert, François Beukelaers, Gunter Lamoot, Sam Louwyck. continua» Commedia, durata 90 min. – Belgio 2007. – L’Altrofilm uscita venerdì 3 ottobre 2008. – VM 18 – MYMONETRO Ex Drummer
Un celebre scrittore pieno di sé decide di accettare l’invito di tre relitti della società a entrare nella loro rock band come batterista. Per fare parte della formazione deve però avere un handicap come gli altri componenti. Il cantante, Koen de Geyter (Norman Baert), soffre di blesità; la pronuncia imperfetta gli ha provocato un irrefrenabile odio nei confronti delle donne che attua al punto da farsi chiamare il Re dello stupro. Il bassista, Jan Verbeek (Gunter Lamoot), ha un braccio paralizzato, è omosessuale e ha un complesso materno che non riesce a superare. Il chitarrista, Ivan Van Dorpe (Sam Louwyck), sostiene di essere sordo, è rissoso di natura e vive nella povertà più estrema insieme alla moglie tossica e alla figlioletta di due anni. Interessato più all’aspetto antropologico e sociologico del terzetto che alla prospettiva di ottenere fama come membro dei Feminists, Dries (Dries Van Hegen) mente sulle sue capacità di musicista dichiarando di non sapere suonare la batteria pur di entrare nel loro quotidiano disfatto per trarne uno spunto narrativo per un libro.
Koen Mortier fa il suo esordio in lungo sul grande schermo con un film intriso di violenza che mira a ridefinire lo scenario miserabile e contorto del film culto di Danny Boyle, Trainspotting, spostando il teatro d’azione dall’underground scozzese alla desolata provincia fiamminga. Basandosi sul romanzo di Herman Brusselmans – celebre autore belga che non è mai stato tradotto nel resto del mondo – Mortier utilizza la figura dello scrittore di fama per rappresentare la gente di potere della società capace di manipolare il prossimo senza nessuno scrupolo morale. La dichiarazione d’intenti del regista belga è chiara sin dalle prime battute quando, attraverso la voce di Dries (narratore di tutta la vicenda), ammette: “volevo uscire dal mio mondo felice, calarmi nella profondità della stupidità umana, nella bruttezza dell’essere ottuso, sleale, falso. Comprendere la vita dei perdenti ma senza appartenere a quel mondo e sapendo di poter sempre tornare indietro”.
Con l’aiuto di qualche accorgimento tecnico (la figura capovolta di Koen quando è ripreso all’interno del suo appartamento, le sequenze in reverse del terzetto come a indicare lo stato di non ritorno), Mortier si sintonizza sullo stato d’animo e sulle complesse deformità dei personaggi mostrando una cura peculiare nella ricerca della perfezione scenica e fotografica. Nella sua rappresentazione patinata e allo stesso tempo nuda e cruda della brutalità – il sangue è uno degli elementi ricorrenti di un film che anella scene di stupro, sodomia, vomito, morti infantili, evirazioni, omicidi – lascia ampio spazio alla musica rendendo di fatto la sua opera prima un’opera punk nei contenuti. Sebbene la musica congiunta ai toni cinico-ironici dei dialoghi smorzi i momenti più raccapriccianti, Ex Drummer sembra spettacolarizzare la violenza con un certo compiacimento, manipolando lo spettatore e trascinandolo in un vortice di orrore fine a se stesso.