Andrea, ufficiale della Nato, parte per una vacanza di riposo in montagna consigliatagli dallo psicanalista, che gli ha rimproverato l’eccessiva frenesia amorosa. Ma anche in vacanza Andrea non perde il vizio di correre dietro alle donne.
Declino di una famiglia del latifondo toscano (Grosseto) che gestisce un’azienda agricola e in cui contano (e lavorano) soprattutto le donne. Grande film borghese che arricchisce il povero panorama del cinema italiano degli anni ’80 per il sapiente impasto di toni drammatici, umoristici e grotteschi, la splendida galleria di ritratti femminili, la continua oscillazione tra leggerezza e gravità, il modo con cui – senza forzature ideologiche – sviluppa il discorso sull’assenza, la debolezza, l’egoismo dei maschi. Scritto dal regista con Suso Cecchi D’Amico, Tullio Pinelli, Benvenuti e De Bernardi.
Il bancario Guido (Giannini), sposato con figli, si reca in auto da Roma a Rosignano Solvay (LI) al capezzale del padre morente e mette a frutto la trasferta rimorchiando una turista americana (Hawn). Arrivato a destinazione tira fuori gli scheletri dall’armadio di famiglia. Ideata per Fellini da Tullio Pinelli al tempo di La dolce vita , la storia è stata riscritta dal regista con i fidi Benvenuti e De Bernardi. La parte del viaggio è la più divertente, ma anche la più scontata. Dopo aver preso quota nella descrizione dell’ambiente familiare, il finale è all’insegna della demagogia e del moralismo. La responsabilità è anche di Giannini, troppo abituato ad aggredire i personaggi invece di accoglierli in sé. Appena enunciato uno dei temi di fondo, il legame tra Eros e Thanatos.
Metalmeccanico dell’hinterland milanese, cinquantenne e scapolo, sposa una ragazza del Sud, ma arriva “alla canna del gas” per il dolore quando scopre che l’ha tradito con un poliziotto meridionale e la scaccia. Stanca di essere contesa dai due come una proprietà, la donna comincia, sola col figlioletto, una nuova vita indipendente. Scritta con Age & Scarpelli (con i dialoghi in dialetto rivisti da Enzo Jannacci e Beppe Viola), è una commedia ironica e malinconica che inclina verso il melodramma. I temi che tocca (emancipazione femminile; impatto tra Nord e Sud; omologazione nei comportamenti proletari) ne fanno un tipico film nazional-popolare nel senso migliore. È un eccellente U. Tognazzi, rigenerato dai film di Ferreri, che gli dà l’acqua della vita. Musiche di Enzo Jannacci e grande successo di pubblico.
Don Paolo, prete sardo, torna a casa come parroco nel paese natio, dilaniato da odi e vendette. Cerca di ristabilire la pace e la fiducia nella legge e di dissuadere Agnese, innamorata di lui. Ci riesce, ma è dura. Nell’impianto figurativo e narrativo del film, nella sua vaga impronta western, favorita dall’intensa bellezza del paesaggio, il personaggio di Nazzari ha, rispetto agli altri un po’ sfocati, coerenza e vitalità. 1° film di L. Massari (1934) e 2° diretto da Monicelli solo senza Steno. Tratto dal romanzo La madre (1920) di Grazia Deledda, sceneggiato con Suso Cecchi D’Amico e Giuseppe Mangione.
Nei suoi giri quotidiani un’infermiera romana (M. Merlini) frequenta diversi gruppi familiari, ciascuno con i suoi problemi. Scritto con Age, Scarpelli e Leo Benvenuti, è un film a episodi camuffato che segna una tappa significativa nell’itinerario di M. Monicelli – e del cinema italiano in generale – per avvicinarsi alla commedia di costume borghese senza il cipiglio dell’indagatore o la grinta del polemista, ma col sorriso e lo sguardo lucido dell’osservatore. Diretto con competenza, recitato da un’affiatata squadra d’interpreti tra cui spicca M. Mastroianni, ormai il n. 1 degli attori giovani italiani.
Giovane medico condotto (Mastroianni), assegnato a un paesino appenninico del Sud, deve fare i conti con la concorrenza sleale di Don Antonio (De Sica), guaritore un po’ imbroglione, e con l’ignoranza diffidente della gente. Scritta da Age & Scarpelli, è una commedia flebilmente progressista sul conflitto tra scienza e superstizione con qualche gaia trovata, un’ambientazione strapaesana di maniera, un De Sica amabilmente gigione, un Mastroianni con la sua faccia di bravo ragazzo e un Sordi in ombra.
Il marchese del Grillo e duca di Bracciano, cameriere segreto di papa Pio VIII, semi-immaginario nobile di mezza età, respira male nella Roma papalina. Combina beffe e scherzi e ha un sosia nel popolano Gasparino. A Roma era un personaggio molto popolare; a 50 km nessuno sa chi è. Scritto su misura per Sordi in doppia parte, con l’azione spostata agli inizi dell’Ottocento con episodi storici poco noti. L’attore, tenuto a bada dal regista, lo interpreta in sagace equilibrio tra cinismo e intelligenza. 2° premio a Berlino. 3 Nastri d’argento: attore non protagonista (Stoppa come papa Pio VIII), scene (Lorenzo Baraldi), costumi (Gianna Gissi). Scritto con Zapponi, Benvenuti, De Bernardi, Pinelli e Sordi. Distribuzione Gaumont.
Da Una goccia nell’oceano divino , uno dei 18 racconti di Vite di uomini non illustri (1993) di Giuseppe Pontiggia. Claudia Bertelli nasce a Milano nel 1949, studia in Inghilterra, contestatrice e femminista, prima madre nubile con un figlio mulatto, poi sposa, fa il medico e poi la suora, muore nel 2011. Quasi mezzo secolo di vita italiana, e il ritratto di una donna che vive fino in fondo errori, dolori, delusioni, contraddizioni. E che cambia. Un po’ riduttivo il modo con cui si rievocano il ’68 e il movimento delle donne, ma è l’ottica del disincanto di un regista e tre sceneggiatori (Suso Cecchi D’Amico, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi) tra i 70 e gli 80 anni. I meccanismi della commedia italiana si addicono soltanto in parte a una storia come questa che ha al centro una donna. Anche perciò M. Buy rimane talvolta fuori del personaggio. Azzeccati, tra le figure di contorno, il Calabrone di Arena e il filosofo di Ovadia, giocoliere delle parole.
Un film di Mario Monicelli. Con Giancarlo Giannini, Enrico Montesano, Giuliana De Sio, Vittorio Gassman, Nino Manfredi.Commedia, Ratings: Kids+16, durata 128 min. – Italia 1987. MYMONETRO I picari valutazione media: 3,27 su 19 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Mario Monicelli cerca di ritrovare il momento magico dell’ Armata Brancaleone portando sullo schermo i personaggi dei romanzi picareschi del secolo XVI. Lazarillo de Tormes e Guzman de Alfarache sono due vagabondi che battono le contrade di Spagna, incontrando ogni tipo di personaggi: mendicanti, pirati, nobili spilorci e crudeli, fanciulle avventurose. Guzman sta per finire sul patibolo, ma Lazarillo fortunosamente riesce a salvarlo. E l’avventura ricomincia. View full article »
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