Ma’ Rosa Reyes e il marito Nestor gestiscono un minuscolo alimentari negli slums di Manila. Tra i dolciumi e le sigarette nascondono la droga, metanfetamina in cristalli, che spacciano nel quartiere. La soffiata di un ragazzino, una sera, li fa arrestare. Mentre scorrono le ore, con i due bloccati in un seminterrato della centrale di polizia, in balia di un manipolo di poliziotti corrotti, i loro quattro figli si dividono per la città, per cercare di raccogliere la somma che serve a liberarli, ognuno facendo o offrendo quel che può.
L’insegna luminosa del «Maharlika», centro massaggi riservato a una clientela omosessuale, illumina discretamente un piccolo cortile. È questo il luogo in cui lavora Iliac, giovane dai lineamenti ancora acerbi, che segue il medesimo rituale con ogni cliente: lo sveste e gli fa un massaggio con un olio, preludio di un immancabile rapporto sessuale. Ma una mattina Iliac riceve la notizia della morte del padre. Inizia allora un protocollo fatto di gesti dettati dalla tradizione che devono essere rispettati e compiuti sotto gli occhi di tutti il giorno dei funerali: vestita di nero, la vedova siede accanto al defunto, il figlio primogenito (Iliac) porta la bara al cimitero, aiutato dagli altri uomini della famiglia.
Peping è un giovane studente di criminologia, con un bimbo piccolo e una ragazza che ha deciso di fare sua sposa. Per guadagnare un po’ di soldi, decide di seguire il vecchio compagno di classe Abyong in una “missione speciale” particolarmente remunerativa, al servizio di una gang di malavitosi di Manila. Quello che si svolge nel tempo di una notte è il massacro –Kinatay, appunto- di una giovane prostituta, rea di aver contratto ripetuti debiti con un boss senza pietà. Il filippino Brillante Mendoza principia il suo film letteralmente nel mezzo della via, nel caos del traffico della città, su e giù dai mezzi di trasporto, seguendo questo e quello prima di approdare sull’innocente Peping e farne un complice dell’orrore. Non c’è inquadratura, nella prima parte del film, che non contenga almeno dieci esseri umani. Tutto cambia, in maniera fin troppo programmatica e manichea, quando cala la notte, la scena si svuota e la luce del sole lascia posto a un buio quasi pesto, che confonde le cose e lo spirito. L’orrore arriva oltre tempo massimo, sostituendo il proprio sonoro cinematograficamente codificato ai rumori diurni, raccolti come se si trattasse di un documentario. Per non farsi mancare nulla, nella ricerca del maggior contrasto, Mendoza filma il giorno in pellicola e la notte in digitale, evitando di ricorrere all’illuminazione extra-diegetica e facendosi piuttosto bastare i fari delle macchine, nelle scene girate nel pulmino, e le luci presenti nella casa, per la lunga sequenza del massacro.
La storia di Jhon Jhon e della sua famiglia affidataria. In un quartiere povero di Manila vivono Thelma, il marito e i loro figli Gerald e Yuri. La famiglia aderisce ad una associazione che accoglie i bambini abbonati prima della loro definitiva adozione. Thelma, Dado e i loro figli vivono così il loro ultimo giorno insieme a Jhon Jhon, prima di conoscere la famiglia adottiva, che lo porterà a vivere negli USA.
Le richieste di reupload di film,serie tv, fumetti devono essere fatte SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.