Category: Loach Ken


Locandina Family Life

Un film di Ken Loach. Con Sandy RatcliffGrace CaveBill DeanMalcolm TierneyHilary Martin. continua» DrammaticoRatings: Kids+16, durata 110 min. – Gran Bretagna 1971MYMONETRO Family Life ****- valutazione media: 4,00 su 6 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Quella di Janice è la tipica famiglia medio borghese, in apparenza tranquilla e serena. In realtà la madre è autoritaria, e prevaricante, il padre è soltanto una figura di contorno, formalmente ineccepibile nel suo ruolo ma sostanzialmente inesistente. Janice viene costretta dalla madre ad abortire e l’avvenimento scatena nella ragazza una forma di schizofrenia.

Family Life (1971) on IMDb

Regia di Ken Loach. Un film Da vedere 1994 con Crissy RockVladimir VegaSandie LavelleMauricio VenegasRay Winstone. Genere Drammatico, – Gran Bretagna1994durata 102 minuti. Uscita cinema mercoledì 3 agosto 1994 distribuito da Mikado Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Maggie (Rock), proletaria londinese, ha avuto quattro figli da quattro uomini diversi. I Servizi sociali glieli tolgono: per la legge è una madre inaffidabile. Incontra finalmente l’uomo giusto (Vega), un gentile esule politico dal Paraguay, e ne ha due bambine. Gliele tolgono. Storia inverosimile? Lo sono spesso le storie vere come questa. Film di violenza insostenibile che ti fruga dentro: c’è la violenza fisica, c’è quella fredda e burocratica della legge e dell’ordine. È violenza anche formale: col suo strepitoso dinamismo stilistico Loach riesce a caricare d’emozione, fin dall’inizio, il racconto. Non fa denunce demagogiche. Costringe lo spettatore a mettersi dalla parte di Maggie senza nascondergli nulla della sua sgradevolezza, e gli pone domande: che cos’è una buona madre? chi ha il diritto di stabilire che cosa è una buona madre? che limiti bisogna imporre alla comunità nei suoi servizi sociali? dove finisce l’amore e dove comincia la responsabilità? Il film sconvolge anche perché fa pensare. Premio della migliore attrice a Berlino 1994 per la cabarettista Rock.

Ladybird Ladybird (1994) on IMDb

Regia di Ermanno OlmiAbbas KiarostamiKen Loach. Un film con Carlo Delle PianeValeria Bruni TedeschiSilvana De SantisFilippo TrojanoMartin CompstonCast completo Genere Episodi – ItaliaGran Bretagna2005durata 115 minuti. Uscita cinema venerdì 25 marzo 2005 – MYmonetro 2,38 su 14 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Quando un Maestro (e i tre registi coinvolti in questa operazione indubbiamente lo sono) delude il dispiacere si unisce all’imbarazzo. Perché è come se un amico ti avesse fatto perdere un po’ della fiducia che avevi in lui. È ciò che accade con i due episodi firmati da Olmi e da Kiarostami. Nel primo un Carlo Delle Piane che recita lo stesso ruolo che gli ha offerto Avati in numerosi film (a partire da Una gita scolastica), si innamora platonicamente, di un’assistente che gli ha mostrato cortesia unita a gentilezza. Dal treno (elemento di collegamento tra gli episodi) su cui si trova vorrebbe inviarle una mail ma finisce col non farlo. Nel secondo una donna anziana ed arrogante maltratta il giovane soldato assegnatole per il servizio civile e costui cerca rifugio nel dialogo con un’adolescente che lo conosce ma che lui non ricorda. In entrambe le storie si legge un’incertezza di fondo. Olmi tratta un tema importante come l’amore provato da una persona anziana ma lo fa con errori di continuità e con una fragilità narrativa che gli è insolita.
Abbas Kiarostami è in ferie dal suo Iran e si vede. Delinea un carattere (quello della donna) ma senza motivare l’attenzione che gli rivolge mentre riesce meglio nella definizione del bisogno di comunicazione del giovane accompagnatore. Anche qui però l’esigenza di ‘fare metraggio’ (cioè di raggiungere la durata necessaria) diluisce la presa della narrazione che, proprio mentre abbandona le lentezze proprie dell’autore, perde in pregnanza.
Chi invece resta se stesso e non delude chi lo apprezza è Ken Loach. Ci presenta tre giovani tifosi del Celtic in viaggio verso Roma per una partita di Coppa. Chiacchierano con una famiglia albanese e, poco dopo, uno di loro scoprirà di non avere più il biglietto. Il sospetto cade subito sugli extracomunitari scatenando reazioni diverse che porteranno ad un esito in linea con l’attenzione verso i più deboli socialmente che è la cifra contenutistica che Loach non ha mai abbandonato. Ma il regista britannico propone di più (rispetto ai suoi colleghi) anche sul piano linguistico. La sua macchina da presa fa del vagone ferroviario uno spazio da percorrere per cercare una verità che andrà al di là della prima apparenza e consentirà ai protagonisti di scoprire un aspetto inatteso della loro personalità.

Tickets (2005) on IMDb