Due vite parallele finché non s’incrociano. Lui è un medico del West a cui un gruppo di desperados uccide la moglie. Lei è una francesina che emigra con il marito (destinato anche lui a prematura fine) verso le terre selvagge del Nuovo Mondo. Un giorno s’incontrano…
Non ho trovato nè versione in italiano nè sottotitoli sincronizzati.
Un giovane e coraggioso avvocato decide di aiutare due bambini a dimostrare l’innocenza del loro padre mandato in prigione da un boss mafioso. Dopo intricate e violente vicende si comincia a intravedere la verità. Non convince né come quadro d’ambiente né come film d’azione.
Gli studenti della Beatrice High School, in Nebraska, sono in fermento alla vigilia della rappresentazione scolastica dell’opera teatrale “L’esecuzione”. Lo spettacolo in preparazione è lo stesso che, vent’anni prima, aveva causato la morte di Charlie, il ragazzo che interpretava il personaggio principale, impiccatosi incidentalmente durante la recita. Spinti dal desiderio di onorare l’anniversario della tragedia, alcuni giovani provano a dare a quello spettacolo un finale migliore. Ma non tutti sono convinti della buona riuscita della rappresentazione. In particolare Reese, promettente giocatore di football che ha accettato la parte principale solo perché ha una cotta per la co-protagonista, Pfeifer, fervida appassionata di teatro. Il migliore amico di Reese, Ryan, uno sbruffone in cerca di bravate, convince il compagno e la sua fidanzatina Cassidy a entrare nella scuola deserta, la notte prima della recita, per danneggiare la scenografia. Ma non tutto andrà come previsto: i tre ragazzi scopriranno di non essere soli all’interno dell’edificio… A 16 anni di distanza dall’uscita in sala di The Blair Witch Project, il genere del found footage – horror in cui si adopera l’escamotage di ovviare alle pecche di un badget ridotto fingendo che il film sia stato girato con la videocamera di uno dei protagonisti – non è certo una novità. A dare nuova linfa vitale al genere ci ha già pensato, nel 2009, Paranormal Activity, che non ha mancato di inquietare le platee, pur con pecche evidenti. Forti degli incassi consistenti della saga, gli stessi produttori hanno dato credito a The Gallows, frutto della sceneggiatura e della regia degli esordienti Chris Lofing e Travis Cluff. Ma qui gli esiti non sono equiparabili a quelli di Paranormal Activity. La logica da filmato amatoriale, rigorosamente codificata per l’intero film, non riesce a nascondere i difetti di una sceneggiatura sin troppo scarna. Passi questo, dato che l’opera non ha chiaramente pretese elevate, i registi avrebbero dovuto spingere sull’acceleratore della tensione, provocando continuamente lo spettatore da horror con rumori sinistri e sequenze al cardiopalma. Invece, la prima parte del film si spreca nella presentazione dei personaggi, che ricalcano tutti gli stereotipi del genere “teen movie”, con la cheerleader, il bulletto e la promessa del football. Quando si entra nel vivo delle sequenze da casa infestata, la paura non è mai troppo grande o imprevedibile e l’inquietudine tipica dell’horror – che pure la location notturna e i rimandi alla tragedia di 20 anni prima dovrebbero suggerire – non viene mai evocata con decisione, se non in una sequenza a led rossi e nel colpo di scena finale. Ma ormai è troppo tardi per risollevare le sorti di un film privo di inventiva, che non è aiutato neppure dal giovanissimo cast di attori esordienti, non troppo convinti nell’urlare di terrore.
Dopo un periodo di silenzio, in cui ha lavorato per il cinema francese, Giuliana De Sio è tornata a recitare in un film italiano. Da questa pausa comunque ha tratto giovamento, perché la donna di Cattiva è forse la sua più bella interpretazione. Per quanto riguarda il film, prende le mosse dalla giovinezza di Carl Gustav Jung, famoso psichiatra secondo, e per alcuni primo, solo a Freud. Si descrive, di quel periodo, il caso di una paziente scioccata dalla morte della figlia e la sua guarigione. Poco cinematografico e molto televisivo, vede la buona recitazione di Erland Josephson e quella mediocre di Julian Sands.
Un pastore finisce in prigione per un delitto d’onore. Evade e assieme ad alcuni complici organizza rapimenti di persone facoltose. Abbandonato dai suoi uomini comprende che non potrà sfuggire.
Un bagliore accecante suggerisce che non molto lontano da Hameline, cittadina della California, è esploso un missile a testata nucleare. O più di uno? Non si sa. Hameline rimane tagliata fuori dal resto del mondo. E le radiazioni cominciano a seminare la morte. 1° film (girato per la rete pubblica PBS, e poi distribuito nelle sale) sull’apocalisse atomica diretto da una donna che, invece di puntare sugli aspetti spettacolari della storia (da un racconto di Carol Amen), si dedica ai personaggi. Fra loro spicca quello di Jane Alexander, madre che nella catastrofe perde due dei suoi tre figli. Giustificata la candidatura all’Oscar. Film intimista con la sordina che ebbe la sfortuna di uscire contemporaneamente con The Day After , più effettistico e dunque più pubblicizzato.
Esordio nella fiction, dopo una lunga serie di documentari, del bielorusso Loznitsa che precede Anime nella nebbia , presentato come questo in concorso al Festival di Cannes. Un camionista bielorusso, che a pagamento viaggia oltre confine, carica alcuni viaggiatori. A ogni incontro la trama si dipana in tante storie calate nella realtà che sviluppano un racconto a spirale dove si ritorna fino alla 2ª Guerra Mondiale, tra i corsi e i ricorsi di un tempo sostanzialmente immobile. Lo sceneggiatore/regista recupera lo sguardo documentaristico, rievoca il passato con elegante concretezza, qua e là si concede qualche oscurità, sbilanciando la narrazione che, però, si ritrova nel finale dove convivono passato e presente, vita e morte. Fotografia di Oleg Mutu.
Una donna riceve un pacchetto: contiene cibo e viveri inviati al di lei marito che si trova in carcere, rispediti al mittente senza spiegazioni. Decide quindi di intraprendere un viaggio lungo e sempre più travagliato in Siberia per cercare di vedere il marito detenuto.
Un serial killer si costituisce alla polizia confessando di aver commesso una terribile catena di omicidi che hanno come vittime unicamente donne. L’uomo viene arrestato, in attesa della sentenza di morte per i suoi crimini. Ma i delitti non cessano e portano evidenti indizi che fanno pensare allo stesso assassino. Le indagini sono affidate a due detective, molto diversi e spesso in conflitto tra loro.
Un ingenuo fattorino riesce, con alcuni colpi fortunati, a diventare giornalista. Un suo losco amico gli propone di rubare alcuni cani di razza per poi acquistare fama con servizi sullo strano furto. In realtà il mascalzone fugge con i preziosi animali e la ragazza del protagonista.
La vicenda di Galileo Galilei e quella della sua abiura. Per non essere condannato dall’inquisizione, dovette rinunciare pubblicamente alle sue teorie sul movimento della terra e del sole, in formale contrasto con certi passi della Bibbia. Joseph Losey, ormai stanco, realizza il suo sogno di mettere in immagini il dramma di Bertolt Brecht da lui realizzato in teatro in anni giovanili. Ma l’ispirazione non sorregge il regista, che riesce solo a farne un dignitoso spettacolo, ottimamente recitato.
Carthage, Texas. L’assistente alle pompe funebri Bernie Tiede è uno dei cittadini più apprezzati dalla comunità: sensibile nei confronti della solitudine delle numerose vedove del paese, impegnato nelle attività artistiche locali, conquista persino Marjorie Nugent, la donna più ricca e bisbetica di Carthage. I due si sposano ma la convivenza è un inferno e un giorno Bernie spara a Marjorie, uccidendola sul colpo. Per comprendere Bernie Tiede e provare ad approcciare un film singolare come quello a lui dedicato da Richard Linklater, occorre provare a capire la contraddittoria natura del regista e del suo Texas. Una terra dove il comico e il tragico si mescolano per assumere aspetti inconsueti. Linklater lo rende evidente sin dal prologo: un gospel solenne cantato con il sorriso sulle labbra, una spiegazione su come truccare i morti per evitare, appunto, che il tragico diventi comico.
L’operaio Luigi Bianchi va a Milano con lo scopo di compiere un attentato alla sede principale della società mineraria per cui ha lavorato, responsabile di un gravissimo incidente. Ma cambierà il suo proposito e si farà completamente integrare nella vita della metropoli lombarda.
Nei primi mesi del ’45 si delinea chiaramente l’esito della guerra e Mussolini decide di rifugiarsi in Valtellina. Non trovando però i militari che avrebbero dovuto attenderlo, si nasconde tra i soldati tedeschi incaricati di portarlo in Germania. Ugualmente riconosciuto, viene giustiziato assieme all’amante, Claretta Petacci.
Carlo Lizzani ricostruisce a “botta calda” (il processo a Mamma Ebe era appena concluso) la vicenda di Ebe Giorgini, detta Mamma Ebe dai suoi adepti, santona accusata di truffa e di plagio, attraverso diverse testimonianze. La giovane Laura continua a ritenerla una santa, una prostituta ha capito di essere stata imbrogliata e cerca vendetta. Le accuse sono pesanti, la condanna da dieci anni si riduce a sei con gli arresti domiciliari. Qualche morbosità in più del necessario.
Dal romanzo (1910) di Gaston Leroux: una giovane cantante è protetta da una voce misteriosa che la incita e le permette di diventare una diva. La voce è di un uomo mascherato che, nascosto nei sotterranei del Teatro dell’Opera di Parigi, le chiede di rinunciare al fidanzato per consacrarsi al canto e poi la rapisce. È il secondo adattamento del romanzo dopo quello muto del 1925. Qui ovviamente è stata più curata la parte sonora e musicale, ma è ammirevole anche l’uso del colore. Eccellente Rains.
Come Luciano Lutring divenne un bandito famoso nell’Italia degli anni ’60 (ma ricercato anche dalla polizia francese) con la rapina a una gioielleria di via Montenapoleone a Milano. Caso raro di instant movie riuscito. Lizzani e il suo sceneggiatore Ugo Pirro ne fanno un ritratto di taglio semigiornalistico _ secco, veloce, in sapiente equilibrio tra azione e disegno incisivo dei personaggi _ che ridimensiona un dilettante del crimine, un balordo invasato che entra in un mondo di delinquenti e poliziotti più professionisti di lui. “E il film smonta a tal punto il personaggio che rischia di renderlo sbiadito” (T. Kezich). Tra gli interpreti _ Hoffman è un Lutring attendibile, Volonté cesella un ambiguo poliziotto _ fa macchia L. Gastoni, una Candida Lutring scavata in profondità.
Il film si apre con la scritta “Lucio Fulci presenta” e si dipana poveramente raccontando la vicenda del dottor Vogler (Peter Hinz), un pranoterapeuta con capacità extrasensoriali, che, chiamato a curare una benestante paralitica nel suo castello, è attirato dalla vicenda di presunti fantasmi che abiterebbero un’ala dismessa del medesimo. Aiutato da una giornalista locale, Vogler rintraccia la bambina, ora ragazza, la cui bambola gli è stata data da un misterioso vagabondo ubriacone (Vassili Karis) e la riconosce per la bambina che lui, in vacanza nei luoghi tanti anni prima, aveva salvato dall’investimento di un’auto, lasciando però che sotto le ruote dell’auto finisse la bambola. Sostanzialmente, la ragazza è la figlia della proprietaria del castello, che, paralitica, era morta in seguito alla caduta accidentale della carrozzella provocata dalla bambina. Motivi oscuri spingono la fantasmatica signora a vendicarsi anche di chi non le aveva fatto nulla (come il derelitto avvocato interpretato da Paul Muller) in un crescendo di violenza che porta a un colpo di scena non prevedibile. Caratterizzato da qualche eccesso di gore tipicamente anni ’80 inserito in un contesto telefilmico e ultrapoveristico, il film cerca qualche difficile suggestione rivisitando vecchie ossessioni spettrali, ma ha tutta l’aria d’essere stato girato in due giorni e non riesce né a coinvolgere né a convincere. Vassili Karis e Paul Muller sono gli unici nomi noti di un cast poco ispirato
Celestina sembra un’efficiente donna di affari, ma in realtà dirige una casa di appuntamenti. Denunciata, se la cava grazie all’intervento di potenti politici. A. Noris torna al cinema dopo vent’anni di assenza e firma il soggetto e la produzione di questa allegra commedia a risvolti satirici che il più delle volte mancano il bersaglio. Ispirata alla lontana a La Celestina (1499) di Fernando de Rojas.
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